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Milano-Cortina, meno della metà delle opere pronte prima dei Giochi

di Redazione GRS


Open Olympics – Mancano 53 giorni al via delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina e su 98 opere previste solo 42 verranno finite prima dell’evento. Sono i dati del 3° rapporto curato da Libera insieme a 20 associazioni, che analizza ciò che è accessibile dal portale Open Milano Cortina 2026, “ma soprattutto ciò che resta opaco, parziale e non del tutto conoscibile”.

Sedici interventi, inclusi otto essenziali (tra cui la pista da bob, l’innevamento artificiale e il Villaggio olimpico di Cortina) possono vantare “una consegna solo parziale (‘fine ante-olimpiadi’)” e non si riesce a “capire in che stato saranno allo scoccare del tempo olimpico”. Così racconta il terzo (ed ultimo) rapporto “Open Olympics” curato da Libera insieme a 20 associazioni. “Alla vigilia dei Giochi Invernali Milano Cortina: tra dati e non dati come si classifica il diritto di sapere?” analizza ciò che è accessibile in particolare dal portale Open Milano Cortina 2026, “ma soprattutto ciò che resta opaco, parziale, non del tutto conoscibile: i ‘non dati’”.

Il punto di partenza sono dunque le 98 opere previste per un investimento di 3.54 miliardi di euro, “di cui solo il 13% dedicate ai Giochi e l’87% alla legacy, soprattutto interventi stradali o ferroviari”. Detto appunto che solo 42 saranno concluse in tempo, quest’anno la data di fine lavori è stata posticipata per il 73% delle opere, “spesso in modo rilevante, con slittamenti che in alcuni casi superano i tre anni”. Inoltre, nei primi 10 mesi del 2025 il valore del piano delle opere cresce di 157 milioni di euro (+4,6%), con aumenti per 34 interventi già presenti, uno sdoppiamento e tre nuove opere. Le variazioni più rilevanti toccano Longarone (+43 milioni), Perca (+31 milioni) e Sondrio (+13,3 milioni). Ma nel report si segnala che “resta però impossibile capire chi stia sostenendo questi aumenti, perché il portale Open Milano Cortina 2026 non riporta le fonti di finanziamento”.

Accanto ai dati disponibili, il report elenca anche “questioni rimaste senza risposta perché i dati a disposizione non ci sono o sono pochi”. La prima è l’impatto ambientale: “Manca l’impronta di Co2 per singola opera, nonostante la metodologia sia prevista dal Cio. L’unico valore noto è la stima della Fondazione: 1.005.000 tonnellate di Co2 equivalente per l’intero ciclo dell’evento”. Il secondo tema riguarda la spesa complessiva dei Giochi: “Sappiamo quanto costa il Piano delle opere, ma non chi stia coprendo gli incrementi”. Il Budget Lifetime della Fondazione Milano Cortina è indicato in 1,7 miliardi, “ma il documento non è pubblico”. Si sa, per ora, che “per ogni euro destinato alle opere indispensabili ai Giochi, se ne spendono 6,6 per opere di legacy”.

Poi, i subappalti: “sono visibili i nomi, non i valori economici e non è possibile incrociare automaticamente i dati con la piattaforma Anac”. La rete Open Olympics 2026 sottolinea inoltre come il portale Open Milano Cortina 2026 copra solo una parte dell’intero perimetro olimpico. La sola Regione Lombardia, attraverso il portale “Oltre i Giochi 2026”, elenca 78 interventi per 5,17 miliardi, di cui 3,82 miliardi non presenti nel portale Open Milano Cortina 2026. “Risultato: asimmetria informativa sistemica”. Restano poi aperte tre domande: “Quante opere esistono davvero e quanto costano? Quanto costa la realizzazione dei Giochi e la tutela di salute e sicurezza? Come sta spendendo il Commissario alle Paralimpiadi i 328 milioni assegnati dal dl Sport?”. Il portale Open Milano Cortina 2026 ha permesso “di illuminare una parte rilevante, ma non esaustiva, della macchina olimpica”, ad ogni modo il monitoraggio andrà avanti “fino alla chiusura dell’ultimo cantiere”.

Il terzo report della rete Open Olympics 2026 “certifica la trasparenza del lavoro di Simico” nella realizzazione delle opere olimpiche in vista dei Giochi di Milano Cortina 2026. “Una trasparenza che per la società è un valore che si sostanzia, da oltre un anno, nel portale presente sul sito della società, che con periodici aggiornamenti ha fornito e continuerà a fornire tutti i dati sui cantieri soprattutto ai cittadini, ma anche alle testate giornalistiche nazionali, internazionali e locali che (come anche Libera e altre associazioni) hanno potuto realizzare i loro servizi, i loro articoli e i loro report grazie alla totale accessibilità delle informazioni garantita da Simico”. Lo scrive in un comunicato stampa la Società Infrastrutture Milano Cortina dopo la diffusione del terzo e ultimo report sulle opere olimpiche e i loro costi. Un report che si basa appunto su un portale “primo nel suo genere”, rimarca Simico. E aggiunge che “per ciò che attiene agli approfondimenti ambientali è in corso -come già comunicato- la redazione del Report di Sostenibilità che sta raccogliendo tutte le informazioni che saranno altrettanto disponibili. Per ciò che invece attiene alle fonti di finanziamento, sono quelle già indicate e pubblicate dal dpcm di riferimento e si rimanda poi alle fonti di legge previste”.

Simico, infine, “nel ringraziare le associazioni per la loro continua attenzione e collaborazione, conferma e ribadisce la propria disponibilità a migliorare ulteriormente -laddove necessario e possibile- questo lavoro, al solo fine di offrire una maggiore conoscenza e consapevolezza collettiva sul lavoro che sta realizzando, sulla professionalità e sulla correttezza assoluta del suo operato. Anche questo rappresenta una legacy immateriale virtuosa al servizio del Paese, nata proprio grazie all’occasione rappresentata dai Giochi Milano Cortina 2026″.

Gaza sotto l’acqua: la tempesta Byron aggrava la crisi degli sfollati

di Redazione GRS


Piove sul bagnato – La tempesta Byron ha colpito anche Gaza, mettendo a rischio circa 800 mila sfollati interni. Le forti piogge hanno allagato centinaia di insediamenti temporanei e le persone cercano rifugio negli edifici pericolanti, colpiti dai bombardamenti.

Secondo l’Oim,  l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, nonostante il cessate il fuoco, i palestinesi che hanno dovuto abbandonare le proprie case continuano a vivere in zone sovraffollate con poca protezione contro l’innalzamento del livello dell’acqua. In poco più di 48 ore due neonati e un bambino di nove anni sono morti assiderati nelle tende che non forniscono adeguato riparo dall’acqua e dal fango. Il bilancio sale così ad almeno 16 morti. Le Nazioni Unite stanno cercando di trasferire parte della popolazione dalla costa, più esposta al maltempo, verso l’interno, dove maggiore è il riparo, sebbene secondo dati Onu, oltre l’80% degli edifici della Striscia è stato abbattuto o danneggiato e le autorità sconsigliano di cercare rifugio tra le strutture pericolanti e a rischio crollo.

Le Acli al Parlamento Europeo: cento giorni di Carovana

di Redazione GRS


Cento giorni dopo – Oggi la Carovana Peace at Work chiude il suo viaggio con un incontro al Parlamento Europeo di Strasburgo, dove le Acli presenteranno sette proposte concrete per rilanciare l’impegno europeo sulla pace. Ascoltiamo il presidente Emiliano Manfredonia.

In poco più di cento giorni la Carovana Peace at Work ha attraversato questo Paese vivo: 78 tappe, oltre 500 testimoni ascoltati, più di 250 istituzioni civiche e religiose coinvolte, oltre 8000 persone raggiunte e 15.000 km percorsi su due furgoni da lavoro.
Un viaggio che ha raccolto la testimonianza di una rete di persone e realtà che non si arrendono alla logica della paura o dell’indifferenza, ma custodiscono e alimentano un futuro possibile.
Questa Italia esiste, resiste, costruisce.
Chiede solo di essere riconosciuta e ascoltata, perché la pace non è un settore fra tanti: è una priorità culturale che riguarda trasversalmente il lavoro dignitoso, la cura, l’educazione, lo sport, la cultura, l’economia sociale, la cooperazione internazionale, la giustizia, la tutela dell’ambiente e dei territori.
L’incontro sarà aperto dall’on. Marco Tarquinio.
Seguiranno: l’intervento di Maurizio Molinari, Capo Ufficio del Parlamento Europeo a Milano; gli interventi dei Parlamentari che hanno preso parte alla Carovana; i contributi delle Delegazioni italiane presso il Parlamento Europeo.
Le conclusioni saranno affidate a Emiliano Manfredonia, presidente nazionale ACLI.
Modera Simone Romagnoli, Delegato ACLI ai rapporti con l’UE.

JumaMap: a Roma un totem digitale per orientare rifugiati e migranti

di Redazione GRS


JumaMap – Domani alla stazione Tiburtina di Roma Arci e Unhcr inaugurano un nuovo totem digitale per consentire a rifugiati, persone migranti, in transito e senza dimora di orientarsi tra i servizi presenti sul territorio. L’obiettivo è quello di raggiungere chi rimane escluso dai canali informativi ordinari e fatica ad accedere ai servizi.

All’inaugurazione interverranno rappresentanti di UNHCR, Arci nazionale, del Municipio II di Roma Capitale, del Welcome Center e alcune delle realtà che hanno contribuito alla costruzione della mappatura. Sarà un’occasione per valorizzare il lavoro collettivo che ha reso possibile questo strumento e per continuare a rafforzare insieme l’accesso ai diritti.

Senza dimora, al via la rilevazione nazionale con Istat: cercasi volontari

di Redazione GRS


Tutti contano – È possibile candidarsi come volontario per partecipare alla rilevazione sulle persone senza dimora condotta dalla fio.PSD con la collaborazione di Cnca su affidamento dell’Istat. L’indagine ha l’obiettivo di aggiornare i dati sulla condizione delle persone senza dimora nelle principali aree urbane del Paese e migliorare la capacità di lettura e intervento sui territori.

Il 26, 28 e 29 Gennaio 2026, in 14 grandi città italiane, si terrà la Rilevazione nazionale delle Persone Senza Dimora, promossa da ISTAT e condotta da fio.PSD.Un’importante azione collettiva per conoscere, comprendere e costruire politiche più giuste.
Contano gli operatori, i cittadini, chi si mette in gioco per restituire dignità.

Sport e politica: premio a Trump, la FIFA sotto accusa per violazioni etiche

di Redazione GRS


Ad personam – La FIFA e il presidente Infantino sono stati accusati di aver violato le normative etiche e di trasparenza per aver consegnato il “Peace Prize” a Trump durante il sorteggio dei Mondiali 2026. La decisione ha sollevato polemiche per il coinvolgimento politico in un evento sportivo neutrale.

l Mondiale 2026, vedrà il Canada, gli Stati Uniti e il Messico come paesi ospitanti, naturalmente, rappresenta uno degli eventi calcistici più importanti del mondo. Donald Trump, durante la cerimonia di sorteggio, è stato omaggiato con un premio speciale dalla FIFA, le accuse si fondano sul fatto che la FIFA si è impegnata a mantenere imparzialità e distacco politico nelle sue attività, evitando favoritismi o riconoscimenti che possano compromettere la sua immagine di ente sportivo neutrale. Il conferimento di un premio a una figura politica altamente divisiva e sotto indagine in più contesti internazionali contrasterebbe direttamente con i principi di trasparenza e fair play sanciti dal regolamento FIFA.

Diverse federazioni calcistiche e alcuni ex calciatori hanno espresso preoccupazione per un possibile precedente che rischia di politicizzare eventi sportivi storicamente neutri. Anche alcune organizzazioni per i diritti umani hanno sollevato dubbi sull’opportunità e il messaggio lanciato da questo gesto. Finora, il presidente Gianni Infantino non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali per giustificare il premio assegnato a Donald Trump.

La scelta, sostengono alcuni, potrebbe essere stata motivata da ragioni diplomatiche o per rafforzare il legame con gli Stati Uniti, paese co-organizzatore del Mondiale. Tuttavia, l’assenza di chiarimenti pubblici alimenta ulteriormente le critiche e diffida verso la gestione della FIFA.

Alcuni esponenti politici e ONG hanno definito “sconcertante” l’idea di un “Peace Prize” per un presidente considerato responsabile di politiche divisive e di dichiarazioni contro minoranze e migranti, sottolineando come il video celebrativo mostrato al sorteggio sia apparso come uno strumento di propaganda più che come un tributo sportivo. La scelta di Infantino di parlare di Trump come di un “amico stretto” e di elogiarne in pubblico le iniziative ha alimentato ulteriormente le accuse di allineamento politico e ha spinto alcune forze politiche a chiedere alla FIFA di fare chiarezza sul ruolo del suo presidente e sui limiti del suo mandato.

La FIFA potrebbe essere chiamata a rispondere davanti a organi di controllo internazionali oppure a modificare le proprie procedure per evitare future situazioni simili. Il caso mette in luce come lo sport, pur mantenendo una forte valenza culturale e di aggregazione, sia inevitabilmente legato a questioni politiche e diplomatiche molto delicate.

Crediti foto: Adnkronos – Afp