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America Latina, il virus della povertà

di Redazione GRS


Secondo il Rapporto annuale delle Nazioni Unite, il Covid-19 ha spinto verso la povertà 22 milioni di persone in America Latina. A pesare in particolare sono le disuguaglianze strutturali in molti paesi e la mancanza di un’adeguata copertura sanitaria che costringe molti cittadini a pagare di tasca propria le cure mediche.

“Chi non rispetta il protocollo?”: il comunicato congiunto degli Eps

di Redazione GRS


“La scelta di sospendere nelle zone rosse gli allenamenti degli atleti degli Enti di promozione sportiva, è l’ennesima disparità di trattamento che si trova costretto a subire il mondo dello sport di base”: questa la denuncia partita dagli Enti di Promozione Sportiva in un comunicato unitario critico nei confronti di un provvedimento inserito nelle FAQ del Dipartimento Sport, che non trova riscontri nell’ultimo Dpcm entrato in vigore sabato 6 marzo.

“Purtroppo non è il primo episodio – sostengono gli Eps – anzi: da quando è iniziata la pandemia gli Enti di promozione sportiva hanno più volte denunciato i contenuti di misure a due marce, come se il virus potesse aggirarsi solo nelle palestre di ASD e SSD affiliate agli Enti di Promozione, e non invece all’interno di strutture di altri organismi sportivi”. Un vero e proprio doppiopesismo che colloca in una posizione di svantaggio gli operatori della promozione sociale e sportiva. In questo senso gli Enti proseguono nel comunicato ribadendo il loro messaggio: “Non è una diversa tessera che può fare la differenza! Il virus non distingue colori, né simboli! Quando decide di contagiare, lo fa ovunque e con chiunque. Dall’impianto di quartiere ai ritiri della Serie A!.

Non abbiamo niente in contrario con la ripartenza dello sport professionistico. Non si inneschi stavolta una guerra a chi tira giù l’altro: vogliamo solo parità di trattamento tra tutti gli Organismi Sportivi. Il discrimine deve essere la sicurezza e il rispetto dei protocolli, sicurezza e rispetto di protocolli che gli Enti di Promozione Sportiva hanno concordato con il Governo e imposto, non senza sacrifici di risorse e personale, alle loro Società”. E’ chiara la richiesta di chi vive ogni giorno lo sport a contatto con i territori, con le persone: “Chiediamo che nessuno possa essere lasciato indietro, che si ripensi alla scelta di considerare una tessera federale immune dal virus e quella di un Ente soggetta invece a contagio. Con questo provvedimento, invece, il messaggio che passa continua ad essere quello di due pesi, due misure!”.

Per gli Enti di promozione sportiva “è arrivato il momento di denunciare anche questo: le nostre ASD e SSD in un anno di pandemia non hanno perso soltanto soldi e lavoro, ma anche migliaia di tesserati che – tra il restare fermi e il poter fare sport – hanno preferito tesserarsi con altri organismi ai quali invece era consentita ancora la pratica sportiva.
Vogliamo ancora pensare che dietro tali scelte del Dipartimento non esista un pregiudizio nei confronti degli affiliati agli Enti, ma l’effetto che genera è un diritto violato e una evidente discriminazione. Specie se si tiene in considerazione l’enorme sforzo e il grande senso di responsabilità che le nostre Società hanno dimostrato fin qui.

Siamo già rimasti feriti per lo stop forzato alle nostre piscine e palestre lo scorso ottobre  soprattutto perché ci era stato chiesto di adeguarci e noi lo avevamo fatto, salvo poi tornare indietro e dirci che dovevamo comunque chiudere.
Spiace ricordare, inoltre, che un anno di pandemia ha portato già migliaia di realtà associative allo stremo, e tante hanno dovuto già chiudere i battenti con un evidente danno per i territori. La maggior parte di quelle che ancora resistono, lo fanno a fronte di aiuti dello Stato che non sono mai arrivati, o se sono arrivati erano comunque di gran lunga inferiori alle necessità: tamponare le ingenti perdite dovute alle chiusure, impreviste per adeguare le strutture con sanificazioni e rispetto dei protocolli.

Chi non ha rispettato il protocollo non siamo noi – concludono i firmatari del comunicato – ma è chi si è preso il diritto di approntare scelte inique come l’ultima contenuta nelle FAQ del Dipartimento Sport. Un provvedimento che offende i nostri valori, la nostra valenza nel tessuto sociale italiano e la nostra serietà!
Noi i nostri protocolli li abbiamo sempre rispettati alla lettera, ma c’è un altro protocollo che ancora una volta qualcuno non onora: il protocollo dell’uguaglianza, del diritto di tutti e per tutti, e soprattutto quello della serietà e della parola data. Che in Italia, ci spiace constatarlo, continua a non avere grande valore”.

Antonino Viti – ACSI
Bruno Molea – AICS
Luca Stevanato – ASC
Claudio Barbaro – ASI
Luigi Fortuna – CSAIN
Francesco Proietti – CSEN
Vittorio Bosio – CSI
Luigi Musacchia – CSN Libertas
Antonio Dima – CUSI
Paolo Serapiglia – ENDAS
Gran Francesco Lupattelli – MSP
Marco Perissa – OPES
Ciro Bisogno – PGS
Vincenzo Manco – UISP
Damiano Lembo – US Acli

8 marzo, #seledonne: la campagna di Azione contro la Fame

di Redazione GRS


Femminile diseguale. In occasione della Giornata Internazionale dei diritti della donna, Azione contro la Fame sottolinea le enormi disparità di genere nel mondo. Il servizio è di Fabio Piccolino.

In due terzi dei Paesi del mondo le donne continuano a rischiare, più degli uomini, di soffrire la fame e l’insicurezza alimentare. Le giovani che decidono di mettere su famiglia hanno il 25% di probabilità in più di vivere una condizione di estrema povertà. Inoltre sono donne l’80% delle persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici.

Sono i dati allarmanti sottolineati da Azione contro la Fame che lancia l’hashtag #seledonne per un cambiamento che metta al primo posto la condizione femminile. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile, del resto, auspicano entro il 2030 le pari opportunità nello sviluppo economico, oltre che l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti delle donne.

Scuola, i genitori protestano contro la chiusura

di Redazione GRS


Giù le mani dalla scuola. È partita dai social la protesta dei genitori che chiedono che gli istituti restino aperti. Sono quasi sei milioni gli studenti che da oggi non torneranno sui banchi e saranno costretti a riprendere la Dad. Una protesta pacifica ma di impatto per chiedere chiarezza al governo.

Divario di genere: Actionaid chiede riforme nel Recovery Plan

di Redazione GRS


Actionaid chiede necessarie riforme strutturali nel Recovery Plan per rispondere all’impatto della crisi sul lavoro femminile. Senza dare priorità, in particolare quelle più a rischio vulnerabilità come le lavoratrici dei settori a scarsa tutela e alle donne in uscita dalla violenza, si rischia un fallimento.

Lavoro e inclusione: la ricerca di Aiccon e Ubi Banca

di Redazione GRS


È sempre più importante il ruolo contributivo delle imprese a finalità sociale per l’inserimento lavorativo di soggetti vulnerabili: abitare, turismo, agricoltura sociale e il welfare culturale sono i 4 settori indagati dalla ricerca condotta da AICCON, con il sostegno e la collaborazione di UBI Banca.

Cantare il sociale: nasce il brano “Tra testa e cuore”

di Redazione GRS


Sette note di solidarietà. Lanciare messaggi sociali importanti con un linguaggio universale e condiviso: è l’obiettivo del brano “Tra testa e cuore”, composto e interpretato da Silvia Gaglione, operatrice del Centro Psico Educativo Autismo della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme.

“Scacchi metafora educativa”: il progetto di Con i Bambini

di Redazione GRS


10.000 bambine e bambini di 14 regioni italiane saranno coinvolti nel progetto “Scacchi metafora educativa”, finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini. Il gioco sarà utilizzato per stimolare la crescita della personalità e delle abilità cognitive e sociali. In programma 112 eventi, sia in orario scolastico che nell’extrascuola.

In tre anni e in quattordici regioni (Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Umbria, Abruzzo, marche, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia), si svolgeranno 112 eventi, un totale di 12.600 ore di attività scacchistica a scuola, oltre 2.500 ore in orario extrascolastico. Questi – ulteriori – numeri del progetto “Scacchi metafora educativa” hanno un obiettivo molto concreto: «La crescita personale dei ragazzi coinvolti» spiega Pozzoli.
«Giocare a scacchi infatti aiuta i più giovani a sviluppare abilità e competenze importanti. Nel progetto, il gioco degli scacchi è utilizzato per stimolare la crescita della personalità e delle abilità cognitive e sociali. Tutto questo venendo particolarmente incontro ai bisogni dei minori con situazioni di fragilità, acuitesi in questo periodo di pandemia, attraverso azioni mirate di inserimento sociale».

Rincara la dose, o meglio, muove anche la Regina, Alessandro Dominici, presidente di Alfiere Bianco ente capogruppo del progetto che afferma: «Organizzeremo tornei tra compagni di scuola, in presenza speriamo, ma anche a distanza, il gioco agevola perché gli scacchi si possono fare anche a distanza e anche con poca tecnologia. Coinvolgeremo anche i genitori che sfideranno i figli, nonni e nipoti, ma anche seminari di studio per monitorare gli esiti del Progetto».

«Negli anni abbiamo collaudato metodi di didattica scacchistica sviluppati insieme agli insegnanti e validati a livello scientifico. Il progetto è l’evoluzione di quei modelli, senza precedenti a livello nazionale», continua Dominici. Per questo il progetto prevede un Centro stabile di promozione educativa in ogni regione. Stimolo alla concentrazione, alla creatività, alle capacità analitiche e decisionali. Ma anche alla perseveranza e alla pazienza: impatti positivi a livello scolastico, ma anche di miglioramento della sfera affettiva, nelle abilità di relazionarsi con gli altri, tramite l’accettazione delle differenze reciproche.

Il progetto “Scacchi metafora educativa” nasce nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. In Italia infatti, secondo l’impresa sociale Con i bambini, sono oltre 1,2 milioni i minori che vivono in condizione di povertà assoluta. La povertà economica è spesso causata dalla povertà educativa: le due si alimentano a vicenda e si trasmettono di generazione in generazione. Istruzione, salute, sport, cultura, informazione, rappresentano alcuni ambiti interessati dal fenomeno, presente in tutta Italia ma più marcato nelle grandi periferie urbane, nelle aree interne, al Sud.

«A fine febbraio» continua Pozzoli «abbiamo costituito dei gruppi sperimentali e di controllo tra le classi delle scuole partecipanti. L’avvio del progetto, chiaramente condizionato dalla situazione Covid-19, è invece previsto tra inizio marzo e aprile. Sono poi in via di definizione degli incontri con i genitori delle classi che saranno coinvolte allo scopo di spiegare il progetto e come si svilupperà».

Le attività di “Scacchi Metafora Educativa” si svolgeranno sia durante l’orario curriculare sia in fase pomeridiana, e prevedranno appuntamenti dedicati alle famiglie ed agli insegnanti, con l’obiettivo, al termine dei 3 anni del progetto, di creare centri stabili permanenti a favore della cittadinanza. Inoltre tutte le tecniche utilizzate nel progetto sono metodi di didattica scacchistica sviluppati dagli insegnanti, unite alle competenze raggiunte tramite i progetti precursori di questo, come “Scuola a scacchi” e “Black&White Sport: Chess”. «La necessità di includere e integrare i giovani nella scuola e nella comunità, passa, a nostro avviso, attraverso uno strumento concreto che sviluppa l’abilità di prendere decisioni e contribuisce al riconoscimento dei partecipanti sia nella scuola sia nel tessuto sociale. D’altro canto, la vocazione territoriale del progetto garantisce attraverso i centri di riferimento la possibilità di diffondere in modo capillare conoscenza e solidarietà, insistendo sulla pratica esperienziale e l’esercizio come momenti di apprendimento e di socialità», conclude Alessandro Dominici.

Povertà, la richiesta dell’Alleanza: “Migliorare il Reddito di Cittadinanza”

di Redazione GRS


Più poveri. Secondo le stime preliminari dell’Istat l’indigenza assoluta in Italia torna a crescere e tocca il valore più elevato dal 2005. Per Alleanza contro la povertà occorre rispondere a questa emergenza investendo su politiche che tutelino i più vulnerabili e potenziando il Reddito di Cittadinanza.

Le stime preliminari del 2020 indicano valori dell’incidenza di povertà assoluta in crescita sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%, +335mila), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%, oltre 1 milione in più) che si attestano a 5,6 milioni. Alle luce di queste previsioni è ancora più urgente investire nelle politiche di contrasto alla povertà e potenziare il Reddito di Cittadinanza per rispondere alla nuova emergenza.

Tre i punti principali su cui concentrarsi: tutelare “i gruppi più vulnerabili”, anche sulla scia di quanto raccomandato oggi dall’Ue tra gli obiettivi del piano di azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali; aumentare le risorse dedicate, sia incrementando il Fondo RdC per rispondere alla crescita delle domande di sostegno sia rafforzando l’infrastruttura sociale dei territori per affrontare le conseguenze della pandemia con l’emersione di nuovi bisogni e l’insorgere di nuove forme di fragilità e vulnerabilità, e rafforzare il RdC con le 8 proposte presentate al governo.

1) Incrementare il sostegno economico per le famiglie in povertà con figli aumentando l’equità della misura, sostituendo l’attuale scala di equivalenza con quella dell’Isee ed eliminando il tetto per le famiglie numerose (o innalzandolo sensibilmente).

2) Ampliare la platea dei beneficiari includendo gli stranieri con la riduzione degli anni di residenza richiesti per l’accesso alla misura da 10 a 2, abrogando contestualmente la norma che prevede l’obbligo di presentazione di specifica certificazione.

3&4) Consentire maggiore accesso alla misura anche a una parte di coloro che sono caduti recentemente in condizioni di povertà e hanno usufruito del Rem attraverso un temporaneo innalzamento della soglia ISEE (da 9.360 a 15.000) e un allentamento dei requisiti aggiuntivi richiesti sul patrimonio mobiliare e immobiliare.

5) Eliminare la sospensione di un mese nell’erogazione del RdC per coloro che hanno diritto al rinnovo.

6) Agevolare l’utilizzo dell’Isee corrente introducendo la possibilità di richiedere tale indicatore anche in presenza di sensibili perdite del patrimonio mobiliare e/o immobiliare.

7) Confermare la consistenza del Fondo Povertà e il rafforzamento degli interventi e dei servizi sociali, consentendo alle amministrazioni comunali di assumere personale dedicato in deroga ai vincoli attualmente previsti.

8) Reintrodurre l’analisi preliminare da parte del Segretariato Sociale per garantire adeguata valutazione multidimensionale dei bisogni dei nuclei coinvolti; con verifica da parte del MLPS e della Rete della Protezione e dell’Inclusione Sociale del rispetto dei Livelli Essenziali delle Prestazioni e adozione degli interventi necessari in caso di difficoltà o inadempienza delle amministrazioni locali.