Dopo il caso di Ortona le associazioni chiedono il riconoscimento del lavoro di cura per i caregiver. Il servizio è di Fabio Piccolino.
Uccide il familiare e poi si toglie la vita, il caso di Ortona non è il primo: stavolta è un uomo che ha tolto la vita al fratello e poi a se stesso. Nel biglietto lasciato per spiegare il gesto, il riferimento è all’impossibilità di continuare ad assisterlo e l’imminente ricovero in una Rsa. Ma “la causa si chiama con un nome preciso che è il ‘caregiver bourden’; ci sono degli studi scientifici che lo descrivono”, ricorda l’associazione Genitori Tosti. In italiano, è il “fardello”, il peso, la fatica che il caregiver deve sopportare ogni giorno.
Dall’orientamento al lavoro, sanità e abitazione al sostegno alle persone svantaggiate, dalla scuola d’italiano al supporto legale: a Roma al via il progetto Frida per i profughi ucraini, ha come capofila Casa dei Diritti Sociali Odv e come partner Anci Lazio, il Forum del Terzo Settore del Lazio e Maspro Consulting.
A Napoli per la rassegna dedicata al cinema documentario curata da Arci Movie arriva Via Argine 310 di Gianfranco Pannone: racconta la lunga lotta degli operai della ex Whirlpool con la voce narrante di Alessandro Siani.
Anche la nazionale femminile di calcio a 5 iraniana ha fatto scena muta durante l’esecuzione dell’inno. La rappresentativa di Teheran non lo ha cantato nella cerimonia di chiusura dei Campionati dell’Asia Centrale, dopo aver vinto la competizione.
Il calcio, la pallanuoto, il beach soccer, ora si aggiunge il calcio a 5, il “futsal”: sport le cui rappresentative iraniane si sono rifiutate di cantare l’inno in segno di protesta contro la Repubblica islamica e la repressione delle proteste partite da Teheran, il 16 settembre dello scorso anno, dopo la morte di Mahsa Amini. E’ accaduto in diverse manifestazioni; è successo – soprattutto – durante i Mondiali di calcio in Qatar, e ora al termine del torneo dell’Asia centrale di calcio a 5 femminile.
La squadra, che ha vinto la competizione organizzata in Uzbekistan, ha fatto scena muta durante la cerimonia di chiusura quando è partito l’inno nazionale. A proposito di questa particolare forma di protesta, secondo altre notizie apparse sui social media, molti atleti iraniani si sono rifiutati di cantare l’inno in partite interne, regionali o internazionali a sostegno delle proteste, con conseguente licenziamento dalla squadra o interventi delle forze di sicurezza.
È la strategia del Terzo Settore per sviluppare la co-programmazione e la co-progettazione in campo educativo e dell’apprendimento permanente. Ascoltiamo la Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore Vanessa Pallucchi.
Da tre anni più di un milione di ragazze in Afghanistan ha perso l’opportunità di frequentare la scuola secondaria. Lo dice Unicef che esprime preoccupazione per sviluppo delle donne nel Paese, in particolare per la loro salute mentale.
Per i servizi digitali della Pubblica Amministrazione i cittadini preferiscono il sistema di autenticazione: lo rileva un sondaggio Swg. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
Anche la Pubblica Amministrazione, al pari di tanti altri settori, ha subito negli ultimi anni un processo di digitalizzazione. Questi servizi digitali, di cui lo SPID rappresenta certamente la declinazione più diffusa ed utilizzata, con quasi il 70% dei possessori che lo usa attivamente, permettono ai cittadini lo svolgimento di numerose attività completamente online, snellendo e semplificando molte procedure.
I contrari trovano, invece, che eliminarlo porterebbe a delle inutili complicazioni per tutti coloro ormai abituati ad utilizzarlo. Una cosa è certa: tra chi adopera entrambe le modalità di accesso, lo SPID risulta preferito, più agevole e più semplice rispetto alla Carta d’identità elettronica.
Da oggi al via la la campagna di sensibilizzazione sulle malattie rare promossa da Uniamo, la Federazione Italiana delle Malattie Rare, che ha l’obiettivo di far sentire i pazienti e le loro famiglie meno sole. Previsti video, podcast ed eventi in molte città italiane.
È il libro di Laura Nosenzo e Delfino Pellegrino nato dall’esperienza di tre anni di lavoro sul campo a sostegno delle vittime di violenza di genere in Piemonte, con un progetto di sostegno e supporto sul territorio. Il volume è edito da Araba Fenice.
Per ricordare Gianluca Vialli, recentemente scomparso, è possibile partecipare all’asta il cui ricavato sosterrà un corso di calcio di un anno per ragazzi con disabilità relazionale. A disposizione ci sono diverse copie autografate del manifesto che il campione ricevette come premio dalla Gazzetta dello sport.
Va all’asta il manifesto autografato da il campione per il Premio della Gazzetta “Il bello del calcio” e donato alla fondazione Candido Cannavò per lo Sport.
Lo aveva donato alla Fondazione Candido Cannavò per lo Sport per i suoi progetti benefici nel febbraio 2019: sulla piattaforma Memorabid (https://www.memorabid.com/gazzettadellosport) è ora possibile acquistarne uno. Il premio consisteva nella copia numero 1 di un disegno stilizzato dell’artista Riccardo Guasco, raffigurante lo stesso giocatore in maglia azzurra, unitamente ad una somma da devolvere in beneficenza. Questa la motivazione: Vialli, con coraggio, ha raccontato che i campioni non sono solo superuomini ma anche fragili e forse per questo ancora più vicini a noi che li ammiriamo.
Gianluca già aveva cominciato ad affrontare la malattia che pochi anni dopo l’avrebbe stroncato, ma nell’occasione diede risposte profonde e amorevoli sulla sua esperienza di vita e di calcio. Vialli aveva ben chiaro l’intento benefico dell’evento, così trovo il tempo di autografare diverse copie del manifesto da donare alla Fondazione Candido Cannavò per lo Sport. Il ricavato andrà a sostenere i progetti della Fondazione, dedicati ai più deboli, a partire da un corso di calcio per un anno per ragazzi con disabilità relazionale.
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