Secondo Unhcr e Fondazione Olimpica per i Rifugiati lo sport è uno strumento di speranza per le comunità in fuga durante questa pandemia. Vengono segnalati in particolare i rischi per la salute mentale delle persone migranti, per questo verrà lanciato un progetto pilota in Uganda che, tramite lo sport, mira a migliorare il benessere psicosociale di oltre 10.000 giovani e della comunità di accoglienza.
L’Olympic Refuge Foundation (ORF) ha evidenziato come lo sport possa aiutare i giovani costretti alla fuga a divenire più resilienti e a rafforzare la propria salute mentale, specialmente durante la pandemia da COVID‐19. I rifugiati sono tra le persone più vulnerabili alle conseguenze della pandemia: spesso condividono spazi ristretti all’interno di aree urbane, campi o insediamenti sovraffollati che non garantiscono accesso adeguato ad acqua potabile e prodotti per l’igiene. Tra le persone coinvolte in conflitti si registra già un numero di casi di malattia mentale due o tre volte più elevato di quello rilevato nella popolazione generale, con una persona su cinque che riferisce di problemi.
Il Consiglio d’amministrazione dell’ORF ha concordato una serie di iniziative volte a rafforzare la protezione dei giovani costretti alla fuga e a migliorarne la salute mentale attraverso lo sport. Tra le altre iniziative, l’ORF si appresta a lanciare un progetto pilota in Uganda che, tramite lo sport, mira a migliorare la salute mentale e il benessere psicosociale di oltre 10.000 giovani rifugiati e della comunità di accoglienza (di età compresa tra 15 e 24 anni). Guidato da un consorzio di cinque agenzie (ORF, AVSI, Comitato Olimpico dell’Uganda, Youth Sport Uganda e UNHCR Uganda), il progetto realizzerà su scala nazionale il programma Sport for Protection.
Inoltre, il Consiglio d’amministrazione ha:
• impegnato il “Think Tank” dell’ORF a concentrarsi sul miglioramento
della salute mentale e del benessere psicosociale (MHPSS) attraverso lo
sport;
• proposto un appello ai partner dell’ORF affinché incoraggino
iniziative sportive finalizzate a migliorare la salute mentale dei
giovani rifugiati durante la pandemia in corso
Dance Beyond the Limits
È il progetto di danza inclusiva nato a Torino: prevede un percorso formativo che unisca ragazzi con la Sindrome di Down e ballerini, dando loro la possibilità di conoscersi, condividendo un percorso ludico-didattico finalizzato alla creazione di uno spettacolo da presentare al pubblico. Vengono, inoltre, utilizzate nuove tecnologie di interazione, come laser e proiezioni 3D.
Il progetto “Dance Beyond the Limits” nasce dall’idea dei Maestri e Coreografi Ivan Zappetti e Genny Godano, direttori della scuola di ballo caraibico “ASD Ivan&Genny Dance School” di Torino. Lo spettacolo è un connubio di danza e tecnologia che cerca di narrare la storia del superamento dei propri limiti, dell’accettazione di sé, non come condizione di svantaggio, ma come possibilità di scoprire, attraverso la danza, le caratteristiche che rendono unico e speciale ciascun soggetto.
“La chiusura di tutte le associazioni sportive dilettantistiche, ha causato l’interruzione forzata delle attività dei nostri ragazzi, impedendo loro di frequentare la scuola e di continuare il loro percorso di crescita personale, agevolato dall’interazione con il gruppo.Per poter continuare a svolgere questo progetto, sostenendo le numerose spese ad esso correlate, abbiamo la necessità di raccogliere fondi. A tale scopo, è stata attivata una campagna di fundraising, promossa sui canali Facebook e Instagram del progetto stesso e siamo alla ricerca di nuovi canali pubblicitari ed eventuali sponsor.
Noi pensiamo alla nostra Associazione come ad una grande famiglia che permette a questi ragazzi di vivere esperienze importanti. La gioia che ci trasmettono i loro occhi ci fa comprendere quanto sia importante per loro quest’iniziativa e vorremmo davvero che nei prossimi mesi, a emergenza sanitaria rientrata, si possa tornare a realizzare questo spettacolo unico ed emozionante”.
#dopolapaura
Il nuovo bando “Sport – l’importante è partecipare” della Fondazione Con il Sud mette a disposizione 2,3 milioni di euro per progetti da attivare nel 2021 che mettano al centro la pratica sportiva come strumento di inclusione, partecipazione e integrazione tra persone e comunità che vivono il territorio nel Sud Italia. Le proposte andranno presentate entro il 17 luglio.
“Lo sport dà il meglio di sé quando ci unisce”. In questa breve citazione di Frank Deford, noto scrittore e commentatore sportivo americano, si cela anche la convinzione da parte della Fondazione CON IL SUD di promuovere il suo primo bando dedicato alla promozione della pratica sportiva “con” tutti. Una scelta che acquista anche un valore simbolico in un periodo in cui proprio la socialità e il valore dello stare fisicamente insieme rappresentano dei limiti che purtroppo mettono a dura prova le comunità locali e il mondo del Terzo settore, oltre che i singoli cittadini. È indispensabile attenersi alle disposizioni del decreto del governo sul covid-19 e al rispetto delle regole necessarie per arginare la diffusione del virus, ma è altrettanto necessario e opportuno pensare anche al futuro, si spera sempre più prossimo, di un pieno ritorno alla socialità.
Attraverso il bando “Sport – l’importante è partecipare” la Fondazione mette a disposizione 2,3 milioni di euro di risorse private per sostenere interventi da attivare nel 2021 capaci di mettere al centro l’attività sportiva come strumento di inclusione, partecipazione e integrazione tra persone che vivono in uno stesso, circoscritto, territorio (quartiere, rione, borgo, paese) del Sud Italia. L’iniziativa si rivolge agli enti di Terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Le partnership di progetto dovranno essere composte da un minimo di tre organizzazioni: almeno due non profit, a cui potranno aggiungersi realtà del mondo economico, delle istituzioni, dell’università, della ricerca.
E’ auspicabile, inoltre, il coinvolgimento di organizzazioni sportive. Il Bando promuove una idea di sport inclusivo, aperto a tutti, senza limiti di età o di appartenenza, ma capace di incidere positivamente sulla coesione sociale di una comunità territoriale. L’iniziativa prevede due fasi: la prima, finalizzata alla selezione delle proposte con maggiore potenziale impatto sul territorio e la seconda, di progettazione esecutiva, con l’obiettivo di ridefinire eventuali criticità rilevate nella fase di valutazione.
Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD: “L’emergenza sanitaria ci costringe al minimo delle relazioni sociali, siamo in una fase di grande paura che ha effetti concreti ma è necessario seguire le direttive e il buon senso. Dobbiamo pensare però anche al dopo, riprogettare la nostra socialità. La pratica sportiva e aperta a tutti, in spazi sicuri secondo quanto prevedono le direttive, può essere un segnale di speranza e coraggio per le nostre comunità, per riappropriarsi finalmente della bellezza dello stare insieme. L’attività sportiva è incontro, condivisione, è sentirsi parte di qualcosa che ci unisce, soprattutto nella possibilità di raggiungere insieme un traguardo. È un potente strumento per rafforzare il senso di appartenenza, per questo motivo abbiamo previsto interventi circoscritti in piccole comunità locali. Lo sport inoltre promuove il rispetto delle regole e in tal senso è anche un’occasione per rafforzare le responsabilità individuali e collettive”.
Le proposte potranno puntare sullo sviluppo di un’offerta sportiva multidisciplinare e inclusiva, la rigenerazione di spazi in un’ottica di condivisione e cura del bene comune, la diffusione di valori educativi e culturali, la promozione del benessere psicofisico attraverso stili di vita sani e attivi, le relazioni basate sulla gratuità e sul dono. Le proposte dovranno essere presentate online, attraverso la piattaforma Chàiros dove nelle prossime settimane verrà aggiornata la sezione di progetto “Finalità e risultati”. Il bando scade il 17 luglio 2020, tutte le informazioni sono presente nell’apposita sezione.
L’ambiente ringrazia
A Milano tutti in coda per comprarsi una bicicletta, l’utilizzo del servizio di bike sharing ha registrato un aumento del 67% e le famiglie corrono a rimodernare i mezzi a due ruote grazie agli annunci di super incentivi, mentre le aziende mettono a disposizione dei dipendenti flotte di bici. Una rivoluzione della mobilità, anche se è presto per capire se la tendenza sopravviverà a fine emergenza e furti.
Nell’ultima settimana in tanti si sono messi in coda per comprare una bici. Tanti anche mossi dagli annunci di super incentivi. Ma in tanti hanno scavato in cantina per mettere in ordine quelle lasciate lì a marcire. Sabato c’era gente che invece di andare a fare l’aperitivo si metteva in coda davanti alle officine della Darsena: anche due ore per una camera d’aria. I ciclisti si sono organizzati bene: molti danno appuntamento per fare la riparazione mantenendo quel distanziamento ormai mantra della società. C’è euforia nel settore, anche se in tanti sanno che Milano si innamora delle mode.
È presto per capire se la tendenza sopravviverà a fine emergenza e furti. “E pure agli incidenti — aggiunge Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria —. Per credere davvero al futuro delle bici, bisogna dare sicurezza e spazi, attrezzando la città. È pericoloso spingere sulla ciclabilità con così tante automobili liberate dal blocco di Area C. Questa è un’occasione da non perdere”. Una polemica che sbatte sugli sforzi annunciati dal Comune per aumentare le ciclabili della città: “Stiamo predisponendo 35 chilometri di nuovi percorsi riservati alle bici, da ì aggiungere ai poco più di 200 già esistenti, in tempi compatibili con l’emergenza”, ha annunciato l’assessore alla Mobilità Marco Granelli.
Qualcuno esulta per gli spazi guadagnati, ma c’è chi, come Paolo Pinzuti, editore di Bikeitalia, che fa notare cosa succede altrove. “Ci sarebbe bisogno subito di dieci volte tanto. Nelle ultime settimane, Parigi ha annunciato 650 chilometri su scala metropolitana. Nella cerchia di Manchester ne realizzeranno 1.600. A Lima 300. La stessa Bologna, 10 giorni fa, ha annunciato una nuova rete di 496 chilometri. Milano a settembre dovrà spostare un milione di persone: chi aveva già un piano sta forzando i tempi, qui si è stati costretti a pianificare durante l’emergenza. Sarà un esame durissimo quello di settembre. Ma si accettano miracoli”, dice Pinzuti.
Race for the cure
Domenica la corsa diventa una maratona live sui social. Il servizio di Elena Fiorani.
La più grande manifestazione per la prevenzione e la lotta ai tumori del seno, quest’anno si correrà sui social media. Il coronavirus, infatti, ha fermato la 21^ edizione della Race di Roma organizzata da Komen Italia, ma la maratona di sensibilizzazione e raccolta fondi si svolgerà lo stesso, in modo virtuale, per impedire che a correre siano solo i tumori. Infatti, i dati del policlinico Gemelli di Roma ci dicono che nei prossimi 12 mesi, oltre 2 milioni di donne nel mondo riceveranno questa diagnosi e più di 600.000 perderanno la vita. Anche quest’anno durante la maratona virtuale sarà possibile effettuare una donazione libera o acquistare i gadget sul sito www.komenitalia.it. Nel corso della diretta un importante spazio sarà dedicato al confronto tra medici e donne, che convivono con la malattia o l’hanno sconfitta.
Sprint in sicurezza
Il ministro Spadafora ha annunciato la riapertura delle attività sportive per il 25 maggio: una buona notizia commenta l’Uisp, l’Unione Italiana Sport per tutti, anche se si continuano a denunciare alcune incongruenze nell’attuazione delle normative che mettono in difficoltà la ripresa delle attività di base. L’esigenza primaria delle società è quella di garantire la sicurezza dei propri tesserati.
Una mano tesa
Il Comitato italiano paralimpico ha deliberato di stanziare 5 milioni di euro in favore delle Federazioni e Discipline sportive. Obiettivo: sostenere l’associazionismo sportivo di base, in particolare in ausilio alle società impegnate a promuovere lo sport sui territori anche per le persone con disabilità che, a causa dell’emergenza Covid-19, si trovano ad affrontare gravi difficoltà economiche.
Si tratta di “risorse straordinarie recuperate all’interno del bilancio del Comitato Italiano Paralimpico che verranno messe a disposizione delle Federazioni e Discipline sportive cui spetterà il compito, sulla base di specifiche linee guida del Cip, di individuare i beneficiari dell’intervento”. Per il presidente Luca Pancalli, “anche il Cip, nel suo piccolo, ha voluto dare un sostegno concreto a tutte le realtà sportive del nostro Paese che si occupano di sport paralimpico, per affrontare questo momento di crisi sanitaria ed economica. Nelle ultime settimane ci siamo interrogati su quali iniziative adottare per aiutare quell’associazionismo sportivo di base che rappresenta un punto di riferimento per tanti cittadini con disabilità.
Abbiamo dunque deciso di intervenire mettendo a disposizione una parte delle risorse del nostro bilancio per favorire la ripartenza di queste attività. Una misura che si aggiunge a quelle previste dal governo e dalle regioni. Abbiamo tutti la necessità di rimettere in moto lo sport, un settore strategico per il nostro Paese anche sotto il profilo sociale, culturale e sanitario”.
Futuro prossimo
La bozza del Decreto rilancio assegna 135 milioni di euro alle attività per sostenere bambini, ragazzi e genitori nel periodo estivo, ma chi organizza queste proposte è ancora in attesa di novità e indicazioni precise. Bambini e adolescenti hanno vissuto un lungo periodo di desocializzazione, ma non hanno chiare le misure anti Covid, perché in casa non esistevano. Grande importanza rivestiranno sotto questo profilo i centri estivi.
150 milioni in più al Fondo per le politiche della famiglia, per sostenere bambini, ragazzi e genitori nel periodo estivo e contrastare la povertà educativa: è lo stanziamento complessivo previsto nella bozza del decreto “Rilancio”. Nel dettaglio, alla prima voce andranno 135 milioni, alla seconda i 15 restanti: “Al fine di sostenere le famiglie, per l’anno 2020 – si legge nel testo della bozza – a valere sul Fondo per le politiche della famiglia (articolo 19, comma 1, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248), una quota di risorse è destinata ai comuni, per finanziare iniziative, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, volte a introdurre: a) interventi per il potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa destinati alle attività di bambini e bambine di età compresa fra i 3 e i 14 anni, per i mesi da giugno a settembre 2020; b) progetti volti a contrastare la povertà educativa e ad implementare le opportunità culturali e educative dei minori”.
La relazione illustrativa e tecnica dispone che tale importo da un lato “sia erogato ai Comuni per il potenziamento, anche in collaborazione con istituti privati, dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa, durante il periodo estivo, per le bambine e i bambini di età compresa tra 3 e 14 anni”: dall’altro sia “finalizzato a contrastare la povertà educativa, mediante il finanziamento di progettualità miranti a questo scopo durante il periodo di emergenza e per quando sarà terminata e il lockdown gradualmente sospeso, al fine di recuperare il tempo perso in termini di offerta educativa e culturale”.
Ripartiamo sui pedali
Ieri è stata l’undicesima Giornata nazionale della bicicletta, appuntamento patrocinato dal ministero dell’Ambiente per sensibilizzare sull’utilizzo delle due ruote come mezzo sostenibile e sicuro per gli spostamenti. Il Governo ha previsto incentivi per la mobilità al fine di evitare di congestionare il traffico nei centri urbani, con lo stanziamento di 125 milioni di euro come bonus per l’acquisto di bici.
La Giornata Nazionale della Bicicletta “è una grande occasione per sottolineare l’importanza dell’utilizzo della bici, che permette di muoversi in sicurezza mantenendo le distanze – commenta Enrico Della Torre, direttore generale Vivi Appennino -, ma al tempo stesso è anche motivo per tenere alta l’attenzione sul sistema nazionale di Ciclo-Vie, a partire da quella dell’Appennino che collega il Paese da Nord a Sud.
La Fase 2 dell’emergenza sta infatti portando a un incremento della uscite all’aperto nelle aree appenniniche e verso le seconde case – sottolinea Della Torre -: è un’opportunità per riscoprire zone protette ricche di storia e natura, ai più sconosciute”. Per ogni uscita, spiega la nota, è necessario essere muniti del modello di auto-dichiarazione per gli spostamenti, aggiornato sulla base delle ultime misure adottate per il contenimento della diffusione del virus Covid-19. E’ attesa poi per il 3 giugno la Giornata Mondiale della Bicicletta, istituita dall’Onu.
L’Uisp ha celebrato la giornata con un diretta Facebook in occasione della 34^ edizione di Bicincittà. Un Giro d’Italia virtuale con al centro il tema della mobilità urbana e della bicicletta, con collegamenti da varie città, dal Nord al Sud Italia. Assieme a Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, ha partecipato Roberto Morassut, sottosegretario al ministero all’Ambiente. Vari ospiti hanno raccontato esperienze cittadine su stili di vita attivi e utilizzo della bici per mobilità pulita. “Le piste ciclabili rappresenteranno sempre di più vere e proprie infrastrutture di mobilità alternativa, sulle quali le politiche pubbliche del nostro Paese dovranno puntare – sottolinea l’Uisp -. E’ urgente intervenire a partire da questo periodo di emergenza e di distanziamento sociale”.
Semaforo verde
Approvata definitivamente la Legge per le Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026 e le finali Atp di Torino: l’Italia prova a ripartire con lo sport. Il servizio di Elena Fiorani.
La Fase 2 dell’emergenza CoronaVirus continua a focalizzarsi sullo sport: dai professionisti del campionato di calcio, che forse ripartirà o forse no, ai campioni degli sport individuali che hanno ripreso ad allenarsi, fino ai milioni di sportivi italiani che per ora possono correre o pedalare individualmente. In attesa che vengano risolte alcune incongruenze tra le indicazioni contenute nel Dpcm del 26 aprile e le Linee guida dell’Ufficio per lo Sport per poter ripartire in sicurezza con lo sport di base, quello olimpico si prepara all’evento che ora è “Un segno di speranza e di ottimismo per il futuro”, come ha detto il ministro dello sport Spadafora, ma si spera che diventi un volano di sviluppo economico da qui ai prossimi cinque anni, in modo particolare nei territori più colpiti dal Coronavirus, con positive ripercussioni sulle possibilità lavorative dei giovani.