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Bombe su bombe


Un ospedale supportato da Medici Senza Frontiere nello Yemen è stato distrutto da un raid aereo della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Non ci sono state vittime ma 200.000 persone rimangono ora senza accesso a cure mediche salvavita. A meno di un mese dall’attacco all’ospedale di Kunduz in Afghanistan, un’altra grave violazione del diritto internazionale umanitario.

110 e lode di diritti


In Germania già 15mila persone hanno chiesto di iscriversi ai corsi online della Kiron university. L’ateneo è rivolto a persone con status di rifugiato o richiedente asilo. Il percorso durerà tre anni e solo alla fine saranno richiesti i documenti d’iscrizione di cui spesso queste persone sono privi.

Di male in peggio


È di circa 280 morti il bilancio del terremoto che ha colpito l’Afghanistan e il Pakistan, Immediata la mobilitazione delle organizzazioni umanitarie:  Caritas Italiana, Medici Senza Frontiere, Action Aid e Intersos stanno organizzando gli aiuti, attivando le proprie reti sul territorio. L’impatto del sisma è stato devastante, in una zona già messa in ginocchio da anni di guerra.

Obiettivo zero


Di poliomelite nel mondo si muore sempre meno. Il servizio di Fabio Piccolino. “Lo scorso sabato si è celebrata la giornata mondiale contro la polio. Con una buona notizia: i casi riscontrati nell’ultimo anno sono scesi a 51, rispetto ai 242 del precedente. Secondo l’Unicef, “mai nella storia della malattia ci sono stati così pochi bambini in così pochi Paesi che hanno contratto questo virus paralizzante”. L’obiettivo però rimane sempre lo stesso: arrivare a zero casi. I migliori progressi si sono registrati in India, dove da quattro anni non c’è più nessun contagiato, e in Nigeria: nel paese africano solo tre anni fa si registravano la metà dei casi di polio nel mondo, mentre oggi, si è riusciti interrompere la trasmissione del virus. A rimanere critiche sono le situazioni di Afghanistan e Pakistan: qui il poliovirus selvaggio non è mai stato fermato.”

In via d’estinzione


L’organizzazione umanitaria Survival e l’attore britannico Mark Rylance in difesa di una delle tribù più vulnerabili del pianeta. Secondo quanto prevede la costituzione brasiliana, la terra dei Kawahiva avrebbe dovuto essere mappata e protetta come territorio indigeno entro il 1993.

Ancora una speranza


Secondo la testimonianza di due disertori dell’Isis, Padre Paolo Dall’Oglio sarebbe ancora vivo. A dichiararlo è il direttore dell’Osservatorio nazionale siriano, secondo cui il gesuita sarebbe stato visto a Raqqa. Del religioso non si hanno più notizie dal 31 luglio del 2013, quando venne rapito in Siria.

In fuga


Nella Repubblica Centrafricana sono circa quarantamila le persone costrette a scappare dopo la nuova ondata di violenza esplosa nella capitale Bangui. Secondo Medici Senza Frontiere la situazione nei campi profughi è ai limiti della sopravvivenza: la maggior parte degli sfollati non ha riparo, cibo e quasi nessun accesso a cure mediche.

Prove di pace


Il governo della Colombia e le Forze armate rivoluzionarie hanno annunciato un accordo per la ricerca congiunta degli oltre 25mila desaparecidos registrati durante cinquant’anni di guerra civile. Un’intesa significativa verso l’accordo di cessate il fuoco che dovrebbe essere firmato a marzo del prossimo anno.

Allarme Brasile


Nel Paese sudamericano sempre più minori vengono assassinati. Il servizio di Fabio Piccolino. “Il Brasile non è un luogo sicuro per i minori. A rivelarlo è il Comitato Onu per i diritti dell’infanzia, secondo cui nel paese sudamericano verrebbero assassinati ogni giorno 28 bambini. In vista delle Olimpiadi che nel 2016 si svolgeranno a Rio infatti, la polizia ha intensificato le misure di contrasto alla criminalità, troppo spesso attraverso abusi, arresti arbitrari e vere e proprie esecuzioni, tanto che si calcola che nei primi sei mesi del 2015, gli agenti in servizio abbiano sparato e ucciso 170 persone nella sola città di Rio. Ad essere presi di mira in particolare sono i ragazzini di strada, considerati potenziali delinquenti. Come già successo prima dei Mondiali del 2014 dunque, il contrasto alla criminalità si trasforma in una preoccupante escalation di violenza.”

Irrespirabile


L’inquinamento in Cina è ben oltre il livello di guardia. Secondo un nuovo rapporto di Greenpeace, nell’80% delle città si superano fortemente i limiti imposti dagli standard internazionali. L’uso del carbone come principale fonte energetica rimane il maggiore imputato per la cattiva qualità dell’aria.