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Ecco l’impatto sociale dello sport di base: ogni euro investito produce circa due euro e mezzo di ritorno

di Redazione GRS


Impatto sociale

Ogni euro investito nella promozione sportiva produce circa due euro e mezzo di ritorno economico-sociale. A rilevarlo è stato il progetto di ricerca “Riunisci”, promosso dagli enti di promozione sportiva Aics, Acsi, Csen e Libertas, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e il finanziamento di Sport e salute

Il progetto di ricerca “Riunisci – Valutare l’impatto sociale dello sport di base”, promosso dagli enti di promozione sportiva Aics, Acsi, Csen e Libertas, consente di quantificare il ritorno economico e sociale degli investimenti fatti dagli enti di promozione sportiva nel nostro Paese. Condotto un sondaggio somministrato a 6.300 persone.

La ricerca ha permesso di indagare l’impatto sociale dello sport di base individuando i cambiamenti prodotti su persone e comunità, sia in relazione agli indicatori di benessere equo e solidale (Bes), sia in relazione agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sdg) individuati dall’Agenda 2030. Non solo: è riuscita a tradurre in euro i benefici prodotti, utilizzando come riferimento alcuni indicatori di valore in termini monetari, come il costo di una visita medica o un corso di formazione sulle abilità sociali, o ancora il costo medio della psicoterapia. Il tutto, condotto attraverso un sondaggio somministrato nei mesi scorsi a 6.300 persone tra uomini e donne che praticano sport, famiglie di ragazzi e ragazze adolescenti, allenatori e preparatori atletici.

«Per noi enti di promozione sportiva l’autovalutazione è molto importante: ci permette di certificare il contributo che, come enti, diamo alle politiche pubbliche del Paese, orienta il nostro operato facendo in modo che si possa dare risposta efficace ai bisogni emergenti, dà conto alle autorità pubbliche della nostra capacità», sottolinea il presidente dell’Aics, Bruno Molea. «Questa è la quarta ricerca in sei anni che l’Associazione italiana cultura sport dedica all’impatto sociale dello sport di base. Per la prima volta emerge forte come lo sport di base strutturato e promosso dagli enti di promozione sportiva rappresenti un valore sociale economicamente misurabile: impossibile non tenerne conto».

L’impatto generato è stato misurato sfruttando la piattaforma digitale di Open Impact e utilizzando la metodologia Sroi, che prevede appunto l’ottenimento di un indice dato dal rapporto tra l’impatto netto totale e l’investimento complessivo. L’indice Sroi identificato dal processo di valutazione è quindi pari a 2,42, dettagliandosi nella generazione di valore sociale pari a due milioni 316mila 237,82 euro a fronte di un investimento stimato sul costo sostenuto dagli enti per il periodo di progetto pari a 957.041 euro.

Ma quali sono i benefici prodotti? Di quei due milioni e 316mila euro prodotti, circa 400mila euro valgono un aumento della consapevolezza sull’uguaglianza di genere (valore calcolato in base alle risposte ottenute dal campione intervistato e al costo medio di un corso di educazione alla differenza di genere che avrebbe valso lo stesso miglioramento di consapevolezza); circa 130mila euro valgono il miglioramento della salute e l’adozione di uno stile di vita sano (calcolato in base al costo medio di una visita medica e all’importo speso nello stesso periodo per una dieta sana); circa un milione e 300mila euro per il miglioramento delle cosiddette soft skill, le competenze trasversali (in base al costo medio per la psicoterapia e per un corso sulle abilità sociali); oltre 350mila euro valgono un aumento della consapevolezza dei bisogni delle persone con disabilità e delle categorie a rischio emarginazione (valore espresso in base al costo di un corso di formazione sulle abilità interpersonali); infine, circa 125mila euro valgono l’aumento dello scambio interculturale (calcolato in base al costo di un corso di educazione interculturale). Insomma, per chi fa sport con gli enti di promozione sportiva, le competenze guadagnate e il miglioramento della propria vita in termini di salute e di socialità sono gratis.

I cambiamenti positivi prodotti nelle persone generano ovviamente anche impatti sulla comunità e, facendo riferimento all’Agenda 2030, gli obiettivi di sviluppo sostenibile a cui lo sport di base contribuisce sono certamente quelli di salute e benessere, uguaglianza di genere, riduzione delle disuguaglianze e costruzione di città sostenibili. Miglioramenti di vita di cui le persone che fanno sport sono ben consapevoli. La ricerca fa emergere come sette allenatori su 10 conoscano tecniche di sport integrato, come per il 66% di loro lo sport di base offra uguali possibilità di allenamento per persone normodotate e per persone con disabilità, e come per l’83% di loro lo sport migliora l’apprendimento di valori educativi. Dunque, non solo sport di base come strumento di benessere fisico ma anche soprattutto come leva di socialità: l’85% degli atleti e delle atlete partecipa ad eventi ricreativi connessi alle attività sportive, l’82% dichiara l’assenza di linguaggio discriminatorio, più di 8 su 10 dichiarano un miglioramento del benessere mentale, l’84% delle famiglie intervistate dichiara di passare maggior tempo di qualità coi propri figli grazie allo sport, e il 66% – sempre grazie allo sport – ha partecipato a iniziative a vantaggio del proprio quartiere di residenza.

“È possibile”: il racconto della Giornata in ricordo delle vittime delle mafie | Voci dalla piazza

di Redazione GRS


Memoria e impegno, perché non c’è futuro senza ricordo del passato. Per la seconda volta nella sua storia, Milano ha ospitato la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La XXVIII edizione della manifestazione promossa da Libera e Avviso Pubblico si è svolta non a caso in un territorio considerato utile per le mafie e la corruzione, dove prendono forma i movimenti di denaro sporco proveniente dall’industria e dalla finanza.
Proprio a Milano, poi, Cosa Nostra ha condotto una delle azioni più efferate della strategia stragista, di cui quest’anno ricorre il trentennale: l’attentato in via Palestro, presso il Padiglione di Arte Contemporanea.
Il modus operandi, lo si è detto più volte anche in occasione di questa Giornata, non è più lo stesso. Ma oggi come allora le parole d’ordine restano verità, giustizia, democrazia, libertà. E sono state esclamate con forza dalle oltre 70mila persone che questa mattina hanno animato il corteo dell’antimafia partito da corso Venezia e finito in piazza Duomo.

Abbiamo raccolto alcune voci e riflessioni provenienti dalla società civile, dalle associazioni, dalla politica

L’intervista a Don Luigi Ciotti, presidente di Libera


L’intervista al Prof. Nando dalla Chiesa, sociologo, scrittore e Presidente Onorario di Libera


L’intervista a Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente


L’intervista a Filippo Sestito, responsabile nazionale antimafia dell’Arci


L’intervista a Tiziano Pesce, presidente Uisp Nazionale


L’intervista a Rosy Bindi, politica, ex ministra, già presidente della commissione parlamentare antimafia

 

L’intervista a Matteo Lepore, sindaco di Bologna

 

L’intervista a Gad Lerner, giornalista e conduttore televisivo

 

Protagonisti della manifestazione sono gli oltre 500 familiari delle vittime innocenti. Ieri riuniti in assemblea all’Università Statale di Milano, oggi alla guida del corteo e in prima fila davanti al palco di piazza Duomo. Lì hanno sentito pronunciare i nomi dei loro cari, tra i 1069 che compongono l’elenco aggiornato delle vittime innocenti delle mafie. Sui familiari don Ciotti si è soffermato durante il suo intervento conclusivo: “Non dobbiamo neanche dimenticarci che l’80% non conosce la verità o ne conosce solo una parte. Eppure le verità passeggiano per le vie della nostra città; c’è chi ha visto, c’è chi sa”.

Ecco alcune testimonianze dei familiari delle vittime: Luigi Montana, nipote di Beppe Montana; Anna Motta, madre di Mario Paciolla; Vincenzo Agostino, padre di Nino Agostino; Susy Ciminiello, sorella di Gianluca Ciminiello; Roberta Iannì, figlia di Giovanni e in ultimo la figlia di Alfonso Sgroi.

 

 

A cura di Pierluigi Lantieri

 

Athletic Brighela, revocata la multa per lo striscione sui migranti morti in mare: “Ha vinto l’umanità”

di Redazione GRS


1 a 0 per la solidarietà

Revocata la multa da 500 euro all’Athletic Brighela, la squadra di calcio bergamasca che aveva esposto in campo lo striscione di solidarietà verso i migranti morti in mare. Il giudice sportivo ha accolto il ricorso della società, che ha commentato: “Ha vinto l’umanità”.

E’ stata tolta la multa all’Athletic Brighela, la squadra di calcio dilettantistica bergamasca che aveva esposto in campo lo striscione di solidarietà sui migranti morti in mare. Il giudice sportivo ha accolto il ricorso della società contro la sanzione da 500 euro in merito all’ormai celebre striscione “Cimitero Mediterraneo: Basta morti in mare”. La Corte, come spiega la stessa società, ha accolto l’annullamento della sanzione e la richiesta di riduzione della squalifica al capitano Pietro Rota. Accoglimento quasi totale salvo per la sanzione di 50 euro, che è stata mantenuta e per la conferma dell’inibizione del Mister Luigi Cattaneo fino al 24 marzo. “Abbiamo quindi vinto, non del tutto, ma è un successo che vogliamo celebrare con tutte e tutti voi, ringraziando i/le compagni/e avvocati/e Pierluigi Vossi e Chiara Lupattelli che ci hanno assistito pro-bono nella predisposizione e nel deposito del ricorso” spiega la società.

“Abbiamo vinto per davvero. Abbiamo rilanciato la sfida e in tantissime/i state già sostenendo il crowdfunding a sostegno di ResQ – People saving people e Mediterranea Saving Humans. Ora aspettiamo, nei prossimi 10 giorni, il deposito delle motivazioni della Corte ma, di certo, ha vinto la Ragione. Hanno vinto l’Umanità e la Solidarietà. Ora continuiamo così. Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Lotteremo contro l’indifferenza, faremo emergere le contraddizioni laddove riterremo fondamentale interrogarci come cittadine e cittadini”.

Mandato di arresto internazionale contro Vladimir Putin, Acli: “Rafforzare l’impegno contro tutte le guerre”

di Redazione GRS


Rafforzare l’impegno contro tutte le guerre

E’ l’auspicio di Acli dopo la decisione della Corte penale internazionale di diramare un ordine di cattura per Vladimir Putin. Il servizio di Fabio Piccolino.

Non ci può essere pace senza giustizia, e l’opera della giustizia è un cantiere sempre aperto. Lo dicono le Acli, commentando la decisione della Corte penale internazionale di diramare un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin. Questa iniziativa – spiegano – rappresenta una chiara sanzione per la guerra di aggressione condotta contro l’Ucraina e dei crimini contro l’umanità perpetrati. Questo atto giudiziario è uno sprone a rafforzare l’impegno contro tutte le guerre per la costruzione della pace nella giustizia, perché la guerra è il moltiplicatore delle violenze e dei crimini più infami.

Milano, Arcigay in piazza contro lo stop al registro dei figli di coppie omogenitoriali: “È un problema culturale”

di Redazione GRS


Giù le mani dai nostri figli

Sabato scorso a Milano, in piazza della Scala, in centinaia alla manifestazione promossa da I Sentinelli, associazione Famiglie Arcobaleno e Arcigay contro lo stop imposto al Comune alle trascrizioni dei figli di coppie dello stesso sesso. “Non è un problema burocratico, è un problema culturale. E una cultura che nega diritti va demolita” ha dichiarato il segretario generale Arcigay Gabriele Piazzoni.