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Il Centro Sportivo italiano è sceso in campo contro il bullismo in Calabria: coinvolti 150 bambini


Al centro dello spogliatoio

Il Centro Sportivo italiano è sceso in campo contro il bullismo in Calabria con un’iniziativa che ha coinvolto 150 bambini e ragazzi in tornei sportivi, giochi e laboratori educativi. Dal calcio alla pallavolo hanno condiviso timori e con il sostegno di un equipe psico-pedagogica.

Straordinaria giornata, domenica scorsa, quella vissuta da oltre centocinquanta bambini e ragazzi del territorio metropolitano di Reggio Calabria. In occasione della Giornata Nazionale contro il bullismo, nove società sportive di calcio e volley, sono scese in campo al PalaColorCsi di Pellaro e al centro sportivo Sporting Club Bocale. All’interno del progetto “Arianna. Fuori dal Labirinto”, sostenuto dalla Fondazione con i Bambini, il Centro sportivo italiano di Reggio Calabria ha presentato l’attività che ha coniugato tornei sportivi, giochi e laboratori educativi all’interno dello spogliatoio. Tema della giornata: il bullismo! Quando ci riferiamo a questo fenomeno non facciamo solo riferimento ai comportamenti diretti di violenza fisica ma anche a tutti quegli episodi che attraverso parole offensive, minacciose o intimidazioni portano all’isolamento di una ‘vittima’, di un ragazzo che verrà per questo escluso dal gruppo a causa di diffamazioni e calunnie false ed inutili. Stiamo parlando di una persona che al pari di ognuno merita invece il rispetto e la serenità che ognuno di noi desidera per se stesso. Serenità che la vittima in questione perde gradualmente in quanto la violenza diretta o più sottile sarà persistente e continuativa nel tempo.

L’equipe psico-pedagogica del Comitato Csi di Reggio Calabria, ha scelto questo percorso per provare, attraverso il gioco e lo sport, a dare risposte concrete e lasciare segni efficaci tra i nostri ragazzi. Il campo, durante il pomeriggio, ha pertanto lasciato spazio ad un apprezzatissimo laboratorio educativo all’interno dello spogliatoio, uno spazio in cui i diversi atleti di una squadra che cooperano nelle varie gare per raggiungere un obiettivo comune, si mettono a nudo e rimangono soli con il proprio gruppo dei pari. In questo contesto molto spesso il senso di squadra viene perso o dimenticato ed alcune azioni che potrebbero essere viste dal gruppo come scherzi semplici diventano motivo di sofferenza: vengono nascosti borsoni, utilizzate espressioni negative verso forme fisiche differenti dalle proprie, prese in giro per prestazioni all’interno del gioco che non sono state ottimali, situazioni che, pensiamo, possano capitare a tanti ragazzi. È proprio dagli errori, dalla condivisione e dagli allenamenti che una squadra invece impara a crescere e a migliorare. L’attività, guidata dalla dott.ssa Federica Gatto, è stata accolta positivamente dai ragazzi che, tra una gara e l’altra, hanno “giocato una nuova ed entusiasmante partita”, quella dentro gli spogliatoi.

Al PalaColorCsi di Pellaro, in vista dei Campionati giovanili Sport&Go!, è andata di scena la festa del mini volley Csi. L’evento, pensato e coordinato da Valentina Pagano e Nicola Marra, ha visto in campo numerose piccole atlete e tante famiglie. Prezioso, in questo contesto, l’apporto degli istruttori e volontari Csi. Al centro sportivo Sporting Club di Bocale, invece, parrocchie, associazioni e oratori in campo per il Trofeo di calcio a 5 : “Al Centro dello Spogliatoio 20.23”. Un pomeriggio di festa tra partite in campo e laboratori promossi dagli educatori, istruttori e volontari del Csi Reggio Calabria. L’idea ed i laboratori che coniugano partite in campo e nello spogliatoio, in questa stagione sportiva, accompagneranno tutte le gare dei Campionati Giovanili del Csi reggino. Un percorso innovativo e significativo che, ancora una volta, vuole fare del gioco e dello sport, veri ed efficaci strumenti educativi e di cambiamento.

Milano-Cortina 2026: Libera promuove “La Staffetta delle Alpi” per chiedere Olimpiadi trasparenti e rispettose


La Staffetta delle Alpi

È l’iniziativa itinerante di Libera che prevede tappe in Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia per chiedere Olimpiadi invernali trasparenti, rispettose, responsabili. Molte proposte progettuali infatti sono impattanti e a forte consumo di suolo, con costi a carico dei bilanci pubblici che continuano a lievitare.

Libera in collaborazione con CIPRA Italia, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness e WWF, organizza una manifestazione itinerante strutturata in eventi pubblici che avranno luogo nelle principali città e località protagoniste delle prossime Olimpiadi invernali del 2026.

Con il susseguirsi di questi momenti di riflessione, che toccheranno il Veneto, il Trentino Alto Adige e la Lombardia, s’intende manifestare, in una ideale staffetta, la richiesta che le prossime Olimpiadi siano rispettose dell’ambiente, delle comunità, scevre da speculazioni economiche e da infiltrazioni mafiose. La Staffetta ha avuto inizio a Verona in data 7 febbraio 2023, per proseguire con tappe a Belluno, Cortina, Anterselva, Cavalese e Bormio-Livigno per concludersi a Milano il 21 marzo 2023 in occasione della manifestazione nazionale della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

“È possibile” è lo slogan scelto da Libera per la Giornata della memoria e dell’impegno: la staffetta, nell’intenzione dei promotori, richiama tale slogan per invitare enti ed istituzioni coinvolti nell’organizzazione e nell’accoglienza delle Olimpiadi Milano – Cortina 2026 alla realizzazione di una manifestazione veramente trasparente, rispettosa e responsabile. L’Italia avrà i riflettori del mondo intero puntati addosso e sarà indispensabile garantire questi aspetti insieme, nel nome della buona riuscita dei Giochi stessi.

“È possibile”, ma al momento, purtroppo, si è in presenza di alcune proposte progettuali spesso difformi da quelle contenute nel dossier di candidatura olimpica. Molte opere, connesse ai giochi olimpici ed in procinto di essere realizzate, sono impattanti ed a forte consumo di suolo, con costi a carico dei bilanci pubblici che continuano a lievitare.

I meravigliosi panorami imbiancati, però, sono un ecosistema delicato che va preservato dall’aggressività delle attività antropiche e dalle infiltrazioni mafiose, soprattutto in occasione di competizioni che richiedono strutture di accoglienza di grandi dimensioni, fortemente energivore, che non favoriscono un ruolo attivo delle comunità locali. Anche le politiche di gestione dei rifiuti e degli spostamenti di sportivi e pubblico, così come la scelta dei materiali per gli approvvigionamenti e per le costruzioni, sono elementi di sviluppo da osservare con attenzione, con l’obiettivo di preservare legalità, ambiente e comunità locali. Si rammenta che la partecipazione diffusa ed il rispetto dei principi di trasparenza sono i primi argini al manifestarsi di condotte speculative, corruttive e alla penetrazione della criminalità organizzata nella realizzazione delle opere collegate alla manifestazione olimpica.

La “Staffetta delle Alpi per olimpiadi invernali trasparenti, rispettose e responsabili” vuole essere uno stimolo a fare questo, vuole creare occasioni per riflettere, per approfondire, per spiegare ragioni e ascoltarle, per cercare di conoscere meglio i meccanismi di infiltrazione delle mafie non solo negli appalti, ma nelle comunità. Vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, gli “addetti ai lavori” e la Pubblica Amministrazione, in merito alle preoccupazioni della Società civile circa le modalità di organizzazione della manifestazione Olimpica viste finora. Perché si sta prefigurando la possibilità che vengano costruite opere, sia pubbliche che private, lesive dell’ambiente, molto costose, a forte rischio di infiltrazione mafiosa e contrarie agli effettivi interessi delle comunità. Si rischia uno spreco di ingenti risorse pubbliche in un periodo storico di grandi difficoltà economiche. La “Staffetta” vuole attivare azioni di compartecipazione delle comunità e delle associazioni alla vigilanza, un vero e proprio “monitoraggio civico” di quanto verrà realizzato nei prossimi mesi e anni in avvicinamento alla manifestazione olimpica perché le ingenti risorse economiche previste per questa grande manifestazione sono attrattive per le organizzazioni mafiose e non ci si deve far trovare impreparati.

Il “testimone” che i partecipanti alla “Staffetta” si scambieranno è una “torcia olimpica” ideata e realizzata dal designer/professore Kuno Prey, della facoltà di Design e Arti – Libera Università di Bolzano il quale ha raccolto la nostra richiesta dando rappresentazione alle parole “Trasparenza”, “Rispetto” e “Responsabilità. Il corpo della “torcia olimpica” è stato realizzato con il fusto di un giovane abete bianco proveniente da un’area schiantata dalla tempesta VAIA nel 2018. In quell’autunno, sulle Alpi orientali sono stati “soffiati” al suolo quasi 16 milioni di alberi. Una catastrofe “naturale” causata da una non adeguata gestione del territorio e dalle conseguenze del cambiamento climatico antropogenico. L’intenzione è quella di portare l‘attenzione sul forte pericolo che ulteriori interventi di sfruttamento dell’ambiente, quali molti di quelli previsti dai giochi olimpici, possono avere sull’ambiente e il clima. Il corpo della torcia è stato trattato con cera d’api. La fiamma della “torcia olimpica” stilizzata è invece composta da tre sagome realizzate con feltro nero. Quella centrale ha al suo interno una piccola luce LED rossa come accenno al fuoco. Il colore nero del feltro vuole esprimere tristezza e grande preoccupazione.

Jakub Jankto rivela al mondo la sua omosessualità: tantissimi messaggi di solidarietà al calciatore ceco


Senza pregiudizi

Jakub Jankto, ventisettenne calciatore della Repubblica Ceca, ha scelto di non nascondersi più e di rivelare con un video postato su Instagram la sua omosessualità. Il giocatore dello Sparta Praga, che ha militato anche in squadre italiane, ha ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà.

“Ciao, sono Jakub Jankto – il suo messaggio – Come tutti gli altri, ho i miei punti di forza, i miei punti deboli, una famiglia, i miei amici, un lavoro che svolgo al meglio da anni, con serietà, professionalità e passione.
Come tutti gli altri, voglio anche vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizio. Senza violenza. Ma con amore. Sono gay e non voglio più nascondermi”.

Jankto, che ha 27 anni, attualmente gioca nello Sparta Praga, in prestito dal Getafe, ma è stato anche in Italia: nel 2015 arrivò all’Udinese, che lo mandò in prestito in Serie B all’Ascoli. L’esordio in A, nella stagione 2016-2017 a Udine, dove resta due stagioni prima di trasferirsi alla Sampdoria dove resta tre stagioni prima di trasferirsi in Spagna nell’estate 2021. In totale ha giocato 155 partite in Serie A, segnando 17 gol.

“Siamo tutti con te, Jakub. Il calcio è per tutti”. Con questo tweet, accompagnato dalle emoticon di una bandiera arcobaleno e un cuore, la Fifa si schiera con il nazionale della Repubblica Ceca Jakub Jankto, 27enne ex Udinese e Samp, che oggi ha fatto coming out dichiarando la propria omosessualità. Anche l’Uefa è al fianco del giocatore. “Hai fatto bene, Jakub – è il tweet della confederazione europea -. Tu sei un’autentica fonte di ispirazione, e il calcio europeo è con te”. Fra i due tweet di Fifa e Uefa c’è quello del portiere del Napoli Alex Meret, che ha postato l’emoticon di un cuore, e lo stesso ha fatto l’account della Juventus, assieme all’immagine di un arcobaleno.

Sono tantissimi i messaggi via social di solidarietà nei confronti di Jankto. La federcalcio della Repubblica Ceca (nazionale di cui l’ex dell’Udinese fa parte) scrive che “per noi non cambia nulla. Vivi la tua vita, Jakub”, mentre l’attuale club del giocatore, lo Sparta Praga (che lo ha preso in prestito dal Getafe) rivela che “Jakub ha parlato apertamente del suo orientamento sessuale con la dirigenza e i compagni qualche tempo fa. Tutto il resto riguarda la sua vita personale: nessun commento ulteriore e basta domande. Hai il nostro supporto. Vivi la vita, Jakub. Non importa nient’altro”.

Il Getafe twitta “Il nostro massimo rispetto e appoggio incondizionato”, mentre “Orgogliosi di te, Jakub”, è il tweet del Barcellona. C’è un messaggio anche dall’account ufficiale della Premier League: “Siamo con te, Jakub. Il calcio è per tutti”. “Non vivere mai con la paura di ciò che sei. Siamo con te, Jankto”, è invece il tweet, con emoticon di un cuore, del Milan. Posta un arcobaleno e un cuore, come ha fatto la Juventus, anche il Real Madrid. “Grazie Jakub per il tuo coraggio – scrive invece la federcalcio svedese -: essere in grado di amare apertamente chi vuoi dovrebbe essere ovvio”. Dagli Stati Uniti arriva il messaggio, sempre via Twitter, della Major League Soccer (Mls): “Grazie per aver condiviso il tuo vero io con il mondo. Il calcio è per tutti”.

Al via a Mestre la terza edizione di “Volare oltre lo sport”: coinvolti 400 studenti


“Volare oltre lo sport”

Al via a Mestre la terza edizione del progetto di inclusione sociale che ha l’obiettivo di abbattere i pregiudizi e le barriere fisiche. L’intervento coinvolge 24 classi di vari istituti superiori cittadini, per un totale di 400 studenti.

Si è tenuto all’Istituto d’istruzione superiore “Volta – Edison” di Mestre, il primo incontro del progetto “Volare oltre lo Sport – Liberi di esprimersi”, a cura della Cgia di Mestre e realizzato tramite gli Itinerari educativi del Comune di Venezia. La sua finalità è quella di abbattere i pregiudizi, le barriere fisiche, valorizzare il territorio, diffondere la cultura dello sport e dell’inclusione.

L’assessore comunale alle Politiche educative, Laura Besio, intervenuta alla mattinata, ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto e ha aggiunto: “Il Comune, in collaborazione con le scuole del territorio, promuove moltissimi itinerari educativi, ma questo che vi presentiamo oggi è davvero originale. Interlocutori come l’atleta paralimpico Moreno Pesce, che è qui con noi oggi, sono davvero preziosi, perché si esprimono con ironia e vivacità, coinvolgendo ed appassionando i ragazzi. Oggi – ha concluso l’assessore Besio – parleremo di temi che potrebbero non entusiasmare ma vedrete invece in seguito come diventeranno vivi e reali con le uscite, quali la ciaspolata o la pagaiata. Vi renderete conto di persona quanto belli e appassionanti siano il gioco di squadra e il rispetto delle regole per raggiungere insieme un obiettivo”.

Il progetto, che ritorna dopo due anni di stop dovuti al Covid, è oggi alla sua terza edizione e coinvolge 24 classi di vari istituti superiori cittadini, tra cui il Volta, per un totale di 400 studenti. Questa mattina, per il primo appuntamento nell’aula magna dell’istituto, i ragazzi hanno ascoltato le testimonianze di alcuni atleti paralimpici. Gli sportivi hanno parlato della loro esperienza umana e agonistica relativa agli sport d’acqua e di montagna, tra loro Moreno Pesce che, per coinvolgere e divertire il pubblico, ha anche indossato una parrucca da clown. Di seguito, con filmati e slide, sono stati presentati alcuni sport legati all’acqua e a Venezia quali la vela, la vela al terzo, la voga, la canoa, il canottaggio.

I prossimi appuntamenti saranno il 3 marzo con la ciaspolata al rifugio Fiume nella splendida cornice delle Dolomiti, a cui potranno partecipare due classi. Il 14 aprile invece si terrà la pagaiata sul fiume Sile: sei classi potranno discendere il corso del fiume su gommoni da 15 posti avendo l’opportunità di conoscere l’ambiente fluviale, grazie anche alla spiegazione di una guida naturalista. Infine a maggio, al Circolo della Vela del nuovo Polo nautico sportivo di San Giuliano, si svolgerà l’incontro finale, aperto a tutte le classi, in cui gli studenti potranno cimentarsi nelle discipline legate all’acqua. Una giornata che darà ai ragazzi la possibilità di provare le discipline sportive presentate oggi, con le imbarcazioni e gli istruttori messi a disposizione dal Circolo della Vela. Per questo appuntamento è previsto il coinvolgimento anche delle associazioni del territorio che gravitano attorno al mondo della disabilità per favorire la coesione, l’inclusione e lo scambio di esperienze.

“Allenati contro la violenza”: sottoscritti in Puglia due protocolli d’Intesa con Coni, Cip e Sport e Salute


Allenati contro la violenza

In Puglia sono stati sottoscritti due protocolli d’Intesa triennali con Coni Puglia, Cip Puglia e ‘Sport e Salute’ spa, che intendono diffondere attività di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne con eventi sportivi nella regione in collaborazione con i centri antiviolenza, le federazioni e le associazioni sportive dilettantistiche.

Sono intervenuti l’assessora al Welfare Rosa Barone, il vicepresidente e assessore allo Sport per Tutti Raffaele Piemontese, la direttrice del dipartimento Welfare Valentina Romano, il dirigente di sezione del dipartimento Sport per Tutti, Benedetto Giovanni Pacifico, Angelo Giliberto per il C.O.N.I. Puglia, Giuseppe Pinto rappresentante Cip – Comitato Italiano Paralimpico. Puglia e Lorenzo Marzoli per “Sport e Salute” spa. Presenti anche numerosi rappresentanti di federazioni sportive e associazioni.

Così Rosa Barone: “Nell’ambito di questa campagna e della firma di due protocolli d’Intesa voglio rivolgere un grande ringraziamento per la sensibilità mostrata all’assessore Piemontese, al C.O.N.I. Puglia, al C.I.P. Puglia, a Sport e Salute spa, ai Centri antiviolenza, con cui stiamo cercando di lavorare in sinergia per coinvolgere i nostri concittadini nell’ambito del contrasto alla violenza sulle donne. Per l’occasione, intendiamo lanciare un messaggio di speranza perché grazie ad iniziative come questa, desideriamo sensibilizzare migliaia di persone affinché ci sia quel cambiamento culturale che da troppo tempo inseguiamo e di cui ognuno di noi ha abbiamo bisogno. La lotta alla violenza maschile su donne e minori deve coinvolgere tutti gli attori istituzionali, dell’associazionismo e del Terzo Settore e questo lo stiamo facendo da tempo”.

Queste le dichiarazioni di Raffaele Piemontese: “Non è la prima campagna che la Regione Puglia promuove e sostiene per sensibilizzare l’opinione pubblica nel contrasto alla violenza degli uomini sulle donne e, più in generale, alla violenza di genere, ma sappiamo che questa volta stiamo usando uno strumento molto popolare come lo sport”.

Il vicepresidente della Regione Puglia ha sottolineato “l’impatto di una mobilitazione che chiama in causa i protagonisti dello sport professionistico, chi fa attività sportiva dilettantistica, chi fa pratica sportiva amatoriale e anche chi assiste agli eventi sportivi di qualsiasi livello: chiediamo a tutti di essere parte attiva nel diffondere consapevolezza e responsabilità per contrastare la violenza che si consuma magari sul pianerottolo di casa nostra”.

La direttrice del dipartimento Welfare, Valentina Romano, ha spiegato che “esiste da tempo in Puglia un’attenzione costante riguardo il contrasto alla violenza sulle donne che ha consentito la strutturazione di una rete di servizi con i centri antiviolenza sul territorio, la sottoscrizione di protocolli operativi con le forze dell’ordine di recente anche con gli ordini professionali, in particolare con quello degli avvocati e degli psicologi. Lo scopo è quello di creare una rete e a tal proposito abbiamo pensato e ritenuto opportuno che questo lavoro sinergico dovesse essere ampliato anche nella logica che sta guidando il nostro dipartimento da due anni, tra le varie politiche, perché il Welfare da solo non può fare tutto. Pertanto è importante come l’assessore Piemontese abbia dimostrato attenzione sulla tematica perché il ruolo dello sport può essere davvero centrale. Lo sport è comunità educante. È importante per noi che lo sport presti attenzione al tema perché ritengo che questo coinvolgimento può avere dei risultati positivi in termini di educazione dei nostri giovani che poi saranno uomini rispettosi della donna”.

Ha affermato Angelo Giliberto rappresentante C.O.N.I. Puglia: “Sono previste due manifestazioni al mese per tutto il 2023, alcune in anteprima si sono svolte nel mese di dicembre e sono quindi certo che lo sport, come veicolo di diffusione di valori contro la violenza funzionerà e lo farà in maniera concreta”.

Ha aggiunto Giuseppe Pinto rappresentante C.I.P. Puglia: “L’importanza di questo progetto è che attraverso il mondo sportivo, paralimpico e non, si sta cercando di far capire alle persone, ai violenti, che non si può usare violenza contro le donne. Perché come ha detto l’assessore Piemontese la violenza si trova dappertutto ma noi vogliamo far comprendere questo, che è una cosa sbagliata e attraverso lo sport lo vogliamo far capire a tutti. Allenàti o allènati contro la violenza sulle donne, in qualunque modo lo si interpreti c’è una cosa certa ovvero che la violenza contro le donne è sbagliata”.

Ha concluso Lorenzo Marzoli rappresentante di Sport e Salute spa: “Lo Sport è sempre di più strumento di Politiche Pubbliche. La Povertà educativa, sociale, economica, il disagio e la vulnerabilità fisica e mentale, le discriminazioni, la criminalità grazie anche allo sport, possono diventare educazione, coesione, inclusione, integrazione, benessere e salute. L’accordo tra Sport e Salute e la Regione Puglia vuole incentivare lo sport nelle Scuole, nelle periferie, nelle città e nei comuni, in collaborazione con gli Organismi sportivi, con la rete associativa territoriale e con gli Enti e le istituzioni locali. Già oggi, Sport e Salute ha attivi in Puglia 41 presidi sportivi di periferia o con persone fragili, 33 isole nei parchi cittadini e porta lo sport in 715 plessi scolastici che coinvolgono 190000 ragazzi. Segno che quello che conta è fare squadra per il bene comune”.

Lanciato il progetto “Ethical Sport”: 10 società sportive del Lazio otterranno la “Certificazione antibullismo”


Ethical Sport

È il nuovo progetto che scende in campo contro il bullismo. Obiettivo primario sarà certificare, con una procedura innovativa, le palestre di boxe frequentate da ragazzi e ragazze, ponendo la massima attenzione alla loro sicurezza fisica ed emotiva.

Con il lancio di “Ethical Sport”, è stato annunciato stamattina a Roma, nel palazzo delle Federazioni, un progetto pilota in ambito sportivo in collaborazione con la Federpugilato, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, promosso da Konsumer Italia e dall’Osservatorio nazionale contro il bullismo. Obiettivo primario sarà certificare, con una procedura antibullismo innovativa, le palestre di boxe e situazioni similari frequentati da ragazzi e ragazze, ponendo la massima attenzione allo loro sicurezza fisica ed emotiva.

Il ministro per lo Sport, Andrea Abodi: “Cito Martin Luther King: ‘non mi spaventa la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni’. Il bullismo è una delle conseguenze della mancanza di qualcosa che è a monte. Noi abbiamo perso il senso del rispetto, che va recuperato”, sottolineando soprattutto che “non si otterranno risultati senza fare un passo a monte: rispettare le nostre diversità. Il nostro primo interlocutore, anche in un progetto del genere, sarà sicuramente il ministero dell’Istruzione, che su questi temi ha una delicata intransigenza”.

La vicepresidente vicaria del Coni, Silvia Salis, afferma: “Non ho mai incontrato atleti più rispettosi e non violenti dei pugili. E’ importante che questo progetto contro bullismo e cyberbullismo sia associato al pugilato, perché questo è uno sport fatto da regole, che spesso curano le ferite di una vita cominciata in salita. Gli sport di combattimento hanno un ruolo sociale incredibile in zone d’Italia dove istituzioni e scuola faticano ad arrivare”.

Presenti in sala, come testimoni di Ethical Sport, anche campioni del pugilato come Giovanni De Carolis, Emanuele Blandamura, Guido Vianello, Anna Lisa Brozzi e Stephanie Silva.
Il progetto consentirà a 10 società sportive del comitato regionale Lazio Fpi di ottenere la ‘Certificazione antibullismo’ (ossia certificazione UNI/PdR 42:2018), riconosciuta sia a livello nazionale che internazionale.

Sport e diritti umani: l’invito al coraggio di Sebastian Vettel


Abbiate coraggio

L’ex pilota di Formula 1 Sebastian Vettel, si espone a proposito della decisione della FIA di vietare dichiarazioni su questioni politiche o religiose, se non autorizzate dalla stessa federazione. Lo sportivo ha invitato invece i suoi ex colleghi ad esprimere la propria opinione e sostenerla.

Nonostante il recente ritiro, Sebastian Vettel rappresenta ancora una figura di spicco nel mondo della F1. Il pilota tedesco, infatti, oltre ad essere stato un grande campione in pista, si è distinto anche per le sue battaglie a favore dei diritti umani e delle questioni ambientali, tra le altre. L’ex Ferrari e Red Bull, di recente impegnato nella Race of Champions, ai microfoni di AutoBild si è espresso sulla decisione della FIA di vietare dichiarazioni su questioni politiche o religiose, se non autorizzate dalla stessa federazione.

“Dipende sempre dalla domanda che ti viene fatta e dalla questione trattata, ma penso sia assolutamente importante prendere posizione su alcune questioni, e negli ultimi anni abbiamo visto sempre più persone farlo. Per questo, non ha molto senso, da parte della FIA, vietare di farlo. Ora non sono più in quel mondo e sono più libero di parlare, ma spero che i piloti continuino ad avere il coraggio di esprimere la propria opinione e sostenerla”, le parole di Vettel.

Gender Equality Force: bilanciare il genere nelle leadership delle organizzazioni sportive


A scuola di parità

Gender Equality Force è il progetto, sostenuto tra gli altri dall’associazione Assist, che mira a bilanciare il genere nelle posizioni di leadership delle organizzazioni sportive. Obiettivo dell’azione è fornire consapevolezza, guida e supporto alle persone che ricoprono tali ruoli in ambito sportivo.

Crediamo che lo sport sia il luogo ideale per iniziare ad affrontare la sistematica disuguaglianza di genere. Inoltre, pensiamo che possano essere il modo ideale per far sì che tutti inizino a parlare di questo argomento critico. Ecco perché abbiamo collaborato a questo progetto per promuovere il discorso della parità di genere nella gestione delle organizzazioni sportive.
Ecco alcuni modi in cui potete contribuire a promuovere l’uguaglianza di genere attraverso lo sport:
1. Non limitatevi a guardare; fatevi coinvolgere! Iniziate a praticare il vostro sport preferito in un campionato misto o in un campo estivo. Incontrerete persone di ogni estrazione sociale che condividono i vostri interessi e diventerete parte di qualcosa di più grande di voi!
2. Se già praticate uno sport, incoraggiate le donne della vostra comunità a unirsi a voi! Potreste essere sorprese di quante donne vorrebbero giocare con voi se sapessero che è una possibilità!
3. Partecipate agli eventi della comunità locale che sostengono i diritti delle donne attraverso lo sport: fate uno sforzo consapevole per consentire alle donne di assumere posizioni di leadership nelle organizzazioni sportive; date alle donne una possibilità a livello dirigenziale; ci sono tanti modi per essere coinvolti!
GE Force – ha l’obiettivo di sensibilizzare e responsabilizzare i futuri leader dello sport e di sviluppare un sistema di consulenza online per sostenere le organizzazioni sportive nell’adozione di misure relative alla parità di genere. Per saperne di più: https://genderequalityforce.com

 

 

Anche in Italia si diffonde il baseball in carrozzina: l’impegno di due associazioni sportive emiliane


Innovazione per l’inclusione

Baseball in carrozzina, all’Istituto di Montecatone arriva una nuova disciplina. Il servizio di Elena Fiorani.

Grazie all’impegno di due associazioni sportive emiliane, la Tozzona Baseball Imola e la Ferrara Baseball Softball Club, e al lavoro dei terapisti dell’Istituto di riabilitazione di Montecatone, sta prendendo piede una nuova disciplina: il wheelchair baseball. Il progetto, che si chiama “Homerunners”, è rivolto a pazienti dell’unità spinale della struttura imolese, che si occupa della riabilitazione intensiva di persone colpite da lesioni midollari e lesioni cerebrali acquisite.

Se in Italia questo sport è ancora in fase embrionale, negli Stati Uniti esiste da decenni e sono più di venti le squadre esistenti. In Italia siamo agli inizi, ma si tratta di uno sport che, per le sue caratteristiche, si adatta molto bene ad accompagnare il paziente nel suo percorso riabilitativo.