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Roma, crollo ai Fori Imperiali: simbolo dell’Italia che ancora muore di lavoro

di Redazione GRS


Il crollo della Torre dei Conti a Roma è sintomatico di un sistema che non funziona. Il servizio di Federica Bartoloni.

Il crollo della Torre dei Conti a Roma, che porta con se il drammatico bilancio di un lavoratore morto sotto le macerie e altri feriti – di cui uno grave – tra operai e forze di soccorso, è l’emblema in mondovisione di quello che nel nostro Paese accade ogni giorno. In uno dei luoghi più visitati al mondo si è assistito all’incuria riservata alla progettazione dei rischi nell’ambito dell’edilizia ed alla morte di un lavoratore di 66 anni, prossimo alla pensione. Quello di Octay Storici, l’operaio deceduto dopo 11 ore sotto le macerie ai Fori Imperiali, è il tipico ritratto della vittima dell’insicurezza dei cantieri: un professionista immigrato over 60 ancora intento nella sua vita di cantiere probabilmente a causa delle falle nel nostro sistema previdenziale. Aperta un’inchiesta per lesioni colpose condotta dalla Procura di Roma.

Credit Foto: Adnkronos

Lombardia, sanità pubblica a rischio: polemica sulla delibera regionale

di Redazione GRS


Fa discutere una delibera della Regione Lombardia che consente l’attivazione, all’interno delle strutture pubbliche del servizio sanitario nazionale, di percorsi di accesso alle prestazioni per i clienti di fondi integrativi e assicurazioni sanitarie. Per Arci la decisione, molto grave, va nella direzione di smantellare la sanità pubblica.

Il comunicato di Arci Nazionale:
La Regione Lombardia, con la delibera di giunta n. XII/4986 del 15 settembre, ha varato un provvedimento molto grave, che va nella direzione di rafforzare il progressivo smantellamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale, non solo della Lombardia.
La delibera, dal titolo “Determinazioni in merito alla disciplina delle prestazioni erogate da strutture ed enti pubblici del sistema socio sanitario regionale nell’ambito dell’assistenza sanitaria integrativa (fondi, mutue e assicurazioni)”, è passata sotto silenzio perché, essendo di Giunta, non è soggetta a pubblicazione, creando l’ennesimo atto di poca trasparenza verso la cittadinanza.
Il contenuto della delibera va a costruire una funzione sostitutiva dei Fondi e delle Mutue/assicurazioni, andando ben oltre la loro finalità integrativa, senza invece intervenire sulle cause che stanno determinando una crescita del ricorso della popolazione a queste forme di assistenza sanitaria integrative private.
Da molto tempo denunciamo i problemi che portano tanti cittadini, lombardi e non, a pagare le prestazioni rivolgendosi al regime di solvenza a causa del problema delle liste d’attesa.
Inoltre aumenta il numero di cittadini che abbandonano la cura a causa della loro situazione economica o per le distanze, spesso improponibili per i soggetti più fragili, tra il luogo di residenza e il luogo di somministrazione della prestazione.
Rimane inoltre il problema grave e strutturale di carenza di personale e dei carichi di lavoro sempre più elevati per quello in servizio, che diventeranno ancora più gravosi dovendo farsi carico anche delle prestazioni destinate a fondi, mutue e assicurazioni private.
Si va delineando un sistema sanitario sempre più diviso per “classi di censo”, non più universale e per tutti come riconosciuto dalla nostra Costituzione. Un sistema che si avvicina sempre di più a quello, sbagliato e discriminatorio, statunitense.
Anche alla luce dei pochi e insufficienti fondi per la Sanità pubblica previsti dalla legge di Bilancio in discussione in Parlamento, deve essere sempre più forte la voce dei partiti delle organizzazioni sindacali, associative e della cittadinanza per contrastare questa deriva.
Una deriva che fa della Lombardia un laboratorio che sarà molto probabilmente seguito dalle altre Regioni. Non dimentichiamo, infatti, che il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, si è proposto alla conferenza Stato-Regioni come il principale sostenitore di una proposta di “riforma del Servizio Sanitario Nazionale” dove il privato avrà la strada spianata, con l’esplosione delle
disuguaglianze nell’accesso alla salute.

Bambini e social: il convegno di Terre des Hommes per una nuova tutela digitale

di Redazione GRS


Oggi a Milano il convegno di Terre des Hommes dedicato alla tutela dei minori esposti sui social network. L’associazione lancia un appello per tutelare bambine e bambini che si trovano, molto spesso, inconsapevoli protagonisti dell’attività commerciale social dei propri genitori.

Terre des Hommes lancia un appello per tutelare bambine e bambini che si trovano, molto spesso, inconsapevoli protagonisti dell’attività commerciale social dei propri genitori.

La presenza di minorenni all’interno dei contenuti social di influencer e creator, anche a fini pubblicitari, è oggi sempre più pervasiva. Diventa necessario interrogarsi sulle conseguenze che questa esposizione può avere sui più piccoli e sul grado di consapevolezza e consenso che bambini e bambine possono esercitare.

La riflessione nasce dalla ricerca “Protagonisti consapevoli? La tutela dei minorenni nell’era dei family influencer”, svolta da Terre des Hommes Italia insieme a Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) e ALMED – Università Cattolica del Sacro Cuore, con il supporto dell’avvocata Marisa Marraffino, esperta di diritto dei media digitali.

Dal 7 al 16 novembre tutti in libreria per il progetto sociale #ioleggoperché

di Redazione GRS


Ioleggoperché – Dal 7 al 16 novembre nelle librerie aderenti al progetto sociale dell’Associazione italiana editori, sarà possibile acquistare libri da donare alle Scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado. Coinvolte oltre 29mila scuole e 4mila librerie in tutta Italia.

Organizzata dall’Associazione Italiana Editori, è resa possibile dal sostegno del Ministero della Cultura attraverso il Centro per il Libro e la Lettura ed è portata avanti in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

#ioleggoperché è l’iniziativa nazionale di educazione e promozione della lettura. Grazie all’energia, all’impegno e alla passione di insegnanti, librai, studenti ed editori, e del pubblico che ha contribuito al successo di #ioleggoperché, finora sono stati donati alle scuole oltre tre milioni di libri nuovi, che oggi arricchiscono il patrimonio librario delle biblioteche scolastiche di tutta Italia.

Sport e reinserimento: la Cremonese dona palloni al carcere di Cremona

di Redazione GRS


Nell’ambito della collaborazione tra Caritas e Casa Circondariale di Cremona, la Cremonese ha donato venti palloni da calcio per l’attività sportiva delle persone detenute. L’iniziativa risponde all’esigenza di incrementare l’attrezzatura sportiva a disposizione del carcere e promuove il rapporto con il territorio.

I palloni della Cremonese arrivano in carcere. Nell’ambito della collaborazione tra Caritas cremonese e Casa Circondariale di Cremona, U.S. Cremonese ha generosamente donato venti palloni da calcio tra i quali quelli della massima serie per l’attività sportiva delle persone detenute. Un’iniziativa che risponde all’esigenza di incrementare l’attrezzatura sportiva a disposizione del carcere e che continua la promozione del rapporto tra la Casa circondariale e il territorio.

“Da parecchi anni – è la dichiarazione di don Pier Codazzi, Direttore di Caritas cremonese – manteniamo una preziosa presenza in carcere, nell’attenzione, silenziosa ma costante, alla relazione con e per i detenuti, soprattutto nei confronti di chi è privo di una rete familiare. Questo si traduce nel fornire vestiario e piccoli contributi per i bisogni primari, come anche opportunità animative e sportive, realizzate con finalità educative. Recentemente ci sono stati chiesti palloni per poter giocare a calcio. Non è un bene superfluo, ma spesso è uno dei modi per passare in modo costruttivo una parte del tempo. Questo bisogno ha incontrato l’immediata disponibilità dell’U.S. Cremonese che ringraziamo: non solo ha donato i palloni per ogni sezione, ma ha deciso di giocare insieme, giovani calciatori con giovani detenuti, valorizzando la funzione sociale e inclusiva dello sport”.

“Desidero esprimere un sincero ringraziamento alla U.S. Cremonese, ai suoi dirigenti, allo staff e a tutti i giocatori che sono intervenuti qui – sono le parole della direttrice Giulia Antonicelli – Un vivo ringraziamento anche alla Caritas cremonese per la sua fondamentale collaborazione. Voglio ringraziare, infine, anche tutto il personale dell’Istituto che ha contribuito, con impegno e dedizione, alla buona riuscita dell’evento. Si tratta, per l’Istituto cremonese, di un segno concreto di attenzione e di sensibilità da parte dell’esterno, in particolare ad opera di una società sportiva che, pur militando attualmente in Serie A, ha voluto comunque dedicare tempo, presenza e risorse alla popolazione detenuta, dando luogo non soltanto ad un prezioso momento di incontro, ma anche ad una significativa occasione di apertura verso una realtà che risulta fisiologicamente chiusa. Ringrazio la Cremonese per averci generosamente donato venti palloni da calcio per l’attività sportiva delle persone detenute. Questa iniziativa risponde all’esigenza di incrementare l’attrezzatura sportiva a disposizione dell’Istituto Penitenziario e di consentire ai detenuti di dedicarsi all’attività sportiva. Un vivo ringraziamento, però, desidero esprimerlo anche in ragione della risorsa fondamentale del tempo e della presenza. Lo sport è veicolo e promotore di valori autentici ed universali quali il rispetto, l’inclusione e la solidarietà. La presenza di una realtà sportiva così importante all’interno della Casa Circondariale contribuisce a diffondere un messaggio di fiducia, di vicinanza e di possibilità di riscatto. Il calcio, infatti, come ogni disciplina sportiva, costituisce uno strumento educativo di grande valore, in quanto consente di insegnare e diffondere la cultura del rispetto delle regole, della disciplina, della capacità di stare in gruppo e di lavorare in squadra, riconoscendo il ruolo e il contributo di ciascuno. Lo sport favorisce la crescita personale, sviluppa lo spirito di sacrificio e di collaborazione e contribuisce al benessere psico-fisico di quanti vi prendono parte”.

“Lo sport è uno dei migliori strumenti di socializzazione – ha dichiarato il Direttore Generale di U.S. Cremonese Paolo Armenia – ha il potere di insegnare valori imprescindibili quali: il rispetto, la cooperazione e il saper stare in comunità. Auspichiamo che questa donazione diventi la scintilla per percorsi di riscatto stabili e costruttivi che aprano le porte a una nuova vita nella società”.

Al termine della consegna dei palloni, una squadra di detenuti ha disputato una partita con la squadra Primavera della US Cremonese sul campo all’interno del carcere. Un’occasione speciale che rientra nel percorso in atto tra Caritas cremonese e Casa Circondariale di Cremona, che ha lo scopo di promuovere la persona umana, favorire percorsi di riscatto, inclusione sociale e inserimento lavorativo, lavorare in rete con tutte le realtà che operano all’interno del carcere e sensibilizzare sul tema della giustizia.

Legge di Bilancio, Moretti: “Bene il 5 per mille, ma serve abolire il tetto”

di Redazione GRS


“Apprezziamo che questa Legge di Bilancio preveda l’aumento del tetto al 5 per mille”. Lo dice il portavoce del Forum del Terzo Settore Giancarlo Moretti, che auspica la sua totale eliminazione. Sul sistema di welfare – ha aggiunto –  sarebbero assolutamente necessari interventi strutturali.

“Apprezziamo che questa Legge di Bilancio preveda l’aumento, da 525 a 610 milioni, del tetto al 5 per mille: è un segnale di ascolto del mondo del Terzo settore, che negli ultimi mesi ha sottolineato con forza la necessità di ridurre la forbice tra ciò che i contribuenti destinano attraverso questo istituto e ciò che effettivamente arriva agli enti beneficiari”.  Lo dichiara Giancarlo Moretti, portavoce del Forum Terzo Settore.

“Continuiamo comunque a chiedere, come facciamo da anni, l’eliminazione del tetto: con solo due terzi dei contribuenti che oggi utilizza il 5 per mille, è facile aspettarsi uno sforamento anche del nuovo limite. Insistiamo inoltre – prosegue Moretti – sulla richiesta di eliminare l’Irap al Terzo settore, una tassa iniqua che paradossalmente pesa molto di più sul mondo del non profit che su quello delle imprese profit”.

“Tra le misure di welfare che guardiamo con maggior interesse vi sono quelle che riguardano la povertà: è positivo l’aumento delle risorse per l’Assegno di inclusione, ma l’impegno rimane comunque insufficiente considerando la gravità del fenomeno che vede 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta. Più in generale, sul sistema di welfare ci si limita a misure temporanee, mentre mancano e sarebbero assolutamente necessari interventi strutturali, in grado di incidere sulle cause delle fragilità e disuguaglianze e migliorare la condizione di vita delle persone nel medio-lungo periodo. Consideriamo comunque un importante passo in avanti l’attenzione rivolta, finalmente, ai caregiver, con il riconoscimento del loro ruolo e un fondo a loro sostegno – che sarà alimentato, però, a partire dal 2027” conclude il portavoce del Forum Terzo Settore.