Archivi categoria: Sport

In mountain bike contro il cancro: 460 km percorsi da tre donne dalla Sardegna al Marocco


In mountain bike contro il cancro

Dalla Sardegna al Marocco, per dimostrare a se stesse e al mondo che l’impossibile non esiste. Tre donne, insieme, hanno percorso 460 km su due ruote, seguite da medici, nutrizionisti e tecnici specializzati.

La “Marocco Expedition Women Challenge” è un messaggio di speranza per circa 377mila persone che ogni anno, in Italia, vengono iscritte alle liste delle nuove diagnosi di tumore.
Tre donne, insieme, sono capaci di tutto. Se poi hanno affrontato a muso duro un tumore, hanno una forza che è inimmaginabile persino per loro. La sfida denominata “Marocco Expedition Women Challenge” non era roba da supereroi, ma neppure per gente che si piange addosso: si trattava di un raid in mountain bike, in sentieri impervi tra i deserti e le montagne del Marocco, dalla catena montuosa dell’Alto Atlante al massiccio vulcanico del Jebel Saghro, sino alla famosa Draa Valley. In tutto, 460 km. Per dimostrare, a se stesse prima che al mondo, che spesso l’impossibile è possibile.

Cuore, tenacia e spirito di rivalsa. Così tre donne sarde hanno combattuto e vinto una delle sfide più ardue che abbiano mai affrontato, a parte la malattia. All’inizio erano in quattro: Daniela Tocco, Donatella Mereu e Paola Zonza sono riuscite a partire ma, negli ultimi giorni della preparazione, Daniela Valdes ha dovuto rinunciare per motivi personali. Hanno accolto la proposta di Acentro per il sociale e, insieme, hanno deciso di iniziare un lungo, faticoso percorso fatto di visite mediche, allenamenti, diete bilanciate. Un adeguato addestramento tecnico, unito a una meticolosa preparazione atletica, ha permesso loro di ottenere il via libera dello staff medico-sanitario guidato dal dottor Marco Scorcu, responsabile di Medicina dello sport della Assl di Cagliari e responsabile sanitario del Cagliari Calcio. In Marocco invece era presente la dottoressa Rita Nonnis, chirurga senologa dell’Aou di Sassari, mentre la dottoressa Claudia Collu era la biologa-nutrizionista della spedizione alla quale hanno preso parte il coach Antonio Marino, l’esploratore estremo Maurizio Doro e Michele Marongiu: quest’ultimo, appassionato di ultracycling e amante dei viaggi-avventura in bicicletta, è stato l’ideatore dell’iniziativa. Si è ispirato alla storia di Tiziana Garau, un’altra malata di cancro, che rappresenta idealmente tutte le 182mila donne italiane a cui ogni anno viene diagnosticato un tumore (le nuove diagnosi di tumore tra gli uomini sono invece 195mila).

Paola Zonza ha 43 anni ed è sassarese. Alle spalle dieci anni di basket, prima di approdare in serie con la maglia della Torres femminile: quella, per intenderci, che vinceva gli scudetti a suon di gol realizzati da top player come Parejo, Carta, Guarino e Placchi. «Paoletta, come la chiamiamo noi, incarnava lo spirito delle sarde in gruppo con molti innesti della penisola. Era un elemento fondamentale per lo spogliatoio. Non mi meraviglia che sia riuscita in questa impresa», commenta l’ex presidente torresino Leonardo Marras.

«Quel mio trascorso agonistico mi è servito tantissimo», ammette Paola. «La Marocco Expedition è stata un’esperienza molto impegnativa, ma sono felice di avervi partecipato perché, durante la malattia, avevo dovuto abbandonare l’attività sportiva. Grazie a questa iniziativa mi sono ritrovata in un’altra squadra. Ero titubante, mi chiedevo come potessi interagire con loro: in fondo, io avevo fatto una certa esperienza negli sport di squadra, loro no. Invece mi ha stupito positivamente il loro straordinario cameratismo».

Donatella Mereu è originaria di Portoscuso ma cagliaritana d’adozione. «Non so esattamente che cosa temessi maggiormente, quando sono partita per questa straordinaria avventura», commenta. «Sicuramente lo sforzo fisico, anche se ho sempre amato lo sport all’aria aperta. La bici è arrivata in un secondo momento. Ma forse era prevalente la parte emotiva perché, a differenza delle mie compagne d’avventura, io ancora combatto contro un mieloma mentre loro, fortunatamente, sono state dichiarate clinicamente guarite. Da questa esperienza ne sono uscita più forte».

«Ha ragione Paola, tra di noi c’era un feeling speciale», è il parere di Daniela Tocco. «Ci bastava guardarci negli occhi per capirci al volo e trovare una soluzione a qualunque problema. È stata un’esperienza bellissima, il solo pensare a loro mi fa tornare il sorriso. Certo, la malattia mi ha messo a dura prova e ha lasciato il segno, però mi ha permesso di apprendere delle cose nuove. Avevo una gran voglia di vivere, ora ancora di più: la Marocco Expedition mi ha fatto crescere nell’ascolto e nell’aiuto degli altri».

La presentazione del docufilm realizzato dal videomaker Pierandrea Maxia, avvenuta martedì sera in un albergo del capoluogo sardo, ha strappato più di una lacrima ai numerosi presenti. Il giornalista cagliaritano Giorgio Porrà, uno degli uomini di punta di Sky Sport, ha prestato il suo volto per fare da filo conduttore della trama: la sua presenza è risultata particolarmente significativa e in linea con il progetto, in quanto egli stesso ha dovuto combattere contro un tumore molto aggressivo.

«Quando ti diagnosticano un tumore, dopo la sberla iniziale, pensi a reagire. Ti poni degli obiettivi, anche se non sai se riuscirai a guarire», spiega Paola. Dalla Sardegna al Marocco, per dimostrare a se stesse e al mondo che l’impossibile non esiste. Una straordinaria avventura sulle due ruote, seguite da medici, nutrizionisti e tecnici specializzati. La “Marocco Expedition Women Challenge” è un messaggio di speranza per circa 377mila persone che ogni anno, in Italia, vengono iscritte alle liste delle nuove diagnosi di tumore
Tre donne, insieme, sono capaci di tutto. Se poi hanno affrontato a muso duro un tumore, hanno una forza che è inimmaginabile persino per loro. La sfida denominata “Marocco Expedition Women Challenge” non era roba da supereroi, ma neppure per gente che si piange addosso: si trattava di un raid in mountain bike, in sentieri impervi tra i deserti e le montagne del Marocco, dalla catena montuosa dell’Alto Atlante al massiccio vulcanico del Jebel Saghro, sino alla famosa Draa Valley. In tutto, 460 km. Per dimostrare, a se stesse prima che al mondo, che spesso l’impossibile è possibile.

Lo sport entra nel carcere di San Vittore con “Liberi di giocare”: il progetto di Csi Milano


Liberi di giocare

I detenuti di San Vittore, a Milano, e di Monza, grazie alle società sportive partecipano con entusiasmo alle proposte del progetto promosso dal Csi territoriale: grazie a Liberi di giocare lo sport entra nelle carceri per garantire ai detenuti allenamenti e partite.

Tra i numerosi progetti che il Csi, il Comitato di Milano svolge sull’hinterland e, nello specifico presso le carceri, ce n’è uno che riguarda la “Casa Circondariale Francesco Di Cataldo”, conosciuta come il carcere di San Vittore: “Liberi di giocare”, all’insegna dello sport, per garantire ai detenuti allenamenti e partite di calcio, basket e pallavolo. Proprio nell’ambito del progetto calcio, nelle scorse settimane è avvenuto un episodio degno di nota: durante uno dei tanti e soliti allenamenti svolti all’interno della struttura penitenziaria, tra i detenuti che partecipano con costanza si nota subito l’assenza di chi è sempre presente, ovvero Paolo. La sua assenza non passa inosservata, ma nessuno decide di dargli troppo peso, anche perché spesso capita che al sabato i detenuti si ritrovino impegnati nei colloqui con i familiari. Dopo quasi mezz’ora dall’inizio dell’allenamento, però, accade qualcosa di inaspettato: Paolo è assente per un motivo ben preciso, perché ha ricevuto la notizia che attendeva da tempo, ovvero è libero e può finalmente uscire.

Si sente il rumore inconfondibile del giro di chiave da parte dell’agente, entra Paolo in campo – indossa jeans e un maglioncino, non la solita divisa sportiva – e scatta un applauso: in campo, dalle finestre, nei corridoi. Applaudono tutti, partono anche i cori in suo onore: “Paolino, Paolino, Paolino”. Paolo è quasi un uomo di mezza età e, dopo due anni e otto mesi, torna a rivedere la luce del sole. Tanto affetto è giustificato proprio dalla sua età e perché dentro il Carcere di San Vittore nel corso del tempo è diventato un punto di riferimento, voluto bene e rispettato. Abbracci interminabili da parte di tutti, con Paolo che si ritrova spaesato, in una situazione in cui probabilmente non è abituato a fronteggiare, non sapendo da che parte voltarsi prima, inondato da così tanta umanità dai suoi “compagni di cella” da farlo sentire quasi in imbarazzo.

Travolto dall’affetto della sua famiglia, sì perché dopo anni che condividi ogni minuto della tua vita con le stesse persone, quelle stesse persone diventano la tua famiglia, lascia – quasi come se fosse una superstar dopo l’omaggio ricevuto – il campo e si dirige verso l’uscita: lì dove sa che c’è una nuova e seconda vita che lo aspetta. Spesso, verso le carceri e i detenuti, si ha un atteggiamento pregiudiziale, bollando come “carcerato a vita” – e quindi non un essere umano al nostro pari – una persona solo perché ha varcato, meritatamente o meno, i cancelli di un carcere. Ci si dimentica che ogni persona che finisce dentro, porta con sé una storia, gioie, dolori, sofferenza, rabbia e anche – soprattutto – tanti errori. Ma la storia di Paolo ci restituisce tanta umanità e fa capire quanto noi umani siamo persone fragili. Basta un secondo per compromettere la nostra vita. Ma anche un secondo per tornare a essere umani. Al di là tutto e al netto di tutti gli errori che possiamo commettere, chiunque merita una seconda chance. E la merita anche Paolo, che è tornato a vivere e a svegliarsi con una nuova luce: quella della libertà.

Il cicloturismo non è più un fenomeno di nicchia: lo certifica il rapporto Isnart-Legambiente


Cicloturismo da record

In Italia 33 milioni di presenze per 4 miliardi di euro: il rapporto Isnart con Legambiente fotografa l’evoluzione del settore e conferma che non è più un fenomeno di nicchia: raddoppiati italiani e stranieri che scelgono il nostro Paese per una vacanza su due ruote.

Ormai è un dato di fatto: il cicloturismo non è più un fenomeno di nicchia, ma una voce sempre più importante del comparto turistico, uno dei “nuovi turismi” emozionali ed esperienziali a più rapida crescita. A certificarlo è “Viaggiare con la bici 2023- terzo Rapporto nazionale sul cicloturismo” curato da Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) in collaborazione con Legambiente e presentato alla Fiera del Cicloturismo di Bologna. E a testimoniarlo è il raddoppio del numero dei cicloturisti “puri” aumentati dai circa 4 milioni del 2019 a più di 9 milioni del 2022; si tratta di turisti italiani e stranieri che scelgono il nostro Paese per una vacanza su due ruote, «generando nelle destinazioni che li ospitano un impatto economico stimato in oltre 1 miliardo di euro».

Ci sono poi quei turisti, mossi da altre motivazioni, che trascorrono parte della vacanza utilizzando la bicicletta: nel 2022 si stimano siano stati quasi 24 milioni le presenze turistiche riconducibili a questa categoria, per una spesa sul territorio pari quasi a 3 miliardi di euro. «L’aumento considerevole dei cicloturisti puri” – secondo il presidente di Isnart Roberto Di Vincenzo – dimostra come sia cresciuta la maturità del settore perché questo tipo di cicloturista è quello che richiede servizi specifici per il mondo della bicicletta. Chi va in bicicletta per fare una passeggiata non ha una domanda molto forte di bike station o di ciclofficine. Il turista puro invece sì ed è quello che compra le bici, le rinnova, che è attento al mercato e che lo indirizza profondamente».

Secondo il Rapporto, «il cicloturista puro ha un’età media compresa tra i 28 ed i 57 anni (nel 71% dei casi) cui si aggiunge un interessante quota, seppur minoritaria, di baby boomers (il 17,3% ha tra i 58 ed i 72 anni), caratterizzati da una maggiore capacità di spesa rispetto ai più giovani». Un cicloturista su tre viaggia in coppia, uno su cinque da solo o con gli amici. Per l’alloggio si prediligono i bike hotel (28%), seguiti da agriturismi (11%) e camping (7%) attrezzati per le vacanze in bicicletta. I cicloturisti stranieri spendono tendenzialmente di più degli italiani, non solo (comprensibilmente) per le spese di viaggio (si parla di una differenza di 143 euro) ma anche per l’alloggio: in media 15 euro in più al giorno a persona.

«Il fenomeno del cicloturismo si sta consolidando e rafforzando in tutto il Paese – spiega Sebastiano Venneri, responsabile Turismo e Innovazione di Legambiente -, ma uno dei dati più interessanti è quello della redistribuzione dei flussi verso il Sud, che rappresenta la vera novità e sul quale questo rapporto dedica un focus particolare».
Se è infatti vero che il mercato del cicloturismo italiano si è sviluppato prima ed è ancora in gran parte concentrato in alcune regioni italiane, con Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana che da sole attraggono il 47% dei flussi cicloturistici del 2022, è anche vero che ci sono interessanti segnali di come il fenomeno si vada progressivamente diffondendo in tutto il Paese.

Tra il 2019 e il 2022, infatti, la quota di cicloturisti che scelgono il Sud è passata dal 7% al 17,4% del totale; ed in crescita risulta anche il Centro Italia passato dal 10,9% al 15,8%. «Se nel 2019 otto turisti su dieci andavano nel Nord a pedalare – continua Venneri – ora sono diventati 6, 5. Il fenomeno è esploso nel Sud trainato dalla Puglia e nel Centro dalla Toscana e dall’Abruzzo, regione questa che ha una delle più alte presenze di cicloturisti sul totale delle presenze turistiche, quello che il Rapporto chiama indice di specializzazione».

Per il Sud Italia, il cicloturismo rappresenta una importante occasione per un allungamento della stagionalità, per contrastare il fenomeno dell’overtourism e un importante volano di potenziale sviluppo in chiave turistica delle aree interne. «Il cambiamento climatico – spiega Venneri – impone la destagionalizzazione. Occorre dare una alternativa alla canicola estiva, ad esempio, sfruttando le aree più interne o ripensando l’utilizzo delle nostre montagne di inverno, ora che la neve scarseggia».

Un segmento in forte espansione e al quale il Rapporto Isnart dedica un altro focus è il cicloturismo di alta gamma, «nicchia di cicloturisti a elevata capacità di spesa che sta progressivamente creando un’offerta caratterizzata da servizi personalizzati e ad alto valore aggiunto». È un turista che proviene spesso dal mondo anglofono, viaggia in coppia o con gruppi di amici, ha una età media tra i 50 e i 55 anni, di elevato profilo sociale e curioso di conoscere territori italiani, l’enograstronomia, le tradizioni locali e i luoghi meno battuti dal turismo di massa .

Il mercato del cicloturismo è previsto in ulteriore crescita nel 2023 da 9 operatori specializzati su 10, gli stessi che, mediamente, hanno visto crescere il proprio fatturato fino a quasi triplicarlo nell’ultimo triennio, «anche sfruttando in questo caso positivamente – sottolinea il Rapporto – gli esiti della pandemia».

Un settore che dunque ha ancora enormi potenzialità di crescita, ma al quale è necessario dare risposte rapide e concrete, a partire dalle infrastrutture. Su questo il Rapporto suggerisce di battere su un aspetto fortemente caratterizzante del nostro Paese, cioè la presenza di strade secondarie a bassa intensità di traffico abbandonate dal traffico motorizzato, un patrimonio di cui è ricca l’Italia, un sistema di ciclovie di fatto.

«L’Italia – spiega Venneri – è l’unico Paese in Europa che può vantare una rete di collegamento fatta di piccole arterie tra centri di alta attrazione turistica e che hanno il meglio del patrimonio paesaggistico, storico, naturalistico ed enogastronomico, un’offerta cicloturistica originale tipica italiana, capace di colmare il divario con quei paesi del centro Europa che possono contare da anni su una solida rete di ciclovie dedicate. Ben venga dunque investire nel Sistema delle ciclovie turistiche di interesse nazionale, ma basarsi solo su quello significa tempi troppo lunghi rispetto alla velocità di crescita del comparto».

Riportare in vita queste infrastrutture “naturali” spesso inutilizzate significa anche migliorare la connettività rurale, rigenerare territori, restituire vita in aree in aree remote e stimolare le economie locali. Infrastrutture “naturali” che possono essere fruibili dal cicloturista con investimenti limitati nei tempi e nei costi, da realizzarsi prevalentemente sulla segnaletica, su servizi specifici dai bike hotel, al noleggio alle ciclofficine. Importante è anche la realizzazione di colonnine di ricarica delle ebike, mezzi che assumono un ruolo sempre più importante nello sviluppo del cicloturismo, permettendo ad una fascia sempre più ampia di turisti non particolarmente allenati di affrontare salite o lunghi percorsi su due ruote.

E i dati di Confindustria Ancma confermano questa tendenza positiva delle bici elettriche: se infatti nel 2022 il mercato delle bici in generale ha registrato un -10% di pezzi venduti (un rallentamento fisiologico, secondo Ancma, soprattutto dopo il boom prodotto in particolare dagli incentivi) quello delle ebike è schizzato a + 14 % . In questo senso, scrive il Rapporto, «un’occasione sicuramente importante e da non lasciarsi sfuggire, anche in termini di adeguamento infrastrutturale del Paese, a cominciare dalla disponibilità di una rete di colonnine di ricarica, è offerta dal Pnrr che, nell’ambito di più missioni, ha destinato cospicue risorse finanziarie ad investimenti che al cicloturismo più o meno direttamente si riconducono».

Piano sport sociale: boom di domande per i bandi su Inclusione, Quartieri, Carceri e Parchi


Promuovere la partecipazione

Boom di domande per i bandi di Sport e Salute su “Inclusione”, “Quartieri”, “Carceri” e “Parchi”. Sono state circa 1500 le domande inviate per partecipare ai progetti previsti dal Piano per lo Sport Sociale da 16 milioni di euro.

Sono state circa 1500 le domande inviate alla scadenza di venerdì scorso sulle piattaforme per l’inserimento delle candidature agli Avvisi pubblici “Inclusione”, “Quartieri”, “Carceri” e “Parchi” attiva dal 24 febbraio sul sito di Sport e Salute S.p.A.. Si tratta dei progetti previsti dal Piano per lo Sport Sociale da 16 milioni di euro, promosso grazie al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e al Dipartimento per lo Sport, che mira ad abbattere le barriere di accesso all’attività sportiva e a declinare concretamente il principio del diritto allo sport per tutti.

I progetti sono quattro: Inclusione (2,4 milioni) che si pone l’obiettivo dell’integrazione dei gruppi a rischio di emarginazione e delle minoranze, garantendo a tutti l’accesso alla pratica sportiva, Quartieri (3,7 milioni) che intende favorire l’alleanza educativa tra il sistema sportivo e il sistema del Terzo Settore, Sport nei Parchi (3,3 milioni) che ha l’obiettivo di realizzare nuove aree sportive attrezzate all’interno di parchi comunali pubblici o spiagge e per la prima volta Carceri (3 milioni) che promuove lo sport come strumento ed opportunità di rieducazione per i detenuti, attraverso il potenziamento dell’attività sportiva. Le richieste sono state avanzate da ASD/SSD, Enti del Terzo Settore di ambito sportivo e Comuni.

Analizzando i dati si evince che per il progetto Inclusione il maggior numero di domande sono giunte da Lazio, Sicilia, Campania e Puglia. Per quello dei Quartieri Lazio, Campania e Sicilia sono in testa per numero di richieste. Situazione simile per il progetto Carceri dove Lazio, Sicilia e Puglia sono in cima alla lista. Scenario differente per quanto riguarda Sport nei Parchi per il quale invece il maggior numero di domande è giunto da Piemonte, Veneto e Toscana.

A Firenze arriva la prima edizione di “IN/VISIBIL3”: esplorare il mondo dei giochi a 360°


Giochi inclusivi

Domani e domenica a Firenze arriva la prima edizione di IN/VISIBIL3, un evento dedicato al mondo dei giochi a 360°, da tavolo, di ruolo, videogiochi, interpretati in chiave intersezionale. Durante la due giorni ci saranno laboratori per la costruzione di spazi, attività ludiche accessibili e  panel condotti da esperte ed esperti.

Il primo fine settimana di aprile a Firenze presso la Casa della Cultura e della Ricreazione (Via Enrico Forlanini 164) si terrà la prima edizione di IN/VISIBIL3, un evento dedicato al mondo dei giochi a 360° (giochi da tavolo, giochi di ruolo, videogiochi) in chiave intersezionale.
Si tratta di un evento gratuito organizzato da Arcigaymerz (gruppo ludico di Arcigay Firenze), Isola Insolita e owof games (studi indie di videogiochi), LemuRivolta (Collettivo di divulgazione e creazione videoludica), e Pink* (gioco transfemminista contro le discriminazioni di genere) con il patrocinio di Women in Games International, Federludo e Arcigay ed il supporto di Arcigay Firenze Altre Sponde.

Durante le due giornate sarà possibile accedere alla LUDOTECA gestita dalle persone volontarie, partecipare ai laboratori per la costruzione di giochi e spazi di gioco accessibili e inclusivi o assistere ai PANEL con esperte ed esperti di gioco e comunità ludiche.
I panel saranno trasmessi anche in streaming sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/invisibil3con; Youtube https://www.youtube.com/@INVISIBIL3con/featured.

“Con questa prima edizione abbiamo l’obiettivo di creare spazi di elaborazione sicuri, dove poter riflettere sulla cura della rappresentazione, del linguaggio, delle community; dove parlare di sicurezza, di marginalizzazione, di accessibilità nel gioco da tavolo, di ruolo e nel videogioco. IN/VISIBIL3 è un evento per tutte le persone che pensano, progettano, creano e giocano i giochi di oggi e di domani. Vi aspettiamo per giocare al futuro insieme”.

Torino è “Biciclabile”: persone con disabilità e senza dimora coinvolte nel recupero dei mezzi abbandonati


Biciclabile

Persone con disabilità e senza dimora sono coinvolte nei lavori di riparazione delle bici abbandonate per le vie di Torino e hanno così l’occasione di mettersi in gioco, imparare cose nuove e rendersi utili alla comunità.

«BiciclAbile», spiega Lorena Cugusi, vicepresidente di Stranaidea, «è un’attività di recupero di biciclette abbandonate che vengono riparate e rimesse in circolazione. Insomma, dove molti vedevano un rifiuto, noi abbiamo visto un’opportunità. Le persone con disabilità e gli adulti senza dimora vengono coinvolti nei lavori di riparazione e hanno così l’occasione di mettersi in gioco, imparare cose nuove e rendersi utili alla comunità. Siamo consapevoli che nell’era del consumo riparare le cose sia non solo un atto di ribellione, ma anche e soprattutto di responsabilità civica. Ridurre i rifiuti ed estendere il ciclo di vita dei prodotti produce un plus valore non solo economico ed energetico, ma anche di senso».

Infatti, fino a qualche tempo fa, le biciclette che l’amministrazione comunale di Torino raccoglieva e portava nel deposito dei vigili urbani, rimanevano lì inutilizzate. Grazie al progetto BiciclAbile quello che era solo un oggetto di rottamazione ha ripreso a vivere dopo un sapiente lavoro dei ragazzi che le riparano e le mettono a disposizione gratuitamente di chi è in difficoltà o ne ha bisogno.

Disabilità, l’allenamento speciale del “Vharese”: a sorpresa scende in campo mister Pioli



Un allenamento speciale

L’Apd Vharese promuove la pratica sportiva come occasione di incontro e di socializzazione, ma anche di promozione di una diversa cultura sulla disabilità, da tre anni veste i colori del Milan e nei giorni scorsi ha avuto l’occasione di allenarsi con il tecnico rossonero Stefano Pioli che ha detto “Con la passione si può superare qualsiasi ostacolo”.

Il tecnico rossonero ha sorpreso i ragazzi che partecipano alla Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale della Figc dirigendo una sessione di allenamento. «Ho visto ragazzi entusiasti ma soprattutto attenti e vogliosi di far bene, rispettando consegne e ruoli» ha commentato il tecnico.

Con Briantea84 l’Apd Vharese da tre anni veste i colori del Milan. Indossare la maglia del Milan è far parte di una grande famiglia che condivide gli stessi valori e la stessa passione. Lo sanno bene i ragazzi del Vharese, una delle due realtà – l’altra è Briantea84 – che vestono la maglia rossonera nella Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale – Dcps della Figc. Nei giorni scorsi, a pochi minuti dall’inizio di quello che si prospettava come un regolare allenamento, infatti, Stefano Pioli ha sorpreso tutti entrando sul terreno di gioco per dirigere la speciale sessione. Tra corse, esercitazioni tecniche e tiri in porta, senza tralasciare la tradizionale partitella per tutti i partecipanti al training con il mister rossonero è stata l’occasione per condividere un’esperienza fatta anche di abbracci, incoraggiamenti e foto ricordo da incorniciare.

«Rappresentare il Milan in queste occasioni mi rende ancora più orgoglioso», ha commentato l’allenatore rossonero. «Ho visto ragazzi entusiasti ma soprattutto attenti e vogliosi di far bene, rispettando consegne e ruoli. Quando hai l’opportunità di passare del tempo in questi contesti, capita di osservare chi ti sta intorno proprio per rafforzare determinate convinzioni: i sogni non possono essere transennati e con la passione si può superare qualsiasi ostacolo».

Apd Vharese onlus – si legge in una nota – è un’associazione polisportiva dilettantistica con sede a Varese che promuove la pratica sportiva come occasione di incontro e di socializzazione, ma anche di promozione di una diversa cultura sulla disabilità. I suoi atleti competono a livello regionale e nazionale non solo a calcio, ma anche basket, sci, nuoto, bocce, canottaggio e boxe. Insieme a Briantea84, da ormai tre stagioni Vharese rappresenta i colori rossoneri nella divisione della Figc nata come Quarta Categoria con l’obiettivo di contribuire a garantire l’accesso alla pratica sportiva agonistica alle persone con disabilità intellettivo-relazionali e patologie psichiatriche.

Anche questa attività – conclude una nota – si inserisce nell’ambito del più ampio Manifesto RespAct, attraverso cui il Club rossonero concretizza la propria visione e il proprio impegno nella condivisione e la diffusione dei valori positivi di equità sociale, uguaglianza e inclusività.

“Tutti in sella” a Torino: oltre 30 chilometri di pista ciclabile con il bike sharing accessibile di Fondazione Paideia


Tutti in sella

Oltre 30 chilometri di pista ciclabile: grazie al Bike Sharing Accessibile di Fondazione Paideia, tutti possono visitare Torino in bicicletta. Il progetto è rivolto a bambini con disabilità e le loro famiglie. A disposizione un parco di 15 biciclette accessibili, adattate alle diverse esigenze e specificità, a disposizione ogni sabato fino al 17 giugno.

Grazie a Fondazione Paideia da oggi il turismo a Torino è ancora più accessibile con il progetto “Tutti in sella!”, il servizio di bike sharing inclusivo e gratuito ideato e realizzato dall’ente torinese che, fin dalla sua fondazione, si impegna per offrire un aiuto concreto ai bambini con disabilità e alle loro famiglie.

Da sabato 25 marzo, presso il Centro Paideia di Via Moncalvo 1, riapre il parco di 15 biciclette accessibili, pensate per offrire alle famiglie, agli affidatari e ai caregiver di bambini e ragazzi disabili la possibilità di usufruire di mezzi a due ruote adattati alle diverse esigenze e specificità.

Le biciclette di Paideia sono a disposizione gratuitamente per turisti e cittadini e per chiunque vorrà divertirsi scoprendo la città, pedalando in collina, lungo fiume o per le vie del centro.

Le biciclette saranno a disposizione ogni sabato di apertura del Centro Paideia, dal 25 marzo al 17 giugno, dalle ore 9.30 alle 12.30, per poi riprendere a settembre con la programmazione autunnale. I volontari di Fondazione Paideia e gli istruttori di Paideia Sport saranno a disposizione per fornire consulenza e aiuto nell’identificare la bici più adatta ad ogni singolo bambino.

Sport e inclusione: domani sarà Baskin-day al Palabarbuto di Napoli


Baskin-day

Al Palabarbuto di Napoli domani è in programma una giornata di sport e inclusione. Il servizio di Elena Fiorani

Il baskin è uno sport di squadra, giocato insieme da persone con disabilità e non, e il termine è l’unione di “basket” e “inclusivo”. La giornata di domani si aprirà con un doppio appuntamento formativo per aiuto allenatore e allievo arbitro, mentre nel pomeriggio si terrà l’incontro tra Baskinsieme e RaggioSunBoys Baskin.
“Sarà un’occasione di coinvolgimento dei ragazzi e di educazione al rispetto delle differenze, attraverso un gioco nel quale le regole si adattano alle abilità di tutti”, commenta Emanuela Ferrante, assessora allo Sport del comune di Napoli, che patrocina l’iniziativa al fianco di Unicef Campania.