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Sport e riscatto sociale: nella Striscia di Gaza giovani ragazze praticano “Boxe contro l’assedio”


Dal Quarticciolo a Gaza

Boxe contro l’assedio è il progetto che insegna l’arte del pugilato alle bambine e alle ragazze che vivono in Palestina. Il servizio di Elena Fiorani.

Nella Striscia di Gaza, circa 360 Km² di territorio e una densità abitativa tra le più alte al mondo, giovani ragazze praticano boxe dal 2018, grazie al progetto italiano coordinato dalla ong CISS e dalle Palestre popolari del Quarticciolo e del Tufello.

Secondo l’Agenzia Onu per i rifugiati si tratta di un ‘luogo invivibile’, che le organizzazioni coinvolte cercano di rendere più accogliente creando occasioni di scambio tra le atlete romane e palestinesi ma anche e soprattutto con l’apertura di una palestra di pugilato, in uno spirito di “condivisione sportiva” che intende lo sport come “strumento di miglioramento e riscatto personale e sociale”.

È stato scelto il pugilato perché è uno sport che insegna prima di tutto il rispetto dell’avversario, a difendere i più deboli e a combattere le violenze stesse, oltre che a mantenere la calma nelle situazioni di difficoltà.

Rugby, a Napoli il corso gratuito per ragazzi dagli otto ai tredici anni


Porte aperte

A Napoli il corso gratuito di rugby per ragazzi dagli otto ai tredici anni, che rientra tra le iniziative del progetto SCINN-Sport Comunità Integrazione Nuove Narrazioni. Appuntamento ogni martedì e giovedì al campo nel quartiere Barra, area pubblica restituita alla collettività dopo anni di degrado e abbandono.

Le lezioni di rugby sono curate dall’associazione polisportiva Partenope Rugby, partner di SCINN, realtà storica e riconosciuta in tale disciplina. Ogni martedì e giovedì, dalle ore 15 alle 16, i partecipanti saranno accolti sul campo dell’istituto comprensivo Russo-Solimena in corso Bruno Buozzi 55 a Barra, quartiere nella zona orientale di Napoli, area pubblica restituita alla collettività dopo anni di degrado e abbandono. Proprio il campetto nel cuore di Barra ha ospitato l’open day cui hanno preso parte decine di bambini e adolescenti. All’iniziativa ha partecipato Alessandro Fucito, presidente della VI Municipalità del Comune di Napoli.

I giovani saranno seguiti, oltre che dagli operatori della polisportiva, anche da educatori e tutor così da prendere parte a un percorso sportivo ed educativo che intende declinare i valori della disciplina, dell’amicizia, della lealtà e del rispetto. Il percorso parte dalle basi e permetterà a ragazze e ragazzi di prendere confidenza con la palla ovale e con tutte le tecniche e le tattiche del gioco con l’intento di superare i facili stereotipi su tale disciplina quali la presunta maggiore pericolosità rispetto ad altre attività. Bambini e adolescenti potranno giocare in massima sicurezza condividendo ore di sport e di sana socializzazione dopo i pesanti sacrifici subiti nei mesi scorsi.

La partecipazione al corso di rugby è totalmente gratuita: le famiglie che aderiscono non dovranno sostenere alcun costo per l’iscrizione né per la frequenza. È la “regola” valida per tutti gli sport attivati con SCINN che, nei prossimi giorni, vedranno scendere in campo centinaia di giovani, e non solo, in numerose attività e in diversi luoghi della zona orientale della città. Una opportunità per numerose famiglie di Napoli Est che, in un periodo di crisi e rincari, hanno potuto assicurare l’attività fisica a uno o più figli.

Per l’iscrizione al corso di rugby, o per ricevere informazioni in merito, è possibile contattare il 327 17 15 898 (cellulare e WhatsApp) oppure scrivere una e-mail a progettoscinn@neaculture.it. Altri dettagli sono disponibili su Facebook www.facebook.com/progettoscinn, su Instagram www.instagram.com/scinnanapoliest oppure sul blog ufficiale di SCINN www.esperienzeconilsud.it/scinnanapoliest.

«In un periodo come questo che stiamo attraversando, tra post pandemia e rincaro del costo della vita, il progetto SCINN, sostenuto da Fondazione CON IL SUD, offre a molte famiglie di Napoli Est la possibilità di far praticare sport gratuitamente ai propri figli e di poter scegliere tra una vasta gamma di attività», spiega Annarita Cardarelli dell’associazione NEA Napoli Europa Africa, referente del progetto SCINN.

SCINN vede capofila l’associazione NEA Napoli Europa Africa e partner le associazioni Nuova Polisportiva Ponticelli, Maestri di Strada, Arci Movie Napoli, AP Partenope Rugby, Aste&Nodi, UISP Napoli, Terra di Confine, il Comune di Napoli, gli istituti comprensivi Russo-Solimena e Marino Santa Rosa e l’istituto scolastico superiore Don Milani. Anima i quartieri Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio con diverse attività sportive, corsi di formazione, laboratori nelle scuole e altre opportunità rivolte a giovani e famiglie di Napoli Est. Ha messo in campo opere di rigenerazione urbana con cui è stato possibile recuperare una palestra scolastica abbandonata a Ponticelli così da farne il fulcro degli sport gratuiti.

La pattinatrice iraniana Niloufar Mardani a testa alta per i diritti: niente hijab in solidarietà con Mahsa Amini


A testa alta

Niloufar Mardani, atleta della nazionale iraniana di pattinaggio di velocità femminile, al momento di ricevere il premio per la sua gara ha scelto di indossare abiti neri con la scritta “Iran” sulla maglietta, senza coprirsi il capo con il velo, in solidarietà con Mahsa Amini. Il ministero dello Sport ha deplorato il gesto.

Un’altra atleta iraniana sfida il regime e partecipa ad una gara di pattinaggio in Turchia senza hijab, il copricapo imposto alle donne iraniane, in solidarietà a Mahsa Amini. Niloufar Mardani, membro della squadra nazionale di pattinaggio di velocità femminile, indossava abiti neri con la scritta “Iran” sulla maglietta, al momento di ricevere il premio, senza coprirsi il capo con il velo, come un mese fa fece a Seul Elnaz Rekabi, l’atleta che aveva gareggiato senza velo ai campionati di arrampicata. Il ministero dello Sport ha deplorato il gesto affermando che “l’abbigliamento non era stato approvato dal ministero”.

Verso Qatar 2022: il presidente della Fifa chiede alle 32 nazionali ai Mondiali di mettere da parte i diritti umani


Calciatori senza idee

Gianni Infantino ha scritto alle 32 nazionali che giocheranno i Mondiali in Qatar sollecitandole a lasciare da parte le questioni relative ai diritti umani. Dopo le proteste delle organizzazioni umanitarie, ma anche del calcio internazionale, il presidente della Fifa chiede di concentrarsi sul calcio.
Gli ultimi a esprimere dissenso, in ordine di tempo, sono stati i calciatori della nazionale Australiana in un video corale diventato virale sul web. Ma già da settimane i capitani di Inghilterra, Germania, Olanda e Francia hanno comunicato che indosseranno una fascia al braccio su cui sarà presente il disegno della campagna “One Love”, che ricorda la bandiera arcobaleno simbolo della lotta LGBTQIA+.
Infantino più volte ha difeso la scelta di assegnare al Qatar la Coppa del Mondo, rispondendo alle critiche sul mancato rispetto dei diritti umani nel Paese asiatico: “Il Qatar ha attuato veri cambiamenti per migliorare le condizioni dei lavoratori migranti e la Coppa del Mondo è un’opportunità per il Qatar e tutto il Golfo Persico di mostrarsi in modo diverso e liberarsi dei pregiudizi che purtroppo esistono ancora oggi. Questi cambiamenti sono avvenuti negli ultimi anni, mentre in altri Paesi – anche europei – ci sono voluti decenni”.
Il testo della lettera della FIFA:
Cari Presidenti, cari Segretari Generali,
La Coppa del Mondo FIFA in Qatar è ormai dietro l’angolo e l’entusiasmo per l’evento calcistico più importante del mondo sta crescendo a livello globale, mentre contiamo i giorni che ci separano dal calcio d’inizio a Doha, domenica 20 novembre 2022.
Essendo una delle 32 squadre partecipanti, porti sulle spalle le speranze e i sogni della tua nazione d’origine e di tutta la tua gente.
La FIFA vorrebbe assicurarti che in Qatar tutto è stato preparato per garantire che ogni nazione partecipante abbia le migliori possibilità di raggiungere la fase finale. Gli otto stadi all’avanguardia, dove si giocheranno le 64 partite della Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022™️, forniranno la piattaforma perfetta per il più grande evento sportivo del mondo.
Quindi, per favore, ora concentriamoci sul calcio!
Sappiamo che il calcio non vive sotto vuoto e siamo altrettanto consapevoli che ci sono molte sfide e difficoltà di natura politica in tutto il mondo. Ma per favore, non lasciate che il calcio venga trascinato in ogni battaglia ideologica o politica esistente.
Alla FIFA, cerchiamo di rispettare tutte le opinioni e le convinzioni, senza impartire lezioni morali al resto del mondo. Uno dei grandi punti di forza del mondo è proprio la sua diversità, e se inclusione significa qualcosa, significa avere rispetto per quella diversità. Nessun popolo, cultura o nazione è “migliore” di un’altra. Questo principio è la pietra miliare del rispetto reciproco e della non discriminazione. E questo è anche uno dei valori fondamentali del calcio. Quindi, per favore, ricordiamolo tutti e lasciamo che il calcio sia al centro della scena.
Ora, alla Coppa del Mondo FIFA, abbiamo l’occasione e l’opportunità unica di accogliere e abbracciare tutti, indipendentemente dall’origine, dal background, dalla religione, dal sesso, dall’orientamento sessuale o dalla nazionalità. Cogliamo questa opportunità e uniamo il mondo attraverso il linguaggio universale del calcio.
Ora il nostro focus è il calcio perché #NowIsAll.
Vi auguriamo ogni successo e un grande torneo in arrivo!
Gianni Infantino Presidente della FIFA 
Fatma Samoura Segretario generale della FIFA

3° Rapporto Nazionale sul Cicloturismo in Italia: circa 31 milioni le presenze nel 2022


Passeggiando in bicicletta

Il 3° Rapporto Nazionale sul Cicloturismo in Italia certifica la crescita del cicloturismo: i turisti a due ruote rappresentano il 4% del totale, nel 2022 si stimano 31 milioni circa di presenze.

Il cicloturismo si conferma un importante volano di sviluppo territoriale, un beneficio concreto per le piccole comunità rurali e dell’industria turistica in generale. Perché viaggiare in bicicletta non è soltanto un modo alternativo di concepire il turismo in maniera green e slow, ma è un meccanismo virtuoso che muove lo sviluppo territoriale con un impatto economico stimato di circa 338mila euro per km di ciclabile, grazie a nuove forme imprenditoriali e le opportunità di lavoro create dal comparto (guide cicloturistiche, noleggi e servizi dedicati).

Un incremento annuale inarrestabile confermato dal 3° Rapporto Nazionale sul Cicloturismo in Italia realizzato da Isnart per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio in collaborazione con Legambiente. In base ai dati più recenti elaborati dal rapporto, per il 2022 è possibile stimare 31 milioni circa di presenze attribuibili ai cicloturisti, pari al 4% di quelle totali registrate in Italia fino a questo momento.

Un’opportunità per valorizzare il territorio che gli enti territoriali stanno sempre più prendendo in considerazione con progetti strutturati e infrastrutture dedicate. Come successo in Abruzzo, sulla costa dei Trabocchi, dove la costruzione dell’omonima ciclabile ha contribuito al rilancio delle località coinvolte, come conferma un’analisi locale condotta da Isnart durante la stagione estiva 2022: il 90% degli esercenti segnala la presenza di cicloturisti all’interno delle proprie strutture, «con il 64% delle strutture locali che si aspetta un’ulteriore crescita della clientela legata al cicloturismo», come dichiarato da Carlo Ricci, Direttore del Gal Costa dei Trabocchi.

Un impatto economico, quello generato dal fenomeno cicloturismo, tutt’altro che trascurabile: la spesa per consumi turistici nei luoghi di vacanza generata dai cicloturisti è stimata per il 2022 in quasi 4 miliardi e il 2022 ha segnato, in particolare, un progresso dei cosiddetti cicloturisti “puri”, ovvero quei turisti per i quali la bicicletta è una delle principali motivazioni di scelta della destinazione, con una stima per quest’anno di 8,5 milioni di presenze turistiche.

Inoltre, si osserva una maggiore domanda di vacanza attiva, in cui l’uso della bici ha un ruolo primario. Una tendenza su cui la pandemia ha agito da acceleratore stimolando la ricerca di destinazioni meno note e forme di turismo più sostenibili.

«Il cicloturismo è un fenomeno che va analizzato e compreso in una logica di complementarità – ha Roberto Di Vincenzo, presidente di Isnart –. Infatti, persino il cicloturista “puro” non trascorre tutta la vacanza su due ruote ma si dedica a numerose attività per vivere il territorio a 360°.
Un turista che predilige il contatto con la natura, amante dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, molto attento a quell’insieme di valori legati alla sostenibilità economica, sociale e ambientale che rappresentano un patrimonio del turismo italiano su cui è vincente puntare e investire».

E quello del cicloturismo è una passione che accomuna tutte le fasce di età, con i cicloturisti “puri” che appartengono per la maggioranza alla generazione dei Millennial (il 41%) e alla Generazione X (il 30%), collocandosi nella fascia che va dai 26 ai 57 anni. Percentuali inferiori si registrano tra i giovanissimi (il 10% appartiene alla Generazione Z) e, ovviamente, tra i più̀ anziani (i baby boomers sono il 16%). Una tipologia di clienti molto ricercata, che per l’industria della ricettività turistica, rileva Isnart, è oro, essendo istruita (l’84% ha almeno il diploma), occupata (il 77%) e con una buona situazione economica, quindi una buona propensione alla spesa.

Per il viaggio, un cicloturista “puro” italiano spende in media 95 euro, mentre un cicloturista straniero arriva a spenderne 215. Per l’alloggio l’italiano spende in media 48 euro al giorno contro i 59 di chi proviene dall’estero. A ciò si aggiungono le spese accessorie: 70 euro gli italiani e 68 gli stranieri.

«I dati presentati nel rapporto confermano che anche il nostro Paese è pienamente all’interno di quella rivoluzione gentile generata dalla crescita della bike economy – ha commentato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente –. L’Italia ha tutte le caratteristiche per fare tesoro di questo fenomeno, intercettare al meglio la tendenza in atto e tradurla in occasione di buona crescita soprattutto per le aree interne, luoghi che più di altri si prestano a offrire proposte di vacanze slow e di qualità».

Sulla cresta dell’onda contro il Parkinson: in Sardegna il progetto europeo su sport e terapia medica


 

Sulla cresta dell’onda

In Sardegna un week-end di sport acquatici come strumento contro il Parkinson. Il servizio di Elena Fiorani.

Saranno giornate di sport e di studio quelle che animeranno la costa ovest della Sardegna: Sea, Sail & Surf for Parkinson è il progetto europeo che promuove la pratica degli sport acquatici in affiancamento alle terapie mediche per combattere una delle malattie neurodegenerative più diffuse.

Alla base dell’iniziativa c’è l’utilizzo di vela, surf e sup, accanto alla terapia medica per persone affette da morbo di Parkinson ed altre malattie che incidono sulla capacità di movimento e coordinamento motorio. L’evento di questo fine settimana è la tappa finale del percorso, che permetterà il confronto dei metodi di utilizzo delle attrezzature nautiche e di insegnamento degli sport acquatici, ma anche dei risultati ottenuti, tra tutti i partner del network di associazioni sportive italiane ed estere.

Sportwashing, il caso Uefa-Pepsi: le linee guida per l’economia circolare nel calcio redatte con la multinazionale inquinante


Sportwashing

La Uefa ha diffuso le sue linee guida per l’economia circolare, ma per redigerle si è affidata alla Pepsi, multinazionale che non ha mantenuto le promesse fatte per affrontare l’inquinamento da plastica ed è da anni sul podio della classifica che indica a quali marchi sono riconducibili i rifiuti in plastica dispersi nell’ambiente.

L’inquinamento da plastica e l’emergenza climatica sono due crisi ambientali più legate di quanto si pensi. Se la plastica – che deriva in gran parte da petrolio e gas fossile, il cui sfruttamento è all’origine dell’emergenza climatica – fosse una nazione, sarebbe il quinto stato per emissioni di gas serra.

Per queste ragioni, nei giorni scorsi l’annuncio dell’accordo di sponsorizzazione tra Coca Cola e la prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP27) ha lasciato molte persone perplesse ed è stato indicato come un eclatante caso di greenwashing. La Coca Cola si distingue infatti per il massiccio impiego di plastica monouso nel mondo (pari a circa 120 miliardi di bottiglie l’anno) e, nonostante queste premesse, è partner del prossimo evento che dovrebbe trovare soluzioni concrete per affrontare e mitigare l’emergenza climatica in atto.

Ma i casi di sponsorizzazioni controverse sono molteplici e interessano molto spesso anche gli eventi sportivi, tant’è vero che ormai si parla di sportwashing. Un esempio di pochi mesi fa, passato abbastanza inosservato, riguarda Pepsi e la Uefa. Quest’ultima ad inizio settembre ha diffuso le linee guida per l’economia circolare, parte di una strategia più ampia e a lungo termine nota come “Football Sustainability Strategy 2030”, ma per redigerle si è affidata proprio alla collaborazione di Pepsi.

Come può l’organizzatore di una delle più importanti manifestazioni europee di calcio come la Champions League affidarsi a una multinazionale come Pepsi per definire i suoi obiettivi di sostenibilità? È come affidare le pecore a un lupo.

Pepsi, infatti, oltre a non aver mantenuto per anni le promesse fatte per affrontare l’inquinamento da plastica, compare da oltre quattro anni, ininterrottamente, sul podio della speciale classifica della coalizione Break Free From Plastic, che indica a quali marchi sono riconducibili i rifiuti in plastica dispersi nell’ambiente in tutto il mondo.

Secondo gli ultimi dati pubblici resi disponibili dalla fondazione Ellen MacArthur, Pepsi ha utilizzato nel 2020 oltre 2 milioni e 300 mila tonnellate di plastica, poco meno rispetto alla prima della classe (Coca Cola, con circa 3 milioni di tonnellate), e solo il 5% di questo era rappresentato da materiale riciclato. Ma soprattutto: Pepsi in che quantità fa ricorso a imballaggi riutilizzabili o ricaricabili, considerati nella stragrande maggioranza dei casi la soluzione più sostenibile? Zero. Sì, un enorme 0% del portafoglio degli imballaggi messi in commercio.

Torino, sempre più giovani potranno fare attività sportiva gratis


Benessere condiviso

Sempre più giovani a Torino potranno fare attività sportiva gratis. Il Comune ha infatti ampliato la platea dei beneficiari del progetto PasSpor-To, coinvolgendo i ragazzi tra i 14 e i 19 anni che potranno scegliere tra oltre 30 sport.

Abusi nella ginnastica italiana: anche l’ex Farfalla Anna Basta denuncia violenze psicologiche


Basta abusi

Dopo la denuncia dell’atleta azzurra di ritmica Nina Corradini, arriva quella di Anna Basta, 21 anni: subiva la pressione delle allenatrici e l’ansia per la prova della bilancia, fino a quando ha deciso di smettere. Ora parla dei disturbi dell’alimentazione sui social. La Federginnastica prende le distanze e annuncia azioni perché casi simili non si ripetano.

Sport e prevenzione: Figc e Lilt hanno siglato un protocollo di intesa per la lotta contro i tumori


Sport per la salute

FIGC e LILT hanno siglato un protocollo di intesa per la prevenzione e la lotta contro i tumori. Tra le azioni previste, la promozione della pratica sportiva, in particolar modo di bambini e adolescenti, con il fine di ridurre l’incidenza dei tumori e migliorare la qualità della vita.

Previste iniziative comuni che possano promuovere l’importanza dell’attività sportiva e della prevenzione. Gravina: “Siamo sempre più impegnati nell’ambito della responsabilità sociale, perché per noi rappresenta una priorità e un valore fondamentale del nostro agire quotidiano”.

Incentivare la pratica sportiva, in particolar modo di bambini e adolescenti, con il fine di ridurre l’incidenza dei tumori e migliorare la qualità della vita. Con questo obiettivo, FIGC e LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – hanno siglato un protocollo di intesa di durata biennale: attraverso l’attuazione dell’accordo, siglato nella Sala Paolo Rossi della sede della Federazione, FIGC e LILT contribuiranno alla realizzazione di programmi, progetti e iniziative finalizzate ad accrescere il benessere dei cittadini, con lo sviluppo di azioni comuni che possano promuovere l’importanza della prevenzione oncologica.

Tra le missioni della LILT c’è quella di diffondere su tutto il territorio nazionale – in collaborazione con le principali istituzioni e le più importanti organizzazioni nazionali e internazionali operanti in campo oncologico – i vari aspetti della prevenzione.  In particolare la prevenzione primaria (finalizzata a ridurre i fattori di rischio e le cause di insorgenza e sviluppo del cancro), la prevenzione secondaria (visite mediche specialistiche ed esami strumentali per la diagnosi precoce dei tumori) e quella terziaria (“prendersi cura” delle problematiche del percorso di vita della persona e dei suoi familiari che hanno vissuto l’esperienza cancro). E la FIGC, per la sua attività in tutto il territorio italiano, può essere strumento perfetto per la corretta informazione e sensibilizzazione.

“Siamo orgogliosi di scendere in campo al fianco di LILT e contribuire in concreto alla prevenzione e alla lotta contro i tumori – dichiara il Presidente della FIGC Gabriele Gravina -; siamo sempre più impegnati nell’ambito della responsabilità sociale, perché per noi rappresenta una priorità e un valore fondamentale del nostro agire quotidiano”.

“La FIGC è il partner ideale per trasmettere i valori dello sport e della condivisione alle nuove generazioni. Ormai non ci sono più dubbi, la regolare attività fisica è fondamentale per prevenire l’insorgenza del cancro, rappresenta infatti uno dei pilastri della prevenzione primaria. Lo sport ha inoltre un effetto molto positivo contro ansia e depressione e stimola il buon umore, altro fattore essenziale per il nostro benessere psico-fisico”, commenta il presidente della LILT, Francesco Schittulli.