Non basta il carrello tricolore
Secondo l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori il provvedimento del governo non è sufficiente di fronte al carovita: serve una riforma delle aliquote Iva e il taglio sulle accise.
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In uscita per Round Robin il libro di Txell Feixas Torras che racconta la condizione femminile in Medio Oriente, in un sistema patriarcale che domina la cultura, la politica e la società nel silenzio e nell’indifferenza dei media.
La regata velica più grande al mondo, che si disputerà nel golfo di Trieste domenica prossima, unisce alla sfida sportiva quella per la solidarietà. Al via, infatti, ci sarà anche l’associazione umanitaria con il progetto “Una vela per Emergency”. Equipaggio, amici e familiari potranno così sostenere le attività di cura gratuite svolte dai volontari.
Alla Barcolana con la bandiera di EMERGENCY. Così quest’anno EMERGENCY molla gli ormeggi per la Barcolana 55, la regata velica più grande al mondo che si disputerà nel golfo di Trieste domenica 8 ottobre unendo alla sfida sportiva quella per la solidarietà.
L’associazione umanitaria che dal 1994 offre cure gratuite di qualità alle vittime della guerra e della povertà e promuove una cultura di pace, parteciperà al Charity Program di Barcolana con il progetto “Una vela per EMERGENCY” che chiederà agli equipaggi al momento dell’iscrizione alla regata di sostenere le attività di EMERGENCY e di promuovere la raccolta fondi del proprio equipaggio, coinvolgendo amici, parenti e colleghi a fare il tifo attraverso una donazione, o diventando personal fundraiser con una pagina di raccolta fondi dell’equipaggio. Agli equipaggi che sosterranno attivamente la raccolta fondi di EMERGENCY verrà consegnata una bandiera dell’associazione da esporre sulla barca per la durata dell’evento. I top fundraiser del Charity Program riceveranno un riconoscimento in occasione della premiazione ufficiale di Barcolana 55.
Per lasciare una donazione a sostegno delle attività dell’associazione sarà sufficiente collegarsi al link https://www.retedeldono.it/it/progetti/emergency/una-vela-per-emergency, così da aiutare a curare ogni giorno chi ne ha bisogno e a costruire un futuro senza guerre.
Per tutta la durata della manifestazione velica, dal 4 all’8 ottobre, i volontari del gruppo di Trieste saranno ospiti dello stand Venezia Certosa Marina presso il villaggio Barcolana, sulle rive triestine, in prossimità di piazza Unità d’Italia. Sarà quello il punto di rifermento per chi volesse avere informazioni su EMERGENCY, su come sostenere l’associazione, diventarne volontari, o acquistare dei gadget. Chi si recherà allo stand, grazie all’esperienza dei visori 360°, potrà immergersi in un’operazione di soccorso della ‘Life support’, la nave Sar di EMERGENCY che da dicembre 2022 ha tratto in salvo 1.011 persone nel Mediterraneo. In un video di 7 minuti, il visitatore potrà guardare la realtà dei soccorsi, vedere ogni angolo della nave, capire cosa succede durante una missione Sar.
Sabato 7 ottobre dalle 20.00 alle 22.00 il gruppo EMERGENCY di Trieste sarà inoltre presente allo stand del Charity Program di Barcolana per presentare l’associazione, i suoi progetti e obiettivi.
Per saperne di più sul Charity Program e su come attivarsi: https://www.retedeldono.it/barcolana
Dopo 19 mesi di guerra in Ucraina l’attenzione dell’opinione pubblica italiana appare affievolita. Il conflitto è seguito da meno di 4 cittadini su 10. Lo rileva un sondaggio Swg, ascoltiamo il ricercatore Riccardo Benetti.
L’associazione Stop Border Violence ha lanciato una petizione per chiedere che sia bandito l’uso della violenza, della tortura e di trattamenti inumani e degradanti nel controllo delle frontiere nella UE. L’iniziativa punta a raggiungere un milione di firme per poter essere discussa dalla Commissione Europea.
“La maschera, il volto e la costruzione dell’altro. Nuovi scenari nella società italiana” è il titolo di questa edizione a Narni dal 6 all’8 ottobre. Ascoltiamo Sabina Curti, presidente del Festival.
Nel corso del 2023, Coopi ha distribuito ogni mese pacchi alimentari a 450 famiglie in città e nell’hinterland. Nel 2020 erano 250: si tratta di un aumento dell’80% degli aiuti.
A Roma al via la II Edizione del Festival della Salute Mentale RO.MENS, per l’inclusione contro il pregiudizio, fino al 10 ottobre, giornata mondiale della salute mentale: è organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2, insieme al Comune e con il patrocinio della Rai.
Con i Forest Green Rovers lo sport diventa un esempio di comportamenti positivi in fatto di sostenibilità ambientale. Ha una particolarità unica: è la squadra di calcio più sostenibile al mondo, grazie tra le altre cose ad un campo ecologico con sistema di irrigazione a energia solare.
Nel mondo del calcio, il nome “Forest Green Rovers” potrebbe non essere uno dei più noti, ma questa squadra inglese ha una particolarità unica e, di questi tempi soprattutto, molto importante: è la squadra di calcio più sostenibile al mondo e non ha intenzione di fermarsi nel suo percorso verso la sostenibilità, intenzionata – anzi – a diffondere il verbo per uno sport più sostenibile.
Fondata nel 1889, la squadra dei Forest Green Rovers ha la sua sede nella pittoresca cittadina di Nailsworth, un centro urbano di poco più di 5mila abitanti nella regione del Gloucestershire. Ma è ben più di una semplice squadra di calcio: i Forest Green Rovers da oltre un decennio stanno guidando una rivoluzione verde nel mondo dello sport, dimostrando che il calcio può essere un veicolo per il cambiamento positivo per la comunità, in particolare nell’ambiente.
Tutto ha avuto inizio quando il magnate dell’energia verde Dale Vince – il fondatore di Ecotricity, una delle principali forniture di energia rinnovabile del Regno Unito e ancora oggi main sponsor del team – ha acquistato il club nel 2010. Vince aveva fin da subito una visione chiara per il futuro del club: trasformarlo in un modello di sostenibilità.
A partire dalle basi, cioè il campo di gioco: la prima mossa è stata, non a caso, la trasformazione e riconversione dello stadio Lawn Ground nel nuovo “The New Lawn” (“il nuovo prato”), un campo eco-sostenibile dotato di un sistema di irrigazione alimentato a energia solare tramite un impianto fotovoltaico installato nella tribuna sud, e il prato irrigato in parte con acqua piovana recuperata attraverso un apposito sistema; l’altezza del prato è mantenuta grazie a un tosaerba elettrico, mentre nei parcheggi esterni all’impianto sono presenti diversi punti di ricarica elettrica.
Dopo diversi anni nel New Lawn, la squadra sta pianificando il trasferimento nell’Eco Park, un centro interamente incentrato sulla sostenibilità, dal materiale edilizio alla progettazione all’uso energetico, e includerà spazi aperti e verde, postazioni per biciclette e ricarica per auto elettriche, ma anche collegamenti più frequenti con i mezzi pubblici. Lo stadio, che punta alla certificazione di zero emissioni, sarà alimentato tramite generazione solare in loco ed energia eolica fornita da Ecotricity, mentre la piantumazione di 500 alberi e 1,8 km di siepi, insieme ai prati che circondano lo stadio, darà un contributo a proteggere la biodiversità locale. Dove oggi sorge il New Lawn, inoltre, il progetto prevede di realizzare alloggi a prezzi accessibili e ben connessi al resto della comunità del Gloucestershire.
Non si tratta di questioni di forma, ma di passaggi importanti, se si considera che un grande campo da calcio consuma circa 10mila megawattora (MWh) di elettricità all’anno e fino a 25mila KWh durante una sola partita di 90 minuti, corrispondente all’energia necessaria ad alimentare una dozzina di case per un anno intero.
Altro importante passo in avanti è stato il passaggio all’alimentazione vegetale per tutti i giocatori e le giocatrici: il Forest Green Rovers nel 2015 è infatti diventato il primo club di calcio completamente vegano al mondo. Questa scelta si è tradotta in una dieta più sana per i calciatori – come suggeriscono gli studi e gli esperimenti citati nel documentario The game changers – ma ha anche ridotto l’impatto ambientale della squadra: non solo i pasti dei giocatori, ma anche quelli offerti a personale e tifosi nel chiosco dello stadio sono a base di ingredienti vegetali, e dunque a basso impatto carbonico; infatti, tra gli sponsor della squadra figurano diversi marchi di cibo vegano, come Oatly, noto produttore di bevande vegetali, e Quorn, brand di carne vegetale.
L’attenzione ai trasporti pubblici e alla mobilità ecologica, alla sostenibilità dell’impianto sportivo e dell’alimentazione rendono i Forest Green Rovers una squadra che dimostra in modo esemplare come sia possibile oggi essere un team sportivo impegnato non solo per lo spettacolo e il coinvolgimento emotivo che lo sport regala, ma anche per pratiche di vita più sostenibili e per la loro diffusione, ispirando i tifosi attraverso l’esempio dei giovani calciatori e le altre squadre. Per portare avanti un impegno che è sia ambientale che sociale, con grande attenzione alla comunità, dimostrando che questi due aspetti non possono essere disgiunti.
Il Forest Green Rovers ovviamente non ha intenzione di fermarsi dove è arrivato: il club ha ambizioni di salire di categoria nel calcio inglese e se ci riuscirà c’è da scommettere che anche il suo impegno per l’ambiente troverà un’eco più vasta, dimostrando che il calcio può essere uno strumento di transizione.
Altri esempi positivi nel mondo dello sport arrivano, sempre nel mondo del calcio, dal Tottenham, che ha ottenuto il titolo di squadra più “green” dell’inglese Premier League grazie a iniziative quali la promozione del trasporto pubblico e delle biciclette per raggiungere le partite, della raccolta differenziata e della riduzione dell’uso della plastica, ma anche attraverso l’uso di abbigliamento sportivo in poliestere riciclato e la realizzazione di un’area protetta attorno allo stadio, con due stagni per la fauna selvatica, 25 casette per gli insetti e diversi alloggi per pipistrelli, per promuovere la biodiversità. Il VfL Wolfsburg della Bundesliga tedesca, invece, nello stadio di casa ha implementato energia verde al 100% in tutto il club, utilizzo di bicchieri in bioplastica e iniziative per zero rifiuti in discarica. Tra i calciatori più esposti per l’ambiente, poi, c’è il terzino spagnolo dell’Arsenal Hector Bellerin, vegano e convinto ambientalista che con l’associazione One Tree Planted ha raccolto fondi per piantare 60mila alberi nella foresta amazzonica, nonché azionista proprio del Forest Green Rovers.
Anche fuori dai campi di calcio, però, non mancano gli esempi positivi: il pluricampione di Formula 1 Lewis Hamilton, ad esempio, per i suoi spostamenti personali utilizza un’auto elettrica e non perde occasione di promuovere la pulizia delle spiagge e la lotta contri i rifiuti plastici; vegano in prima persona, inoltre, con altri soci ha investito in Neat Burger, catena di burger vegetali, promuovendo così la riduzione del consumo della carne. Impegno analogo quello della celebre tennista Serena Williams, anche lei vegana e finanziatrice di Impossible Foods, oltre che creatrice di una linea di abbigliamento in pelle vegana, mentre il collega austriaco Dominik Thiem supporta da due anni l’organizzazione 4ocean, impegnata nella pulizia degli oceani e nella creazione di un ecosistema vivibile per la vita marina.
Quello degli sportivi è un esempio doppiamente efficace: da un lato per la loro popolarità e, dunque, capacità di influenzare l’opinione pubblica e dall’altro per la loro capacità di comunicare con fasce di pubblico tradizionalmente non particolarmente sensibili alle tematiche ambientali.
Ancora premi e riconoscimenti per il vino Asprinio di Vitematta che nasce dai terreni confiscati ai clan. Ascoltiamo Vincenzo Letizia.