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Sport e formazione: riparte “Libera la natura”, il progetto itinerante fino al 14 ottobre in Valle d’Aosta

di Redazione GRS


Libera la natura

Da oggi a sabato il progetto itinerante di sport e formazione di Libera che vede protagonisti più di diecimila studenti di tutta Italia. L’iniziativa raggiunge la Valle d’Aosta per condividere una staffetta che utilizzerà come “testimone” un pezzo di legno ricavato dai barconi che approdano a Lampedusa, per un’occasione di condivisione ma anche di memoria e riflessione.


Lo sport che educa, che racconta storie nei beni confiscati alle mafie o in luoghi socialmente significativi del territorio. Si corre una staffetta, con protagonisti gli allievi delle scuole secondarie di primo grado della Valle d’Aosta. I giovani si passano tra le mani come “testimone” un pezzetto di legno che arriva da Lampedusa, ricavato da uno dei tanti barconi che approdano sulle nostre coste. Per non dimenticare naufragi e vite spezzate dalla povertà e dalle guerre. Cronaca dolorosa di questo tempo. Staffette di gioia, quindi, ma anche di memoria e riflessione.

Per questa edizione, le tappe saranno in due paesi valdostani diversi: Challand-Saint-Victor e Courmayeur .Appuntamento l’11 ottobre e il 13 per un incontro di formazione a scuola e poi a seguire giovedì 12 con la staffetta non competitiva alla “Maison du Tsan” di Challand-Saint-Victor, bene confiscato alle mafie e ora sede dell’associazione di sport locale mentre si chiude sabato 14 ottobre al parco del Bollino di Courmayeur.
Saranno coinvolte le istituzioni scolastiche Valdigne-Mont Blanc di Courmayeur e Luigi Barone di Verrès-Brusson: oltre 150 ragazze e ragazzi che correranno una staffetta di memoria e di impegno. Con noi oltre all’associazione di Tsan di Challand Saint Victor e la UISP Valle d’Aosta, gli azzurri dello Sci alpino del Centro Sportivo dei Carabinieri Sophie Mathiou e Federico Simoni e le amministrazioni comunali di Challand-Saint-Victor e di Courmayeur. Durante le iniziative a Courmayuer, l’amministrazione installerà una targa dedicata alla memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie.

“L’era del disagio”: il 60% degli italiani convive da anni con uno o più disturbi della sfera psicologica

di Redazione GRS


 

Siamo tutti più fragili

Presentata a Roma “L’era del disagio”, l’indagine sul malessere psicologico in Italia. Il servizio di Anna Monterubbianesi.

Il 60% degli italiani convive da anni con uno o più disturbi della sfera psicologica. Ne soffrono di più le donne e i giovani della Generazione Z. È la drammatica fotografia del nostro Paese scattata dall’INC Non Profit Lab, attraverso la ricerca “L’era del Disagio”, realizzata tra gli italiani e le Organizzazioni Non Profit che si occupano di questi temi.
Tra le patologie più ricorrenti: i disturbi del sonno, forme d’ansia, attacchi di panico e disturbi dell’alimentazione. A questo gli italiani reagiscono con un preoccupante “fai da te”.

Europa a due ruote: la Commissione Ue adotta una proposta di Dichiarazione sulla bicicletta

di Redazione GRS


Un’Europa a due ruote

La UE ha adottato una proposta di Dichiarazione sulla bicicletta, che la indica come mezzo di trasporto sostenibile, accessibile e inclusivo, conveniente e sano, con un forte valore aggiunto per l’economia. Il prerequisito fondamentale per la promozione dell’uso della bici è quello di garantire la sicurezza.


La Commissione Ue ha adottato una proposta di Dichiarazione europea sulla bicicletta. La proposta di Dichiarazione europea sulla bicicletta, adottata dalla Commissione europea, riconosce la bicicletta come un mezzo di trasporto sostenibile, accessibile e inclusivo, conveniente e sano, con un forte valore aggiunto per l’economia dell’Ue. Elenca i principi per promuovere l’uso della bicicletta che guideranno le azioni future nell’Ue. Per migliorare la qualità, la quantità e la continuità e attrattiva delle infrastrutture ciclistiche in tutti gli Stati membri.

La commissaria per i Trasporti, Adina Vălean, ha spiegato che «la sicurezza è un prerequisito per incoraggiare l’uso della bicicletta, poiché i ciclisti sono vulnerabili: il 9% delle vittime degli incidenti stradali nell’Ue sono ciclisti. Oltre a infrastrutture più sicure come le piste ciclabili separate, tutti gli elementi del sistema sicuro. Questo approccio dovrebbe applicarsi sia alle biciclette che alle automobili. Questi includono velocità e uso della strada sicuri e una corretta applicazione delle regole del traffico stradale».

«Inoltre, per quanto riguarda la sicurezza, questa Dichiarazione contribuirà a stimolare posti di lavoro di alta qualità, anche nella formazione e nel cicloturismo. Nel 2022, nell’Ue sono state prodotte complessivamente 14,7 milioni di biciclette, con un aumento del 29% dal 2012 al 2022».

La Dichiarazione sulla bicicletta è stata adottata nell’ambito delle Giornate della mobilità urbana a Siviglia e fanne parte di una più generale campagna per la sicurezza stradale. I principi proposti aiuteranno l’Ue a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, della strategia per una mobilità sostenibile e intelligente e del piano d’azione per l’inquinamento zero. In termini di finanziamenti, la Commissione europea continuerà a sostenere la bicicletta attraverso il Fondo sociale per il clima, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, lo strumento di sostegno tecnico e il dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Come passo successivo, il Parlamento europeo e il Consiglio potranno rivedere il testo e aggiungere ulteriori impegni, ove necessario, per migliorare l’attuazione di questa dichiarazione non vincolante, che sarà infine firmata da tutte e tre le istituzioni.

Manfredonia (Acli) in piazza a La Via Maestra: “Noi, associazioni, siamo ancora una palestra di democrazia”

di Redazione GRS


Carta viva

“La Costituzione riconosce la dignità sociale di ognuno, senza distinzioni perché è nata contro il disprezzo dell’altro”. Sono le parole del presidente delle Acli Emiliano Manfredonia, intervenuto sabato da piazza San Giovanni durante la manifestazione “La Via Maestra”. Ascoltiamolo.

Guerra Israele-Palestina: le organizzazioni della società civile chiedono di “agire per un immediato cessate il fuoco”

di Redazione GRS


Tacciano le armi

AOI, insieme ad altre organizzazioni della società civile, chiede  al governo italiano, all’Unione Europea e alla comunità internazionale di agire per un immediato cessate il fuoco tra Israele e Palestina, di far ripartire la macchina della diplomazia e di garantire in tempi rapidissimi e senza restrizioni le operazioni di soccorso della popolazione civile.


Il comunicato integrale di Aoi

Le gravi notizie che ci giungono da Israele e Palestina scuotono ancora una volta le nostre coscienze di donne e uomini che credono in un futuro di pace per tutta l’umanità. Esprimiamo la nostra vicinanza ai familiari e ai cari delle vittime di questa nuova ondata di violenze, che non potrà, come già vediamo in queste prime ore, che innalzare ancora il numero di vittime e l’emergenza umanitaria nel tragico contesto israelo-palestinese.
Il 2023 è un anno di violenze senza precedenti. Dall’inizio dell’anno, già più di 200 Palestinesi erano morti per mano israeliana, inclusi almeno 38 bambini e bambine; un numero di vittime già maggiore di quello registrato in tutto il 2022. Nella sola giornata di oggi, a questi numeri inaccettabili si aggiungono almeno 100 vittime israeliane e almeno 198 palestinesi, e queste cifre sono purtroppo destinate ad aumentare di ora in ora. La popolazione civile non deve mai essere un obiettivo di qualsivoglia azione armata.
Continuare a raccontare questi momenti come episodi isolati non solo non restituisce il quadro di una situazione di crisi protratta, ma rischia di costituire un ulteriore ostacolo alla pace.
Il disinteresse e l’immobilità della comunità internazionale nei confronti della occupazione e della colonizzazione israeliana in Palestina ha creato un clima di impunità di fronte alle gravi violazioni dei diritti umani commesse da Israele in Palestina: attacchi dei coloni, incursioni mirate, demolizioni di infrastrutture, arresti arbitrari e uccisione di civili sono all’ordine del giorno.
Senza uno sforzo concreto perché i diritti di tutti vengano finalmente riconosciuti e rispettati non solo non potrà esserci pace, ma attacchi e massacri avranno inevitabilmente dimensioni sempre più feroci.
Chiediamo quindi al governo italiano, all’Unione Europea e a tutta la comunità internazionale di:
✅ Agire per un immediato cessate il fuoco e per la riapertura di un tavolo di negoziato basato sulle norme e sui principi dei diritti umani e del diritto internazionale
✅ Far ripartire immediatamente la macchina della diplomazia, per porre fine dell’occupazione militare e alla colonizzazione israeliana in Palestina, incluso il blocco che da 15 anni affligge la striscia di Gaza, nel pieno rispetto del diritto internazionale
✅ Cessare la fornitura di armamenti (armi, munizioni, equipaggiamenti ecc.) a tutte le parti coinvolte nel conflitto israelo-palestinese, laddove sussista un rischio chiaro e preponderante che tali forniture possano essere usate per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario
✅ Garantire in tempi rapidissimi e senza restrizioni le operazioni di soccorso della popolazione civile, che come sempre sarà la vera vittima di questa ennesima ondata di violenze.
Piattaforma delle ONG italiane in Mediterraneo e Medio Oriente
AOI – Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale