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Calcio e sostenibilità ambientale: a Friburgo lo stadio più green di Germania

di Redazione GRS


Gradinate sostenibili

Tutto a Friburgo è green, anche lo stadio, considerato il più verde di Germania e uno dei più sostenibili al mondo. Quando venne inaugurato, nell’ottobre del 2021, il Friburgo gli attribuì titolo di “stadio più ecologico del mondo”, ma poi venne rintuzzato dai turchi del Galatasaray, che fecero notare come il record spettasse al loro Nef Ali Sami Yen Stadium.

“Si distingue in tutte le specialità: è come se fosse medaglia d’oro nel decathlon”, osserva Andrea Burzacchini, modenese che da oltre vent’anni vive a Friburgo dove gestisce Aiforia, un’agenzia di progetti ambientali internazionali che collabora anche con la municipalità. “Possiamo rappresentare il Comune di Friburgo in quelle che sono chiamate visite tecniche e che spesso sono effettuate da amministratori di altre città. Abbiamo accolto, per esempio, il sindaco di Fukushima”.

Allo stadio si può arrivare in piedi, in bici (ci sono 3700 stalli per ospitarle, mentre i posti auto sono solo 2500, comunque contestati dagli ambientalisti) o in tram: chi ha il biglietto della partita non paga la corsa, ma a Friburgo lo stesso succede a chi va al teatro o in Fiera, perché una piccola percentuale del tagliando viene infatti girata all’azienda dei trasporti, che così può fare viaggiare gratuitamente spettatori e visitatori. “È un sistema che ho cercato di introdurre in Italia quando ho guidato l’agenzia per la mobilità della provincia di Modena”, dice Burzacchini, “ma non sono riuscito a mettere tutti d’accordo”.

Ristoranti, negozi, spogliatoi, uffici e anche il terreno di gioco vengono invece riscaldati con il calore in eccesso prodotto da un’azienda della vicina zona industriale. Non si butta via niente: all’Europa-Park la birra viene servita in bicchieri di plastica riciclabili che non vengono gettati ma restituiti, e rimborsati, come dei vuoti a rendere: è un altro esempio della filosofia ambientalista dei friburghesi che si estende al club calcistico, il quale ha una coscienza ecologista antica, visto che già nel vecchio stadio, lo Schwarzwald-Stadion, fin dagli anni Novanta tre tribune vennero ricoperte di pannelli fotovoltaici e la quarta di pannelli solari: i lavori vennero finanziati dai tifosi stessi che, “adottando” un pannello, ricevevano in cambio la priorità nella lista d’attesa per comprare l’abbonamento per le gare di Bundesliga.

Lasciare lo Schwarzwald-Stadion (significa Stadio della Foresta Nera) non fu facile, perché molti friburghesi temevano che un nuovo impianto, costruito e gestito da una società mista pubblico-privato, avrebbe tradito lo spirito ecologico del vecchio: dopo anni di discussioni, il consiglio comunale diede il via libera soltanto a condizione che alla popolazione venisse sottoposto un referendum confermativo. I sì vinsero con il 65%, anche perché molti temettero che un qualunque comune della cintura si offrisse si ospitare il nuovo impianto senza rispettare i vincoli ambientalisti che invece Friburgo non tradisce.

Brutta sorpresa nell’uovo di Pasqua degli italiani: forti rialzi dei costi di alberghi e ristoranti

di Redazione GRS


Una brutta sorpresa

Nell’uovo di Pasqua i rincari di ristoranti e alberghi per chi ha scelto di trascorrere il weekend fuori porta. Il servizio di Giuseppe Manzo.

Una Pasqua da tutto esaurito in hotel e ristoranti ma nell’uovo c’è anche una brutta sorpresa. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha rilevato forti rialzi dei costi degli alberghi e dei ristoranti nelle principali città d’arte. Per quanto riguarda gli alberghi, un pernottamento in camera doppia per 2 persone, con colazione compresa, ha registrato il +78% rispetto al weekend precedente. Anche i menù dei ristoranti segnano aumenti rispetto ad altri periodi: un pasto completo per 2 è costato mediamente tra il 5% e il 6% in più.

Corridoi universitari per studenti rifugiati: 142 arrivi in Italia dal 2019 col progetto Unicore

di Redazione GRS


Il futuro non è scritto

Corridoi universitari per studenti rifugiati: è il progetto Unicore di UNHCR, che dal 2019 ha permesso a 142 ragazzi e ragazze di arrivare in Italia con un percorso di ingresso regolare e sicuro e proseguire i loro studi.
Ascoltiamo Emanuela Gamberoni dell’Università di Verona.

Riparte la campagna “Odiare non è uno sport”: coinvolti 600 docenti e 2200 studenti

di Redazione GRS


Odiare non è uno sport

Riparte la campagna per dire no all’hate speech nello sport. Il progetto darà vita al secondo Barometro dell’odio e coinvolgerà in percorsi formativi interattivi e multimediali 600 docenti di scuole secondarie e 2200 studenti, oltre a 900 giovani sportivi.

Veicolo di crescita e confronto, palestra di vita, lo sport coinvolge milioni di ragazzi e ragazze nel nostro Paese ed è un importante terreno di inclusione e aggregazione sociale. Allo stesso tempo però lo sport è divenuto anche, e sempre più, terreno di scontri, discorsi e gesti d’odio, che nella dimensione digitale si potenziano e diffondono in maniera esponenziale.
È così che, anche grazie all’aiuto di diversi campioni azzurri, in occasione della Giornata Mondiale dello Sport, riprende nuovo slancio la campagna #Odiarenoneunosport, sostenuta dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e promossa dal Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo (CVCS), con una fitta rete di partner su tutto il territorio nazionale.

Avviata nel 2020 con un primo studio del fenomeno affidato all’Università di Torino (Centro Coder), che ha elaborato il primo Barometro dell’Odio nello sport monitorando i principali social media e le testate giornalistiche sportive, la campagna ha raccolto le testimonianze di campioni dello sport azzurro, come Igor Cassina, Paola Egonu, Stefano Oppo, Alessia Maurelli, Frank Chamizo, Valeria Straneo, Angela Carini e tanti altri. Al loro fianco le straordinarie storie di inclusione sociale avvenute attraverso lo sport sul territorio italiano e l’adesione spontanea di decine di sportivi, professionisti e dilettanti, associazioni, scuole o semplici cittadini che sostengono la campagna ritraendosi con la scritta “Odiare non è uno sport”.

Riparte oggi con nuovo slancio non solo la campagna di sensibilizzazione, che si svolgerà contestualmente alla delicata fase della preparazione olimpica degli Azzurri verso Parigi 2024, ma anche un importante progetto di prevenzione e contrasto all’hate speech. Il progetto porterà alla realizzazione del secondo Barometro dell’Odio nello sport e al coinvolgimento in percorsi formativi interattivi e multimediali sulle dinamiche dell’odio nello sport 600 docenti di scuole secondarie, 540 allenatori sportivi del target giovanile, 300 dirigenti di società/ASD, 2200 studenti di scuole secondarie di I e II grado e 900 giovani sportivi della fascia 11-18.

Saranno costituite anche 9 squadre territoriali di attivisti digitali anti-odio, composte da studenti e giovani coinvolti nelle attività di formazione, che condurranno azioni di contrasto all’hate speech sportivo in chat e social frequentati dai giovani, attivando reazioni e risposte di valenza dissuasiva ed educativa.

Caso Alpi-Hrovatin, una nuova inchiesta dimostra la presenza di depistaggi: parla Vittorio Di Trapani (Fnsi)

di Redazione GRS


#NoiNonArchiviamo

A distanza di quasi 30 anni dall’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la nuova inchiesta giornalistica di Andrea Palladino ha dimostrato la presenza di depistaggi.
Ascoltiamo Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione Nazionale della Stampa.

 

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“Premio Mondonico”: assegnato il riconoscimento a 20 campioni dello sport sociale

di Redazione GRS


“Premio Mondonico”

Assegnato a 20 campioni dello sport sociale il riconoscimento per chi ha saputo interpretare lo sport come strumento di inclusione e di integrazione. Il servizio di Elena Fiorani.

Il Premio intitolato alla figura di Emiliano Mondonico, calciatore, allenatore e interprete della dimensione partecipativa dello sport, ogni anno premia tecnici, dirigenti e associazioni che promuovono lo sport come strumento di inclusione, puntando ad un’azione educativa e valoriale.
Tra i premiati anche Hassane Niang mister dell’ASD Rinascita Refugees, impegnata nella promozione dei diritti umani, in particolare dei migranti e soprattutto dei minori stranieri non accompagnati. “Lo sport è uno strumento di inclusione sociale potentissimo”, ha dichiarato Hassane che allena la squadra di calcio composta da ragazzi provenienti da varie parti del mondo in cui i diritti umani sono negati, e che qui hanno trovato una possibilità di inserimento sociale nelle comunità di riferimento.