Archivio Redazione GRS

Flash mob a Roma: “Ecogiustizia subito” per i 42 siti nazionali ancora inquinati

di Redazione GRS


Nel nome del Paese inquinato – Italia maglia nera per le bonifiche. Flash mob delle associazioni a Roma. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

Si è svolto a Roma un Flash mob di ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera per denunciare il grave ritardo dell’Italia nella bonifica dei 42 siti di interesse nazionale che risultano ancora inquinati con pesanti ricadute e impatti sulla salute dei cittadini, sull’ambiente e sulla sfera economica e sociale dei territori. Si parla di quasi mille anni di ritardi sui siti inquinati, pari a circa 10 secoli di inadempienze. Le associazioni chiedono “Ecogiustizia Subito” e una strategia nazionale per il ripristino ambientale e la tutela della salute dei cittadini. Dal 26 novembre la seconda fase della campagna itinerante, con tappe nei luoghi simbolo delle bonifiche mancate.

Seminario interregionale Fqts: la dimensione politica del terzo settore

di Redazione GRS


La dimensione politica del terzo settore – Questo è il tiolo del seminario interregionale Fqts – formazione quadri terzo settore da domani a domenica a Vico Equense. Il progetto è promosso da Forum terzo settore e Csvnet con la collaborazione di Fondazione Con Il Sud. Tra i temi quello delle disuguaglianze.

Il ciclo formativo nasce per rafforzare nei dirigenti del Terzo settore una riflessione critica su visioni, etica e ruolo sociale, ispirandosi all’approccio dell’apprendimento trasformativo di Jack Mezirow. Il percorso prevede tre incontri online e due seminari in presenza: il primo, a novembre 2025, dedicato al tema delle disuguaglianze e delle vulnerabilità universali, e a l ruolo del Terzo settore; il secondo, in programma a marzo 2026, sarà co-progettato insieme ai partecipanti.

Le tre giornate di Vico Equense saranno dedicate al tema “L’impegno politico del Terzo Settore alla luce dei principi costituzionali, di fronte alle crescenti disuguaglianze nei diritti umani e sociali”. Il programma alternerà sessioni plenarie, lavori di gruppo e momenti laboratoriali, favorendo il confronto tra esperienze, territori e discipline. Tra i relatori interverranno:  Monica Di Sisto (FairWatch), Angelo Salento (Università del Salento), Andrea Volterrani (Università di Tor Vergata), Noemi Ciarniello (LUISS Guido Carli), Carlo Mazzei (architetto), Gianni Ruocco (Università La Sapienza) e Mattia Zunino (LUISS Guido Carli), con la moderzione di Giuseppe Manzo, Giornale Radio Sociale.

Decreto Sicurezza e madri detenute: l’appello per un’alternativa umana alla pena

di Redazione GRS


Donne dietro le sbarre – Dop caso della 24enne incinta in carcere a Venezia risale l’attenzione sugli effetti del decreto Sicurezza. Il servizio è di Giovanna Carnevale.

Nel nostro Paese ci sono attualmente 28 donne madri in carcere, di cui alcune incinte, e 26 figli. E un peso importante sui numeri dipende dalla norma, contenuta nel decreto Sicurezza, che rende facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio della pena per le donne in gravidanza e con figli sotto i 3 anni. Per il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, c’è chi si vanta di questa disumanità, ma il carcere non può essere l’unica risposta per una donna incinta che ha commesso un reato. Nessun bambino o bambina dovrebbe crescere dietro le sbarre.

Napoli celebra la decima Notte dei Filosofi tra coscienza e anima

di Redazione GRS


Coscienza e anima – A Napoli torna l’annuale appuntamento con la Notte dei Filosofi, organizzata dall’Associazione Filosofia fuori le Mura: si è giunti alla decima edizione, articolata in più appuntamenti dislocati in diverse sedi della città fino alle giornate finale domani e sabato al Maschio Angioino.

Alle ore 18, EXPERMENTUM ANIMAE ‘Racconto filosofico in parole e musica’ con Nicolò Zanette e Edoardo Cian (liceo Waldorf di Firenze). Alle ore 19 ‘Fotografi napoletani per Gaza’ mostra fotografica collettiva a cura di Maurizio Esposito con il ‘Laboratorio Irregolare’ di Antonio Biasiucci. Il ricavo della vendita online delle fotografie dei 44 artisti e artiste che espongono, è destinato a sostenere Emergency in Palestina.

Sabato 15 novembre alle ore 18, ‘La Memoria del Presente. Il Genocidio e Noi’ con Sara Borrillo a seguire ‘Oggetti e Memoria, storie dalla Bosnia’ con Giulia Levi. 

Alle ore 19 dialogo a tre voci su ‘Coscienza, corpo e movimento’ con Francesco V. FerraroFilippo Gomez Paloma e Maria Luisa Iavarone. 

Alle ore 20 restituzioni in assemblea su ‘La coscienza e l’anima del presente’ con Nino DanieleGiuseppe Ferraro, Simona Marino e Gennaro Matino. 

Si conclude, dalle 21.30 con Silvio Talamo, musica e poesia.

Giuseppe Ferraro, il filosofo dell’amore, delle carceri, dei bambini, della strada, presidente di Filosofia fuori le Mura, afferma: Viviamo un tempo di decostituzione della coscienza e dello Stato, con i poteri che violano diritti internazionali e umani; la banalità è azione di sistema, con una sola finalità incomprensibile: distruggere la vita della Terra inquinando e facendo guerre per le cosiddette “terre rare”, sfruttate per il valore economico dei dispositivi elettronici. 

L’anima è relegata a poeti, metafisici, filosofi – buona compagnia, ma isolata come la bellezza separata dal bene, come il mezzo dal fine, la parola dalla relazione, per una “persona” ridotta a macchina di ripetizioni senza ritorno a sé.

La politica è automa di promesse elettorali, divisiva, non riferisce al legame sociale la soluzione che sta al fondo di ogni problema. L’unico vero fine che può impegnare il governo di sé e degli altri è la felicità. La facilità del fare non è la felicità di essere e operare.

Filosofia fuori le Mura promuove, come ogni anno, la Notte dei Filosofi non per professione di discorsi, ma per animare fra cittadini, studenti/e, persone libere un dialogo corale per una città che diventi scuola dei legami sociali.

Strade insicure per i ciclisti: il Politecnico di Milano mappa le vittime

di Redazione GRS


La mappatura della strage – In Italia quella dei ciclisti è una strage silenziosa. Solo quest’anno sono già 174 le vittime. Il Politecnico di Milano ha realizzato l’Atlante italiano dei morti e dei feriti gravi in bicicletta, la più completa mappatura mai prodotta nel Paese.

Secondo i dati dell’Osservatorio Ciclisti Asaps–Sapidata dal 1° gennaio al 26 ottobre 2025 risultano 192 ciclisti deceduti sulle nostre strade. Sono 174 uomini e 18 donne. Numeri che raccontano la pericolosità di un sistema stradale che continua a considerare la bicicletta un mezzo di trasporto secondario anziché un diritto di mobilità da tutelare.

A fronte di questa realtà non bastano più denunce o appelli. Servono strumenti per capire, prevenire e intervenire. Con questo spirito è stato realizzato l’Atlante italiano dei morti (e dei feriti gravi) in bicicletta, la più completa mappatura dell’incidentalità ciclistica mai realizzata in Italia, a cura del Politecnico di Milano che lo ha da poco presentato.

Frutto di una ricerca condotta dal Competence centre on anti-fragile territories – Craft del Politecnico, l’Atlante analizza e geolocalizza i dati Istat sugli incidenti ciclistici dal 2014 al 2023, offrendo per la prima volta una visione precisa e accessibile comune per comune di dove, come e quando accadono gli incidenti. A guidare il progetto Paolo Bozzuto, docente del Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico, insieme ai professori Emilio Guastamacchia, Fabio Manfredini e Shidsa Zarei.

«La ricerca è nata quasi come una reazione civile alle continue notizie di incidenti e morti in bicicletta degli ultimi anni», spiega Fabio Manfredini, «con i colleghi ci siamo chiesti se fosse possibile conoscere meglio il fenomeno, capire dove e perché accade e offrire strumenti concreti alle amministrazioni. Perché come Dipartimento di architettura e studi urbani ci occupiamo di costruire quadri conoscitivi utili per orientare le politiche pubbliche».

Cesvi alla COP30: eventi estremi, la seconda causa di malnutrizione dopo le guerre

di Redazione GRS


Allarme globale – Durante la COP30 di Belém Cesvi richiama l’attenzione sull’impatto crescente della crisi climatica sulla fame nel mondo. Il servizio di Fabio Piccolino.

Gli eventi climatici estremi sono oggi la seconda causa di malnutrizione dopo i conflitti.  Lo ricorda Cesvi mentre in Brasile si svolge il vertice globale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.
Nel 2024, siccità e inondazioni hanno spinto oltre 96 milioni di persone verso la fame acuta, più del triplo rispetto al 2018 e 24 milioni in più rispetto al 2023. L’organizzazione lancia un appello affinché si intraprendano azioni immediate su larga scala contro la crisi ambientale, prima che l’emergenza umanitaria diventi una catastrofe irreversibile per milioni di persone.

Il 15 novembre torna il Climate Pride: in piazza a Roma per la giustizia climatica

di Redazione GRS


Per la giustizia climatica – Il 15 novembre le strade di Roma si trasformeranno in un corteo di colori, musica e rivendicazioni. Torna il Climate Pride, la grande street parade che unisce decine di associazioni di terzo settore, collettivi e movimenti in nome della giustizia climatica.

Il Climate Pride, giunto alla sua seconda edizione, prenderà il via alle ore 14:00 da Piazzale Aldo Moro a Roma, e si annuncia come una grande mobilitazione nazionale dal carattere gioioso e ribelle.

Decine di realtà sociali, ambientali e culturali si uniranno per chiedere una trasformazione ecologica equa e solidale, sfilando per le vie della capitale per sollecitare istituzioni e opinione pubblica a cambiare rotta e abbandonare i combustibili fossili.

La manifestazione, organizzata come una festa di strada collettiva, metterà in discussione un sistema economico e produttivo che, alimentato dall’uso di fonti fossili, genera ingiustizie, conflitti e crisi ambientali. È un modello antropocentrico che considera la Terra come una risorsa inesauribile, con conseguenze drammatiche per la biodiversità e la salute del pianeta.

L’intento è ribaltare questa visione, immaginando una nuova alleanza tra gli esseri umani e tutte le forme di vita per promuovere la giustizia climatica e un equilibrio rinnovato tra l’uomo e l’ambiente.

Studenti iraniani fermi in patria: l’Italia non concede i visti

di Redazione GRS


Studiare in Italia – Centinaia di studenti iraniani regolarmente iscritti nelle nostre università sono da mesi bloccati in Iran perché l’ambasciata italiana non fissa l’appuntamento per l’esame della domanda di visto. Una situazione grave che si spera sia presto sbloccata, grazie al ricorso dell’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione, che il Tribunale di Torino ha già accolto.

Ogni anno oltre 3.000 studenti e studentesse iraniani vengono ammessi nelle università italiane, che vantano intensi contatti con la comunità iraniana; questa rappresenta infatti la più numerosa comunità di studenti stranieri (oltre 13.000) del cui apporto beneficia anche l’Italia, paese che è al penultimo posto in Europa per numero di laureati.

Una volta ammessi all’università, però, gli studenti devono ottenere il visto di ingresso entro il 30 novembre e quest’anno l’ambasciata italiana a Teheran ha comunicato l’apertura delle prenotazioni per il visto solo il 2 maggio per chiuderla 6 giorni dopo proprio fino al 30 novembre; ciò sta rendendo di fatto impossibile ottenere tempestivamente il visto, con la conseguente “condanna” degli studenti alla perdita dell’anno accademico.

Accogliendo il ricorso di un cittadino iraniano e di ASGI (che ha agito in favore di tutti gli altri esclusi) il Tribunale di Torino (giudice Chiara Comune) ha ordinato al Ministero degli Esteri e della Cooperazione italiana (MAECI) e all’Ambasciata italiana a Teheran di fissare l’appuntamento per l’esame delle domande entro il 30 novembre. Centinaia di studenti stanno già da ieri pressando l’Ambasciata per ottenere la data dell’appuntamento.