Respingere non è una soluzione
Per gestire il fenomeno migratorio servono politiche integrate, che facciano leva sulla cooperazione allo sviluppo nei Paesi di origine, il rafforzamento del soccorso in mare e la costruzione di un sistema di accoglienza e integrazione strutturato e diffuso in Italia. Lo dice il Forum Nazionale del Terzo Settore.
Sostegno umanitario
L’Unione europea ha stanziato 140 milioni di euro per l’Afghanistan destinati all’istruzione, alla sanità, all’agricoltura e all’emancipazione economica delle donne. L’impegno prevede che le donne afghane siano coinvolte in tutti gli aspetti della catena di distribuzione degli aiuti.
Pessima idea
L’allungamento dei tempi di detenzione amministrativa non servirà né a fermare i flussi dei migranti verso l’Italia, né a rendere più efficace il sistema di rimpatrio forzato: lo dice il Consiglio italiano per i rifugiati dopo le misure introdotte dal Consiglio dei Ministri. Le persone, inoltre, sono detenute nei Cpr senza aver commesso alcun reato.
Non è finita
Una settimana dopo le alluvioni che hanno colpito la Libia si teme che l’acqua stagnante ancora presente in molte città possa causare epidemie: secondo la Croce Rossa il rischio è che si possa diffondere il colera e per questo sono iniziate vaccinazioni di massa su gruppi selezionati.
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Non politicizzate Lampedusa
Lo dice UNHCR che chiede soluzioni reali all’ondata di sbarchi di questi giorni. Il servizio di Fabio Piccolino.
Nessuno dovrebbe politicizzare la tragedia di rifugiati e migranti. Lo dice l’Alto Commissario Onu Filippo Grandi, mentre sull’isola di Lampedusa si registrano numeri record. Secondo UNHCR sono necessarie soluzioni reali: adottare una risposta europea condivisa e arrestare la diminuzione degli aiuti in Africa, così come è prioritario individuare e garantire assistenza adeguata alle persone vulnerabili. L’Alto Commissariato chiede che si istituisca un meccanismo regionale concordato per le procedure di sbarco e ridistribuzione per le persone che arrivano via mare.
Un fallimento annunciato
Secondo Medici Senza Frontiere l’approccio emergenziale che da anni caratterizza la risposta dei governi italiani alle migrazioni non ha fatto altro che generare nuove emergenze. Per l’organizzazione gli accordi con Libia e Tunisia hanno dimostrato i limiti delle politiche di esternalizzazione adottate a livello europeo.
Senza tregua
Mentre prosegue il conflitto in Sudan, il centro Salam di Emergency continua a ricevere pazienti. Ascoltiamo la testimonianza della coordinatrice medica Gina Portella.
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Aprire un corridoio sanitario e umanitario
Lo chiedono al Governo italiano l’Associazione medici di origine straniera in Italia, l’Unione medica euro mediterranea e la Comunità del mondo arabo in Italia, dopo le devastanti alluvioni che hanno colpito la Libia.
Aiuto umanitario
Servono con urgenza kit igienico-sanitari, cibo, acqua potabile e coperte: lo dice ActionAid che, con il suo team, sta assistendo fin dalle prime ore la popolazione colpita dal terremoto in Marocco. L’organizzazione ha aperto una raccolta fondi a sostegno dell’intervento.
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Fare presto
Il mondo del terzo settore da subito attivo per sostenere la popolazione colpita dal terremoto in Marocco. Il servizio di Fabio Piccolino.
Oltre duemila vittime e la difficoltà nel soccorrere le persone colpite nei centri abitati più difficili da raggiungere. La macchina della solidarietà è partita immediatamente per sostenere la popolazione marocchina colpita dal sisma. Caritas ha messo da subito a disposizione medicine, coperte e kit igienici, mentre Medici Senza Frontiere è pronta a inviare team d’emergenza. Le Acli, presenti con una propria sede nel paese, garantiranno tutto il sostegno possibile alla popolazione. Progetto Arca ha già fatto partire un furgone carico di beni di prima necessità per donne e bambini.