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Sport, carceri e reinserimento sociale: lanciato il progetto “Play for the future”

di Redazione GRS


“Play for the future”

Lo sport come strumento di riscatto sociale: Ministero della Giustizia, Fondazione Cdp e Fondazione Milan lanciano un nuovo progetto dedicato a 120 giovani inseriti nei circuiti penali. Previsti percorsi di educazione sportiva e orientamento lavorativo a Bari, Catania, Napoli e Palermo.

Il progetto, perfezionato presso la sede del ministero della Giustizia alla presenza del ministro Carlo Nordio, del presidente della Fondazione Cdp Giovanni Gorno Tempini e del presidente di AC Milan e Fondazione Milan Paolo Scaroni, punta ad arricchire i percorsi di messa alla prova dei giovani inseriti nei circuiti penali, realizzando attività sportive e laboratori socio-lavorativi che possano tradursi in un’esperienza di crescita, di approfondimento e di orientamento per il percorso di vita delle ragazze e dei ragazzi coinvolti, oltre a favorire l’avvio di una prima esperienza professionale.

Secondo uno studio del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità del marzo 2023, dei 14.198 giovani inseriti nei circuiti penali, oltre il 97% intraprende percorsi alternativi alla sola pena detentiva, come quello della messa alla prova, una forma di esame giudiziale attraverso cui il processo penale viene sospeso e il minore viene affidato ai servizi sociali per compiere un percorso rieducativo.

In accordo con il ministero della Giustizia, nelle quattro sedi selezionate di Bari, Catania, Napoli e Palermo, gli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni (Ussm) selezioneranno 60 giovani tra i 16 e i 22 anni impegnati per due stagioni in questo iter di riabilitazione sociale alternativo al carcere, ai quali sarà offerta la possibilità di incamminarsi fino a giugno 2024 su un duplice percorso: quello di educazione sportiva permetterà loro di confrontarsi con i propri coetanei, gestire insieme gli spazi di gioco, imparare valori come il rispetto dell’altro, la condivisione, l’altruismo e il lavoro di squadra. Tutte le attività saranno coordinate da un team di tecnici sportivi specializzati, così da assicurare un adeguato coinvolgimento dei ragazzi sia nell’attività sportiva che in quella di socializzazione e conoscenza reciproca.

Contestualmente, il progetto prevede anche l’avvio di un percorso di orientamento lavorativo, nell’ambito del quale ogni partecipante sarà seguito personalmente per redigere un bilancio delle proprie competenze e avviare un iter di accompagnamento all’inclusione lavorativa. Verranno coinvolte le aziende, i centri sportivi e le società dilettantistiche del territorio, saranno organizzati corsi di aiuto allenatore e, a seguito della fase di orientamento, nel 2024 due beneficiari per presidio saranno inseriti in un percorso di stage presso le associazioni e società sportive locali, per una prima esperienza di inserimento lavorativo, con l’erogazione di “borse di lavoro” che possano garantire un primo supporto economico ai giovani.

 

Sport e solidarietà: 1500 scuole e 200mila studenti corrono contro la fame

di Redazione GRS


Di corsa contro la fame

Oggi 200 mila studenti corrono in 700 comuni, per l’iniziativa solidale promossa da Azione contro la fame giunto in Italia alla 9^ edizione. Oltre 1.500 le scuole che hanno aderito all’evento di sensibilizzazione e di sport.

Un movimento di 200mila studenti “podisti” di 700 comuni italiani è impegnato, in queste settimane, in una grande corsa solidale promossa, ogni anno, all’interno degli istituti scolastici da Azione contro la fame, organizzazione internazionale umanitaria specializzata nella lotta alla fame e alla malnutrizione infantile. Si tratta della “Corsa contro la fame”, il progetto didattico, sportivo e solidale più grande al mondo, giunto in Italia alla nona edizione e patrocinato, anche quest’anno, dal Coni.

A livello nazionale, la “Corsa contro la fame” si svolge oggi, mercoledì 10 maggio.
Nei mesi passati, l’organizzazione umanitaria Azione contro la fame ha avviato un percorso didattico di sensibilizzazione in aula: più di 7mila ore di incontri sono state tenute dall’organizzazione con l’obiettivo di illustrare ai più giovani le cause strutturali e le conseguenze della fame, una piaga contemporanea che colpisce oltre 828 milioni di persone nel mondo. Ogni scuola ha potuto, inoltre, approfondire l’argomento grazie a un kit didattico di educazione civica fornito dall’organizzazione, che quest’anno ha come Paese-focus il Camerun.

Dopo questa prima fase di formazione, i ragazzi si mobilitano e diventano parte attiva del progetto: tramite il “passaporto solidale” e i materiali video forniti, sono loro che coinvolgono familiari, vicini di casa e amici sulle tematiche affrontate e che a fronte della loro opera di sensibilizzazione possono ricevere una promessa di donazione per ogni tratto di corsa svolto durante le giornate conclusive del progetto, promosse da ogni singolo istituto. Con il proprio impegno, sia come ambasciatori dell’iniziativa sia come sportivi, nella corsa conclusiva del progetto, i ragazzi potranno concretamente sostenere la lotta alla fame e alla malnutrizione infantile nel mondo, un impegno che Azione contro fa fame conduce da oltre 40 anni in 51 Paesi.

Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la fame, ha dichiarato: “Sono oltre 828 milioni gli uomini, le donne e i bambini che soffrono la fame. Con questo progetto, grazie all’impegno di studenti e docenti, accendiamo i riflettori sulla crisi alimentare che colpisce le comunità più vulnerabili del mondo, flagellate da guerre, povertà ed effetti dei cambiamenti climatici. Negli studenti e nei docenti troviamo i nostri principali ‘alleati’, a dimostrazione del fatto che la scuola, con il coinvolgimento di tutti i suoi attori, può essere generatore di cambiamento e catalizzatore di sinergie capaci di contribuire, davvero, alla creazione di un mondo migliore e, soprattutto, libero dalla fame”.

Raggiunte le firme per la legge contro l’autonomia differenziata: soddisfazione dell’Arci

di Redazione GRS


 

Obiettivo completato

Soddisfazione dell’Arci per il raggiungimento delle firme necessarie alla presentazione della legge di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata. Il servizio di Anna Monterubbianesi.

Delle 50 mila firme necessarie ne sono giunte oltre 65 ed altre sono in arrivo. Un traguardo arrivato in anticipo rispetto alla conclusione della raccolta firme per la legge costituzionale di iniziativa popolare, voluta dal governo e da alcune regioni del Nord.
Grande la soddisfazione dell’Arci che ha espresso sin da subito un giudizio del tutto negativo sull’autonomia regionale differenziata ed ha sostenuto la raccolta firme con una campagna che ha evidenziato i rischi collegati al disegno Calderoli, per cui, per diritti e servizi come la salute, l’istruzione, la tutela dell’ambiente, non verrebbe più garantita la piena universalità su tutto il territorio nazionale.