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Arriva la Coppa Sport Per Tutti: il 25 marzo a Milano un calcio alla discriminazione di genere

di Redazione GRS


Un calcio ai pregiudizi

A Milano arriva la Coppa Sport Per Tutti contro la discriminazione di genere. Il 25 marzo il quadrangolare di calcio fra tre squadre femminili e il primo team di atlete trans, parte del progetto ‘Te lo do io il Qatar’ in cui il calcio diventa strumento di inclusione sociale.

Open Milano Asd, con la collaborazione del Comitato di Milano di Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti) e il patrocinio del Municipio 9 del Comune di Milano, lancia la prima ‘Coppa Sport Per Tuttз’.
Si tratta di un quadrangolare di calcio fra tre squadre femminili e la prima squadra di Milano di altetз transgender che si terrà sabato 25 marzo dalle 10 presso il Centro Sportivo Comasina – Sport Promotion di Via Salemi 19 a Milano. La Coppa è parte di un progetto più ampio chiamato ‘Te lo do io il Qatar’ dove il calcio sarà uno strumento per la promozione dello sport come mezzo per il miglioramento del benessere psicofisico di tuttз e come strumento di inclusione sociale. In particolare, il progetto è pensato da Open Milano per includere nel mondo dello sport le persone discriminate per il proprio genere (transgender, non-binary, genderfluid e tutte le persone che non si riconoscono nel sistema binario di assegnazione del genere alla nascita) e per il proprio orientamento sessuale.

Per la ‘Coppa Sport Per Tuttз’ in campo vedremo la squadra femminile di calcio del Municipio 9 di Milano, il team cinisellese di Ladysoccer, associazione sportiva che promuove e sviluppa il movimento del calcio femminile, la squadra di YouSport, associazione che lavora per ‘l’inclusione di chiunque sia fuori dal cerchio’ con particolare attenzione al tema della migrazione e una rappresentanza dell’ACET – Associazione per la cultura e l’etica transgenere, attiva sul territorio Lombardo.

Alle 12 si terrà un torneo a 20 squadre di calcio a 5 nella formula ‘open’ (senza limiti di genere ed età) con quattro gironi all’italiana e una fase finale ad eliminazione diretta. Nello spazio del Centro Sportivo Comasina sarà inoltre presente il Milano Check Point con un punto dedicato all’informazione e la prevenzione delle Ist (Infezioni Sessualmente Trasmissibili), dove sarà possibile eseguire i test rapidi per Hiv e sifilide, con la presenza di consulenti e figure mediche di supporto. Sarà, inoltre, presente il Cig – Arcigay Milano con un info-point rivolto alle persone Lgbtqia+ e alle loro esigenze.

Afghanistan, la denuncia di Unicef: “Ancora una volta impedito alle ragazze di frequentare la scuola secondaria”

di Redazione GRS


Diritti negati

“È profondamente deludente sapere che, ancora una volta, le autorità de facto in Afghanistan hanno impedito alle ragazze di frequentare la scuola secondaria. Questa decisione ingiustificata e miope ha infranto le speranze e i sogni di oltre un milione di ragazze”. Lo dichiara Catherine Russell, direttore generale di Unicef in vista del nuovo anno scolastico.

Acqua, un bene sempre più salato: “Bolletta idrica aumentata del 5,5% nel 2022”

di Redazione GRS


Acqua salata

Nel 2022 aumenti del 5,5% per la bolletta idrica. I dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. Il servizio è di Fabio Piccolino

Giornata mondiale dell’acqua. La fotografia del 18° Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha preso in esame le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2022 in riferimento ad una famiglia tipo composta da 3 persone un consumo annuo di 192 metri cubi. 487€: questa la cifra spesa nel 2022 da una famiglia per la bolletta idrica, con un aumento del 5,5% rispetto al 2021. Aumenti in tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Forlì-Cesena.

Ecco l’impatto sociale dello sport di base: ogni euro investito produce circa due euro e mezzo di ritorno

di Redazione GRS


Impatto sociale

Ogni euro investito nella promozione sportiva produce circa due euro e mezzo di ritorno economico-sociale. A rilevarlo è stato il progetto di ricerca “Riunisci”, promosso dagli enti di promozione sportiva Aics, Acsi, Csen e Libertas, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e il finanziamento di Sport e salute

Il progetto di ricerca “Riunisci – Valutare l’impatto sociale dello sport di base”, promosso dagli enti di promozione sportiva Aics, Acsi, Csen e Libertas, consente di quantificare il ritorno economico e sociale degli investimenti fatti dagli enti di promozione sportiva nel nostro Paese. Condotto un sondaggio somministrato a 6.300 persone.

La ricerca ha permesso di indagare l’impatto sociale dello sport di base individuando i cambiamenti prodotti su persone e comunità, sia in relazione agli indicatori di benessere equo e solidale (Bes), sia in relazione agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sdg) individuati dall’Agenda 2030. Non solo: è riuscita a tradurre in euro i benefici prodotti, utilizzando come riferimento alcuni indicatori di valore in termini monetari, come il costo di una visita medica o un corso di formazione sulle abilità sociali, o ancora il costo medio della psicoterapia. Il tutto, condotto attraverso un sondaggio somministrato nei mesi scorsi a 6.300 persone tra uomini e donne che praticano sport, famiglie di ragazzi e ragazze adolescenti, allenatori e preparatori atletici.

«Per noi enti di promozione sportiva l’autovalutazione è molto importante: ci permette di certificare il contributo che, come enti, diamo alle politiche pubbliche del Paese, orienta il nostro operato facendo in modo che si possa dare risposta efficace ai bisogni emergenti, dà conto alle autorità pubbliche della nostra capacità», sottolinea il presidente dell’Aics, Bruno Molea. «Questa è la quarta ricerca in sei anni che l’Associazione italiana cultura sport dedica all’impatto sociale dello sport di base. Per la prima volta emerge forte come lo sport di base strutturato e promosso dagli enti di promozione sportiva rappresenti un valore sociale economicamente misurabile: impossibile non tenerne conto».

L’impatto generato è stato misurato sfruttando la piattaforma digitale di Open Impact e utilizzando la metodologia Sroi, che prevede appunto l’ottenimento di un indice dato dal rapporto tra l’impatto netto totale e l’investimento complessivo. L’indice Sroi identificato dal processo di valutazione è quindi pari a 2,42, dettagliandosi nella generazione di valore sociale pari a due milioni 316mila 237,82 euro a fronte di un investimento stimato sul costo sostenuto dagli enti per il periodo di progetto pari a 957.041 euro.

Ma quali sono i benefici prodotti? Di quei due milioni e 316mila euro prodotti, circa 400mila euro valgono un aumento della consapevolezza sull’uguaglianza di genere (valore calcolato in base alle risposte ottenute dal campione intervistato e al costo medio di un corso di educazione alla differenza di genere che avrebbe valso lo stesso miglioramento di consapevolezza); circa 130mila euro valgono il miglioramento della salute e l’adozione di uno stile di vita sano (calcolato in base al costo medio di una visita medica e all’importo speso nello stesso periodo per una dieta sana); circa un milione e 300mila euro per il miglioramento delle cosiddette soft skill, le competenze trasversali (in base al costo medio per la psicoterapia e per un corso sulle abilità sociali); oltre 350mila euro valgono un aumento della consapevolezza dei bisogni delle persone con disabilità e delle categorie a rischio emarginazione (valore espresso in base al costo di un corso di formazione sulle abilità interpersonali); infine, circa 125mila euro valgono l’aumento dello scambio interculturale (calcolato in base al costo di un corso di educazione interculturale). Insomma, per chi fa sport con gli enti di promozione sportiva, le competenze guadagnate e il miglioramento della propria vita in termini di salute e di socialità sono gratis.

I cambiamenti positivi prodotti nelle persone generano ovviamente anche impatti sulla comunità e, facendo riferimento all’Agenda 2030, gli obiettivi di sviluppo sostenibile a cui lo sport di base contribuisce sono certamente quelli di salute e benessere, uguaglianza di genere, riduzione delle disuguaglianze e costruzione di città sostenibili. Miglioramenti di vita di cui le persone che fanno sport sono ben consapevoli. La ricerca fa emergere come sette allenatori su 10 conoscano tecniche di sport integrato, come per il 66% di loro lo sport di base offra uguali possibilità di allenamento per persone normodotate e per persone con disabilità, e come per l’83% di loro lo sport migliora l’apprendimento di valori educativi. Dunque, non solo sport di base come strumento di benessere fisico ma anche soprattutto come leva di socialità: l’85% degli atleti e delle atlete partecipa ad eventi ricreativi connessi alle attività sportive, l’82% dichiara l’assenza di linguaggio discriminatorio, più di 8 su 10 dichiarano un miglioramento del benessere mentale, l’84% delle famiglie intervistate dichiara di passare maggior tempo di qualità coi propri figli grazie allo sport, e il 66% – sempre grazie allo sport – ha partecipato a iniziative a vantaggio del proprio quartiere di residenza.

“È possibile”: il racconto della Giornata in ricordo delle vittime delle mafie | Voci dalla piazza

di Redazione GRS


Memoria e impegno, perché non c’è futuro senza ricordo del passato. Per la seconda volta nella sua storia, Milano ha ospitato la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La XXVIII edizione della manifestazione promossa da Libera e Avviso Pubblico si è svolta non a caso in un territorio considerato utile per le mafie e la corruzione, dove prendono forma i movimenti di denaro sporco proveniente dall’industria e dalla finanza.
Proprio a Milano, poi, Cosa Nostra ha condotto una delle azioni più efferate della strategia stragista, di cui quest’anno ricorre il trentennale: l’attentato in via Palestro, presso il Padiglione di Arte Contemporanea.
Il modus operandi, lo si è detto più volte anche in occasione di questa Giornata, non è più lo stesso. Ma oggi come allora le parole d’ordine restano verità, giustizia, democrazia, libertà. E sono state esclamate con forza dalle oltre 70mila persone che questa mattina hanno animato il corteo dell’antimafia partito da corso Venezia e finito in piazza Duomo.

Abbiamo raccolto alcune voci e riflessioni provenienti dalla società civile, dalle associazioni, dalla politica

L’intervista a Don Luigi Ciotti, presidente di Libera


L’intervista al Prof. Nando dalla Chiesa, sociologo, scrittore e Presidente Onorario di Libera


L’intervista a Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente


L’intervista a Filippo Sestito, responsabile nazionale antimafia dell’Arci


L’intervista a Tiziano Pesce, presidente Uisp Nazionale


L’intervista a Rosy Bindi, politica, ex ministra, già presidente della commissione parlamentare antimafia

 

L’intervista a Matteo Lepore, sindaco di Bologna

 

L’intervista a Gad Lerner, giornalista e conduttore televisivo

 

Protagonisti della manifestazione sono gli oltre 500 familiari delle vittime innocenti. Ieri riuniti in assemblea all’Università Statale di Milano, oggi alla guida del corteo e in prima fila davanti al palco di piazza Duomo. Lì hanno sentito pronunciare i nomi dei loro cari, tra i 1069 che compongono l’elenco aggiornato delle vittime innocenti delle mafie. Sui familiari don Ciotti si è soffermato durante il suo intervento conclusivo: “Non dobbiamo neanche dimenticarci che l’80% non conosce la verità o ne conosce solo una parte. Eppure le verità passeggiano per le vie della nostra città; c’è chi ha visto, c’è chi sa”.

Ecco alcune testimonianze dei familiari delle vittime: Luigi Montana, nipote di Beppe Montana; Anna Motta, madre di Mario Paciolla; Vincenzo Agostino, padre di Nino Agostino; Susy Ciminiello, sorella di Gianluca Ciminiello; Roberta Iannì, figlia di Giovanni e in ultimo la figlia di Alfonso Sgroi.

 

 

A cura di Pierluigi Lantieri