Archivio Redazione GRS

Libano, cessate il fuoco fragile: 4 milioni hanno bisogno di aiuti

di Redazione GRS


Occhi sul Libano – Nonostante il cessate il fuoco in corso, nel Paese l’insicurezza è alta a causa delle violazioni persistenti e degli attacchi aerei israeliani quasi quotidiani, soprattutto nel Sud. Lo dice Intersos che spiega come 4 milioni di persone hanno bisogno di assistenza.

“Da alcune settimane sono ripresi gli ordini di evacuazione in Libano da parte di Israele, nelle aree più soggette ai loro attacchi, soprattutto nel Sud”. Inizia così il suo racconto dal campo  Vincenzo Paladino, operatore umanitario di INTERSOS nel Paese, testimone diretto di quanto sta accadendo su tutto il territorio. “Anche parte del nostro staff è sfollato, arrivano ordini di evacuazione immediata ai quali seguono attacchi mirati che distruggono case e villaggi. Questo è un modus operandi dell’esercito israeliano”, dice Paladino.

Tra gli attacchi più pesanti, in termini di perdite umane, va ricordato quello avvenuto lo scorso 18 novembre nel campo palestinese di Ein El Hilwe, il più letale compiuto da Israele sul territorio libanese dalla tregua siglata nel novembre 2024 con il gruppo Hezbollah. Un missile sganciato tra le case del campo, non lontano dalla città di Sidone, ha ucciso decine di palestinesi, in gran parte adolescenti.

Questo è lo scenario che si presenta in Libano da più di due anni, dall’inizio degli attacchi israeliani contro Gaza che poi sono estesi nella regione: sono stati coinvolti il Libano, la Siria, lo Yemen, l’Iraq e l’Iran. Dopo Gaza, è sicuramente in Libano che si sono manifestate le più gravi conseguenze di questa guerra per la popolazione civile, costretta a lasciare le proprie case in gran parte dei villaggi del sud e di altre aree del Paese, per via degli attacchi israeliani compiuti con l’intento di colpire le forze armate di Hezbollah.

Crediti foto: Save the Children

Servizio civile, 230 enti chiedono 100 milioni in più in Manovra

di Redazione GRS


Quanto vale il futuro? – All’indomani della giornata nazionale del Servizio civile, la campagna promossa da oltre 230 enti propone per la legge di bilancio un incremento di 100 milioni di euro per il Servizio civile. Si potrà così assicurare l’avvio per almeno 65.000 volontari, in modo coerente con la forte domanda dei giovani e con la necessità di dare stabilità al sistema.

Da più di 50 anni il Servizio Civile offre il suo prezioso contributo al radicamento dei principi costituzionali e alla costruzione della pace positiva, impegnando i giovani all’interno di interventi finalizzati alla tutela del bene comune, alla protezione e al sostegno delle persone fragili, alla tutela dei beni ambientali e del patrimonio storico e artistico, all’educazione, alla promozione dei Diritti Umani e alla cooperazione tra i popoli.
E’ inoltre, una delle poche politiche di partecipazione giovanile, una palestra di cittadinanza e un’opportunità formativa unica per i giovani, che fonda il processo di apprendimento sull’esperienza, che forma giovani cittadini capaci di assumersi responsabilità e di impegnarsi per le comunità, favorendo l’acquisizione di competenze civiche, sociali e professionali spendibili anche nei percorsi futuri, di vita e di lavoro.

In una situazione sempre più complessa a livello nazionale e internazionale, di sfilacciamento delle nostre comunità, di emergenze, di tensione sociale, investire nel servizio civile significa investire in un’esperienza che contribuisce al benessere di tutti e di tutte, all’inclusione, al contrasto alla violenza, alla coesione sociale delle comunità.
Se credere nel futuro significa non perdere la capacità di sognare e di progettare, allora noi ricordiamo al Governo e a tutti i cittadini e le cittadine, che esiste uno strumento che investe con fiducia nei giovani e offre loro la possibilità di sognare e di realizzare un cambiamento. E questo strumento è il Servizio Civile.
Dopo mesi di incertezza, la scelta lungimirante del Governo di investire 413 milioni che permetteranno l’avvio di circa 60.000 giovani, e di garantire un numero stabile di almeno 50.000 giovani per le annualità 2025-2027, permetterà agli enti di programmare i propri interventi e di assicurare quindi maggiore stabilità e continuità all’intero sistema per almeno altri quattro anni, e conseguentemente offrirà ai giovani l’opportunità di impegnarsi per la propria comunità e il bene comune.

Tuttavia, sono mediamente più di 100.000 i giovani che ogni anno chiedono di fare servizio civile, e quasi 90.000 i posti presentati dagli enti in progettazione.
La Campagna Quanto Vale il Futuro? persegue l’obiettivo dell’Universalità del Servizio Civile e per questo chiede di garantire un fondo ordinario stabile che ogni anno permetta l’avvio al servizio di un contingente minimo di almeno 60.000 operatori volontari. Chiede, inoltre, di adoperarsi sempre più per far sì che tutti i giovani che vogliono svolgere il servizio civile possano essere messi nelle migliori condizioni per farlo. Favorire la partecipazione dei giovani, quindi, significa non solo investire risorse ma anche diffondere tra i giovani la conoscenza del servizio civile, rafforzandone la promozione attraverso accordi con le scuole e le università e azioni di orientamento, e facilitare i processi di accesso per superare l’attuale modello concorsuale che rappresenta un ostacolo all’inclusione, sia per gli enti che per i giovani.
Una Campagna permanente che rappresenta un impegno fattivo da parte degli enti copromotori e di quanti aderiranno, per far crescere assieme alle istituzioni l’intero sistema servizio civile e rispondere sempre più alle sfide di questo tempo che ci obbliga a scelte coraggiose e impegnative per la costruzione di un mondo più giusto e umano di quello in cui stiamo vivendo.

Caro spesa, prezzi alimentari +25%: nasce il Manifesto delle associazioni

di Redazione GRS


Carrello insostenibile – Le Associazioni dei Consumatori scendono lanciano il “Manifesto per il contrasto al caro spesa” rivolto al governo affinché la prossima Legge di Bilancio non si limiti a misure tampone, ma offra tutele strutturali. Tra il 2021 e il 2025 infatti, i prezzi dei beni alimentari sono cresciuti quasi del 25%.

Leggi il Manifsto – https://legaconsumatori.it/2513-2/

Rap e inclusione: cinque giovani artisti firmano “Antropìa”

di Redazione GRS


Rap di comunità – Disponibile sulle piattaforme digitali l’album Antropìa. Il servizio di Patrizia Cupo.

Nasce “Antropìa”, il nuovo album firmato ForMattArt, e nato dal laboratorio rap UpToYou. Cinque giovani artisti – Akira, Loser, Loza, Radin e Vexx – guidati dal rapper Kiave, hanno trasformato vissuti personali e fragilità in sette tracce intense, registrate negli studi Macro Beats di Milano. Il progetto è frutto di un percorso educativo che usa la cultura hip hop come strumento di crescita, espressione e comunità. Nei quartieri, nelle scuole, nei laboratori, la musica diventa voce di chi spesso non ha spazio. “Antropia” è caos che diventa scelta, parola che diventa identità.

Milano-Cortina, meno della metà delle opere pronte prima dei Giochi

di Redazione GRS


Open Olympics – Mancano 53 giorni al via delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina e su 98 opere previste solo 42 verranno finite prima dell’evento. Sono i dati del 3° rapporto curato da Libera insieme a 20 associazioni, che analizza ciò che è accessibile dal portale Open Milano Cortina 2026, “ma soprattutto ciò che resta opaco, parziale e non del tutto conoscibile”.

Sedici interventi, inclusi otto essenziali (tra cui la pista da bob, l’innevamento artificiale e il Villaggio olimpico di Cortina) possono vantare “una consegna solo parziale (‘fine ante-olimpiadi’)” e non si riesce a “capire in che stato saranno allo scoccare del tempo olimpico”. Così racconta il terzo (ed ultimo) rapporto “Open Olympics” curato da Libera insieme a 20 associazioni. “Alla vigilia dei Giochi Invernali Milano Cortina: tra dati e non dati come si classifica il diritto di sapere?” analizza ciò che è accessibile in particolare dal portale Open Milano Cortina 2026, “ma soprattutto ciò che resta opaco, parziale, non del tutto conoscibile: i ‘non dati’”.

Il punto di partenza sono dunque le 98 opere previste per un investimento di 3.54 miliardi di euro, “di cui solo il 13% dedicate ai Giochi e l’87% alla legacy, soprattutto interventi stradali o ferroviari”. Detto appunto che solo 42 saranno concluse in tempo, quest’anno la data di fine lavori è stata posticipata per il 73% delle opere, “spesso in modo rilevante, con slittamenti che in alcuni casi superano i tre anni”. Inoltre, nei primi 10 mesi del 2025 il valore del piano delle opere cresce di 157 milioni di euro (+4,6%), con aumenti per 34 interventi già presenti, uno sdoppiamento e tre nuove opere. Le variazioni più rilevanti toccano Longarone (+43 milioni), Perca (+31 milioni) e Sondrio (+13,3 milioni). Ma nel report si segnala che “resta però impossibile capire chi stia sostenendo questi aumenti, perché il portale Open Milano Cortina 2026 non riporta le fonti di finanziamento”.

Accanto ai dati disponibili, il report elenca anche “questioni rimaste senza risposta perché i dati a disposizione non ci sono o sono pochi”. La prima è l’impatto ambientale: “Manca l’impronta di Co2 per singola opera, nonostante la metodologia sia prevista dal Cio. L’unico valore noto è la stima della Fondazione: 1.005.000 tonnellate di Co2 equivalente per l’intero ciclo dell’evento”. Il secondo tema riguarda la spesa complessiva dei Giochi: “Sappiamo quanto costa il Piano delle opere, ma non chi stia coprendo gli incrementi”. Il Budget Lifetime della Fondazione Milano Cortina è indicato in 1,7 miliardi, “ma il documento non è pubblico”. Si sa, per ora, che “per ogni euro destinato alle opere indispensabili ai Giochi, se ne spendono 6,6 per opere di legacy”.

Poi, i subappalti: “sono visibili i nomi, non i valori economici e non è possibile incrociare automaticamente i dati con la piattaforma Anac”. La rete Open Olympics 2026 sottolinea inoltre come il portale Open Milano Cortina 2026 copra solo una parte dell’intero perimetro olimpico. La sola Regione Lombardia, attraverso il portale “Oltre i Giochi 2026”, elenca 78 interventi per 5,17 miliardi, di cui 3,82 miliardi non presenti nel portale Open Milano Cortina 2026. “Risultato: asimmetria informativa sistemica”. Restano poi aperte tre domande: “Quante opere esistono davvero e quanto costano? Quanto costa la realizzazione dei Giochi e la tutela di salute e sicurezza? Come sta spendendo il Commissario alle Paralimpiadi i 328 milioni assegnati dal dl Sport?”. Il portale Open Milano Cortina 2026 ha permesso “di illuminare una parte rilevante, ma non esaustiva, della macchina olimpica”, ad ogni modo il monitoraggio andrà avanti “fino alla chiusura dell’ultimo cantiere”.

Il terzo report della rete Open Olympics 2026 “certifica la trasparenza del lavoro di Simico” nella realizzazione delle opere olimpiche in vista dei Giochi di Milano Cortina 2026. “Una trasparenza che per la società è un valore che si sostanzia, da oltre un anno, nel portale presente sul sito della società, che con periodici aggiornamenti ha fornito e continuerà a fornire tutti i dati sui cantieri soprattutto ai cittadini, ma anche alle testate giornalistiche nazionali, internazionali e locali che (come anche Libera e altre associazioni) hanno potuto realizzare i loro servizi, i loro articoli e i loro report grazie alla totale accessibilità delle informazioni garantita da Simico”. Lo scrive in un comunicato stampa la Società Infrastrutture Milano Cortina dopo la diffusione del terzo e ultimo report sulle opere olimpiche e i loro costi. Un report che si basa appunto su un portale “primo nel suo genere”, rimarca Simico. E aggiunge che “per ciò che attiene agli approfondimenti ambientali è in corso -come già comunicato- la redazione del Report di Sostenibilità che sta raccogliendo tutte le informazioni che saranno altrettanto disponibili. Per ciò che invece attiene alle fonti di finanziamento, sono quelle già indicate e pubblicate dal dpcm di riferimento e si rimanda poi alle fonti di legge previste”.

Simico, infine, “nel ringraziare le associazioni per la loro continua attenzione e collaborazione, conferma e ribadisce la propria disponibilità a migliorare ulteriormente -laddove necessario e possibile- questo lavoro, al solo fine di offrire una maggiore conoscenza e consapevolezza collettiva sul lavoro che sta realizzando, sulla professionalità e sulla correttezza assoluta del suo operato. Anche questo rappresenta una legacy immateriale virtuosa al servizio del Paese, nata proprio grazie all’occasione rappresentata dai Giochi Milano Cortina 2026″.

Gaza sotto l’acqua: la tempesta Byron aggrava la crisi degli sfollati

di Redazione GRS


Piove sul bagnato – La tempesta Byron ha colpito anche Gaza, mettendo a rischio circa 800 mila sfollati interni. Le forti piogge hanno allagato centinaia di insediamenti temporanei e le persone cercano rifugio negli edifici pericolanti, colpiti dai bombardamenti.

Secondo l’Oim,  l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, nonostante il cessate il fuoco, i palestinesi che hanno dovuto abbandonare le proprie case continuano a vivere in zone sovraffollate con poca protezione contro l’innalzamento del livello dell’acqua. In poco più di 48 ore due neonati e un bambino di nove anni sono morti assiderati nelle tende che non forniscono adeguato riparo dall’acqua e dal fango. Il bilancio sale così ad almeno 16 morti. Le Nazioni Unite stanno cercando di trasferire parte della popolazione dalla costa, più esposta al maltempo, verso l’interno, dove maggiore è il riparo, sebbene secondo dati Onu, oltre l’80% degli edifici della Striscia è stato abbattuto o danneggiato e le autorità sconsigliano di cercare rifugio tra le strutture pericolanti e a rischio crollo.

Le Acli al Parlamento Europeo: cento giorni di Carovana

di Redazione GRS


Cento giorni dopo – Oggi la Carovana Peace at Work chiude il suo viaggio con un incontro al Parlamento Europeo di Strasburgo, dove le Acli presenteranno sette proposte concrete per rilanciare l’impegno europeo sulla pace. Ascoltiamo il presidente Emiliano Manfredonia.

In poco più di cento giorni la Carovana Peace at Work ha attraversato questo Paese vivo: 78 tappe, oltre 500 testimoni ascoltati, più di 250 istituzioni civiche e religiose coinvolte, oltre 8000 persone raggiunte e 15.000 km percorsi su due furgoni da lavoro.
Un viaggio che ha raccolto la testimonianza di una rete di persone e realtà che non si arrendono alla logica della paura o dell’indifferenza, ma custodiscono e alimentano un futuro possibile.
Questa Italia esiste, resiste, costruisce.
Chiede solo di essere riconosciuta e ascoltata, perché la pace non è un settore fra tanti: è una priorità culturale che riguarda trasversalmente il lavoro dignitoso, la cura, l’educazione, lo sport, la cultura, l’economia sociale, la cooperazione internazionale, la giustizia, la tutela dell’ambiente e dei territori.
L’incontro sarà aperto dall’on. Marco Tarquinio.
Seguiranno: l’intervento di Maurizio Molinari, Capo Ufficio del Parlamento Europeo a Milano; gli interventi dei Parlamentari che hanno preso parte alla Carovana; i contributi delle Delegazioni italiane presso il Parlamento Europeo.
Le conclusioni saranno affidate a Emiliano Manfredonia, presidente nazionale ACLI.
Modera Simone Romagnoli, Delegato ACLI ai rapporti con l’UE.