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Festival dell’Educazione Emotiva: a Viterbo la terza edizione con 400 studenti

di Redazione GRS


Emozioni al centro – Da domani al 29 novembre Viterbo ospita il Festival dell’Educazione Emotiva, un appuntamento giunto alla terza edizione e che coinvolgerà oltre 400 studenti delle scuole primarie e secondarie. Organizzato dal Comune di Viterbo in collaborazione con l’Istituto psicologico europeo, il festival nasce con un obiettivo chiaro: riconoscere l’educazione emotiva come un elemento dirimente per la crescita personale e sociale delle nuove generazioni.

Quello tra il 20 e il 23 novembre sarà tutto un week end dedicato alla lotta alla Violenza. Da domani a domenica, AiCS celebra a Salsomaggiore Terme  l’evento nazionale “Donne e sport”, che unisce confronti, formazione sportiva al campionato nazionale di Catch’N Serve Ball, mix tra pallavolo e palla rilanciata, aperto a donne e uomini over 35 in ottica inclusiva e paritaria. E’ uno sport “dolce” – a basso impatto aerobico – che ha come obiettivo quello di portare sul campo da gioco persone adulte che hanno abbandonato lo sport da giovani o che, lo sport, non l’hanno fatto mai. L’evento gode del finanziamento del Ministro dello sport e dei giovani, e del sostegno della Regione Emilia Romagna. Vi partecipano in tutto 350 atleti.

E’ invece un flash mob nazionale “Parete di genere”, incontro di padel che, sabato 22 novembre dalle 10 in contemporanea in 50 circoli di padel sparsi in 17 province diverse e di tutta Italia, porterà sul campo circa 1.100 atleti di ogni età – uomini e donne. La battuta di inizio si giocherà all’X4 Padel Club di Ostia che, dalle 9, ospiterà anche il talk nazionale sul rapporto tra sport, salute femminile e violenza. Il talk – trasmesso in diretta streaming sui canali social AiCS (@aicsdn) – sarà aperto dal presidente nazionale di AiCS Bruno Molea e dalla presidente della commissione di parità di AiCS, Viviana Neri. Presenti anche: Marta Bonafoni, Coordinatrice nazionale della segreteria del Pd, con delega al Terzo Settore e ai rapporti con le associazioni; Sasha Damiani, medica-chirurga e specialista per Peer, Salute femminile; Filippo Tiberia, responsabile Sport AiCS nazionale. I lavori saranno moderati dall’avvocata Ester di Napoli, componente della Commissione nazionale di parità e responsabile dell’Area infanzia e adolescenza del dipartimento Terzo Settore di AiCS.

Bentegodi di Verona, uomini e donne in campo nello stesso stadio

di Redazione GRS


Stesso stadio, stesso pubblico – Ieri, per la prima volta, uomini e donne hanno giocato a calcio nello stesso stadio. È successo al Bentegodi di Verona, dove le due squadre dell’Hellas sono scese in campo una dopo l’altra e il pubblico ha potuto assistere con lo stesso biglietto ad entrambi gli incontri.

L’incredulità delle giocatrici all’annuncio del presidente Italo Zanzi è quella di chi vede realizzare il proprio sogno: giocare davanti a un grande pubblico, in un grande stadio teatro di uno scudetto leggendario. Dopo Verona-Parma di Serie A di calcio, che si è giocata alle 12.30, con lo stesso biglietto i tifosi hanno potuto assistere a Verona-Res Roma di Serie B femminile. Un double header, doppia partita, mai organizzato finora in Italia.

Dal ’68 a oggi la Serie A di calcio femminile ha visto la partecipazione di ben sei squadre veronesi, con otto scudetti vinti, cinque custoditi nella bacheca dell’Hellas. Le atlete che hanno fatto la storia di questo sport in Italia sono passate da qui. Da quattro stagioni la squadra milita in Serie B, dove giocano anche il Verona e il Vicenza.

La dimensione politica del Terzo settore per abbattere il muro delle disuguaglianze

di Redazione GRS


Bentrovati all’ascolto del GRSweek. In studio Anna Monterubbianesi e Giuseppe Manzo

Si è svolto a Vico Equense il primo seminario del percorso “La dimensione politica del Terzo settore”, nell’ambito del progetto FQTS, Formazione dei Quadri del Terzo Settore meridionale. Tre giornate di confronto su disuguaglianze, diritti e ruolo politico del Terzo settore. È evidente oggi a tutti che il nostro paese è attraversato da disuguaglianze crescenti e diritti che vengono negati o resi fragili. Sono disuguaglianze sociali, economiche, di genere, sanitarie e territoriali, che condizionano le vite delle persone e mettono in discussione la coesione democratica. Continua a leggere

Associazioni in tribunale contro Leonardo: “Stop alle armi a Israele”

di Redazione GRS


In nome della legge – Alcune organizzazioni della società civile, tra cui Arci, Acli e AssoPacePalestina hanno intrapreso un’azione legale per chiedere che vengano dichiarati nulli i contratti stipulati da Leonardo Spa con lo Stato di Israele, relativamente alla vendita e alla fornitura di armi. Il commercio di armi – spiegano – è in contrasto con la Costituzione e con la legge italiana.

Il 29 settembre 2025 le associazioni AssoPacePalestina, A Buon Diritto, ATTAC Italia, ARCI, ACLI, Pax Christi, Un Ponte Per e la Dott.ssa Hala Abulebdeh o Abu Lebdeh, cittadina palestinese, rappresentate e difese dagli Avvocati Luca Saltalamacchia e Veronica Dini, affiancati dagli Avvocati Michele Carducci e Antonello Ciervo, hanno depositato un ricorso presso il Tribunale civile di Roma, per chiedere che vengano dichiarati nulli i contratti stipulati da Leonardo Spa e sue controllate con lo Stato di Israele, relativamente alla vendita e alla fornitura di armi all’IDF.

Leonardo Spa è tra i maggiori produttori di armi al mondo e lo Stato italiano, attraverso il ministero dell’Economia e delle Finanze, ne è azionista di maggioranza. Israele da decenni è responsabile di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani, non solo a Gaza, ma in tutta la Cisgiordania e a Gerusalemme. Da ben prima del 7 ottobre 2023 lo Stato di Israele porta avanti in Cisgiordania e a Gaza un’occupazione militare e un apartheid sistematico alimentati anche dalle armi che vengono vendute da partner esteri.

L’atto di citazione chiede l’accertamento e conseguente annullamento dei contratti di fornitura di materiali d’armamento stipulati dalla società Leonardo S.p.a., le sue controllate o intermediarie con lo Stato di Israele e le imprese da esso autorizzate, per persistente violazione dei divieti tassativi imposti dalla Costituzione, dalla legge, dalle altre fonti imperative sul ripudio della guerra, dalla normativa sovranazionale e dagli accertamenti dei competenti organi ONU.

Secondo quanto denunciato dalle associazioni ricorrenti, la vendita e la fornitura di armi a Israele da parte di Leonardo Spa è in contrasto:

con l’articolo 11 della Costituzione, perché Israele sistematicamente usa la guerra come strumento di oppressione nei confronti di un popolo – quello palestinese – e come strumento di risoluzione delle controversie internazionali;

con la legge n. 185 del 1990, che vieta l’esportazione di armamenti verso Stati le cui politiche confliggono con l’art. 11 della Costituzione italiana o i cui governi siano responsabili di violazioni delle Convenzioni internazionali sui diritti umani, accertati dagli organi competenti delle Nazioni Uniti, come il caso dello Stato di Israele;

con quanto previsto nei Codici Etici e negli strumenti di due diligence della stessa Leonardo SpA.

Se il Tribunale civile di Roma riconoscerà la nullità dei contratti di fornitura di armi, Leonardo e lo Stato italiano non potranno più garantire sostegno militare ad Israele.

Inoltre, gli attori chiedono alla magistratura che sia vietata la futura vendita di armi e di tecnologie militari a Israele, in particolare di quelle ad oggi utilizzate nelle operazioni di terra e di cielo contrarie al diritto internazionale, condotte contro la popolazione palestinese.

Questa iniziativa rappresenta una delle prime azioni legali lanciate contro una compagnia privata e un Paese membro dell’UE, che sono coinvolti in accordi per la fornitura e la vendita di armi con lo Stato di Israele. Con questa causa, le associazioni promotrici chiedono a Leonardo Spa e allo Stato italiano di assumersi le proprie responsabilità di fronte allo sterminio e alle innumerevoli sofferenze causate alla popolazione palestinese, a Gaza e non solo, causati dall’IDF e dal Governo israeliano.

ActionAid apre il Museo del Patriarcato: un viaggio verso il futuro, nel 2148

di Redazione GRS


Un futuro possibile – Action Aid ha inaugurato a Roma il Museo del Patriarcato. Un viaggio immersivo nel 2148, anno in cui – secondo l’ultimo Global Gender Gap Report – sarà finalmente raggiunta l’uguaglianza di genere. Ascoltiamo la Co-Segretaria Generale Katia Scannavini.

Buste paga di colori diversi per uomini e donne, ante segnate da pugni, specchi che restituiscono frasi di mansplaining. Sono alcune delle opere esposte al MUPA – Museo del Patriarcato, inaugurato a Roma in anteprima mondiale  da ActionAid in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ad accompagnare l’apertura ufficiale, l’attrice Violante Placido, che ha dichiarato: “Il patriarcato ha tante sfaccettature, certo nel tempo alcuni aspetti sono stati superati ma non ancora del tutto, qualunque negazione della sua esistenza è frutto della paura di nuovi equilibri. La  libertà della donna nella società al pari di un uomo fa sì che certi privilegi a cui l’uomo è abituato vengano meno, ed è per questo che alcuni uomini scalpitino, e cercano di sminuirne l’esistenza, ma da certe consapevolezze non si può tornare indietro solo
andare avanti. È tempo di costruire insieme un cammino più vero e potenzialmente più complice”.

Non autosufficienza, l’OCSE: Italia in ritardo sull’assistenza domiciliare ai fragili

di Redazione GRS


Il welfare di domani – L’Italia deve accelerare sulla riorganizzazione dell’assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti. È quanto emerge dal nuovo rapporto dell’OCSE che fotografa una domanda assistenziale in forte crescita e un sistema ancora troppo frammentato. Tra le raccomandazioni, quella di integrare i servizi sociali e sanitari.

Secondo il report, all’inizio del 2025 gli over 65 rappresentavano il 24,7% della popolazione, mentre gli over 80 costituivano l’8%. Le proiezioni indicano che entro il 2050 queste percentuali saliranno rispettivamente al 37% e al 15%.

Tra le persone con più di 65 anni, il 13,7% presenta almeno una limitazione nelle attività della vita quotidiana (ADL) e il 15,9% in quelle strumentali (IADL). Numeri che segnalano una crescita costante della non autosufficienza e una pressione crescente sull’assistenza territoriale.

Legacoop Sardegna, lettera alle istituzioni: “Servizi 118 in crisi per risorse insufficienti”

di Redazione GRS


Così non va – Legacoop Sardegna scrive una lettera aperta alle istituzioni per denunciare il ritardo nell’affrontare le criticità che diversi soggetti del terzo settore si trovano ad affrontare nell’ambito dei servizi di emergenza urgenza 118. La dotazione di risorse – spiegano – è inadeguata e incerta, a fronte della necessità di programmare investimenti per la salute dei cittadini.

Ci troviamo costretti a scrivere questa “lettera aperta” per denunciare il ritardo, se non la perdurante inerzia, nell’affrontare le gravi criticità che contraddistinguono le attività svolte nell’ambito dei servizi di emergenza urgenza 118 dai diversi soggetti del terzo settore convenzionati con Areus.

Un ritardo che, per quel che concerne nello specifico la cooperazione sociale, determina un crescendo di uno stato di incertezza del futuro lavorativo dei soci, dei dipendenti e delle stesse organizzazioni, sempre più costrette a fare i conti con una dotazione di risorse inadeguata e incerta a fronte della necessità di programmare investimenti e spese a garanzia della qualità delle attività da erogare ai cittadini.

Sono passati ormai 10 mesi (24 gennaio 2025) dall’ultimo incontro tenuto presso l’Assessorato alla Sanità per discutere la nuova convenzione da stipulare per la gestione delle postazioni e definire il percorso che avrebbe dovuto portare alla riorganizzazione del sistema dell’emergenza urgenza in coerenza con i principi indicati dalla riforma nazionale del terzo settore.

A fronte delle dichiarazioni di voler lavorare in maniera partecipata e in tempi brevi, si disse 6 mesi, alla definizione di una convenzione per mettere in sicurezza le attività in essere e accompagnarle in un processo di profondo cambiamento del sistema, non possiamo che constatare che queste dichiarazioni risultano completamente disattese e senza alcun
seguito concreto.

Ancora nel mese di giugno, nell’ambito di incontri formalmente richiesti dalla nostra Associazione di rappresentanza, alla presenza degli Assessori alla Sanità e del Lavoro, del Commissario di AREUS e di importanti funzionari di tali istituzioni, sono state espresse identiche dichiarazioni che ad oggi risultano lettera morta. Questa situazione risulta sempre più insostenibile!

Una attività di fondamentale importanza per la vita dei cittadini e delle cittadine, che richiede una sempre maggiore qualificazione e professionalizzazione degli operatori che vi sono impegnati, rimane in un limbo di indecisioni e precarietà.

Ribadiamo l’urgente necessità di definire le nuove regole per l’organizzazione e gestione dell’emergenza urgenza, crediamo indispensabile che si giunga, anche tramite una fase transitoria ma ben delimitata, al riconoscimento ai soggetti gestori dei costi necessari per la regolare contrattualizzazione del personale impegnato nelle postazioni.