Aggressioni e criminalità sono la causa principale delle migrazioni dal Messico. Il servizio di Fabio Piccolino.
Secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, la violenza è la causa principale che spinge le persone ad abbandonare il Messico. Il 91% degli sfollati interni ospitati nei centri d’accoglienza della frontiera settentrionale infatti, ha dichiarato di aver dovuto lasciare le proprie case a causa di un contesto di violenza generalizzata nelle comunità di origine, in particolare aggressioni contro la persona, la famiglia o gli amici e la presenza della criminalità organizzata. Il 21% degli intervistati ha dichiarato di avere un familiare scomparso.
“Esprimiamo soddisfazione per la norma, contenuta nel decreto legge sulla Pubblica amministrazione approvato in via definitiva, che riserva a chi ha svolto attività di Servizio civile il 15% dei posti nei concorsi pubblici. Il Servizio civile rappresenta infatti un momento importante di acquisizione di competenze trasversali e di cittadinanza fondamentali per una società inclusiva”. Lo ha detto la portavoce del Forum Terzo Settore Vanessa Pallucchi.
Sperimentazione di nuove tecnologie per la cura degli over 65 con patologie croniche, nel Mezzogiorno al via 2 progetti di oltre 1 mln di euro selezionati dalla Fondazione con il Sud attraverso il bando “welfare e tecnologie” e coinvolgeranno 450 pazienti.
Nel weekend da Milano a Palermo sette piazze dell’Onda pride. Per il segretario di Arcigay Gabriele Piazzoni è stata un’occasione di vicinanza alle 33 famiglie colpite dalla decisione della Procura di Padova che ha deciso di impugnare altrettanti atti di nascita di bambini con due mamme.
Dal sondaggio commissionato da Amnesty International a YouGov, ed effettuato in 15 stati, emerge che il 53 per cento degli intervistati ritiene che i diritti umani debbano essere un elemento fondamentale nelle decisioni sull’organizzazione dei grandi eventi sportivi.
Dopo le polemiche seguite all’assegnazione dei mondiali di calcio del 2018 alla Russia e di quelli del 2022 al Qatar, la Fifa si è dotata per la prima volta di criteri relativi ai diritti umani nell’assegnazione della competizione del 2026 a Canada, Messico e Usa. Tali criteri dovrebbero essere usati anche per i mondiali del 2030, ma si teme che la Fifa possa annacquarli o ignorarli in tale occasione.
La Fifa già dal 2017 aveva una sua politica in materia di diritti umani ma non ha mai effettuato adeguate valutazioni dei rischi per i diritti umani nell’assegnazione dei successivi tornei. Ad esempio, la Coppa del mondo per club è stata assegnata a Cina, Emirati Arabi Uniti, Marocco e Arabia Saudita senza procedure trasparenti e senza aver consultato la società civile. Vi sono state massicce violazioni dei diritti umani anche nel cotesto del mondiali del 2022 in Qatar, nonostante nel 2020 la Fifa avesse sviluppato una “strategia di sostenibilità” che comprendeva anche impegni sui diritti umani: centinaia di migliaia di lavoratori sono ancora privi di risarcimenti per le sofferenze patite durante l’organizzazione e lo svolgimento del torneo.
Candidature congiunte per l’organizzazione dei mondiali di calcio del 2030 sono attese, rispettivamente, da Spagna, Portogallo, Marocco e Ucraina e da Argentina, Cile, Paraguay e Uruguay. L’Arabia Saudita sta preparando la candidatura per il 2030 o per il 2034, con Egitto e Grecia come possibili partner. La decisione finale è attesa al Congresso della Fifa del 2024.
Lo Statuto della Fifa (articolo 3) e la Politica sui diritti umani (articoli 7 e 10) richiedono che l’organo di governo mondiale del calcio “rispetti” e “cerchi di promuovere” i diritti umani, identifichi e affronti l’impatto negativo sui diritti umani delle sue attività e dialoghi costruttivamente con le autorità e altri attori rilevanti per tener fede a tali responsabilità.
Nella sua politica sui diritti umani, la Fifa s’impegna anche a rispettare i diritti umani secondo quanto prevedono i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani. Questi ultimi affermano che tutte le imprese devono applicare la diligenza dovuta in relazione a tutti gli aspetti delle loro attività. Se gravi pericoli per i diritti umani non potranno o non saranno prevenuti, l’impresa dovrà prendere tutte le misure necessarie per far cessare il loro impatto.
“Le notizie di questi giorni sono drammatiche e fanno emergere ancora una volta il problema della vita in strada di tante persone che sono lasciate in una condizione di insicurezza oltre che di estrema povertà”. Lo dice il Presidente di Croce Rossa Italiana Rosario Valastro dopo gli episodi di violenza verso persone senza dimora a Pomigliano d’Arco e Firenze.
Si stanno svolgendo a Berlino i Giochi Mondiali estivi per atleti con disabilità intellettive, per vincere l’indifferenza. Il servizio di Elena Fiorani.
7mila giovani partecipanti provenienti da 190 Paesi, hanno sfilato sul prato dove l’Italia del calcio si laureò campione del mondo nel 2006. Adesso sono 97 gli azzurri in gara per guadagnarsi un titolo nei 26 sport di questi Special Olympic estivi. Fino a domenica sport e tanta voglia di mettersi in gioco grazie ad un’opportunità unica per sviluppare autonomia e piena coscienza delle proprie capacità e potenzialità. Grandi eventi come questo servono a far conoscere una realtà in cerca di riscatto attraverso lo sport: donne e uomini, ragazze e ragazzi, messi nelle condizioni di scoprire la fiducia in sé stessi e la piena soddisfazione sul campo di gioco, per poi riversare questo ottimismo nella vita, uscendo da solitudine e chiusura.
L’importanza del ruolo della cooperazione sociale nella società e nell’economia del Paese: è il tema dell’incontro che Legacoop Sociali ha organizzato martedì prossimo a Roma in occasione della presentazione del nuovo numero del web magazine nelpaese.it. L’obiettivo è aprire una riflessione e allargare il confronto con le istituzioni.
Secondo la portavoce di AOI Silvia Stilli è necessario fare fronte comune per contrastare speculazioni e false informazioni. Ascoltiamola ai nostri microfoni.
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