Il cessate il fuoco non ha messo fine alle sofferenze della popolazione di Gaza. Ascoltiamo Rosa Mazzone, operatrice di Medici Senza Frontiere.
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Legge di Bilancio, Moretti: “Bene il 5 per mille, ma serve abolire il tetto”
4 Novembre 2025“Apprezziamo che questa Legge di Bilancio preveda l’aumento del tetto al 5 per mille”. Lo dice il portavoce del Forum del Terzo Settore Giancarlo Moretti, che auspica la sua totale eliminazione. Sul sistema di welfare – ha aggiunto – sarebbero assolutamente necessari interventi strutturali.
“Apprezziamo che questa Legge di Bilancio preveda l’aumento, da 525 a 610 milioni, del tetto al 5 per mille: è un segnale di ascolto del mondo del Terzo settore, che negli ultimi mesi ha sottolineato con forza la necessità di ridurre la forbice tra ciò che i contribuenti destinano attraverso questo istituto e ciò che effettivamente arriva agli enti beneficiari”. Lo dichiara Giancarlo Moretti, portavoce del Forum Terzo Settore.
“Continuiamo comunque a chiedere, come facciamo da anni, l’eliminazione del tetto: con solo due terzi dei contribuenti che oggi utilizza il 5 per mille, è facile aspettarsi uno sforamento anche del nuovo limite. Insistiamo inoltre – prosegue Moretti – sulla richiesta di eliminare l’Irap al Terzo settore, una tassa iniqua che paradossalmente pesa molto di più sul mondo del non profit che su quello delle imprese profit”.
“Tra le misure di welfare che guardiamo con maggior interesse vi sono quelle che riguardano la povertà: è positivo l’aumento delle risorse per l’Assegno di inclusione, ma l’impegno rimane comunque insufficiente considerando la gravità del fenomeno che vede 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta. Più in generale, sul sistema di welfare ci si limita a misure temporanee, mentre mancano e sarebbero assolutamente necessari interventi strutturali, in grado di incidere sulle cause delle fragilità e disuguaglianze e migliorare la condizione di vita delle persone nel medio-lungo periodo. Consideriamo comunque un importante passo in avanti l’attenzione rivolta, finalmente, ai caregiver, con il riconoscimento del loro ruolo e un fondo a loro sostegno – che sarà alimentato, però, a partire dal 2027” conclude il portavoce del Forum Terzo Settore.

Morti sul lavoro, lunedì nero: cinque vittime in un solo giorno in Italia
4 Novembre 2025Soltanto nella giornata di ieri cinque persone sono morte sul lavoro a Napoli, Brescia, Piacenza, Sassari e nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Secondo l’Osservatorio di Soricelli, nel mese di ottobre i decessi sono stati 124.
Nei primi dieci mesi del 2025, le vittime sui luoghi di lavoro sono state 888, contro le 877 dello stesso periodo del 2024. Un aumento dell’1,2%, che sarebbe minimo se il 2024 non fosse già stato, come ricorda Soricelli, “l’anno più nefasto da quando ho aperto l’Osservatorio, il 1° gennaio 2008”.
Ma il bilancio reale è ancora più drammatico: 1.260 lavoratori morti al 31 ottobre, considerando anche gli incidenti in itinere e i decessi per karoshi, la parola giapponese che significa “morte per superlavoro”. Significa più di quattro morti al giorno, compresi sabati e domeniche.

Basilicata, fondi per la SLA bloccati, 50 famiglie lucane in difficoltà
4 Novembre 2025La Basilicata non ripristina il Fondo per la sclerosi laterale amiotrofica e Aisla lancia una mobilitazione venerdì 7 novembre, a Potenza. “Non è accettabile – denuncia l’associazione – che le persone più fragili debbano scendere in piazza per vedersi riconosciuti i diritti. Da mesi più di 50 famiglie lucane vivono in un limbo di silenzio”.
“Le istituzioni parlano del diritto alla morte – dichiara Fulvia Massimelli, Presidente nazionale AISLA – ma qui c’è una comunità che sta chiedendo semplicemente di poter vivere. Chi lotta ogni giorno contro una malattia che toglie tutto non può essere lasciato indietro. La vita è il primo diritto da difendere.”
La manifestazione pacifica del 7 novembre, che si svolgerà dalle 11:00 alle 15:00 in via Vincenzo Verrastro 4, a Potenza, non è solo una protesta. È un atto di responsabilità civile, un monito morale: se lo Stato non garantisce i diritti dei cittadini fragili, è la comunità tutta a subire la sconfitta. AISLA ha informato Prefettura, Questura, ANCI Basilicata, Province di Matera e Potenza, Sindaci dei Comuni interessati, Organizzazioni Sindacali, Ordini Professionali, Forum del Terzo Settore, Università di Basilicata, Provveditorato agli Studi e Conferenza Episcopale di Basilicata.
“Saremo in piazza con Ezio e tutte le famiglie – conclude Mimmo Santomauro – per chiedere ciò che non può più essere rinviato: il ripristino immediato del Fondo SLA con risorse stabili e adeguate. La dignità non si negozia e la vita non può attendere”.
AISLA invita la cittadinanza a scendere in piazza: la mobilitazione non è solo delle persone con SLA, ma di tutti coloro che credono che diritti e dignità siano sacri e inviolabili.

Roma, il progetto “Arcipelago” del Municipio 14 che rigenera il territorio urbano
4 Novembre 2025È il progetto di riqualificazione del municipio XIV a Roma. Il servizio di Patrizia Cupo.
Un parcheggio trasformato in piazza culturale e azioni di recupero di zone abbandonate formano “Arcipelago”, progetto di riqualificazione dei quartieri Ottavia e Palmarola portato avanti dal Municipio 14 della capitale. E così, il parcheggio dell’Istituto Pablo Neruda diventa uno spazio con festival musicale, percorsi pedonali, microforestazione urbana e l’ ex casa del custode si trasforma in spazio culturale. Il progetto si integra nel più ampio Piano Urbano Integrato, piani per la rigenerazione dell’area dell’ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà a Roma.

Sportwashing in Arabia: dallo stadio al campo da tennis, la denuncia di Amnesty
4 Novembre 2025Mentre si stanno svolgendo le Finals del circuito femminile di tennis a Riad, Amnesty denuncia le politiche arabe iniziate con il calcio e proseguite comprando altri sport popolari per rafforzare l’opera di sportwashing, fino al punto che ormai stiamo normalizzando tutto questo.
Aryna Sabalenka apre con un sorriso le Finals di Riad, simbolo di un tennis che sembra aver dimenticato ogni scrupolo etico. L’Arabia Saudita, accusata di gravi violazioni dei diritti umani, ospita ora le migliori otto giocatrici del mondo, attratte da un montepremi record. Anche l’Atp ha siglato un accordo con il Fondo sovrano saudita per un Masters 1000 dal 2028. Dirigenti e atleti lodano i “progressi sportivi”, mentre Amnesty denuncia il silenzio mediatico su questi temi. Lo sport, sedotto dal denaro, sta normalizzando il potere saudita.
Arabia? Sì, proprio l’Arabia Saudita, uno degli Stati in cui la violazione sistematica dei diritti umani è più brutale e dove, nei prossimi giorni, le otto migliori giocatrici dell’anno si affronteranno per conquistare il titolo di “maestra” dell’ultima stagione. Alla vincitrice spetterà un assegno da 2,5 milioni di dollari (1,7 milioni di euro), su un montepremi complessivo di 15,5 milioni (13,4 in euro). Tutto è, dunque, felicità. Nessuna traccia del vecchio sospetto o del timore del giudizio altrui. Con tanto oro sul tavolo, avanti tutta — pensano dirigenti, attori e attrici. Perché no?
«L’anno scorso sono stata in un ristorante giapponese davvero ottimo, e fare shopping lì è fantastico. Non ho giocato molto bene, ma il meglio è stato fuori dal campo», racconta la bielorussa, che non risparmia gli elogi — «è incredibile quello che stanno facendo per lo sport, il progetto è straordinario» — mentre i rapporti di diverse organizzazioni umanitarie insistono sulla realtà crudele: «aumento delle esecuzioni» e «restrizioni dei diritti civili e politici», nonostante l’Unione Europea riconosca «i progressi compiuti in materia di diritti delle donne». Ma al tennis, ormai, sembra non importare più di tanto. La tentazione è stata troppo grande. Alla fine, anche questo sport ha accettato il compromesso. El Pais
Poco più di una settimana fa, l’Atp — l’organismo che governa il circuito maschile — e il Fondo di Investimento Pubblico (Pif) saudita hanno ufficializzato il passo finale: l’inclusione di un Masters 1000 arabo nel calendario a partire dal 2028. Missione compiuta, per entrambe le parti. «L’accordo segna una nuova era per il tennis mondiale e una trasformazione sportiva importante in Arabia Saudita, portando nel paese i nomi più celebri dello sport e offrendo un’esperienza indimenticabile», ha proclamato l’Atp, mentre il suo presidente, l’italiano Andrea Gaudenzi, si è mostrato orgoglioso: «Per noi è motivo di grande soddisfazione ed è il risultato di diversi anni di lavoro. Crediamo che i tifosi e i giocatori saranno entusiasti di ciò che sta arrivando».
Amnesty: “Sta funzionando, stanno comprando tutto e noi non ci scandalizziamo più”
In effetti, l’ostinazione araba per lo sport della racchetta nasce da lontano, considerando la sua natura globale, il potenziale economico e il valore simbolico che proietta. Il tennis, lo sport bianco: purezza, eleganza, universalità. In realtà, una mossa strategica per completare un puzzle di cui fanno già parte calcio, golf e Formula 1, tra le altre discipline, oltre a una buona dose di stelle internazionali. «Sta funzionando», spiegano ad Amnesty International. «Il calcio ha aperto la strada e poi hanno iniziato a comprare altri sport popolari per rafforzare l’opera di sportwashing, fino al punto che noi, come società, stiamo normalizzando tutto questo. Ci scandalizziamo sempre meno e se ne parla come se fosse una competizione qualsiasi. Stanno vincendo la battaglia», denunciano.
Edizione del 04/11/2025
4 Novembre 2025
Addio sviluppo sostenibile: dal rapporto Asvis obiettivi lontani per il nostro Paese
4 Novembre 2025Edizione del 03/11/2025
3 Novembre 2025
Memorandum con la Libia, proroga automatica tra abusi e respingimenti
3 Novembre 2025Il Memorandum tra Italia e Libia verrà prorogato automaticamente per altri tre anni. Il servizio di Giovanna Carnevale.
Il governo italiano aveva tempo fino a ieri per fermare il memorandum con la Libia che verrà dunque prorogato automaticamente per altri tre anni. L’accordo prevede il sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica e la collaborazione nel controllo delle frontiere, ma come spiega Amnesty Italia, in questi anni si è tradotto nella detenzione arbitraria di migliaia di persone e nel respingimento forzato di oltre 158 mila persone verso la Libia, dove torture, violenze, detenzioni arbitrarie e tratta di esseri umani sono documentate da Nazioni Unite, Corte penale internazionale e organizzazioni indipendenti.




