Attiva, da pochi giorni, la nuova missione europea per i soccorsi nel Mediterraneo. Ce ne parla Giovanna Carnevale.
È stata chiamata Themis ed è la nuova missione navale europea che sostituirà Triton nelle operazioni in Mediterraneo per il soccorso ai migranti. Tre le principali novità di questa missione, nata su iniziativa dell’agenzia Frontex, l’estensione dell’area di intervento, lo sbarco dei migranti soccorsi, che dovrà essere effettuato nel porto più vicino all’area di salvataggio e la riduzione a 24 miglia dalle coste italiane della zona di pattugliamento delle nostre unità navali. Iniziano, però, i primi dubbi: per l’Associazione per gli studi giuridici dell’immigrazione la nuova missione è un passo indietro rispetto a Triton, perché porterà a meno soccorsi e quindi a più morti in mare. Mare che negli ultimi mesi, d’altra parte, sta già conoscendo le conseguenze negative di una drastica riduzione delle navi di salvataggio delle ong.
Dietro la lavagna
Quasi tre giovani su dieci che vivono in paesi colpiti da conflitti o disastri sono analfabeti, in totale 59 milioni. Per le ragazze la situazione è più grave rispetto ai coetanei maschi, con il 33% che non possiede nozioni base. A lanciare l’allarme è l’Unicef, che chiede maggiori investimenti nell’istruzione, in particolare per i più svantaggiati.
A casa loro
A un anno dalla firma dell’accordo Italia-Libia per fermare i flussi migratori diretti in Europa, Amnesty International torna a denunciare le condizioni disumane dei detenuti nelle carceri libiche e a chiedere trasparenza sulle procedure di rimpatrio volontario. Alternative migliori, dichiara l’associazione, sarebbero l’aumento dei reinsediamenti e il rilascio di visti umanitari.
“L’Europa deve urgentemente porre il tema della dignità umana al centro delle sue politiche in materia d’immigrazione. Se l’Italia è al posto di guida, tutti i governi europei che cooperano con la Libia nel controllo delle frontiere hanno la loro parte di responsabilità per il trattenimento di migranti e rifugiati in centri dove si verificano violenze indescrivibili”, ha detto Iverna McGowan, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee. “In ogni parte del mondo la gente è rimasta scioccata dall’agghiacciante situazione dei migranti e dei rifugiati in Libia. I governi europei hanno reagito con rimedi provvisori, come le evacuazioni senza alcuna garanzia che le persone tornate nei luoghi di origine possano riprendere una vita in condizioni di sicurezza. Sollecitiamo i leader europei ad assicurare che quelle garanzie siano applicate, soprattutto mediante l’offerta di posti per il reinsediamento e visti umanitari per le persone che sono in un disperato stato di necessità”.
Cimitero Mediterraneo
Due donne morte, due bambini rimasti orfani, 800 migranti salvati nel naufragio. E’ solo l’ultima tragedia del mare. Medici senza frontiere chiede ancora una volta all’Europa di intervenire per risolvere una situazione che si aggrava ogni giorno di pi.
I soliti a pagare
Gli Stati Uniti riducono i finanziamenti all’Agenzia Onu per i profughi palestinesi, che è costretta tagliare i suoi servizi. Contro questa decisione, 13.000 dipendenti hanno scioperato nella giornata di ieri lasciando chiuse le scuole nella Striscia di Gaza.
Pugno duro
Oltre duecento i russi arrestati in questi giorni per aver protestato in vista delle elezioni presidenziali di marzo. Il servizio di Giovanna Carnevale.
Contro quelle che chiamano “false presidenziali”, ovvero elezioni di facciata vista la quasi assenza di candidati concorrenti a Putin, in Russia migliaia di persone sono scese in piazza guidate dal leader di opposizione Navalny. Ma per loro sono scattati, oltre che per Navalny stesso, oltre 240 arresti, secondo una ong del Paese, per aver tenuto cortei senza autorizzazione. Le proteste seguono la bocciatura della candidatura di Navalny alle presidenziali: l’unico uomo che avrebbe potuto mettere in difficoltà l’attuale presidente nel voto popolare è stato condannato per appropriazione indebita, ma per lui si tratta di una sentenza politica e continua con il suo impegno di attivista e blogger invitando i russi a boicottare le elezioni e a non riconoscerne i risultati.
Photo/Mikhail Metzel
Sos infanzia
Nella Repubblica Democratica del Congo, oltre 800.000 bambini sono sfollati nel 2017 a causa di violenza interetnica e scontri fra l’esercito regolare, le milizie e i gruppi armati. Per l’Unicef si tratta di una delle crisi di sfollati più grandi al mondo.
Bersaglio umanitario
Sei morti morti e dieci persone ferite. È il tragico bilancio dell’attacco alla sede afgana di Save the Children. Che annuncia la sospensione delle attività nel Paese. Da Kabul, Filippo Ungaro della ong. (sonoro)
Pericoloso silenzio
Corea del Nord, Eritrea, Burundi, Sudan, Vietnam e Perù: sono alcune tra le crisi umanitarie più gravi nel mondo ma di cui i media parlano poco. A riportarlo l’organizzazione internazionale Care, che elenca le dieci situazioni più critiche a livello mondiale.