I colori dello sport
Oggi a Marsala una giornata di attività all’aperto, una corsa non competitiva rivolta agli studenti delle scuole secondarie e tornei di calcio e rugby con associazioni del territorio, per celebrare la riqualificazione del Centro Sportivo Aggregativo Polivalente “Gaspare Umile”.
I nostri luoghi hanno nuovi colori. Si chiama così la nuova campagna di comunicazione nell’ambito dell’iniziativa ‘L’Europa nella mia regione’ – #EUinmyRegion 2023. Un mese di informazione pubblica e di attività (iniziato il 25 settembre, si concluderà il 25 ottobre), per mettere in evidenza i risultati significativi raggiunti dalle comunità locali grazie al sostegno dell’Unione Europea, contribuendo all’inclusione sociale e a dare nuova vita a diverse aree urbane e suburbane.
In Sicilia la campagna riguarda, in particolare, due progetti: quello per la realizzazione di 22 alloggi di edilizia sociale a Trapani all’interno di un complesso in via Pantelleria; nonché quello per la riqualificazione del Centro Sportivo Aggregativo Polivalente “Gaspare Umile” di Marsala. Entrambi simboli di ripartenza, che hanno visto la stretta collaborazione tra Unione Europea e Regione Siciliana, con l’obiettivo di dare una risposta concreta alla richiesta di soluzioni abitative accessibili, e a nuovi spazi di aggregazione per i più giovani.
“Wembrace Sport 2023”: oggi a Milano la terza edizione dell’evento sportivo paralimpico
Sport che fa bene
Si tiene oggi a Milano “Wembrace Sport 2023”, terza edizione dell’evento sportivo paralimpico che vuole dimostrare che lo sport integrato è un obiettivo concreto. Atleti italiani saranno impegnati contro quelli francesi in quattro differenti discipline sportive paralimpiche.
Una festa e allo stesso tempo un momento di sport. Questo sarà “Wembrace Sport 2023”, terza edizione dell’evento sportivo a scopo benefico ideato dall’associazione art4sport. Appuntamento lunedì 16 ottobre all’Allianz Cloud di Milano. In omaggio alle prossime Olimpiadi prevista anche un’emozionante sfida Italia – Francia lanciata da Bebe Vio che si è appena confermata campione del mondo per la quarta volta.
L’evento sportivo vedrà in campo lunedì 16 ottobre all’Allianz Cloud di Milano atleti e personaggi del mondo dello spettacolo e dei social, ma soprattutto sarà l’occasione per la prima volta in Italia di vedere dal vivo la mascotte olimpica e paralimpica di Parigi 2024.
Con il suo contagioso entusiasmo Bebe Vio ha presentato l’evento sottolineando come «ogni anno stiamo provando a migliorare in qualcosa» e guardando alla prossima edizione ha ricordato che la sfida Italia-Francia nel campo della scherma è «accesa, a questo mondiale ho vinto…». E a lanciare la sfida ai cugini d’oltralpe un video con la stessa Bebe Vio e… Napoleone.
Gli ultimi a prendere la parola sono stati Maurizio Molinari che sottolineando anche il suo essere una persona con disabilità ha voluto ricordare che «lo sport è uno degli strumenti per neutralizzare la disabilità e tanti attraverso di esso possono raggiungere il proprio potenziale».
Teresa Grandis che ha richiamato la presenza dei Bebe Accademy anche a Milano, sottolineando inoltre che: «Wembrace Sport è diventato in questi anni uno degli appuntamenti immancabili nel nostro calendario. Consideriamo da sempre lo sport uno strumento privilegiato per l’inclusione e serate come questa dimostrano che le barriere esistono solo finché tutti non ci impegniamo concretamente per abbatterle. Ringraziamo il Comitato Olimpico e Paralimpico francese, i nostri partner e tutti coloro che credono nel progetto».
Infine il Console Bonet non solo ha invitato tutti a partecipare il 28 agosto 2024 all’apertura delle paralimpiadi in place de la Concorde, ma ha anche ricordato come negli ultimi quattro anni la Francia abbia triplicato i fondi per la pratica sportiva, i 3mila club sportivi inclusivi e lo sforzo di massimizzare l’accessibilità in tutti i settori.
Gli atleti italiani saranno impegnati contro quelli francesi in quattro differenti discipline sportive paralimpiche, scherma in carrozzina, calcio amputati, sitting volley e basket in carrozzina, in un incontro-confronto tra mondo olimpico e paralimpico.
Il ricavato della serata sarà devoluto all’Associazione art4sport con l‘obiettivo quindi fornire un aiuto concreto nella pratica sportiva attraverso l’acquisto di protesi, carrozzine e ausili sportivi. I biglietti sono disponibili per l’acquisto sul sito ufficiale di Ticketmaster.
Riccardo Cucchi spiega che “Un altro calcio è possibile”: “Senza valori lo sport rischia di diventare altro”
Un altro calcio è possibile
Riccardo Cucchi, storica voce di Tutto il calcio minuto per minuto, lo spiega nel suo nuovo libro. Ascoltiamolo.
Women in Football: supportare le donne che lavorano dentro e fuori dal campo
Palla al centro
Il network di calciatrici professioniste Women in Football ha proposto alla Fifa e a tutti gli organi calcistici, un programma di intervento per supportare le donne che lavorano dentro e fuori dal campo. La prima richiesta è una distribuzione equa dei ruoli di vertice nelle assemblee e nei consigli federali.
Il calcio femminile non si arrende a essere dominato da stereotipi maschilisti. Lo scandalo dei Mondiali femminili è emerso come la punta di un iceberg davanti agli occhi di tutti: il presidente della Federcalcio spagnola Luis Rubiales, che in uno slancio di entusiasmo incontrollato per la vittoria della sua nazionale ha dato un bacio rubato alla giocatrice Jenni Hermoso, è stato protagonista di un atto di abuso così evidente che alla fine è stato costretto alle dimissioni.
Ma non si tratta di un episodio isolato. Il sessismo e le discriminazioni a danno delle calciatrici sono condizioni istituzionalizzate nel mondo del pallone che, non a caso, è ancora considerato uno “sport da maschi” da quasi il 40% degli italiani, secondo i dati dell’istituto di ricerca Human Highway.
Perché le cose cambino la cultura deve evolversi a partire dall’alto, ovvero da una maggiore rappresentanza delle donne in ruoli apicali. È quanto chiede Women in Football (Wif), il network di calciatrici professioniste che ha pubblicato un programma di intervento rivolto alla Fifa e a tutti gli organi calcistici, per supportare le donne che lavorano nel settore, dentro e fuori dal campo.
Il comunicato arriva in risposta a una sollecitazione al cambiamento fatta proprio dal presidente della Fifa, Gianni Infantino, che il mese scorso durante la Fifa Women’s Football Convention a Sidney davanti a una platea di donne aveva detto: «avete il potere di convincere noi uomini di ciò che dobbiamo o non dobbiamo fare. Con me, con la Fifa, troverete porte aperte. Vi basta spingerle».
C’è chi in quelle parole ha letto un’inutile provocazione, mentre l’associazione delle calciatrici ha colto la palla al balzo e al suono di apertura delle porte ha contrattaccato subito con una Open Call Agenda che per prima cosa invita la Fifa e a tutte le 6 confederazioni continentali calcistiche a imporre una distribuzione equa dei ruoli di vertice nelle federazioni nazionali. L’obiettivo iniziale è quello di raggiungere la soglia del 30% di donne nelle assemblee e nei consigli federali, per poi salire.
Più donne nelle posizioni di potere, dunque. «Se il calcio vuole porre fine al ciclo di disuguaglianze che sfociano in abusi e sessismo, deve cambiare, a cominciare dall’alto, a cominciare da ora», ha spiegato l’amministratrice delegata di Wif, Yvonne Harrison.
Il cambiamento dovrebbe riguardare in primo luogo il Consiglio Fifa, dove su 37 membri, incluso Infantino, solo 8 sono donne (il 22%). Un importante passo in avanti è stato fatto ad aprile di quest’anno, quando la presidente della Football Association inglese, Debbie Hewitt, è stata eletta vicepresidente della Fifa, un ruolo chiave, mai ricoperto da una donna fino a quel momento. «Un privilegio – l’ha definito la stessa Hewitt – e farò in modo di usarlo davvero positivamente».
Sport e formazione: riparte “Libera la natura”, il progetto itinerante fino al 14 ottobre in Valle d’Aosta
Libera la natura
Da oggi a sabato il progetto itinerante di sport e formazione di Libera che vede protagonisti più di diecimila studenti di tutta Italia. L’iniziativa raggiunge la Valle d’Aosta per condividere una staffetta che utilizzerà come “testimone” un pezzo di legno ricavato dai barconi che approdano a Lampedusa, per un’occasione di condivisione ma anche di memoria e riflessione.
Lo sport che educa, che racconta storie nei beni confiscati alle mafie o in luoghi socialmente significativi del territorio. Si corre una staffetta, con protagonisti gli allievi delle scuole secondarie di primo grado della Valle d’Aosta. I giovani si passano tra le mani come “testimone” un pezzetto di legno che arriva da Lampedusa, ricavato da uno dei tanti barconi che approdano sulle nostre coste. Per non dimenticare naufragi e vite spezzate dalla povertà e dalle guerre. Cronaca dolorosa di questo tempo. Staffette di gioia, quindi, ma anche di memoria e riflessione.
Per questa edizione, le tappe saranno in due paesi valdostani diversi: Challand-Saint-Victor e Courmayeur .Appuntamento l’11 ottobre e il 13 per un incontro di formazione a scuola e poi a seguire giovedì 12 con la staffetta non competitiva alla “Maison du Tsan” di Challand-Saint-Victor, bene confiscato alle mafie e ora sede dell’associazione di sport locale mentre si chiude sabato 14 ottobre al parco del Bollino di Courmayeur.
Saranno coinvolte le istituzioni scolastiche Valdigne-Mont Blanc di Courmayeur e Luigi Barone di Verrès-Brusson: oltre 150 ragazze e ragazzi che correranno una staffetta di memoria e di impegno. Con noi oltre all’associazione di Tsan di Challand Saint Victor e la UISP Valle d’Aosta, gli azzurri dello Sci alpino del Centro Sportivo dei Carabinieri Sophie Mathiou e Federico Simoni e le amministrazioni comunali di Challand-Saint-Victor e di Courmayeur. Durante le iniziative a Courmayuer, l’amministrazione installerà una targa dedicata alla memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie.
Europa a due ruote: la Commissione Ue adotta una proposta di Dichiarazione sulla bicicletta
Un’Europa a due ruote
La UE ha adottato una proposta di Dichiarazione sulla bicicletta, che la indica come mezzo di trasporto sostenibile, accessibile e inclusivo, conveniente e sano, con un forte valore aggiunto per l’economia. Il prerequisito fondamentale per la promozione dell’uso della bici è quello di garantire la sicurezza.
La Commissione Ue ha adottato una proposta di Dichiarazione europea sulla bicicletta. La proposta di Dichiarazione europea sulla bicicletta, adottata dalla Commissione europea, riconosce la bicicletta come un mezzo di trasporto sostenibile, accessibile e inclusivo, conveniente e sano, con un forte valore aggiunto per l’economia dell’Ue. Elenca i principi per promuovere l’uso della bicicletta che guideranno le azioni future nell’Ue. Per migliorare la qualità, la quantità e la continuità e attrattiva delle infrastrutture ciclistiche in tutti gli Stati membri.
La commissaria per i Trasporti, Adina Vălean, ha spiegato che «la sicurezza è un prerequisito per incoraggiare l’uso della bicicletta, poiché i ciclisti sono vulnerabili: il 9% delle vittime degli incidenti stradali nell’Ue sono ciclisti. Oltre a infrastrutture più sicure come le piste ciclabili separate, tutti gli elementi del sistema sicuro. Questo approccio dovrebbe applicarsi sia alle biciclette che alle automobili. Questi includono velocità e uso della strada sicuri e una corretta applicazione delle regole del traffico stradale».
«Inoltre, per quanto riguarda la sicurezza, questa Dichiarazione contribuirà a stimolare posti di lavoro di alta qualità, anche nella formazione e nel cicloturismo. Nel 2022, nell’Ue sono state prodotte complessivamente 14,7 milioni di biciclette, con un aumento del 29% dal 2012 al 2022».
La Dichiarazione sulla bicicletta è stata adottata nell’ambito delle Giornate della mobilità urbana a Siviglia e fanne parte di una più generale campagna per la sicurezza stradale. I principi proposti aiuteranno l’Ue a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, della strategia per una mobilità sostenibile e intelligente e del piano d’azione per l’inquinamento zero. In termini di finanziamenti, la Commissione europea continuerà a sostenere la bicicletta attraverso il Fondo sociale per il clima, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, lo strumento di sostegno tecnico e il dispositivo per la ripresa e la resilienza.
Come passo successivo, il Parlamento europeo e il Consiglio potranno rivedere il testo e aggiungere ulteriori impegni, ove necessario, per migliorare l’attuazione di questa dichiarazione non vincolante, che sarà infine firmata da tutte e tre le istituzioni.
La nuova edizione di “Allenatore alleato di salute”: sensibilizzare i cittadini sugli stili di vita sani
Allenatore alleato di salute
Parte la nuova edizione del progetto promosso dalla Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi, insieme al Ministero dello Sport per sensibilizzare i cittadini di tutte le età sugli stili di vita sani. Dal 2016 ad oggi il progetto ha prodotto, corsi di formazione, materiale informativo e attività sui social media.
Foce – Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi) lancia, insieme al Ministero dello Sport e al CONI, la nuova edizione di “Allenatore Alleato di Salute”, per promuovere gli stili di vita sani. Un progetto a 360 gradi rivolto innanzitutto agli adolescenti, ma strutturato per raggiungere tutti i cittadini, inclusi gli over 65. Nell’ambito dell’iniziativa sono stati realizzati 5 opuscoli informativi da distribuire nelle scuole, su fumo, dieta, alcol, attività fisica e salute mentale.
“La recentissima riforma costituzionale sulla ‘attività sportiva come elemento essenziale del benessere psicofisico’ rende indispensabili le campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione primaria – spiega Francesco Cognetti, Presidente Foce -. La nuova edizione di ‘Allenatore Alleato di Salute’ è una grande campagna nazionale per far comprendere a tutta la popolazione l’importanza dell’attività fisica e rendere lo sport uno degli elementi che accompagnano la quotidianità dei cittadini. Tutto questo accanto allo stimolo forte a seguire una dieta sana, a dire no al fumo e all’abuso di alcol. Il complesso di queste azioni può avere un impatto importantissimo sull’incidenza di gravi patologie, come i tumori e le malattie cardiovascolari”.
In Italia – ricorda Foce – solo l’8,2% degli adolescenti svolge almeno un’ora al giorno di attività fisica (moderata-intensa) come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS); inoltre il 18,2% è in sovrappeso e il 4,4% obeso.
Il periodo post-pandemia, in particolare, fotografa un netto peggioramento degli stili di vita degli under 18 del nostro Paese. Prima dell’emergenza sanitaria (2018), il sovrappeso interessava il 16,6% e l’obesità il 3,2% dei ragazzi di 11, 13 e 15 anni. Anche i livelli di attività fisica erano migliori (10%), anche se inferiori alla media internazionale (19%). E gli stili di vita scorretti tendono a peggiorare con l’avanzare dell’età: quasi il 30% degli adulti è completamente sedentario e il 24% fuma.
Emblematica la condizione di eccesso ponderale, che interessa complessivamente circa 17 milioni di cittadini over 18 (12.900.000 in sovrappeso e 4.100.000 obesi). “Dati allarmanti – sottolinea Foce – che devono porre la prevenzione in cima alla lista delle priorità”.
“La prevenzione passa anche dalla creazione di una nuova cultura della salute ed è importante iniziare dai giovani, con iniziative come ‘Allenatore Alleato di Salute’, per arrivare fino agli over 65 – sottolinea Rocco Bellantone, Commissario Straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità -. La sostenibilità del sistema sanitario passa in maniera significativa attraverso la prevenzione primaria e le campagne di sensibilizzazione che vanno in questa direzione sono un investimento indispensabile. L’alleanza tra il mondo della medicina e quello dello sport perciò non può che rappresentare un binomio vincente per promuovere stili di vita salutari”.
“Allenatore Alleato di Salute” dal 2016 ad oggi ha previsto, oltre a corsi di formazione specifici rivolti agli allenatori per trasmettere corretti messaggi di prevenzione ai giovani, la realizzazione e distribuzione di materiale informativo ad hoc e attività sui social media. Partito in Italia, è diventato un esempio virtuoso anche per gli altri Stati europei ed è stato fatto proprio dalla UEFA con il programma “Coaches for Health”. Dopo il calcio, il progetto ha coinvolto altri sport, in particolare la pallacanestro e il canottaggio.
Aics porta lo “Sport di squadra a scuola”: il piano sociale nazionale che coinvolgerà oltre 25 mila tra genitori e bambini
“Sport di squadra a scuola”
Il piano sociale nazionale che AiCS porta in tutta Italia coinvolgerà oltre 25 mila tra genitori e bambini dai 3 ai 14 anni in ben 30 province italiane.
Ce ne parla Cosimo Renzi, responsabile del progetto.
Sport gratuito e qualificato nelle scuole, in orari sia curricolari che pomeridiani, con operatori sportivi preparati e veri open day sportivi per mostrare ai genitori l’importanza di un’attività motoria costante e controllata. Questo il senso del piano sociale nazionale “Sport di squadra a scuola” che AiCS porta in tutta Italia e che, riguarda, ad oggi 25.500 tra genitori e bambini dai 3 ai 14 anni in ben 30 province italiane. Il progetto è finanziato da Sport e Salute e da Sport Governo e patrocinato anche dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. 2 ore a settimana di sport gratuito e qualificato, per 6 mesi continuativi di attività Il valore aggiunto? Non solo quello di portare bambine e bambini a fare sport, ma anche quello di ingaggiare le famiglie nella pratica dell’attività motoria per tutti, e di sviluppare competenze specifiche negli operatori sportivi sul ruolo dello sport nella crescita dei più piccoli.
L’obesità tra bambini e ragazzi è un fenomeno che si rileva non soltanto in Italia e nei Paesi europei, ma anche nel resto del mondo. Dedicare tempo sufficiente allo sport e all’attività fisica a scuola, all’interno del curricolo formale o nel corso delle attività extracurricolari, può contribuire in modo decisivo a promuovere stili di vita salutari. Parte da qui il progetto Sport di Squadra a Scuola, finanziato da Sport e Salute, coordinato da AiCS e partecipato, in tutta Italia, dagli altri enti di promozione sportiva ACSI, CSEN E MSP.
Il progetto sarà realizzato in ben 31 città d’Italia attivate dalla rete AiCS, che collaboreranno con gli istituti scolastici coinvolti e con le amministrazioni comunali aderenti del territorio al fine di raggiungere attraverso le attività del progetto 2 principali gruppi di destinatari: studenti dai 3 ai 14 anni di età ai quali sarà garantita pratica motoria presso gli istituti scolastici (dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di primo grado), come attività curriculare o extra-curriculare, considerando 2 ore a settimana per 6 mesi continuativi; e bambini della stessa età (anche fuori scuola) coinvolti con le loro famiglie in 4 eventi di sport di squadra nel corso dei 6 mesi di attività.
Obiettivo: promuovere la pratica costante di attività fisica e sportiva tra i bambini e i ragazzi fino ai 14 anni e ingaggiare attivamente le famiglie nella promozione della pratica motoria per i bambini e tutta la famiglia; ma anche sviluppare competenze specifiche degli operatori sportivi riguardo l’offerta dell’attività fisica e sportiva e al suo ruolo nella crescita dei bambini e i ragazzi.
Emergency molla gli ormeggi per la Barcolana 55: sport e solidarietà alla regata velica più grande al mondo
Emergency alla Barcolana
La regata velica più grande al mondo, che si disputerà nel golfo di Trieste domenica prossima, unisce alla sfida sportiva quella per la solidarietà. Al via, infatti, ci sarà anche l’associazione umanitaria con il progetto “Una vela per Emergency”. Equipaggio, amici e familiari potranno così sostenere le attività di cura gratuite svolte dai volontari.
Alla Barcolana con la bandiera di EMERGENCY. Così quest’anno EMERGENCY molla gli ormeggi per la Barcolana 55, la regata velica più grande al mondo che si disputerà nel golfo di Trieste domenica 8 ottobre unendo alla sfida sportiva quella per la solidarietà.
L’associazione umanitaria che dal 1994 offre cure gratuite di qualità alle vittime della guerra e della povertà e promuove una cultura di pace, parteciperà al Charity Program di Barcolana con il progetto “Una vela per EMERGENCY” che chiederà agli equipaggi al momento dell’iscrizione alla regata di sostenere le attività di EMERGENCY e di promuovere la raccolta fondi del proprio equipaggio, coinvolgendo amici, parenti e colleghi a fare il tifo attraverso una donazione, o diventando personal fundraiser con una pagina di raccolta fondi dell’equipaggio. Agli equipaggi che sosterranno attivamente la raccolta fondi di EMERGENCY verrà consegnata una bandiera dell’associazione da esporre sulla barca per la durata dell’evento. I top fundraiser del Charity Program riceveranno un riconoscimento in occasione della premiazione ufficiale di Barcolana 55.
Per lasciare una donazione a sostegno delle attività dell’associazione sarà sufficiente collegarsi al link https://www.retedeldono.it/it/progetti/emergency/una-vela-per-emergency, così da aiutare a curare ogni giorno chi ne ha bisogno e a costruire un futuro senza guerre.
Per tutta la durata della manifestazione velica, dal 4 all’8 ottobre, i volontari del gruppo di Trieste saranno ospiti dello stand Venezia Certosa Marina presso il villaggio Barcolana, sulle rive triestine, in prossimità di piazza Unità d’Italia. Sarà quello il punto di rifermento per chi volesse avere informazioni su EMERGENCY, su come sostenere l’associazione, diventarne volontari, o acquistare dei gadget. Chi si recherà allo stand, grazie all’esperienza dei visori 360°, potrà immergersi in un’operazione di soccorso della ‘Life support’, la nave Sar di EMERGENCY che da dicembre 2022 ha tratto in salvo 1.011 persone nel Mediterraneo. In un video di 7 minuti, il visitatore potrà guardare la realtà dei soccorsi, vedere ogni angolo della nave, capire cosa succede durante una missione Sar.
Sabato 7 ottobre dalle 20.00 alle 22.00 il gruppo EMERGENCY di Trieste sarà inoltre presente allo stand del Charity Program di Barcolana per presentare l’associazione, i suoi progetti e obiettivi.
Per saperne di più sul Charity Program e su come attivarsi: https://www.retedeldono.it/barcolana
Forest Green Rovers: ecco la squadra di calcio più sostenibile al mondo
Un calcio verde
Con i Forest Green Rovers lo sport diventa un esempio di comportamenti positivi in fatto di sostenibilità ambientale. Ha una particolarità unica: è la squadra di calcio più sostenibile al mondo, grazie tra le altre cose ad un campo ecologico con sistema di irrigazione a energia solare.
Nel mondo del calcio, il nome “Forest Green Rovers” potrebbe non essere uno dei più noti, ma questa squadra inglese ha una particolarità unica e, di questi tempi soprattutto, molto importante: è la squadra di calcio più sostenibile al mondo e non ha intenzione di fermarsi nel suo percorso verso la sostenibilità, intenzionata – anzi – a diffondere il verbo per uno sport più sostenibile.
Fondata nel 1889, la squadra dei Forest Green Rovers ha la sua sede nella pittoresca cittadina di Nailsworth, un centro urbano di poco più di 5mila abitanti nella regione del Gloucestershire. Ma è ben più di una semplice squadra di calcio: i Forest Green Rovers da oltre un decennio stanno guidando una rivoluzione verde nel mondo dello sport, dimostrando che il calcio può essere un veicolo per il cambiamento positivo per la comunità, in particolare nell’ambiente.
Tutto ha avuto inizio quando il magnate dell’energia verde Dale Vince – il fondatore di Ecotricity, una delle principali forniture di energia rinnovabile del Regno Unito e ancora oggi main sponsor del team – ha acquistato il club nel 2010. Vince aveva fin da subito una visione chiara per il futuro del club: trasformarlo in un modello di sostenibilità.
A partire dalle basi, cioè il campo di gioco: la prima mossa è stata, non a caso, la trasformazione e riconversione dello stadio Lawn Ground nel nuovo “The New Lawn” (“il nuovo prato”), un campo eco-sostenibile dotato di un sistema di irrigazione alimentato a energia solare tramite un impianto fotovoltaico installato nella tribuna sud, e il prato irrigato in parte con acqua piovana recuperata attraverso un apposito sistema; l’altezza del prato è mantenuta grazie a un tosaerba elettrico, mentre nei parcheggi esterni all’impianto sono presenti diversi punti di ricarica elettrica.
Dopo diversi anni nel New Lawn, la squadra sta pianificando il trasferimento nell’Eco Park, un centro interamente incentrato sulla sostenibilità, dal materiale edilizio alla progettazione all’uso energetico, e includerà spazi aperti e verde, postazioni per biciclette e ricarica per auto elettriche, ma anche collegamenti più frequenti con i mezzi pubblici. Lo stadio, che punta alla certificazione di zero emissioni, sarà alimentato tramite generazione solare in loco ed energia eolica fornita da Ecotricity, mentre la piantumazione di 500 alberi e 1,8 km di siepi, insieme ai prati che circondano lo stadio, darà un contributo a proteggere la biodiversità locale. Dove oggi sorge il New Lawn, inoltre, il progetto prevede di realizzare alloggi a prezzi accessibili e ben connessi al resto della comunità del Gloucestershire.
Non si tratta di questioni di forma, ma di passaggi importanti, se si considera che un grande campo da calcio consuma circa 10mila megawattora (MWh) di elettricità all’anno e fino a 25mila KWh durante una sola partita di 90 minuti, corrispondente all’energia necessaria ad alimentare una dozzina di case per un anno intero.
Altro importante passo in avanti è stato il passaggio all’alimentazione vegetale per tutti i giocatori e le giocatrici: il Forest Green Rovers nel 2015 è infatti diventato il primo club di calcio completamente vegano al mondo. Questa scelta si è tradotta in una dieta più sana per i calciatori – come suggeriscono gli studi e gli esperimenti citati nel documentario The game changers – ma ha anche ridotto l’impatto ambientale della squadra: non solo i pasti dei giocatori, ma anche quelli offerti a personale e tifosi nel chiosco dello stadio sono a base di ingredienti vegetali, e dunque a basso impatto carbonico; infatti, tra gli sponsor della squadra figurano diversi marchi di cibo vegano, come Oatly, noto produttore di bevande vegetali, e Quorn, brand di carne vegetale.
L’attenzione ai trasporti pubblici e alla mobilità ecologica, alla sostenibilità dell’impianto sportivo e dell’alimentazione rendono i Forest Green Rovers una squadra che dimostra in modo esemplare come sia possibile oggi essere un team sportivo impegnato non solo per lo spettacolo e il coinvolgimento emotivo che lo sport regala, ma anche per pratiche di vita più sostenibili e per la loro diffusione, ispirando i tifosi attraverso l’esempio dei giovani calciatori e le altre squadre. Per portare avanti un impegno che è sia ambientale che sociale, con grande attenzione alla comunità, dimostrando che questi due aspetti non possono essere disgiunti.
Il Forest Green Rovers ovviamente non ha intenzione di fermarsi dove è arrivato: il club ha ambizioni di salire di categoria nel calcio inglese e se ci riuscirà c’è da scommettere che anche il suo impegno per l’ambiente troverà un’eco più vasta, dimostrando che il calcio può essere uno strumento di transizione.
Altri esempi positivi nel mondo dello sport arrivano, sempre nel mondo del calcio, dal Tottenham, che ha ottenuto il titolo di squadra più “green” dell’inglese Premier League grazie a iniziative quali la promozione del trasporto pubblico e delle biciclette per raggiungere le partite, della raccolta differenziata e della riduzione dell’uso della plastica, ma anche attraverso l’uso di abbigliamento sportivo in poliestere riciclato e la realizzazione di un’area protetta attorno allo stadio, con due stagni per la fauna selvatica, 25 casette per gli insetti e diversi alloggi per pipistrelli, per promuovere la biodiversità. Il VfL Wolfsburg della Bundesliga tedesca, invece, nello stadio di casa ha implementato energia verde al 100% in tutto il club, utilizzo di bicchieri in bioplastica e iniziative per zero rifiuti in discarica. Tra i calciatori più esposti per l’ambiente, poi, c’è il terzino spagnolo dell’Arsenal Hector Bellerin, vegano e convinto ambientalista che con l’associazione One Tree Planted ha raccolto fondi per piantare 60mila alberi nella foresta amazzonica, nonché azionista proprio del Forest Green Rovers.
Anche fuori dai campi di calcio, però, non mancano gli esempi positivi: il pluricampione di Formula 1 Lewis Hamilton, ad esempio, per i suoi spostamenti personali utilizza un’auto elettrica e non perde occasione di promuovere la pulizia delle spiagge e la lotta contri i rifiuti plastici; vegano in prima persona, inoltre, con altri soci ha investito in Neat Burger, catena di burger vegetali, promuovendo così la riduzione del consumo della carne. Impegno analogo quello della celebre tennista Serena Williams, anche lei vegana e finanziatrice di Impossible Foods, oltre che creatrice di una linea di abbigliamento in pelle vegana, mentre il collega austriaco Dominik Thiem supporta da due anni l’organizzazione 4ocean, impegnata nella pulizia degli oceani e nella creazione di un ecosistema vivibile per la vita marina.
Quello degli sportivi è un esempio doppiamente efficace: da un lato per la loro popolarità e, dunque, capacità di influenzare l’opinione pubblica e dall’altro per la loro capacità di comunicare con fasce di pubblico tradizionalmente non particolarmente sensibili alle tematiche ambientali.