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Campagna Sbilanciamoci: ecco la contromanovra fondata sulla pace

di Redazione GRS


Serve un’altra direzione – La Campagna Sbilanciamoci ha presentato la sua contromanovra finanziaria da 55 miliardi con la pace e il disarmo come stelle polari. Ascoltiamo Giulio Marcon.

«La Legge di Bilancio del governo Meloni è inadeguata, socialmente iniqua e, dal punto di vista fiscale e ambientale, regressiva», dichiara Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci!. «È una manovra che ripropone le stesse priorità dell’ultimo anno, concentrando risorse e investimenti sulla Difesa e l’industria militare e lasciando irrisolte le questioni che davvero stanno a cuore alle persone: l’aumento delle disuguaglianze, della povertà e del costo della vita, la crisi climatica, la perdita di capacità produttiva del Paese e l’indebolimento di welfare, sanità e istruzione pubblica». «Il Rapporto 2026 di Sbilanciamoci! – prosegue Marcon – propone una visione radicalmente alternativa: investire nelle persone, nei territori, nei beni comuni. Senza aumentare il debito pubblico, la nostra Controfinanziaria mostra come sia possibile destinare risorse consistenti ai servizi essenziali, alla giusta transizione ecologica, al lavoro, al reddito, alle politiche sociali e alla cooperazione internazionale, riducendo al tempo stesso spese militari e sussidi dannosi per l’ambiente». «Quello che è stato presentato oggi – conclude Marcon – è un modello alternativo e realistico di politica economica: una proposta costruita euro su euro che mette al centro giustizia fiscale, diritti, pace e sostenibilità, e che indica una direzione di sviluppo più equilibrata e più vicina ai bisogni del Paese».

Il Rapporto 2026 di Sbilanciamoci! è stato presentato in una affollata conferenza stampa al Senato con la presenza, tra gli altri, dei rappresentanti e Presidenti delle organizzazioni aderenti alla Campagna Sbilanciamoci!.

AISLA, Alberto Fontana tra i finalisti dell’Allied Health Award 2025

di Redazione GRS


Modelli positivi – A Toronto, AISLA – Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica – ha visto riconoscere la candidatura di Alberto Fontana all’Allied Health Professional Award 2025: il premio celebra un modello italiano, quello dei Centri Clinici NeMO, ecosistemi multidisciplinari dove la comunità è protagonista.

Il Terzo Settore italiano conferma il suo ruolo anche nella ricerca scientifica. Dal 2008, AISLA,

Fondazione Vialli e Mauro, Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon, soci fondatori di AriSLA,

assicurano fondi adeguati a finanziare studi dedicati alla SLA. Il finanziamento annunciato proprio in

queste ore è di 830 mila euro destinato a quattro progetti che coinvolgeranno 11 gruppi di ricerca tra

Bari, Brescia, Genova, Milano, Monza, Napoli, Roma e Torino, tra studi multicentrici e progetti pilota,

con focus su nuovi biomarcatori, monitoraggio più accurato e terapie mirate, consolidando la ricerca

italiana come asset strategico.

“Abbiamo visto che la cura non è un gesto isolato: è squadra, è presenza, è scelta quotidiana. Ogni

piccolo gesto, ogni promessa mantenuta costruisce futuro. AISLA è presenza concreta: nelle case,

negli ospedali, nei Centri NeMO, nella ricerca e nella tutela dei diritti” – dichiara Fulvia Massimelli,

presidente nazionale di AISLA.

Mentre a Toronto si chiude il congresso internazionale delle associazioni di pazienti, a San Diego apre il

Simposio Mondiale della Ricerca Scientifica, confermando come l’Italia della SLA sia al centro di un

network globale che unisce comunità, pratica clinica e innovazione scientifica.

 

 

Giornata Internazionale del Volontariato, Moretti: “Decisivo per lo sviluppo del Paese”

di Redazione GRS


Quel contributo che conta – Oggi In occasione della 40esima Giornata Internazionale del Volontariato (GIV), Forum Terzo Settore, CSVnet e Caritas sottolineano il valore e l’impatto dell’impegno gratuito che contraddistingue in positivo l’Italia: “l’impegno volontario genera cambiamento sociale e svolge un ruolo attivo nello sviluppo del Paese”, sottolinea Giancarlo Moretti, portavoce del Forum.

Si dedicano alla collettività senza tornaconto; sono competenti, spesso impegnati su più fronti, dalle azioni quotidiane alle emergenze; rimangono pilastro essenziale della partecipazione nel Paese. Sono i volontari italiani – 4,7 milioni per Istat – celebrati nella Giornata Internazionale del Volontariato (GIV) che ricorre il 5 dicembre. Pronti a contraddire con i fatti un’idea di società inevitabilmente orientata all’interesse personale, i volontari portano come e dove possono il loro contributo, e “ogni contributo conta”, come sottolinea il tema della GIV di quest’anno, giunta alla 40esima edizione.

Nel farlo, i volontari generano impatto visibile e insostituibile a favore della coesione sociale del Paese. La loro azione, come ricordato dal Presidente Sergio Mattarella, “è generosa espressione dei doveri inderogabili di solidarietà economica e sociale sanciti dalla Costituzione”.

Giancarlo Moretti, portavoce del Forum Terzo Settore: “In un’epoca storica in cui è facile essere pervasi da un senso di impotenza rispetto agli orrori delle guerre e alle forti tendenze individualistiche ed egoistiche, i volontari sono una fonte inestimabile di pace e solidarietà. Non solo: l’impegno volontario genera cambiamento sociale e svolge un ruolo attivo nello sviluppo del Paese: va quindi promosso, tutelato e valorizzato, attraverso un lavoro congiunto di istituzioni e Terzo settore”.

Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, l’associazione nazionale dei Centri di servizio per il volontariato: “Il messaggio scelto dalle Nazioni Unite coglie perfettamente il senso più profondo del volontariato: partecipare è sempre importante. Il tempo che una persona decide di donare agli altri, produce un valore reale e misurabile. In vista del 2026 – Anno internazionale del volontariato per lo sviluppo sostenibile – questo richiamo è ancora più forte: il contributo quotidiano di migliaia di volontarie e volontari aiuta le comunità a crescere e a costruire futuro. È su questa energia che il Paese può e deve continuare a investire”.

Don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana: “Il volontariato è scuola quotidiana di umanità e di cittadinanza. Ogni gesto gratuito custodisce una forza trasformativa che rigenera i legami, restituisce dignità alle persone e rende le nostre comunità più giuste e solidali. In un tempo segnato da fratture sociali, diseguaglianze e solitudini diffuse, i volontari sono segno concreto di una speranza che si fa prossimità, ascolto, cura e diventa profezia di un Paese che sceglie di ripartire dagli ultimi, mettendo al centro le persone e le relazioni”.

“Meno sprechi, mille sapori”: cento ricette contro lo spreco nate da 420 studenti

di Redazione GRS


Arte nel piatto – Dal minestrone brontolone fatto con le verdure abbandonate nel frigo al riso rinato, ripassato in padella il giorno dopo sono un centinaio le ricette anti spreco contenute nel ricettario “Meno sprechi, mille sapori” realizzato da 420 studenti e studentesse di alcune scuole medie milanesi con il progetto di Koinè cooperativa sociale.

“Il tema dello spreco alimentare è molto importante. Ogni giorno sprechiamo del cibo e questo si può evitare. Quando abbiamo qualcosa nel frigo di già aperto bisogno cucinarlo il prima possibile ed evitare che vada a male. È stato divertente mettersi alla prova nel fare queste strane ricette e lavorare con i genitori. Speriamo di darvi qualche suggerimento utile!” hanno scritto ragazze e ragazzi sulla prefazione del ricettario che è stato presentato alla stampa e che può essere scaricato dal sito di Koinè cooperativa sociale. Il ricettario è anche disponibile in versione digitale gratuita sulla MediaLibraryOnline MLOL.

Alla mattinata a Cerro hanno partecipato rappresentanti delle 27 classi tra scuole Primarie (Manzoni di Origgio, Cantalupo e Strobino di Cerro Maggiore) e Scuole Secondarie di I grado (Grassi di Uggiate con Ronago, Fermi di Gerenzano, Fermi e Tobagi di Lainate) che hanno potuto partecipare a una serie di laboratori sul tema dello spreco alimentare e sull’origine dei prodotti alimentari e hanno visitato la mostra a pannelli con i risultati dell’intero progetto svolto da settembre 2025. L’obiettivo è quello di ispirare anche altre famiglie a cucinare piatti alternativi, semplici e casalinghi per rendere più apprezzabili alcuni ingredienti insoliti e ridurre gli sprechi in cucina.

Mediterraneo, dieci anni di salvataggi: la voce delle Ong al Senato

di Redazione GRS


Dieci anni per salvare vite – Ieri a Roma le Ong Sar operanti nel mediterraneo centrale si sono confrontate al Senato per raccontare questo decennio di vite salvate e di rinascite, ma anche di enormi sofferenze e tragedie: da quel 3 ottobre 2013 è partita la mobilitazione per pattugliare le acque da parte della società civile.

Dopo due anni da quel 3 ottobre, un altro tragico naufragio ha riportato gli occhi del mondo sul mediterraneo centrale: il 18 aprile del 2015, a largo di Malta, più di 700 persone hanno perso la vita in mare. Da quel giorno, la società civile ha deciso che di fronte a questo scenario il silenzio sarebbe stato peggio dell’indifferenza della politica: nascono così le Ong Sar, che pattugliano il mare e soccorrono persone da ormai 10 anni, per colmare quel vuoto assordante lasciato dagli Stati europei.

L’OSTRUZIONISMO DELLA POLITICA

Nonostante l’intento umanitario, il tema dei salvataggi in mare diventa presto oggetto di discussione e divisione politica e terreno di scontro ideologico, come se il problema non fossero le persone da salvare ma la propria idea politica da difendere: dal 2017 inizia a prendere forma una narrazione costante volta a criminalizzare le Ong del soccorso in mare, e vengono varati una serie di provvedimenti pensati ad hoc per danneggiare le navi del soccorso civile. Nel 2018 con la stagione dei “porti chiusi” le navi le navi civili hanno dovuto affrontare stand-off lunghissimi, con ritardi nello sbarco che hanno messo a rischio persone già vulnerabili; la prassi dei porti lontani, tutt’ora in vigore, ha tenuto e tiene le navi lontane dalle zone critiche per giorni e giorni, costringendo equipaggio e naufraghi ad allungare inutilmente la propria permanenza (e la propria sofferenza) in mare. L’entrata in vigore del decreto Piantedosi nel 2023 ha poi tenuto le navi ferme per ispezioni o fermi amministrativi ingiustificati per intere settimane, ponendo nuove limitazioni alle imbarcazioni civili di soccorso e sanzioni pecuniarie: tra questi, il dovere di recarsi “senza ritardo” nel porto di sbarco assegnato, scoraggiando così i “soccorsi multipli” e mettendo i Capitani nelle condizioni di violare il decreto o le disposizioni del diritto marittimo internazionale che impongono il soccorso.

Con l’esternalizzazione delle frontiere, con accordi come quello Italia–Libia dal 2017, l’Europa ha delegato i controlli a Paesi non sicuri, moltiplicando intercettazioni e respingimenti illegali, e finanziando e proteggendo attori illegittimi come la Guardia Costiera Libica, che con le motovedette regalate dall’Italia opera contro il diritto marittimo internazionale, riportando le persone nei campi di detenzione libici, e attaccando violentemente le navi del soccorso civile come accaduto a noi lo scorso 24 agosto.

La Ocean Viking è ancora ferma in attesa di ultimare le riparazioni necessarie per il rientro in mare, nel frattempo le persone continuano a morire e chi dovrebbe intervenire continua a latitare: oggi come mai, a 10 anni di distanza dall’inizio delle nostre missioni, quando non sapevamo ancora a cosa stessimo andando incontro, siamo consapevoli che essere lì a salvare donne, uomini e bambini, nel rispetto di ogni logica umanitaria e del diritto marittimo internazionale sia fondamentale, oltreché giusto e necessario, al di là di ogni speculazione politica.

Sicurezza sul lavoro, continua la mobilitazione degli ispettori: servono riforme

di Redazione GRS


Cosa serve per la sicurezza – Continua la protesta degli ispettori del lavoro di fronte alle tante criticità. Il servizio è di Federica Bartoloni.

Continua la protesta a livello nazionale di Ispettori e Ispettrici del lavoro per la mancata presa in carico, confermata anche dai contenuti del nuovo Dl Sicurezza in corso di conversione in legge in questi giorni, delle molte criticità che affliggono da tempo l’ente. Le rivendicazioni portate in piazza continuano a chiedere una riorganizzazione strutturale dei servizi che sopperisca alla mancanza di organico, esacerbata da innumerevoli dimissioni e rinunce all’incarico a seguito dei mega concorsi in ragione del profondo divario tra competenze e retribuzione offerta, nonché alla frammentazione dei diversi organi ispettivi che si chiede vengano riuniti sotto uno stesso ente capace di coordinare le attività attualmente carenti nel loro compito volto alla prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro.