Il St. Pauli, che gioca nel secondo campionato tedesco spiega così la scelta di interrompere i rapporti con i procuratori per i giocatori minorenni: “Se si tratta della crescita sportiva di un ragazzo, è giusto parlare con la famiglia, senza intermediari”.
Un esempio per gli altri. Questa è la speranza del St. Pauli che ha deciso di interrompere ogni tipo di rapporto con i procuratori per quel che riguarda i giocatori minorenni. Il club di Amburgo fa sapere di volersi muovere “contro la capitalizzazione del calcio giovanile”. Da qui in avanti, per quel che riguarda i ragazzi del settore giovanile, il St. Pauli discuterà dei contratti solo con l’aspirante calciatore stesso o con la famiglia. A riferirlo è stata la Süddeutsche Zeitung.
“Non è una decisione che vuole andare contro i procuratori in generale – spiegano dal club -. Ma nel calcio giovanile è importante che si dia valore all’ambiente familiare dei ragazzi. Non devono avere potere le agenzie”. In Germania sono molte le società che si stanno ponendo il problema della commercializzazione del calcio giovanile. Ormai è frequente che già in tenera età i giocatori siano seguiti da procuratori che pensano più al proprio interesse che non a quello dei ragazzi. Molte famiglie si rivolgono alle agenzie nella speranza che questo aiuti gli aspiranti calciatori a sfondare. Ci si concentra più su questo che sull’aspetto tecnico. “Vogliamo fare il primo passo e speriamo di diventare un esempio per gli altri – spiegano dal St. Pauli -. Se si tratta della crescita sportiva di un ragazzo, è giusto parlare con la famiglia, senza che ci siano filtri o intermediari. Il concetto che seguiamo è anche pedagogico. Siamo convinti che un calcio giovanile diverso sia possibile”. E così il club si è convinto di avviare la rivoluzione. Nella speranza di essere sostenuto dalle altre società.
Il movimento è sceso in piazza a Milano contro l’aumento della cosiddetta tampon tax prevista in finanziaria sui prodotti sanitari. Ascoltiamo le voci della piazza.
L’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha affermato che l’attacco aereo israeliano sul campo di Jabalia potrebbe costituire un crimine di guerra. Unicef ha ricordato che i campi profughi, gli insediamenti per gli sfollati interni e i civili che li abitano sono tutti protetti dal diritto internazionale umanitario. Le persone uccise sarebbero 195.
Per Human Rights Watch i Mondiali di calcio 2034 in Arabia Saudita sono semplicemente inconcepibili. Ascoltiamo Vittorio Di Trapani, presidente Federazione nazionale della Stampa italiana.
L’indagine di Fondazione Libellula sulla percezione della violenza di genere tra i giovani di età compresa tra 14 e 19 anni. Solo il 33% dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni ritiene inaccettabile che un ragazzo diventi violento in seguito a tradimento, contro il 79% delle ragazze.
C’è preoccupazione per il decreto attuativo che riguarda il settore del gioco d’azzardo e che oggi arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri. Inefficaci le misure contro le dipendenze e il rischio è un aumento dell’offerta di gioco secondo la Campagna Mettiamoci in gioco.
Un contest fotografico, concerti live e un coro partecipato. Sono elementi che caratterizzano il novembre di Hugo: il percorso di co-progettazione e co-gestione del Consorzio COeSO con il Comune di Empoli per migliorare la sicurezza urbana nella zona della stazione ferroviaria.
Per i Campi flegrei Legambiente ha chiesto di agire diversamente rispetto al passato durante l’audizione in commissione Ambiente della Camera. Ascoltiamo Anna Savarese.
Da ieri ha smesso di funzionare l’ospedale dell’amicizia turco-palestinese, l’unica struttura della Striscia di Gaza dove vengono curati i malati di cancro, a causa della mancanza di carburante e dei diversi attacchi che lo hanno colpito. Lo dice Medici Senza Frontiere che continua ad invocare il rispetto dei presidi sanitari.
Dopo la vicenda dei fuori onda di Giambruno torna il tema del rapporto tra politica e vita privata per gli italiana. Ascoltiamo il ricercatore Swg Riccardo Benetti
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