Difficoltà di accesso ai dati, poca chiarezza nelle voci di spesa, nella denuncia del Rapporto Oxfam-Openpolis. Il servizio di Giovanna Carnevale.
A pochi giorni dalla prima conferenza nazionale sulla cooperazione allo sviluppo che si terrà il 24 e 25 gennaio a Roma, un’analisi realizzata da Openpolis e Oxfam denuncia anomalie e scarsa trasparenza nella destinazione degli aiuti per la cooperazione internazionale. Sulla carta, si tratta di un trasferimento di risorse e mezzi verso Paesi e aree ancora in difficoltà, ma di fatto una parte sempre più consistente rimane nelle zone ricche e spesa per gestire l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo. Nel 2016, riportano le due associazioni, il volume dell’aiuto pubblico allo sviluppo mondiale ha superato 154 miliardi di euro, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Ma contemporaneamente è cresciuta la percentuale delle risorse che rimane negli Stati donatori: i fondi Ue verso i Paesi poveri sono passati da 9,7 miliardi di euro del 2011 a 8,5 miliardi nel 2016. In Italia la diminuzione è stata del 71%.
Una missione pericolosa
Critiche di associazioni e ong sulla decisione del parlamento italiano di inviare in Niger un contingente militare. Un problema di merito ma anche di metodo. Come racconta ai nostri microfoni Francesco Vignarca della Rete per il disarmo. (sonoro)
Voglia di libertà
Nonostante la Corte suprema turca abbia giudicato incostituzionali le motivazioni del loro arresto, i due giornalisti Alpay e Altan sono ancora in carcere a Istanbul. In Italia diverse associazioni, tra cui Articolo21 e No Bavaglio, si sono attivate con una petizione su change.org per chiederne la liberazione immediata e condannare la violazione della libertà di stampa e dei diritti umani del governo di Erdogan.
Born into war
Secondo un nuovo rapporto dell’Unicef, in Yemen, dopo l’escalation di violenza a marzo 2015, sono nati oltre 3 milioni di bambini. L’allarme della ong: “Un’intera generazione sta crescendo senza conoscere altro che le violenze”.
Disastro ambientale
A dieci giorni dall’incidente della petroliera iraniana Sanchi nel mar cinese orientale, si aggrava la situazione dell’ecosistema circostante. Ai nostri microfoni Alessandro Giannì di Greenpeace. (sonoro)
Foto: La Stampa
In alto mare
A pochi mesi dal blocco del programma di relocation dei migranti, situazione ancora più critica per i minori soli. Il servizio è di Giovanna Carnevale.
In due anni di attività del programma di relocation dei migranti giunti in Italia e Grecia verso altri Stati europei, i risultati sono scoraggianti: solo uno su tre è stato ricollocato. Nel nostro Paese, si parla di circa 11.000 persone trasferite su oltre 34.000. In particolare, denuncia Save the children, sono 384 i minori stranieri non accompagnati inseriti nel programma che stanno ancora aspettando un trasferimento. E con il blocco del programma di relocation, terminato nel settembre scorso, la situazione è destinata a peggiorare. Occorre dare piena attuazione alla legge Zampa sui minori non accompagnati, sottolinea l’organizzazione, per dare effettive opportunità di integrazione e inclusione sociale a bambini e ragazzi che arrivano nel nostro Paese. Nel 2017, sono stati più di 15.000.
Orrore su orrore
L’anno per la Libia si apre com’era finito con morti in mare e torture nei centri di detenzione. Ai nostri microfoni Luca Maséra dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione. (sonoro)
Porte ancora aperte
La giustizia americana blocca temporaneamente la decisione di Trump di eliminare la tutela ai cosiddetti dreamer, 800.000 persone arrivate negli Stati uniti da bambini con genitori migranti giudicati illegali. Almeno fino a quando varie cause non saranno risolte continueranno quindi ad essere applicate le norme dell’era Obama.
Pugno duro
Sarebbero almeno 3.700 i cittadini arrestati in Iran nel corso delle proteste antigovernative, che nelle ultime ore si stanno smorzando. A riportarlo alcune ong locali, mentre le agenzie di stampa parlano di un migliaio di fermi. Nelle manifestazioni contro l’aumento dei prezzi e le difficoltà economiche hanno perso la vita oltre venti persone.
AFP PHOTO / TASNIM NEWS / MORTEZA JABERIAN