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È nata la sezione paralimpica delle Fiamme Oro: 6 donne e 7 uomini i primi a giurare in Polizia


Lo giuro

Nella pianta organica della Polizia di Stato è nato un nuovo corpo: la sezione paralimpica delle Fiamme Oro. Il servizio di Elena Fiorani.

Con il giuramento davanti al presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli e al capo della polizia Vittorio Pisani, Bebe Vio e altri 12 atleti fanno la storia nella polizia italiana: sono 6 donne e 7 uomini, i primi a giurare indossando la maglia rossa della polizia. Entrano in ruolo tecnico-scientifico, assunti a tempo indeterminato come agenti tecnici. Pancalli ha sottolineato come il mondo paralimpico non sia solo un mero contenitore di medaglie ma qualcosa di più: “Vogliamo essere un pezzo di politiche pubbliche del Paese” ha detto, spiegando che questo giuramento è un risultato storico per il Paese perchè è un tassello di quella silenziosa rivoluzione culturale che il comitato paralimpico sta portando avanti da anni.

Calcio e diritti: le donne iraniane potranno entrare negli stadi durante la prossima stagione


Una nuova stagione

Le donne iraniane, che possono assistere alle partite di calcio solo in rare occasioni, potranno entrare negli stadi durante la prossima stagione. L’accesso agli eventi sportivi è stato vietato alle iraniane sin dalla rivoluzione islamica del 1979.

“Quest’anno, una delle caratteristiche principali di questo campionato…è che assisteremo all’ingresso delle donne negli stadi”, ha dichiarato il capo della Federazione del calcio iraniana, Mehdi Taj durante una trasmissione in diretta della cerimonia del sorteggio per la prossima stagione del massimo campionato di calcio iraniano. Il torneo a 16 squadre inizierà il prossimo mese.
L’Iran ha in gran parte vietato alle spettatrici di sesso femminile l’accesso al calcio e ad altri stadi sportivi sin dalla rivoluzione islamica del 1979. Nonostante nessuna legge vieti la loro partecipazione i religiosi hanno sempre sostenuto che le donne devono essere protette dall’atmosfera maschile e dalla vista di atleti maschi in pantaloncini in campo.
Taj ha spiegato che alcuni stadi nelle città di Isfahan, Kerman e Ahvaz – ma non nella capitale Teheran – sono “pronti” per ospitare le donne.
Un anno fa alle donne è stato permesso per la prima volta da anni di assistere a una partita del campionato nazionale di calcio, quando il club di Teheran Esteghlal ha affrontato Mes Kerman. In un altro raro caso, nell’ottobre 2019, a circa 4.000 donne è stato permesso di assistere alla partita di qualificazione alla Coppa del Mondo 2022 dell’Iran contro la Cambogia allo stadio Azadi di Teheran.
L’Iran ha subito crescenti pressioni per consentire alle donne di partecipare alle partite dopo la morte nel 2019 della tifosa Sahar Khodayari, che si è data fuoco per paura di essere messa in carcere dopo aver tentato di assistere a una partita travestita da uomo.

La Cedu dà ragione a Caster Semenya: è stata “discriminata sulle caratteristiche sessuali”


Vittoria fuori dalla pista

La Corte Europea dei diritti umani ha dato ragione a Caster Semenya, campionessa olimpica sugli 800 metri, perché “discriminata sulle caratteristiche sessuali”. Il Tribunale Arbitrale dello Sport aveva giudicato legittimo il regolamento sportivo che impone all’atleta di abbassare il suo naturale livello di testosterone per partecipare ad alcune gare.

Oggetto della questione, il regolamento sportivo che impone a Semenya, due volte campionessa olimpica sugli 800 metri e tre volte iridata nella stessa specialità, di sottoporsi a cure ormonali per abbassare il suo naturale livello di testosterone per poter gareggiare su alcune distanze.

Semenya aveva fatto ricorso al Tas, perdendolo, contro la norma  della federazione internazionale di atletica leggera (World Athletics) che obbliga le atlete con “diverso sviluppo sessuale” ad assumere anticoncezionali per abbassare il proprio testosterone. Una discriminazione alla quale la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha posto fine.

Calcio e sostenibilità: l’impegno di Spagna e Portogallo verso il Mondiale 2030


Un nuovo inizio

Le Federazioni calcistiche di Spagna e Portogallo che puntano ad organizzare il Mondiale 2030 insieme a Ucraina e Marocco, hanno formalizzato l’impegno per una strategia di sostenibilità che dovrà andare oltre i criteri stabiliti dalla FIFA per un modello tutto nuovo.

La candidatura di quattro paesi per il primo Mondiale di calcio ospitato in due continenti diversi, Europa e Africa, mette al centro del progetto la sostenibilità umana e ambientale ispirata dal manifesto pubblicato nel settembre del 2022 dal Comitato Olimpico Spagnolo, il più avanzato al mondo sul tema, in linea con gli obiettivi dell’agenda Onu per lo sviluppo sostenibile nei prossimi anni.

In campo per la Sma: arriva a Roma la festa delle persone con atrofia muscolare spinale


Una festa inclusiva

A Roma sabato e domenica in campo per la SMA con il powerchair football. Il servizio di Elena Fiorani

Arriva nel week-end a Roma uno spazio di dialogo, sport e intrattenimento dedicato alle persone con atrofia muscolare spinale, dove potersi confrontare con clinici ed esperti nel segno dell’inclusione. In programma momenti di confronto guidati da una psicologa ma anche un triangolare di powerchair football. Al centro adolescenti, adulti, famiglie e caregiver, persone che vivono quotidianamente la SMA e per le quali è stata pensata e voluta questa occasione di aggregazione e confronto ideata dall’Osservatorio Malattie Rare e Famiglie SMA. Sabato spazio allo sport con il mini torneo di powerchair football che intende avvicinare i ragazzi alla disciplina sportiva.

Razzismo negli stadi: in Spagna la polizia potrà sospendere le partite nel caso di clamorosi eventi


Sospesa per razzismo

In Spagna la polizia potrà sospendere le partite nel caso di clamorosi eventi di razzismo sugli spalti. Il governo spagnolo ha impresso un’accelerazione alla lotta contro razzismo e xenofobia dopo i gravi insulti subiti dal calciatore brasiliano del Real Madrid Vinicius Junior.

Basta razzismo negli stadi, in Spagna lo Stato scavalca gli arbitri: la polizia avrà il potere di sospendere le partite di calcio nel caso di clamorosi eventi di razzismo sugli spalti. Lo scrive El Paìs, che ha avuto accesso ad una nuova circolare del Ministero dell’Interno con la quale lo Stato “ha deciso di darsi una mossa nella lotta al razzismo e alla xenofobia negli impianti sportivi dopo i gravi insulti subiti dal calciatore brasiliano del Real Madrid Vinicius Junior il 21 maggio allo stadio Mestalla di Valencia“.

“Il dipartimento diretto da Fernando Grande-Marlaska – scrive il giornale spagnolo – ha preparato una circolare con la quale rafforza il ruolo degli agenti e delle forze di sicurezza dello Stato e, in particolare, del comando di polizia che svolge il coordinamento della sicurezza in ogni impianto sportivo”. Ora la polizia spagnola “può sollecitare gli arbitri a non far cominciare, bloccare o sospendere temporaneamente o definitivamente una partita quando gli episodi di razzismo sono gravi e può anche decidere unilateralmente di sgomberare lo stadio o parte di esso in casi urgenti di alterazione della pubblica sicurezza o di grave rischio”.

Fino ad ora, il protocollo che regola i campi di calcio spagnoli, redatto nel 2017 dalla Fifa e applicato dalla Federazione reale spagnola di calcio (Rfef), lascia la decisione di sospendere il gioco all’ufficiale di gara. Con questa regola, e nonostante la Liga abbia registrato 14 casi simili a quello subito da Vinicius a Valencia, solo una volta è stata interrotta una partita in Spagna: tra Rayo Vallecano e Albacete in Seconda Divisione nel dicembre 2019, dopo che i tifosi locali hanno più volte chiamato “nazista” Roman Zozulia.

La nuova circolare del Ministero dell’Interno, che sarà inviata nei prossimi giorni alla Polizia di Stato, alla Guardia Civil e alle Delegazioni di Governo per la sua entrata in vigore, delinea “i principali criteri che devono governare l’azione del Coordinatore della Sicurezza”, figura che è stata creata con la legge del 2007 contro la violenza, il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza nello sport e da allora è responsabile della sicurezza degli eventi sportivi. Il documento specifica che la polizia può “proporre” all’arbitro la sospensione di un incontro quando ravvisi tra gli spettatori “atti o comportamenti violenti, razzisti, xenofobi o intolleranti”. Se gli incidenti sono “gravi”, l’ufficiale di polizia proporrà addirittura “la sospensione definitiva”. Se persistono gli incidenti che hanno causato l’interruzione provvisoria della gara, la polizia può “proporre lo sgombero parziale o totale delle tribune o di un determinato gruppo di spettatori, per la successiva prosecuzione della competizione”.

Questa misura deve essere presa di comune accordo tra il coordinatore della sicurezza e l’arbitro, e deve tener conto di diversi fattori prima di prenderla. Tra questi, va soppesata “la gravità dei fatti accaduti”, “l’evoluzione prevedibile di eventi che il provvedimento di sgombero potrebbe supporre tra il pubblico” o come inciderebbe sullo svolgimento della competizione. Il responsabile del dispositivo di polizia ha la il potere di “ordinare di propria iniziativa” lo sgombero dello stadio senza consultare l’arbitro.

Tuttingioco: il progetto che permette a tutti i bambini di partecipare ai centri estivi in 17 città


Tuttingioco

È il progetto nato dalla collaborazione tra il Centro sportivo italiano e la Fondazione Conad Ets, grazie a cui bambini e ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà economiche hanno potuto partecipare a centri estivi in 17 città su tutto il territorio nazionale, con proposte di varie attività sportive attraverso cui promuovere inclusione e rispetto dell’altro.

Arriva alle battute finali il progetto “Tuttingioco”, nato dalla collaborazione tra Fondazione Conad Ets e Centro Sportivo Italiano – Csi per aiutare le famiglie in difficoltà, agevolando l’accesso di migliaia di ragazzi con limitata disponibilità economica ai centri estivi 2023: un modo efficace per promuovere, attraverso lo sport, i valori dell’inclusione e dell’attenzione all’altro.

50 le realtà partecipanti, tra oratori e società sportive, dove bambini e ragazzi si sono sfidati, a partire dal mese di giugno, in varie attività sportive e ludiche, contribuendo a realizzare il punteggio del proprio oratorio e concorrendo alla conquista di un posto per l’evento finale in cinque concentramenti su tutto il territorio nazionale.

Le sfide hanno coinvolto bambini della scuola primaria e secondaria, che si sono cimentanti in attività volte a stimolare la creatività, il movimento e non solo. Da Milano a Sassari, da Perugia ad Acireale, tanti gli animatori e gli istruttori che hanno accompagnato i partecipanti dei camp in attività e tornei.

Gli eventi finali sono in programma a Salerno, Lecce, Cuneo, Lecco e Ravenna nella prima metà di luglio: in ognuna di queste città sono invitati a partecipare i tre oratori di ogni zona che hanno ottenuto il miglior punteggio nel corso delle passate settimane, per un’ultima sfida che decreterà il vincitore.

Ad aprire il sipario sulle dispute finali è stata la città di Salerno, dove il 3 luglio oratori e società sportive si incontreranno per l’atto conclusivo. La seconda tappa è in programma il giorno successivo a Lecce, mentre bisognerà attendere una settimana per gli ultimi tre eventi: l’11 luglio a Cuneo, il 12 a Lecco e il 14 a Ravenna.

Al termine di ognuna di queste sfide, Fondazione Conad Ets donerà una Carta Prepagata del valore di 50 euro ai componenti della squadra vincitrice, premiando un totale di 100 bambini. Mentre sono stati 1800 i voucher offerti da Fondazione Conad Ets per offrire a giovani e giovanissimi la possibilità di prendere parte alle attività dei camp estivi di 17 città sparse su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di rendere lo sport accessibile a tutti.

«Siamo convinti che lo sport sia per eccellenza un veicolo di aggregazione, capace di trasferire in modo immediato e concreto alle generazioni più giovani i valori della socialità e dell’inclusione. Per questo sostenere il progetto “Tuttingioco” a fianco del Csi, è stato un onore e un piacere», ha dichiarato Maria Cristina Alfieri, Direttrice di Fondazione Conad Ets. «Questo programma ha messo in pratica i valori più alti espressi dallo sport: coinvolgendo anche ragazzi che per motivi economici non avrebbero potuto partecipare e trasmettendo loro un importante messaggio di solidarietà e uguaglianza».

I Comitati del Centro Sportivo Italiano coinvolti nel progetto «Tuttingioco» sono stati: Lecco, Reggio Emilia, Bergamo, Bari, Lecce, Salerno, Cava de’ Tirreni, Acireale, Roma, Perugia, Cuneo, Sassari, Bologna, Pisa, Ravenna, Pesaro Urbino, Milano.

Francia, non cambia il divieto per le calciatrici con il velo: per il Consiglio di stato non è discriminazione


Senza veli

In Francia il Consiglio di stato ha definito non discriminatoria la norma che vieta di scendere in campo indossando “simboli o vestiti che manifestino palesemente un’opinione politica, filosofica, religiosa o sindacale”. Quindi le calciatrici che indossano il velo continueranno a non poter disputare partite di calcio ufficiali.

La Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa), che per molti versi non può essere considerata incline al rispetto e alla promozione dei diritti umani, già nel 2014 aveva annullato il divieto di disputare le partite indossando il velo.

Alla faccia della retorica sulla necessità di rendere lo sport femminile più inclusivo: le calciatrici musulmane continueranno a subire un trattamento diverso dalle altre colleghe e dunque discriminatorio.

Founé Diawara, co-presidente del collettivo Hijabeuses che aveva promosso l’azione giudiziaria presso il Consiglio di stato, ha così commentato la sentenza del Consiglio di stato:

“Poteva essere l’occasione per porre rimedio a una norma sbagliata ed è stata un’occasione persa. La nostra non è una battaglia politica o religiosa, noi chiediamo che sia rispettato il nostro diritto di partecipare alle manifestazioni sportive. Molte donne, ogni fine-settimana, sono escluse dai campi di calcio solo perché indossano il velo”.

La sentenza del Consiglio di stato incoraggerà un gruppo di senatori che vuole fare del contenuto dell’articolo 1 del calcio una legge nazionale da applicare a tutti gli sport.

Il diritto internazionale dice chiaramente che la neutralità o il laicismo di uno stato non sono ragioni legittime per imporre limitazioni ai diritti alla libertà di espressione e di religione, quali ad esempio divieti generali riguardo a simboli culturali e religiosi. Ogni limitazione del genere dev’essere giustificata dai fatti, non da presunzioni e pregiudizi.

A Trevi nasce la “Street Sports Arena”: sarà un punto di riferimento inclusivo e aperto a tutti


Un’area per lo sport

A Trevi è nata “Street Sports Arena” un luogo tutto dedicato allo sport, nel quale famiglie, bambini e adulti avranno la possibilità di praticare molteplici attività indirizzate al benessere fisico e mentale. L’obiettivo è diventare un punto di riferimento inclusivo e aperto anche a persone con disabilità.

Il progetto, infatti, ambisce non solo a mettere al centro lo sport, ma anche diventare un punto di riferimento inclusivo e aperto a tanti protagonisti: dalle famiglie ai bambini, alle persone con disabilità fruendo di tutti i benefici che l’attività sportiva e lo stare all’aria aperta – oltre che lo stare insieme – può portare. Uno spazio senza barriere architettoniche e con uno sguardo particolare rivolto ai disabili, affinché lo sport sia accessibile da chiunque.

Proprio per questo, “Street Sports Arena”, ha scelto la formula della società benefit: una cooperativa volta a perseguire una o più finalità di beneficio comune e operare in modo responsabile, sostenibile, trasparente nei confronti delle persone, comunità, territori e ambiente, enti e associazioni ed altri portatori di interesse sia in ambito sportivo che culturale. La cooperativa ha per oggetto, oltre alle attività esercitate, lo sviluppo e la diffusione dell’attività sportiva dilettantistica in generale, ed ogni altra attività ludica finalizzata al benessere psico-fisco della persona.

Lo Street Sports Arena nasce in un luogo totalmente rivalorizzato con un polo attrattivo strutturato per praticare molteplici attività: dal padel, al calcio, al basket e alla pallavolo. Infine saranno realizzate tante altre attività ludiche ed aggreganti. Il centro, si sviluppa in un’area all’aperto di circa 1500mq ed un’area coperta di 1000mq si trova equidistante da Foligno e il comune di Trevi, a pochi passi dalla zona industriale di Sant’Eraclio.

Il polo comprende, nell’area esterna 2 campi da padel panoramici che nel periodo invernale verranno coperti da una struttura pressostatica riscaldata. Nell’area coperta, invece, presenti 3 campi polivalenti predisposti per il gioco dello street soccer (calcio in gabbia 3vs3), street volley, street basket e teq sports (cinque “nuove” attività sportive collegate ad un tavolo speciale ed innovativo). Una vera e propria arena sportiva. L’idea nasce in ricordo dei tempi in cui i ragazzi si ritrovavano insieme per passare le giornate all’insegna del movimento e del divertimento e si è sviluppata, quindi, con la volontà di dare uno spazio ai giovani (a dimensione del “campetto della chiesa” o del “circolo ricreativo”) nel quale sviluppare tutte quelle capacità fisiche e di relazione sociale che li possano far crescere in maniera sana.