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Progetto SportAbility: quando educazione fa rima con sport


È il progetto che coinvolge le province di Avellino, Salerno e Caserta, insieme all’Ufficio Scolastico Regionale che promuove lo sport per una crescita inclusiva, relazionale e sana. Obiettivo dell’intervento è la diffusione tra i giovani della cultura del movimento e della corretta alimentazione per il benessere della persona.

L’idea base del progetto è incentrata su un duplice obiettivo: diffondere la cultura della pratica sportiva e di una sana e corretta alimentazione quale strumenti di benessere della persona, di
socializzazione e aggregazione mediante la diffusione delle informazioni e la promozione di spazi di confronto e dialogo tra i giovani, e tra questi e le istituzioni. Diffondere, quindi, un’idea forte dello sport che contribuisca allo sviluppo della pratica sportiva ad alto valore sociale e alla realizzazione dell’obiettivo di “uno sport per tutti e di tutti”, attraverso una estesa attività di informazione e formazione rivolta alle scuole ed alle istituzioni locali. I principali beneficiari delle attività progettuali saranno, infatti, giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni, studenti degli istituti superiori delle province coinvolte.

Particolare attenzione sarà dedicata anche alla linea di attività trasversale “I giovani e le nuove tecnologie”. Il progetto “SportAbility” cercherà di educare i giovani ad un uso consapevole dei social network grazie alla Media Education, un’attività di tipo didattico ed educativo finalizzata a sviluppare negli studenti la capacità di comprendere i diversi media e le varie tipologie di messaggi; utilizzarli correttamente, saper interpretare in maniera critica il messaggio; essere in grado di generare un messaggio e quindi usare in maniera propositiva i media.

“Appassionarti” al sitting Volley: al via il contest


“Appassionarti” è il contest on line per la scelta di un disegno da applicare sulla protesi sportiva di Silvia Biasi, libero della Nazionale femminile di sitting volley, che in estate farà il suo esordio ai Giochi Paralimpici di Tokyo.

“Appassionarti” è stato lanciato da Sintomi di Felicità, in collaborazione con la Federazione Italiana Pallavolo, Comitato Italiano Paralimpico e Centro Protesi Inail. Una squadra dove ogni giocatrice ha una storia di vita diversa da raccontare, fatta di momenti difficili ma anche di riconquiste e passioni. Un gruppo di ragazze unite dalla voglia di riscatto, dal desiderio e dall’impegno verso un sogno comune, quello della partecipazione alle Paralimpiadi che è l’obiettivo più grande mai raggiunto. E, proprio per arrivare tutte insieme alla realizzazione di questo desiderio, nasce il contest “Appassionarti” a cui tutti sono invitati a partecipare, inviando alla mail appassionarti@outlook.it, oppure compilando il form sulla pagina web https://www.sintomidifelicita.it/appassionarti/, un disegno che sarà applicato sulla protesi sportiva che Silvia utilizzerà durante le partite nei Giochi Paralimpici.

“Sono molto felice ed emozionata per questo contest – spiega Silvia Biasi – L’obiettivo principale è quello di portare le persone più vicine alla nostra disciplina ed alla nostra squadra. Sono convinta che l’iniziativa consentirà alla gente di avvicinarsi alla disabilità con obiettività, permettendo così di capire ancora meglio che essa non è necessariamente un handicap. Non vedo l’ora di vedere le prime proposte: sicuramente da alcune immagini potremmo trarre degli insegnamenti e dei nuovi spunti anche noi”. E poiché una passione è bella se condivisa, da qui nasce l’idea della squadra di coinvolgere più persone possibili, passando la palla a chi vorrà dara una forma artistica alla protesi sportiva, che deve essere cilindrica e di colore neutro.

La proposta del disegno dovrà essere inviata entro 45 giorni dall’apertura del contest. Successivamente sarà lanciato un sondaggio online: i disegni arrivati saranno sottoposti al giudizio del pubblico. Tutti i disegni che avranno partecipato al contest verranno comunque
esposti in occasione delle competizioni ufficiali di Sitting Volley (finale Coppa Italia e Supercoppa, finali scudetto); nelle gallery multimediali di Sintomi di Felicità e FIPAV; in una mostra dedicata e in una mostra multimediale sempre accessibile. “Finalmente siamo arrivati ad un lancio molto importante per noi. – racconta Giulia Aringhieri – In questo periodo di lontananza sociale, a causa del Covid-19, io e Silvia abbiamo pensato a come poter avvicinare le persone a noi e alla nostra squadra durante il percorso verso i giochi Paralimpici di Tokyo. La protesi di Silvia, oltre ad essere funzionale per lo sport, sarà personalizzata e resa unica. Il disegno che vincerà il contest sarà con noi sul campo da gioco e ci ricorderà la forza di tutti i nostri sostenitori. La partecipazione è aperta a tutti, dai bambini agli adulti, con la massima libertà e varietà di immagini, colori ed emozioni. Vi aspettiamo!”

La transizione in bici: le associazioni bike friendly scrivono al Premier Draghi


FIAB e associazioni bike friendly italiane hanno scritto al Presidente Mario Draghi per chiedere un cambio di passo sui temi della mobilità attiva e ciclistica. “Non ci sarà transizione ecologica se la bicicletta non diventa il mezzo più usato nelle nostre città”, si legge nella lettera che chiede una nuova politica nazionale a favore della ciclabilità.

“La forza della bicicletta è enorme, una forza finora sottovalutata. Non ci sarà transizione ecologica se la bicicletta non diventa il mezzo più usato nelle nostre città, non ci sarà benessere per i cittadini italiani se non si cambia radicalmente una mobilità urbana congestionata, antieconomica, pericolosa, inquinante e distruttiva dell’enorme potenziale di socialità e bellezza delle nostre città”. La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta e tantissime altre associazioni bike friendly italiane hanno scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per chiedergli un cambio di passo sui temi della mobilità attiva e ciclistica.

Il neo premier Draghi ha usato parole chiare sui cambiamenti climatici e sull’emergenza ambientale nel suo discorso in Parlamento. Ora occorre dunque una nuova politica nazionale a favore della ciclabilità, in cui lo Stato si assuma in pieno il compito di guidare il cambiamento, come indicato nella legge 2/2018 che prevedeva anche la definizione del Piano Generale della Mobilità Ciclistica a cura del MIT, ad oggi ancora non disponibile.

Una delle novità del nuovo esecutivo è stato il cambio di nome del ministero dell’Ambiente, divenuto ministero della Transizione Ecologica sotto la guida di Roberto Cingolani, esperto di robotica ed ex direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Sono cinque le proposte avanzate dal Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti:

1- Istituire una Direzione per la mobilità ciclistica all’interno del Dipartimento trasporti.

2- Attribuire a un Sottosegretario le deleghe per la ciclabilità, mobilità attiva e micromobilità elettrica in combinazione con quelle relative al CdS e alla sicurezza stradale.

3- Confermare nella Segreteria tecnica del Ministro una persona dedicata alla ciclabilità e alla micromobilità elettrica con il compito di tenere il raccordo con le associazioni e tra queste e le varie direzioni del MIT.

4- Individuare la nuova figura del “Bike Manager” all’interno della struttura tecnica di missione, con l’obiettivo di sovrintendere all’attuazione della legge 2/2018 e più in generale verificare l’attuazione degli obiettivi del Ministro in questo settore.

5- Recuperare e completare il lavoro, ora sospeso, sul regolamento del Codice della Strada per la moderazione del traffico.

Il gioco è un diritto: lo conferma il Tribunale di Palermo


A Palermo il Tribunale Civile ha dato ragione alla parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù che chiedeva per i bambini dell’oratorio la possibilità di giocare liberamente, dopo le proteste dei condomini di un palazzo adiacente che consideravano le attività sportive troppo rumorose. Si potrà, dunque, giocare, con il rispetto dovuto ai vicini.

I bambini dell’oratorio della parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù, in via Filippo Parlatore, a Palermo, potranno giocare a pallone. A certe condizioni e con l’avallo dei giudici. È l’appendice di una storia che sollevò un acceso dibattito giusto un anno fa, coinvolgendo la Chiesa e le istituzioni civili. Nel dicembre 2019, una prima ordinanza del Tribunale Civile, nell’accoglimento del ricorso di alcuni condomini di un palazzo lì vicino, aveva, di fatto, reso impossibili le attività sportive, considerate rumorose. Né la parrocchia disponeva o dispone delle somme sufficienti per costosi lavori di insonorizzazione dell’ambiente. La Seconda Sezione civile, lo scorso 17 febbraio, ha accolto parzialmente il reclamo presentato proprio dalla parrocchia, dando, sì, delle prescrizioni, ma meno stringenti.

Si potrà, dunque, giocare, usando il rispetto dovuto a chi ha diritto alla siesta pomeridiana, alla tutela della salute e alla pace serale. «Tali attività ludico-ricreative – hanno scritto infatti i giudici nell’ordinanza – non mirano a realizzare un lucro dell’ente o a soddisfare altre specie di interessi egoistici individuali o di gruppo ma, nel segno del principio di sussidiarietà orizzontale (articolo 118 della Costituzione), concorrono alla realizzazione di un interesse generale (l’assistenza sociale) che il Costituente ha voluto si iscrivesse fra i compiti di spettanza politica dello Stato pluralista (articolo 38 della Costituzione)».

È stato accolto parzialmente il reclamo presentato contro la prima decisione dei giudici, che avevano vietato le partite tra ragazzi. Stabiliti orari e date anche per la stagione estiva L’oratorio della parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù di Palermo

Secondo i giudici, che riconoscono dunque il valore educativo dell’oratorio, va tutelata pure la posizione di chi, abitando a ridosso del campetto, deve godere della necessaria tranquillità domestica. Ma il mondo del pallone, delle partite nei campetti rincorrendo il Super Santos e i suoi fratelli, è infine salvo e non potrà essere cancellato. Si dovrà, semmai, trovare il modo di coesistere, con la disciplina rigorosa di un calendario: le attività estive potranno essere svolte a giugno e a luglio per un periodo massimo di sei settimane consecutive, per due ore al mattino, ma non prima delle otto, né dopo l’una.

Mentre, nel pomeriggio, le due ore saranno utilizzabili tra le quattro e le otto di sera. E mai nel fine settimana. n’analoga calendarizzazione è stata stabilita per i mesi invernali. L’ordinanza precisa che verrà garantita una disciplina sportiva per volta e che più palloni potranno essere impiegati soltanto per gli allenamenti. Il Super Santos farà il suo ingresso trionfale per l’accoglienza dei bambini del catechismo, purché la reciproca conoscenza non oltrepassi i trenta minuti. I comportamenti da tenere sono minuziosamente descritti nelle tredici pagine del provvedimento.

Finisce così, per il momento, con un invito all’equilibrio, una vicenda che racconta quasi di un altro mondo, essendo nata in un tempo che ancora non conosceva il Covid. A coloro che non hanno mai consumato i riflessi dell’adolescenza e la memoria delle partite giocate nel campetto di fortuna sotto casa, questa parrà, forse, una vicenda da poco, eppure basta vedere in quale quartiere della città si inserisce per capirne la portata simbolica. Via Parlatore è una delle tante strade di Palermo dalle porte girevoli, aperte su più mondi contrapposti. Basta cambiare marciapiede per passare dal palazzone residenziale alla penombra di una casa in disarmo. Qui, anche la corsa trafelata dietro il rimbalzo di un pallone è un genere di prima necessità.

Libere anche in campo


Il Qatar ha ospitato molti importanti eventi sportivi negli ultimi anni, ma rimane una location controversa. Il servizio di Elena Fiorani

Dall’8 al 12 marzo il Qatar ospiterà l’ennesimo evento sportivo internazionale: un torneo della federazione mondiale di beach volley: ma il team tedesco argento agli ultimi campionati del mondo non ci sarà. Karla Borger e Julia Sude boicotteranno il torneo a causa delle regole sull’abbigliamento in campo. Alle giocatrici è stato chiesto di indossare magliette e pantaloni lunghi, regola che la federazione mondiale ha accettato “per rispetto della cultura e delle tradizioni del paese ospitante”.

E’ “l’unico paese” in cui alle giocatrici è vietato indossare bikini in campo – ha detto Borger – Siamo lì per fare il nostro lavoro, ma ci viene impedito di indossare gli abiti necessari, questo è l’unico paese in cui un governo ci dice come fare il nostro lavoro”. L’atleta ha detto che sarebbero pronte “adattarsi a qualsiasi paese”, ma il caldo estremo di Doha rende necessari i bikini.

Pedali buoni


L’atleta più sostenibile d’Italia è Emmanuele Macaluso, il primo a pubblicare un bilancio sociale. Pratica il cross country, disciplina che si svolge in montagna e si impegna nella
riduzione della propria impronta sul pianeta, anche nei prodotti per la manutenzione dei mezzi che sono a basso o nullo impatto ambientale.

In sicurezza


Sono state 1681 le domande di candidatura presentate dai Comuni italiani per attrezzare aree all’aperto in cui praticare attività motoria nell’ambito del Progetto Sport nei parchi. Puglia, Veneto, Toscana, Sicilia ed Emilia Romagna le regioni con il maggior numero di adesioni.

Si è conclusa la fase di candidatura delle aree proposte dai Comuni per l’adesione al Progetto Sport nei parchi, sia per la Linea di intervento 1 – Installazione di nuove attrezzature e riqualificazione di aree attrezzate esistenti – che per la Linea di intervento 2 – Identificazione di aree verdi nei parchi cittadini da destinare ad “Urban sport activity e weekend”. L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra Sport e Salute S.p.A. e Associazione Nazionale Comuni Italiani – Anci, ha visto la partecipazione di 1313 comuni che hanno inviato almeno una domanda per un totale di 1681 domande pervenute di cui 915 per la “linea di intervento 1” e 766 domande per la “linea di intervento 2”.

Le prime 5 Regioni in termini di numero di domande pervenute sono state, nell’ordine, la Puglia, il Veneto, la Toscana, la Sicilia e l’Emilia Romagna. Obiettivo del Progetto è la promozione di nuovi modelli di pratica sportiva all’aperto, sia in autonomia che attraverso le Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche operanti sul territorio e la realizzazione di sinergie di scopo tra le stesse ASD/SSD e i Comuni, per l’utilizzo di aree verdi comunali. Un’apposita Commissione procederà alla valutazione delle domande pervenute e potrà richiedere, in fase di istruttoria, integrazioni documentali necessarie all’approvazione finale. Al termine della fase di valutazione, l’elenco dei comuni ammessi sarà pubblicato sul sito di Sport e Salute.

Connessioni Attive


È il bando per sostenere lo sport di base lanciato da Emil Banca, AICS, CSI e UISP e rivolto alle società e le associazioni sportive della provincia di Bologna, che potranno proporre
servizi volti al benessere della comunità e dei cittadini che la animano. Le richieste di ammissione dovranno essere presentate entro il 10 marzo.

Il Bando è dedicato alle associazioni e società sportive affiliate ai comitati provinciali di Bologna di AICS, CSI e UISP, i contributi verranno erogati sia alle realtà che nel periodo della pandemia da Covid 19 hanno messo in campo progetti per i propri tesserati sia a quelle realtà che hanno predisposto progetti per l’anno in corso finalizzati alla ripartenza delle attività sociali. Gli organizzatori valuteranno le richieste in base alla rilevanza, all’impatto, alla struttura e anche all’originalità dei progetti di società e associazioni sportive ed erogheranno 31 contributi: 3 da 1500 euro, 3 da 1.000 euro e 25 da 500 euro.

Le richieste di ammissione al Bando dovranno essere presentate entro il prossimo 10 Marzo, esclusivamente scaricando e compilando la scheda di progetto pubblicata insieme al testo del Bando, nel sito www.emilbanca.it ed inviandola all’indirizzo mail nonprofit@emilbanca.it. “La UISP – ha dichiarato Paola Paltretti, Presidente UISP di Bologna – insieme agli enti di promozione sportiva più rappresentativi della città, ha aderito e prontamente apportato il suo sostegno a Connessioni Attive. L’intento è quello di valorizzare e sostenere le numerose associazioni che realizzano servizi volti al benessere della comunità e dei cittadini che la animano, lanciando un segnale di aiuto nell’emergenza sociale ed economica che stiamo vivendo”.

“Ogni misura messa in campo a favore dell’associazionismo, così duramente colpito dalla pandemia, vede AICS in prima linea – ha dichiarato Francesca Brunetti, membro del Consiglio Direttivo e Responsabile dei progetti AICS – insieme alle altre realtà del terzo settore. Abbiamo dato il nostro apporto a Connessioni Attive per ribadire con forza l’importanza del tessuto associativo del nostro territorio, un imprescindibile strumento di welfare e di socialità. Lo dobbiamo preservare, nell’interesse di tutta la cittadinanza”.

“La vicinanza al territorio e alle società sportive è uno degli impegni presi dal CSI di Bologna per il prossimo quadriennio – ha dichiarato il presidente provinciale CSI, Andrea De David – Questo bando è un primo segnale di attenzione per le realtà che vivono un momento difficile, ma provano anche a progettare una ripartenza, nel solco della storica collaborazione con Emil Banca”.

Football anti-Covid


Il calcio è un collante sociale, ma come tante altre attività sportive ha dovuto fare i conti con la pandemia. Da qui l’idea di far tornare a giocare in squadra, ma “a distanza”, ragazze e ragazzi: per rispettare le norme di sicurezza, il campo a 7 viene suddiviso in diverse aree in cui gioca solamente un calciatore.

Il Covid ha portato con sé anche la capacità di reinventarsi per molte persone, talvolta per necessità lavorative, talvolta per urgenze sociali. E proprio l’urgenza sociale è stato l’impulso per il centro di formazione professionale salesiano Cnos Fap, a Castel de’ Britti, di inventare un “escamotage” per far tornare i propri adolescenti sul campo di pallone, adeguando la partita alle normative vigenti con il “football anti-Covid”.

Come spiega il direttore Carlo Caleffi, direttore del centro, Cnos Fap di Castel de’ Britti è un piccolo centro di formazione professionale che in questo periodo ha portato avanti i propri corsi a distanza, con due appuntamenti settimanali in presenza. Un centro salesiano, per cui il cortile e il gioco fanno parte della vita quotidiana. È stata l’apatia dei ragazzi che popolano il centro a spingere il direttivo ad inventare qualcosa di nuovo secondo le normative di sicurezza.
«Il calcio è il gioco più praticato dai ragazzi – osserva il direttore – Noi abbiamo tanti ragazzi di religioni e culture diverse, che sono abituati a conoscersi per strada, e farebbero fatica altrimenti. Il calcio è quel linguaggio universale che non volevamo perdere».

Come funziona il calcio distanziato? Per rispettare le norme di sicurezza, il campo a 7 è stato suddiviso in diverse aree dove, all’interno di ognuna, gioca solamente un calciatore cosicché le persone non entrino in contatto. Le squadre possono contare su un portiere, due difensori, un centrocampista, un trequartista e due attaccanti. Le loro zone ben delimitate costituiscono uno spazio sicuro, dove non si può entrare in contatto. La marcatura, infatti, avviene frontalmente. È la presenza di un arbitro a garantire che le linee di queste zone non vengano valicate. Ciò che potrebbe apparire un limite, consolida in realtà l’insegnamento basilare nel calcio: passare la palla. In un continuo movimento, tutti i calciatori sono costretti a passare velocemente il pallone, riscoprendo in un certo senso una sfida contro l’individualismo calcistico e il senso del gioco di squadra.

Quello del centro salesiano è a tutti gli effetti una forma di resilienza, come è stata definita, perché si pone come un esempio di reazione creativa e costruttiva a quanto stiamo vivendo. Ma soprattutto perché porta avanti la formazione educativa di molti ragazzi e ragazze che popolano il centro, dando loro una possibilità di combattere nel proprio piccolo la battaglia contro il covid. Il calcio anti-covid si presenta sotto ogni aspetto un gioco molto più trasversale e di squadra, che raccoglie ragazzi e ragazze di tutte le età. Sono stati gli adolescenti, infatti, a ritinteggiare il campo e mettere a posto il cortile dimostrando molta carica ed entusiasmo portando un clima di lavoro di squadra.

di Pierluigi Lantieri

Giovani antirazzisti crescono


E’ in corso l’evento finale del progetto europeo Eyess, che ha proposto lo sport come strumento di lotta al razzismo. Il servizio di Elena Fiorani.

 

Il progetto Eyess-Giovani europei impegnati in sport e solidarietà, si conclude oggi con un evento on line cui prendono parte i rappresentanti dei 5 Paesi europei partner. Sono previsti, tra gli altri, gli interventi del direttore dell’Unar Triantafillos Loukarelis, e di Valerio Cataldi, presidente dell’Associazione Carta di Roma.

Il progetto si è impegnato nella lotta al razzismo e nella promozione dell’inclusione sociale attraverso la pratica di discipline sportive: organizzazioni non governative e università di cinque paesi europei sono scese in campo per studiare le caratteristiche di un evento storico in questo settore come i Mondiali Antirazzisti dell’Uisp, per poterlo replicare nei paesi partner adattandolo alle caratteristiche delle zone in cui verranno organizzati.