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Calcio, aggredito in campo arbitro della Serie A turca: il campionato riparte dopo la sospensione

di Redazione GRS


Ripartire dopo la violenza

Il campionato di calcio turco, sospeso dopo la grave aggressione all’arbitro Meler, ripartirà il 19 dicembre. Il presidente dell’Ankaragucu si è dimesso con un comunicato di scuse verso la comunità arbitrale turca e il pubblico.


Secondo le immagini trasmesse in diretta televisiva, il leader del club di Ankara, Faruk Koca, è entrato in campo dopo la partita tra Ankaragücü e Rizespor e ha dato un pugno in faccia all’arbitro della partita, Halil Umut Meler. Il Rizespor aveva appena pareggiato (1-1) pochi istanti prima nel recupero sul campo del club di Ankara, a cui era stato negato un gol all’inizio del match. Cadendo a terra, l’arbitro si è rannicchiato su sé stesso per proteggersi ma è stato successivamente preso a calci più volte in faccia da almeno altri due uomini, presumibilmente membri della squadra locale. Secondo i media turchi, Meler è stato trasferito in ospedale con l’occhio sinistro visibilmente gonfio. Il ministro dell’Interno turco Ali Yerlikaya ha annunciato sul social network X l’arresto di tre uomini, tra cui il presidente dell’Ankaragücü.

La Tff ha deciso poco dopo di “rinviare a tempo indeterminato” tutte le partite del campionato. Denunciando una “serata nera” per il calcio turco, l’Associazione turca degli arbitri ha auspicato che “i responsabili del calcio e della giustizia turchi prenderanno tutte le misure penali necessarie”. “Ci scusiamo con i tifosi e con l’intera comunità sportiva per questo triste incidente”, ha affermato da parte sua l’Ankaragücü.
A dimostrazione dell’estrema risonanza di questo atto di violenza, ha reagito anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: “Condanno l’attacco all’arbitro Halil Umut Meler. Non permetteremo mai che la violenza interferisca nello sport turco”, ha detto. L’Akp, il partito islamista conservatore di Erdogan, ha avviato una procedura di esclusione contro Koca, secondo il canale pubblico turco Trt Haber. il presidente dell’Ankaragücü è stato eletto due volte deputato dell’Akp, nel 2002 e nel 2007.

L’episodio di violenza era successo lunedì sera al termine di Ankaragucu-Rizespor, all’Eryaman Stadium di Ankara, partita finita 1-1 col pareggio al 97′ degli ospiti con l’ex Verona Gaich. I presidente della squadra di casa Faruk Koca ha colpito sotto l’occhio sinistro l’arbitro. Il direttore di gara è caduto a terra ed è stato preso a calci da altri uomini. Koca e altre due persone sono state arrestate e i campionati turchi erano stati sospesi a tempo indeterminato.
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Halil Umut Meler, l’arbitro turco picchiato in campo al termine di una partita di calcio, ha ricevuto in ospedale la telefonata di Erdogan. “Siamo davvero molto, molto dispiaciuti. Che Dio ti conceda una pronta guarigione”, ha detto il presidente turco. Era stato il presidente dell’MKE Ankaragucu, Faruk Koca, ad aggredire l’arbitro lunedì sera dopo il pareggio per 1-1 nella partita della Super Lig contro il Caykur Rizespor. La Federcalcio turca ha sospeso tutte le partite di campionato.

Intanto il presidente dell’Ankaragucu si è dimesso con un comunicato di scuse “per la comunità arbitrale turca, il pubblico e la nostra nazione. A prescindere dal torto che abbiamo subito, nulla può legittimare o spiegare la mia violenza. Fin da quando sono diventato presidente ho sempre intrapreso iniziative costruttive e provo un grande imbarazzo per aver creato un ambiente esattamente opposto. Sono addolorato che il nostro club e il nostro Paese siano ricordati per un evento del genere”.

Prende forma il team dei rifugiati per Parigi 2024: la ciclista Masomah Ali Zada sarà la “Chef de Mission”

di Redazione GRS


Rifugiati in campo

Masomah Ali Zada, ciclista nella Squadra olimpica dei rifugiati di Tokyo 2020 è stata nominata Chef de Mission del team dei rifugiati per Parigi 2024. La prima squadra olimpica di rifugiati debuttò alle Olimpiadi di Rio 2016 con 10 atleti.


La prima Squadra Olimpica dei Rifugiati che debuttò alle Olimpiadi di Rio 2016 era composta da 10 atleti. Altri 29 atleti hanno gareggiato come parte della Squadra Olimpica dei Rifugiati a Tokyo 2020. Attualmente sono 62 gli atleti che beneficiano di una borsa di studio per atleti rifugiati, che consente loro di allenarsi per guadagnarsi un posto alle Olimpiadi di Parigi.

Masomah Ali Zada, che ha gareggiato nel ciclismo su strada come parte della Squadra Olimpica dei Rifugiati di Tokyo 2020 ed è membro della Commissione Atleti del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), è stata nominata Chef de Mission della Squadra Olimpica dei Rifugiati per Parigi 2024. Bernadette Castel-Hollingsworth, vicedirettore della Divisione Protezione Internazionale presso l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), la affianca come vice capo missione. La nomina fa seguito a una decisione del Consiglio esecutivo del CIO.

Il Presidente del CIO Thomas Bach ha dichiarato: “Sono lieto di dare il benvenuto a Masomah nel suo ruolo di Chef de Mission. Avendo seguito il suo viaggio dall’Afghanistan ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e ora la sua nomina a Chef de Mission della Squadra Olimpica dei Rifugiati, non posso pensare a una persona migliore per rappresentare questa squadra e gli oltre 110 milioni di sfollati nel mondo. Come tutti gli altri atleti di questa squadra, ci mostra ciò che i rifugiati e gli sfollati possono raggiungere e portare alla società, e sono lieta di vederla dare l’esempio”.
E ha aggiunto: “Diamo anche il benvenuto a Bernadette come Vice Chef de Mission. Il CIO lavora a stretto contatto con l’UNHCR, senza il quale la Squadra Olimpica dei Rifugiati non sarebbe possibile. Questa nomina è una dimostrazione di questa amicizia. Bernadette porta con sé anni di esperienza umanitaria per garantire che tutti gli atleti della squadra ricevano il sostegno e la protezione che il loro status precario richiede”.

Masomah Ali Zada è nata in Afghanistan in una comunità conservatrice dove le ragazze non erano incoraggiate ad andare in bicicletta. È diventata bersaglio di minacce quando, insieme a un gruppo di donne, ha iniziato a partecipare alle gare. Nonostante i numerosi ostacoli incontrati, ha perseverato e alla fine ha gareggiato come membro della squadra nazionale afghana di ciclismo femminile. Nel 2017 è diventata rifugiata e ha chiesto asilo in Francia. Poco dopo ha ricevuto una borsa di studio del CIO per un atleta rifugiato, un ulteriore passo avanti verso la realizzazione del suo sogno di gareggiare ai Giochi olimpici.

Attualmente studia ingegneria civile all’Università di Lille. È stata nominata membro della Commissione atleti del CIO nel luglio 2022.
Commentando la sua nomina, Masomah Ali Zada ha dichiarato: “Sono orgogliosa di poter rappresentare non solo gli atleti e la squadra, ma anche gli oltre 100 milioni di sfollati nel mondo. A Parigi avremo l’opportunità di mostrare al mondo di cosa sono realmente capaci i rifugiati e di ridefinire il modo in cui il mondo ci vede”.

Succede a Tegla Laroupe, che è stata Chef de Mission della prima Squadra Olimpica dei Rifugiati a Rio 2016 e di nuovo a Tokyo 2020. In qualità di Chef de Mission, Masomah Ali Zada sarà la figura di riferimento e il portavoce della Squadra Olimpica dei Rifugiati. Si assicurerà che gli interessi di tutti i membri della squadra siano rispettati e che la piattaforma fornita dai Giochi Olimpici sia utilizzata per dimostrare il ruolo che lo sport può svolgere nella creazione di società inclusive e l’arricchimento che i rifugiati possono portare alle nostre comunità.

Bernadette Castel-Hollingsworth, da parte sua, si unisce alla Squadra Olimpica dei Rifugiati di Parigi 2024 in qualità di Vice Chef de Mission. Ha maturato oltre 20 anni di esperienza in contesti umanitari a contatto con gli sfollati. Di recente, ha ricoperto il ruolo di coordinatore senior della protezione a Cox’s Bazar, in Bangladesh, per poi partecipare a missioni di supporto alle emergenze in Burkina Faso e Camerun.

Verso le elezioni europee 2024: Libera presenta un manifesto di proposte contro la mafia

di Redazione GRS


 

Una chance per l’Europa

Libera contro le mafie lancia un manifesto con le proposte contro la criminalità organizzata in vista delle elezioni europee. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

Chance, la rete di associazioni in Europa promossa da Libera, ha presentato al Parlamento Europeo, “Una Chance per l’Europa” un manifesto di proposte e posizionamento verso le elezioni del Parlamento Europeo del 2024. A partire dai problemi cronici come la quantità di persone che cadono nelle reti di trafficanti, il persistere di guerre e violenze, il divario di opportunità in termini di accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, alle infrastrutture e a condizioni di vita dignitose, la Rete CHANCE chiede all’Europa e alle istituzioni europee, il coinvolgimento della società civile per contribuire a contrastare la criminalità organizzata e la corruzione con azioni co-progettate e co-programmate.