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Sport contro le discriminazioni: l’approfondimento di Openpolis e Con i bambini

di Redazione GRS


Lo sport contro le discriminazioni

L’approfondimento di Openpolis e Con i bambini conferma il potenziale dello sport nelle politiche di inclusione, che non riguarda unicamente lo sviluppo psicofisico ma ha un impatto anche nella crescita sociale ed educativa.

Lo sport ha infatti un impatto anche nella crescita sociale ed educativa dei più giovani. Offre un ambiente in cui apprendere, in un contesto di gioco, valori quali il rispetto delle regole e degli avversari, la lealtà verso i compagni e la squadra, la dedizione personale. Inoltre, rappresenta un momento di aggregazione e di socialità in cui sviluppare la propria personalità e instaurare relazioni con i coetanei e gli adulti.

Aspetti che rendono la pratica sportiva centrale anche nelle politiche di contrasto alle discriminazioni, come quelle di natura etnica e razziale, ancora oggi purtroppo molto presenti. Un potenziale enorme, attualmente compromesso dalla minore partecipazione di bambini e ragazzi di origine straniera alle attività sportive.

Le ragazze e i ragazzi stranieri subiscono atti di discriminazione e di bullismo più spesso dei coetanei italiani. Del resto il bullismo, come abbiamo avuto modo di raccontare, genera esclusione sociale, perché a farne le spese sono coloro che sono già meno inclusi, per una diversità sociale, fisica, etnica o culturale.

Nelle rilevazioni di Istat sull’integrazione delle seconde generazioni è emerso come siano proprio i ragazzi delle nazionalità che hanno meno contatti con i coetanei italiani a finire più spesso vittima di atti di discriminazione.

500 migranti trasferiti da Malta nelle prigioni libiche: per le ong è un “criminale respingimento collettivo”

di Redazione GRS


Criminale respingimento collettivo

Così Alarm Phone, Sea-Watch, Mediterranea ed Emergency hanno definito la decisione di Malta di trasferire 500 migranti in fuga dalla Siria nelle prigioni libiche piuttosto che soccorrerli in mare.
Ascoltiamo Albert Mayordomo, Capomissione Life Support di Emergency.

“Ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”: appello delle Acli per un 2 giugno di pace

di Redazione GRS


2 giugno di pace

Le Acli chiedono che l’Italia ratifichi il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari. Il servizio di Anna Monterubbianesi.

Alla vigilia della Festa della Repubblica le Acli chiedono, in una conferenza stampa organizzata per giovedì 1 giugno, una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari e rilanciano il loro contributo di riflessione sulla necessità di avviare concreti percorsi di pace.
Servono urgentemente scelte e gesti forti. Un’azione dirompente da parte del nostro Paese sarebbe quella di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”. “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari – come dice Papa Francesco – ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali”.