Più si pedala e più alberi si piantano
È questa la novità della CicloAppennina prevista il 18 giugno, la green fondo Misura con Legambiente, la prima pedalata mai realizzata in Italia che lega simbolicamente i chilometri percorsi dai partecipanti alla produzione di alberi per riforestare il Paese.
Torna oggi “La Partita con mamma e papà”: l’incontro tra genitori detenuti e i loro figli
La Partita con mamma e papà
Parte oggi l’edizione 2023 della campagna annuale che permette a genitori detenuti e ai loro figli di condividere un momento ludico, normale per tutti gli altri bambini.
Dal 1° giugno 2023, negli istituti penitenziari italiani, si disputa la 7° edizione de La Partita con mamma e papà, l’atteso incontro tra i genitori detenuti e i loro figli, all’interno della annuale campagna Carceri aperte, che fa accedere negli istituti le famiglie a partecipare a un evento atteso e “relazionale”. La possibilità di giocare una partita con la mamma detenuta o con il papà e di condividere questo momento ludico, normale per tutti gli altri bambini, risulta eccezionale per i figli dei genitori detenuti e le loro famiglie e rimane a lungo nella loro memoria.
La Partita con mamma e papà è creata e organizzata dall’Associazione Bambini senza sbarre Ets in collaborazione con il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
La Partita con mamma papà e Carceri aperte si inscrivono, come ogni giugno, nella Campagna europea Non un mio crimine ma una mia condanna del network europeo COPE (Children Of Prisoners Europe). La Campagna vuole sensibilizzare sul tema dell’inclusione sociale e delle pari opportunità per tutti i bambini e ha l’obiettivo di portare in primo piano il tema dei pregiudizi di cui spesso sono vittime i 100 mila bambini in Italia (2,2 milioni in Europa) che hanno la mamma o il papà in carcere e per questo sono emarginati. Sono bambini che vivono in silenzio il loro segreto sul genitore recluso nel tentativo di non essere stigmatizzati ed esclusi.
Obiettivo principale di Bambinisenzasbarre, perseguito da vent’anni, è il «mantenimento del legame tra bambino e genitore detenuto», diritto sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Per raggiungere questo obiettivo Bambinisenzasbarre ha creato, negli anni, strumenti specifici, dallo “Spazio Giallo” in carcere, al colloquio esclusivo, dai gruppi di parola al laboratorio artistico, all’azione molto coinvolgente dell’incontro tutto particolare “giocato dentro come se fosse fuori” (dal carcere).
La partita con mamma e papà diventa un’azione che incide anche sul carcere che ritrova sé stesso a mobilitarsi in ogni suo settore, anno dopo anno, e ad introiettare il fatto che i bambini possono essere, con la sola loro periodica presenza ai colloqui, dei veri fattori di cambiamento dell’istituzione carcere.
L’azione è partita otto anni fa con l’adesione di 12 istituti, 500 bambini e 250 papà detenuti e si è tenuta tutti gli anni salvo la sospensione di due anni a causa della pandemia. Nel 2022 è stato raggiunto il numero di 82 incontri giocati in altrettante carceri e città, da Belluno a Palermo, da Roma a Cagliari, da Napoli a Bari, coinvolgendo migliaia di bambini e loro genitori detenuti, oltre agli agenti di polizia penitenziaria, gli educatori, soggetti del terzo settore operanti nelle carceri, la cittadinanza, i media locali e nazionali.
Bambinisenzasbarre Onlus
L’Associazione difende i diritti dei bambini (“I diritti dei grandi iniziano dai diritti dei bambini” è scritto sulle magliette usate per le partite). È impegnata nella cura delle relazioni familiari durante la detenzione di uno o entrambi i genitori, nella tutela del diritto del bambino alla continuità del legame affettivo e nella sensibilizzazione della rete istituzionale e della società civile.
Bambinisenzasbarre è attiva in rete sul territorio nazionale col suo “Sistema spazio Giallo”, operativo dentro e fuori dalle carceri. Opera direttamente in Lombardia (Milano, Bergamo, Lodi, Voghera, Vigevano, Pavia), in Toscana, Campania e Calabria e supervisiona le attività dei partner in rete a Brescia, Varese, in Piemonte, Marche, Basilicata, Puglia e Sicilia.
Il Sistema Spazio Giallo comprende fra le varie attività la creazione e la gestione, nelle carceri, dello Spazio Giallo, ideato da Bambinisenzasbarre. È uno spazio relazionale di ascolto e sostegno psicologico alle famiglie e in particolare ai bambini che entrano in carcere quotidianamente per incontrare il genitore, un’interfaccia con funzione di mediazione tra il mondo esterno e il carcere.
Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti
Firmata il 21 marzo 2014 dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e da Bambinisenzasbarre, rinnovata nel 2016, 2018 e nel dicembre 2021, ha recepito l’importanza di questo progetto e raccomanda in 8 articoli che nelle carceri italiane siano presenti degli spazi dedicati ai bambini che vanno a trovare il genitore detenuto e altre contestuali raccomandazioni e linee guida.
La Carta riconosce formalmente i diritti di questi bambini, in particolare il diritto alla non discriminazione e alla continuità del legame affettivo con il proprio genitore in attuazione degli artt. 3 e 9 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (20.11.1989).
Da allora Bambinisenzasbarre è impegnata nella diffusione e nel monitoraggio dell’applicazione delle linee guida della Carta negli istituti penitenziari italiani, partecipando al Tavolo nazionale di monitoraggio con Ministero di Giustizia e Autorità Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, organizzando e partecipando a seminari e convegni, creando una rete di attenzione nazionale di realtà istituzionali e del Terzo Settore e fornendo consulenza sui temi della genitorialità in carcere.
Sport contro le discriminazioni: l’approfondimento di Openpolis e Con i bambini
Lo sport contro le discriminazioni
L’approfondimento di Openpolis e Con i bambini conferma il potenziale dello sport nelle politiche di inclusione, che non riguarda unicamente lo sviluppo psicofisico ma ha un impatto anche nella crescita sociale ed educativa.
Lo sport ha infatti un impatto anche nella crescita sociale ed educativa dei più giovani. Offre un ambiente in cui apprendere, in un contesto di gioco, valori quali il rispetto delle regole e degli avversari, la lealtà verso i compagni e la squadra, la dedizione personale. Inoltre, rappresenta un momento di aggregazione e di socialità in cui sviluppare la propria personalità e instaurare relazioni con i coetanei e gli adulti.
Aspetti che rendono la pratica sportiva centrale anche nelle politiche di contrasto alle discriminazioni, come quelle di natura etnica e razziale, ancora oggi purtroppo molto presenti. Un potenziale enorme, attualmente compromesso dalla minore partecipazione di bambini e ragazzi di origine straniera alle attività sportive.
Le ragazze e i ragazzi stranieri subiscono atti di discriminazione e di bullismo più spesso dei coetanei italiani. Del resto il bullismo, come abbiamo avuto modo di raccontare, genera esclusione sociale, perché a farne le spese sono coloro che sono già meno inclusi, per una diversità sociale, fisica, etnica o culturale.
Nelle rilevazioni di Istat sull’integrazione delle seconde generazioni è emerso come siano proprio i ragazzi delle nazionalità che hanno meno contatti con i coetanei italiani a finire più spesso vittima di atti di discriminazione.
Milano, il Csi in campo con allenatori e mediatori culturali per coinvolgere i giovani di “seconda generazione”
Sport per i giovani di Selinunte
Il Centro sportivo italiano in campo con allenatori e mediatori culturali per gli studenti di medie e superiori del quartiere milanese. L’obiettivo è coinvolgere ragazzi e ragazze di seconda generazione, accompagnandoli negli studi e nel doposcuola, con un’attenzione particolare all’attività fisica.
Un progetto per coinvolgere i giovani abitanti stranieri, o meglio di “seconda generazione”, di uno dei quartieri più problematici della città. Un piano ad hoc per accompagnarli negli studi e nell’adolescenza, con un’attenzione particolare all’attività fisica. È l’idea che regge l’ultima iniziativa della Prefettura per far rinascere San Siro, in particolare la zona che ruota attorno a piazzale Selinunte e ai suoi casermoni popolari, nell’ambito del programma del Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami) che Palazzo Diotti sta sviluppando con le università Bicocca, Bocconi e Politecnico e con Comunità Nuova, Itinerari Paralleli e Milano Mediterranea.
Nei giorni scorsi, Palazzo Diotti ha pubblicato un avviso di indagine di mercato per trovare operatori economici interessati a mettere in piedi il servizio “School-Doposcuola sportivo”. L’obiettivo dichiarato: “Consentire alle scuole secondarie di primo e secondo grado del quartiere San Siro, aderenti al Fami, di poter offrire un supporto agli studenti stranieri, volto a facilitare il percorso di apprendimento e di inserimento scolastico, nonché ad agevolare la loro integrazione nel tessuto sociale”. Gli allievi di medie e superiori, che verranno segnalati dai rispettivi istituti, avranno a disposizione uno spazio “dove poter svolgere attività didattiche e ricreative di tipo sportivo”, nel periodo compreso tra il 19 giugno e il 15 dicembre 2023 (con soli otto giorni di stop tra il 14 e il 18 agosto e tra il 4 e l’8 dicembre).
Dovrebbe essere proprio il Csi, la più antica associazione polisportiva italiana con i suoi 79 anni di attività, a realizzare il progetto, che prevede un importo complessivo stimato di 79.800 euro. Le direttive dell’indagine di mercato spiegano che il servizio con attività didattiche e sportive sarà organizzato in sessioni. Ciascuna di queste avrà una durata di tre ore, così suddivise: un’ora e mezza di attività di supporto didattico allo svolgimento dei compiti scolastici; un’ora di attività ricreativa di tipo sportivo “nelle diverse discipline praticabili in relazione all’età dello studente”; trenta minuti dedicati all’accoglienza.
I mediatori culturali – a cui sarà richiesto di conoscere inglese, francese e spagnolo – affiancheranno gli operatori sportivi del Csi. Due i periodi: dal 19 giugno all’8settembre, dal lunedì al venerdì, con quattro gruppi di studenti al giorno, ognuno composto da un minimo di 12 a un massimo di 15 ragazzi; dall’11 settembre al 15 dicembre, con due gruppi di studenti al giorno, con gli stessi numeri di alunni coinvolti. Le regole d’ingaggio prevedono la tenuta di un registro delle presenze giornaliere dei partecipanti, la merenda con acqua e snack, l’allestimento degli attrezzi per gli esercizi fisici, la pulizia al termine di ogni giornata e la copertura assicurativa.
Un percorso studiato apposta per seguire passo dopo passo gli adolescenti nati da genitori stranieri e cresciuti a San Siro, alcuni dei quali nel recente passato hanno subìto la potente fascinazione di personaggi del mondo della musica trap saliti agli onori delle cronache più per i reati commessi che per i successi musicali. Basti ricordare quanto accaduto il pomeriggio del 10 aprile 2021, quando centinaia di giovani e giovanissimi si ritrovarono in via Micene per partecipare al videoclip, in barba al distanziamento previsto dalle normative anti-contagio da Covid-19. L’intervento della polizia scatenò una vera e propria rivolta in piazzale Selinunte, con lancio di pietre, bastoni e bottiglie di vetro.
Atletica leggera, le nuove carrozzine sportive del progetto AlbiAbilia: disponibili per tutte le persone con disabilità
AlbiAbilia
Saranno presentate il 1 giugno ad Albisola, Savona, le nuove carrozzine sportive a disposizione di tutte le persone con disabilità che vorranno avvicinarsi alle discipline dell’atletica leggera in un luogo protetto e seguiti da istruttori qualificati. Obiettivo è l’abbattimento di ogni barriera e la preparazione di alcuni di loro a partecipare a gare paralimpiche.
Il progetto AlbiAbilia è un progetto di rete finalizzato all’inclusione sociale di persone disabili e migranti attraverso lo sport, per agevolare il loro inserimento nel contesto sociale grazie all’apprendimento delle discipline sportive e la partecipazione ad eventi e gare sia individuali sia all’interno di squadre.
La Cooperativa Sociale Arcimedia, data la pluriennale esperienza nell’inclusione sociale dei soggetti deboli in situazioni di bisogno e a rischio povertà, è la capofila della rete che ha ideato e presentato il progetto al bando “Abilità al Plurale 2” finalizzato alla realizzazione di interventi integrati per favorire l’inserimento socio lavorativo di soggetti a rischio di emarginazione sociale a valere sul Programma operativo FSE Liguria 2014-2020 , Asse 2- Inclusione sociale e lotta alla povertà 9-1, Obiettivo specifico 9. Il progetto è stato ammesso al finanziamento a Febbraio 2021, ma a causa della pandemia, solo a Febbraio 2022 è stato concesso dagli enti finanziatori il benestare all’avvio delle azioni previste e la rete si è rimessa in moto.
L’idea centrale del progetto è di avvicinare le persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali e migranti alle attività sportive, in particolare alle discipline dell’atletica leggera con l’abbattimento di ogni barriera e preparare alcuni di loro a partecipare a gare paralimpiche. La sede di svolgimento delle attività sportive è l’impianto “G. Fazzina” di Albisola Superiore, gestito dall’ASD Atletica Alba Docilia, tramite convenzione con il Comune stesso, che grazie al bando è stato attrezzato con materiale idoneo alla pratica sportiva per persone con disabilità.
AlbiAbilia è già partita da un anno con azioni di promozione dell’operazione e delle azioni previste, il consolidamento ed ampliamento della rete associativa che sostiene a vario titolo il progetto, e le azioni di sensibilizzazione della comunità cittadina. Il progetto inoltre ha previsto anche la formazione degli operatori e di corsi per tecnici sportivi abilitanti all’insegnamento delle discipline paralimpiche.
Il Csi Lecce porta i libri in campo: coniugare sport e lettura si può
Libri in gioco
Incursioni letterarie a bordo campo: iniziativa del CSI di Lecce. Il servizio di Elena Fiorani.
Coniugare lettura e sport si può: la pensa così il comitato CSI di Lecce che, insieme alle associazioni Nausika e LaAV, si è lanciato in una nuova iniziativa. Nell’ambito del progetto “Io leggo per gli altri”, nato per incentivare la pratica della lettura ad alta voce anche in contesti informali, a partire da gennaio, alcune società affiliate CSI hanno ospitato con curiosità e successo le letture in palestre e campi da gioco.
Il format è semplice: ci si accorda con allenatori e maestri per intervenire con letture ad alta voce durante un allenamento, si entra in campo nella sorpresa generale, si invitano i ragazzi a sedersi per terra ed inizia la lettura, che dura solo pochi minuti, ma grazie alla scelta di argomenti inerenti allo sport, assicura interesse ed emozione.
Sport per la cura: consegnati quattro nuovi tandem all’associazione sarda Domu Mia
Pedala e vai!
Quattro nuovi tandem sono stati consegnati all’associazione sarda Domu Mia nell’ambito del progetto promosso da Cycling Pangea con l’obiettivo di proporre un percorso di riabilitazione in ambiente, uscendo dallo spazio di cura tradizionale. Il tandem, infatti, obbliga a mediare con l’altro per raggiungere insieme l’obiettivo prefissato.
Si tratta di quattro mezzi acquistati grazie al finanziamento concesso dalla Fondazione Vismara, che ha riconosciuto nel progetto “Pedala e vai!” indiscutibili meriti e peculiarità sociali. «Grazie all’aiuto della Fondazione Vismara possiamo far partire un’iniziativa che, dal nostro paese, vogliamo esportare in altri territori della Sardegna», commenta raggiante il presidente dell’Aps, Ninni Santus.
Nello scorso week end i tandem sono stati testati al cospetto dei TanDemoni, il nome che si sono attribuiti gli artefici del progetto lanciato un paio di anni fa da Cycling Pangea in collaborazione con i Centri di salute mentale – Csm, i Servizi per le dipendenze – Serd, l’Ufficio esecuzioni penali del Veneto (Uepe), la Uisp e la Società italiana di montagna-terapia.
Con Roberta Sabbion, psichiatra e direttrice del Dipartimento dipendenze della Ulss 8 di Vicenza, cerchiamo di capire l’impatto di questo progetto. È appena rientrata in Veneto, lei che è originaria di Padova, dopo l’esperienza maturata all’Asfo di Pordenone. E continua l’esperienza con i tandem. Ecco come è nata l’idea. «Il primo passo è stato quello della riabilitazione in ambiente, cioè la possibilità di uscire da uno spazio di cura (all’interno del quale le persone vanno per curare una parte malata) per entrare in un contesto di salute, dove ogni singola persona deve mettere in gioco la sua parte sana. È il presupposto della montagna-terapia».
«Lo strumento “camminare” può andare bene in alcuni contesti. Ma ci sono alcune disabilità che non consentono sempre un libero cammino», spiega la dottoressa Sabbion. «La prima esperienza specifica fatta da una coppia (Alessandro Da Lio e il cognato Lucio Morosin avevano percorso in tandem 20mila km dal Canada alla Terra del Fuoco, ndr), è stata eccezionale: ci ha permesso di capire che non ci sono limitazioni fisiche o psichiche per poter osare molto. Lo strumento tandem permette di raggiungere obiettivi terapeutico-riabilitativi diversi da altro. Per esempio, il tandem ti obbliga a un rapporto a due di compromesso, che è una delle cose più difficili della vita. Ti obbliga a mediare con l’altro per raggiungere insieme l’obiettivo prefissato e ti mette nella condizione di aumentare, dal punto di vista sensitivo, la conoscenza dell’altro».
“Nessuno in Panchina”: ad Aquilinia (Ts) un evento formativo su sport e giovani con disabilità
Nessuno in panchina
Ad Aquilinia, in provincia di Trieste, un evento formativo per dotare gli allenatori e i tecnici di strumenti per rendere più accessibile la pratica sportiva ai giovani con disabilità fisico-intellettiva o che vivono in situazioni socioeconomiche sfavorevoli. Alla parte in aula si alterneranno allenamenti in campo pensati dai tecnici del Milan.
“L’attenzione per il tema dell’inclusione fa parte della missione quotidiana di Fondazione Milan che, attraverso alleanze territoriali, sostiene e sviluppa opportunità per bambini e ragazzi affinché possano vivere pienamente la bellezza dello Sport in contesti adatti a loro”. Commenta così il Segretario Generale di Fondazione Milan, Rocco Giorgianni, che aggiunge: “formare e dare un metodo di lavoro alle organizzazioni e agli operatori del settore significa poter rendere la pratica sportiva più inclusiva per tutti i giovani con disabilità o a rischio esclusione sociale”.
“Rendere lo sport inclusivo significa investire sulla formazione delle organizzazioni sportive, veri e propri presidi per le comunità locali. L’inclusività nello sport riguarda in generale la rimozione di tutti gli ostacoli che ne possono impedire la diffusione tra i giovani” dichiara la Presidente di Fondazione Pietro Pittini, Marina Pittini che prosegue: “Siamo orgogliosi di avviare questa collaborazione con Fondazione Milan, da sempre impegnata su questa tematiche e con la quale c’è stata subito comunione di intenti”.
Il progetto prevede una parte formativa d’aula durante la quale allenatori e tecnici del territorio acquisiranno competenze specialistiche sul tema dello sport inclusivo. Nel corso dei due pomeriggi invece largo ai giovani, con allenamenti in campo pensati e strutturati da parte dei tecnici dell’AC Milan.
Sport e diritti umani: la quinta edizione del premio va a Natali Shaheen e Gary Lineker
Sport e diritti umani
Oggi a Roma Amnesty Italia e Sport4Society consegneranno a Natali Shaheen, ex capitana della nazionale palestinese, e Gary Lineker, calciatore inglese, il premio che riconosce i gesti simbolici o concreti in favore dei diritti umani nell’ambiente sportivo, giunto alle V edizione.
Natali Shaheen, ex capitana della nazionale palestinese e attualmente al F.C. Athena Sassari Calcio a cinque, e Gary Lineker, calciatore inglese, Scarpa d’oro ai Mondiali del 1986 e attaccante di FC Barcelona, Leicester City e Tottenham Hotspur, riceveranno il premio “Sport e diritti umani”.
Gary Lineker, attualmente conduttore televisivo di fama mondiale, riceverà uno speciale riconoscimento internazionale per il suo forte impegno nei confronti dell’immigrazione e dei diritti umani.
Interverranno:
Gary Lineker
Natali Shaheen
Riccardo Cucchi, presidente della giuria del premio “Sport e diritti umani”
Vittorio Di Trapani, presidente della FNSI
Ileana Bello, direttrice generale di Amnesty International Italia
Luca Musumeci, presidente di Sport4Society
Il “Sentiero scuola” degli studenti in Umbria: tre giorni a piedi per educare alla solidarietà
Zaino in spalla
Tre giorni a piedi alla scoperta dell’Umbria: è l’iniziativa che nei giorni scorsi ha coinvolto un gruppo di studenti degli istituti superiori per il progetto “Sentiero scuola” della cooperativa sociale Camminamenti. L’obiettivo è consolidare i curriculum scolastici mettendo il cammino al centro dell’apprendimento.
Il cammino come pratica educativa è proprio al centro del lavoro della Coop Camminamenti che per l’anno scolastico 2024-2025 ha un progetto molto ambizioso: Strade Maestre, questo è il nome del progetto, è incentrato sullo svolgimento di un intero anno scolastico itinerante rivolto a ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia, che devono iscriversi alla terza classe del liceo scientifico. “Pensiamo a un gruppo formato da una quindicina di studenti accompagnati da cinque guide ambientali escursionistiche, che svolgono anche il ruolo di insegnanti”, spiega Marco Saverio Loperfido, ideatore del progetto insieme a Marcello Paolocci, promotore del progetto Ammappaitalia e autore del volume “Tre lune nelle scarpe. Come il cammino agisce sui gruppi e viceversa” (Edizioni Il Lupo). “I ragazzi percorreranno oltre mille chilometri attraverso la penisola, alternando giornate di cammino a periodi residenziali”, precisa. Il viaggio dei 15 ragazzi durerà 240 giorni complessivi e partirà all’inizio di settembre da Orvieto per raggiungere Civitavecchia a fine settembre, dove il gruppo si imbarcherà per la Sardegna. Poi da Olbia a Cagliari, percorrendo il Cammino delle Cento Torri e da qui a Palermo via mare. A metà dicembre il gruppo arriverà a Messina e, dopo la pausa per le vacanze di Natale, si risalirà lungo lo Stivale attraverso il Sentiero Italia. Da Napoli si partirà alla volta dell’Abruzzo per raggiungere Firenze e poi Bologna attraverso la Via degli Dei. Il percorso si concluderà a Venezia, dove i ragazzi arriveranno passando per il Parco del Delta del Fiume Po.
“Il progetto prevede un apprendimento formale che si intreccia ogni giorno con le pratiche educative informali – chiarisce Loperfido –. Fuori dagli schemi dell’aula e dai contesti abituali ci serviremo degli strumenti del nostro tempo. Per trovare la strada useremo gli smartphone e le cartine geografiche, il gps insieme alla bussola. Per studiare useremo carta e penna, quaderni e colori, web e piattaforme digitali”. E così si parlerà di geologia sui pendii dell’Etna e di storia dove essa è accaduta. “Perché come lo scrittore e viaggiatore britannico Robert MacFarlane crediamo che un evento privo di sede è inconcepibile, dato che tutto ciò che succede deve succedere da qualche parte”. Al termine del cammino i ragazzi sosterranno un esame di idoneità presso una scuola pubblica statale. “Sono molte le realtà che si sono messe in rete per poter realizzare un progetto così ambizioso” aggiunge Loperfido. Tra questi c’è l’Associazione italiana guide ambientali escursionistiche (Aigae) e la stessa Ammappaitalia. “Ma siccome si tratta di un progetto finanziariamente molto impegnativo, oltre che molto ambizioso, ora siamo alla ricerca di sponsor che possano garantire le risorse necessarie – conclude –. Poi comincerà il reclutamento dei ragazzi e delle ragazze interessate a vivere questa esperienza. Per noi questo è solo l’inizio: consideriamo Strade Maestre un modello da consolidare nel tempo, che in prospettiva consentirà di mettersi in viaggio a un gruppo sempre più ampio di ragazzi”.