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#Ibelong


È il nome della campagna dell’Unhcr per garantire uguali diritti di cittadinanza. Il servizio di Fabio Piccolino.

 

Discriminazione, esclusione e persecuzione: sono i tre fattori di rischio più importanti per le minoranze apolidi nel mondo: secondo l’Alto commissariato e per i rifugiati, è necessaria un’azione immediata per assicurare uguali diritti di cittadinanza per tutti. Secondo l’ultimo Rappporto di UNHCR infatti, le discriminazioni hanno un impatto fortemente negativo sulle comunità di minoranze apolidi, accrescendo la preoccupazione per la propria incolumità e sicurezza, contribuendo alla povertà e complicando la possibilità di avere accesso a documenti, istruzione e cure mediche.
La campagna #Ibelong chiede a tutti gli Stati di mettere in atto azioni concrete per garantire uguali diritti di cittadinanza.

 

Un pericoloso ritorno


Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe si è detto favorevole al ripristino della pena di morte. Le esecuzioni, previste dal codice penale, non vengono più eseguite dal 2005. Diverse organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International si sono spesso appellate affinché il Paese africano abolisca per sempre la pena capitale.

Dietrofront


Un tribunale federale ha respinto il tentativo del presidente Donald Trump di impedire alle persone transgender di arruolarsi nelle forze armate americane, ripristinando la normativa approvata dall’amministrazione Obama. Secondo la corte, il divieto imposto dal presidente si basava sul desiderio di esprimere disapprovazione delle persone transessuali più che per ragioni militari.

 

Non è uno scherzetto


Halloween è dietro l’angolo e negli Stati Uniti è considerata la festa con il più alto consumo di cioccolato. L’International labor rights forum ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sull’utilizzo di manodopera minorile nella catena di approvvigionamento del cacao. Sarebbero almeno 2 milioni i bambini sfruttati, soprattutto in Ghana e Costa d’Avorio.

 

Generation 2030


Il futuro dell’Africa passa anche dal servizio sanitario e da quello scolastico. Il servizio di Fabio Piccolino.

 

La popolazione infantile in Africa è in costante crescita e per il futuro è necessario un incremento dei servizi e del personale sanitario e scolastico. Sono i dati del Rapporto “Generation 2030” di Unicef nel quale si stima che entro il 2030 i bambini e i giovani sotto i 18 anni nel continente saranno 750 milioni, e supereranno il miliardo entro il 2055. Ciò significa che per rispettare gli standard minimi internazionali l’Africa avrà bisogno di 5 milioni e mezzo di nuovi operatori sanitari e di quasi 6 milioni di insegnanti. Una sfida che va sostenuta con investimenti nazionali ed internazionali e che l’organizzazione umanitaria identifica nell’assistenza sanitaria, nell’istruzione e nella protezione ed empowerment delle donne e delle ragazze.

 

Dietro le sbarre


La procura per la Sicurezza dello Stato egiziana ha esteso di altri 15 giorni l’ordine di detenzione di Ibrahim Metwally, l’avvocato e attivista della Commissione egiziana per i diritti e le libertà che assiste, tra gli altri, i familiari di Giulio Regeni al Cairo. L’uomo è accusato di diffondere notizie false al fine di compromettere la sicurezza nazionale.

Senza giustizia


Per 78 giorni il caso di Santiago Maldonado, giovane attivista scomparso in Patagonia durante una manifestazione, ha tenuto l’Argentina col fiato sospeso. Ora il suo corpo è stato ritrovato, ma la verità sulle cause della sua morte sembra ancora lontana. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International. (sonoro)

 

Umanità cercasi


Diciannove ong chiedono al primo ministro greco Alexis Tsipras di porre fine alla “politica di contenimento” adottata dal governo di Atene per trattenere i richiedenti asilo sulle isole dell’Egeo. Sono migliaia le persone, tra cui bambini, donne sole o in gravidanza e persone con disabilità bloccate in condizioni terribili proprio mentre si approssima la stagione fredda.

Emergenza peste


Medici Senza Frontiere lancia l’allarme in Madagascar: oltre mille i casi registrati e circa 90 i decessi. Una situazione che può essere arginata attraverso interventi mirati: secondo l’organizzazione infatti “con azioni concrete e rapide si può ridurre drasticamente il numero di morti e porre fine all’epidemia”.

 

Oltre al trattamento dei malati, l’équipe di MSF sta aiutando le autorità locali a implementare il sistema di triage dei pazienti, così da identificare e isolare i malati, e a coordinare il sistema di ambulanze nella città di Toamasina. Gli esperti di acqua e potabilizzazione di MSF, insieme alle équipe locali, intervengono anche nei protocolli di igiene e nella disinfezione dell’ospedale e nel resto della comunità per ridurre il rischio che la peste si diffonda ulteriormente.
La città portuale di Toamasina ospita circa 300.000 persone e ha la più alta concentrazione di casi di peste polmonare nel paese, con 261 casi di cui 10 letali, dall’inizio dell’epidemia. Mentre la peste bubbonica si trasmette attraverso pulci infette di mammiferi comuni, la peste polmonare si trasmette da uomo a uomo. Il Madagascar registra ogni anno casi di peste bubbonica nei suoi altopiani, dove la malattia è portata dai ratti, ma nella citta di Toamasina non sono presenti animali che siano vettori, e non ci sono stati casi di peste negli ultimi anni.

Finalmente si cambia


Passa in Commissione europea la revisione del Regolamento di Dublino: non più l’obbligo di domanda di asilo nel primo Paese di approdo. Il servizio di Fabio Piccolino.

 

Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla riforma del regolamento di Dublino, abolendo il criterio per cui i migranti facciano richiesta di asilo nel primo paese di ingresso. Al suo posto un meccanismo permanente e automatico di ricollocamento a cui tutti gli stati membri sono obbligati a partecipare. Buone notizie anche per i ricongiungimenti familiari, più semplici e veloci.
La revisione è stata accolta con entusiasmo dalle associazioni e le ong che si occupano di migrazioni. Secondo Amnesty International si tratta del primo passo verso sistema che darà dignità ai richiedenti asilo, privilegiando i loro legami familiari; Save the Children ha sottolineato l’urgenza di un sistema più giusto di redistribuzione che dia una reale possibilità di integrazione e futuro a persone in fuga da guerre, conflitti e violenze.