Archivi categoria: Internazionale

Razzismo, i dati del Rapporto annuale della Commissione europea


Questioni aperte. Nel corso del 2021 la pandemia ha emarginato ancora di più i gruppi vulnerabili mentre in alcuni Paesi si sono verificati episodi di razzismo nelle attività di polizia: sono alcuni dei dati emersi dal Rapporto annuale della Commissione europea contro Razzismo e intolleranza.

Esodo Ucraina: i dati sui cittadini che hanno lasciato il Paese da inizio guerra


 

 

 

Fuga dalla guerra. I numeri di Eurostat e Unhcr sui cittadini ucraini che hanno lasciato il Paese dall’inizio del conflitto. Il servizio è di Fabio Piccolino.

La Polonia è il Paese europeo che ha concesso più protezioni temporanee agli ucraini fuggiti dall’inizio della guerra: secondo Eurostat sarebbero infatti 675 mila. Al secondo posto la Repubblica Ceca, che ne ha concesse 244 mila. I dati dell’ufficio europeo di statistica raccontano di come siano in maggioranza donne e di come i maschi siano principalmente minori di 18 anni.

In tutto, secondo i dati di Unhcr, i rifugiati che hanno lasciato l’Ucraina sono quasi sette milioni, mentre altre 8 milioni di persone sono sfollate all’interno del Paese.

Le organizzazioni della società civile alzano la voce: dieci punti di pace indirizzati a Governo e Parlamento


 

 

10 punti di pace. Le organizzazioni della società civile sollecitano decisioni politiche coerenti di fronte alle tensioni internazionali. Il servizio di Pierluigi Lantieri.

Si parte dalla ridefinizione di un nuovo ordine mondiale condiviso e si arriva alla necessità di leader politici visionari. Nel mezzo tante altre proposte e riflessioni su ruolo dell’Italia, disarmo controllato, cooperazione e sviluppo sostenibile.

Fanno sentire la propria voce le Reti AOI, CINI, LINK 2007, promotrici di un documento indirizzato a Governo e Parlamento. Ad essi, infatti, il compito di dare seguito alle aspettative di chi ha la pace come missione fondativa.
“Noi Organizzazioni della società civile impegnate nella cooperazione e solidarietà internazionale – concludono – rimaniamo aperte alla collaborazione con le Istituzioni italiane ed europee a questo fine”.

di Pierluigi Lantieri

Oxfam avverte sulla guerra in Yemen: rischio livelli catastrofici di fame


Pace necessaria. In Yemen si rischia di raggiungere livelli catastrofici di fame se non verrà prorogata la fragile tregua raggiunta negli ultimi due mesi dalle parti in conflitto: lo dice Oxfam che spiega come l’insufficienza alimentare, che oggi coinvolge oltre 17 milioni di persone, potrebbe aggravarsi ancora.

Profughi ucraini, Fondazione Soleterre: 7 su 10 soffrono di ansia


Il trauma del conflitto. Secondo una rilevazione di Fondazione Soleterre, sette profughi ucraini su dieci soffrono di ansia e otto su dieci non riescono più a immaginare un futuro. “La guerra – spiega l’organizzazione – non solo distrugge l’economia e lo sviluppo sociale, ma anche i legami familiari, con effetti catastrofici sul benessere mentale della popolazione civile”.

Oms approva piano strategico per epilessia: “Punto di partenza globale”


 

 

 

Combattere lo stigma: l’OMS ha approvato un piano strategico per l’epilessia e altri disturbi neurologici. Il servizio è di Fabio Piccolino

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha approvato nei giorni scorsi il primo Piano d’Azione Globale per l’epilessia ed altri disturbi neurologici, ponendo all’attenzione degli Stati membri la prevenzione, la diagnosi precoce, l’assistenza e il corretto trattamento delle diverse forme di questa patologia, ma anche la soddisfazione dei bisogni di chi ne soffre e delle loro famiglie.

Tra gli obiettivi del piano, l’assistenza sanitaria universale, la copertura dei servizi e nuove legislazioni. Soddisfazione della Lega Italiana Contro l’Epilessia, secondo cui questa risoluzione fornisce un solido e condiviso punto di partenza globale per dare un reale impulso ai servizi e al finanziamento delle cure.

Spesa militare globale al massimo storico nel 2021: oltre 2.000 miliardi di dollari


Sempre più armi. Secondo i dati del Sipri di Stoccolma, nel 2021 la spesa militare globale ha raggiunto il suo massimo storico: oltre 2.000 miliardi di dollari. Stati Uniti, Cina, India, Regno Unito e Russia sono i Paesi che hanno investito di più in armamenti. Elevate le esportazioni verso il Medio Oriente, in calo quelle verso Africa e Americhe.

L’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma ha contabilizzato in 2.113 miliardi di dollari gli acquisti di armamenti nel mondo lo scorso anno. È record storico, considerando che per la prima volta dal 1949 (quando l’istituto ha iniziato a misurare questo dato) si è superata la soglia dei 2mila miliardi di dollari annui. Una crescita dello 0,7% rispetto al 2020 e del 12% in 10 anni. Viene così confermato il trend che va avanti dal 2015, quando la spesa militare globale è cominciata a risalire dopo un periodo di calo.

E neanche l’emergenza sanitaria è riuscita a invertire la spinta bellica. Il report “Trends in world military expenditure” sottolinea che “gli effetti economici della pandemia da Covid-19 non hanno messo fine alla continua tendenza all’aumento della spesa militare mondiale registrata a partire dal 2015. Come risultato della forte ripresa economica in tutto il mondo nel 2021, la spesa militare mondiale rappresenta il 2,2% del Prodotto interno lordo globale, in calo rispetto al 2,3% del 2020”.

A farla da padrone ancora una volta gli Stati Uniti, che da soli occupano più di un terzo della spesa militare globale. Sotto gli Usa l’altra superpotenza protagonista della “Nuova Guerra fredda”: la Cina. Gli acquisti di Pechino nel settore sono in continua crescita da 27 anni. Sono 293 i miliardi di dollari versati nel 2021 (+ 4,7% rispetto al 2020 e + 72% rispetto al 2012).
Queste le prime dieci posizioni nella classifica con le percentuali di spese globali in Difesa (2021):

  1. U.S. (38%)
  2. Cina (14%)
  3. India (3.6%)
  4. U.K. (3.2%)
  5. Russia (3.1%)
  6. Francia (2.7%)
  7. Germania (2.7%)
  8. Arabia Saudita (2.6%)
  9. Giappone (2.6%)
  10. Corea del Sud (2.4%)

E l’Italia? Non tarda ad arrivare. Il nostro Paese si attesta all’undicesimo con una crescita del 4,6% rispetto al 2020. Il rischio per l’anno corrente, come riportato dall’Osservatorio Mil€x, è quello di superare il tetto dei 25 miliardi aumentando quasi del 20% la spesa militare in 3 anni. Una tendenza denunciata da Sbilanciamoci e Rete Italiana Pace e Disarmo, che la ritengono “una scelta sbagliata e strumentale, oltre che demagogica e propagandistica di fronte alla guerra drammatica in Ucraina. Una scelta, tra l’altro, generica, in cui non si tiene conto delle implicazioni della destinazione della spesa e delle scelte in ambito europeo, che al momento non prevedono la costituzione di un esercito comune e – soprattutto – non stanno costruendo una politica estera e di difesa condivisa. L’armonizzazione europea della difesa dovrebbe comportare una diminuzione della spesa (grazie al coordinamento delle strutture e all’eliminazione di inutili sovrapposizioni) non un suo aumento”.

di Pierluigi Lantieri