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Teatro e inclusione: va in scena “I fili sottili”, lo spettacolo dei Centri Diurni Disabili di Viareggio e Camaiore

di Redazione GRS


I fili sottili

Domani al teatro dell’Olivo di Camaiore in provincia di Lucca la Cooperativa Sociale C.RE.A nell’ambito del progetto – C’Entra Il teatro per la valorizzazione delle differenze – presenta lo spettacolo che arriva dai laboratori di drammatizzazione di ospiti e operatori dei Centri Diurni Disabili di Viareggio e Camaiore.

Il Veneto sarà Regione Europea dello Sport nel 2024: “Buon esempio di sport per tutti”

di Redazione GRS


Sport e benessere

ACES Europa, associazione non profit con sede a Bruxelles, che opera in sinergia con la Commissione Europea, ha scelto il Veneto per l’anno 2024, come “buon esempio di sport per tutti come strumento di salute, integrazione, educazione e rispetto”.

“Dear President, We have the honor to declare Veneto European Region of Sport 2024. Congratulations for the award because your region is really a good example of sport for all as an instrument of health, integration, education and respect which are the main goals of ACES Europe”. Si apre così la lettera che ufficializza la nomina del Veneto quale Regione Europea dello Sport 2024.

“Ne sono fermamente convinto: il Veneto è da sempre una grande palestra a cielo aperto. E da oggi può fregiarsi ufficialmente del titolo di Regione Europea dello Sport 2024 come mi ha comunicato il presidente di Aces Europe, Gian Francesco Lupattelli. Un traguardo rilevantissimo che consacra il binomio indissolubile Veneto-Sport e porta con sé un ulteriore visibilità per la nostra terra, con straordinarie ricadute sociali ed economiche ed eventi internazionali. Abbiamo creduto in questa candidatura, perché siamo una grande realtà già sottolineata anche dall’attribuzione dei Giochi Olimpici del 2026. Anche per la partita del 2024 il Veneto è pronto, come sempre, a dare il meglio di sé”.

Il riconoscimento è proposto da ACES Europe, associazione no profit con sede a Bruxelles, che opera in sinergia con la Commissione Europea e in qualità di Federazione delle associazioni delle capitali e città europee dello sport per la promozione di politiche sportive nel territorio.

“Siamo orgogliosi perché raggiungiamo questo obiettivo dopo aver superato un’accurata valutazione – sottolinea Zaia -. Sono stati compiuti sopralluoghi in tutto il territorio che hanno messo in luce, in tutte le province, realtà di eccellenza nelle più svariate discipline. Il Veneto, infatti, si è confermato una terra dalla grande vocazione sportiva e, grazie alla sua conformazione geografica, in grado di offrire un sistema territoriale e infrastrutturale che si presta a qualsiasi attività sportiva sia a livello agonistico sia amatoriale. Non a caso il 43,8 per cento della popolazione pratica sport. Una realtà che, secondo i dati che abbiamo presentato, è al secondo posto in Italia per numero di atleti con 481.517 tesserati pari al 10,4 per cento del totale e al terzo per quello di società: 5.435 società, pari all’8,7 per cento”.

“In questo frangente ringrazio tutti gli sportivi veneti che sono i veri artefici del traguardo – conclude il Presidente della Regione Veneto – e le associazioni che sono la fucina di una vera cultura sportiva. Insieme mi congratulo con tutti coloro che si sono adoperati a portare avanti la candidatura in un vero gioco di squadra. In particolare, ringrazio per il sostegno MSP Movimento Sportivo Popolare Italia, CONI Veneto, CIP Veneto, Sport e Salute, MIM Ufficio Scolastico regionale Veneto, Anci Veneto, insieme agli assessori allo Sport, Corazzari, alla Sanità, Lanzarin, e all’Istruzione, Donazzan, con i professionisti delle rispettive strutture regionali”.

Calcio e inclusione: i successi della Rinascita Refugees, la squadra composta da rifugiati e richiedenti asilo

di Redazione GRS


Un pallone per rinascere

Rinascita Refugees, squadra di calcio salentina composta da rifugiati e richiedenti asilo, è arrivata dalla terza categoria alla promozione in tre anni. La formazione è nata per abbattere le barriere e favorire processi di socializzazione.

In tre anni hanno scalato posizioni su posizioni. Hanno vinto un campionato di calcio dietro l’altro. L’ultimo trionfo solo pochi giorni fa, con la vittoria dei play off contro la formazione del Cursi per 3 a 1 che gli è valsa la promozione dal campionato di prima categoria pugliese a quello di promozione. Un balzo inaspettato, fatto di vittorie su campi polverosi, sacrifici, sogni e storie. Come quelle dei calciatori che in tutti questi anni hanno indossato i colori della maglia della Rinascita Refugees di Carmiano, la squadra di calcio composta da rifugiati e richiedenti asilo ospiti dei progetti Sai – Sistema di Accoglienza ed Integrazione – gestiti dalla cooperativa Rinascita nel Salento. Arrivano da Gambia, Mali, Costa d’Avorio, Egitto, Marocco, Senegal, Camerun. «Idiomi, religioni, etnie differenti provenienti dai Paesi dell’Africa che in alcuni casi non vanno molto d’accordo ed anche questa ha rappresentato un’importante forma di socialità» spiega Vincenzo Nobile, direttore sportivo della formazione con sede legale a Copertino.

Il calcio, quindi, come tentativo di risposta al viaggio migratorio di tanti giovani che lasciano i loro Paesi d’origine e le loro famiglie per cercare un futuro lontano da guerre, violenze, persecuzioni. Un futuro che attraverso il lavoro riesca anche a sostenere i familiari, che in molti casi sono rimasti nella loro terra. E’ il caso di Moustapha Elhadji Cissé, notato mentre giocava con Rinascita Refugees dagli scout dell’Atalanta che lo hanno portato nella loro squadra della primavera. Un lungo cammino, quello di Cissé, che dal Gambia è arrivato in Italia per poi essere accolto nel progetto Sai e farsi notare già all’età di 16 anni per il suo talento calcistico. All’esordio in Serie A, avvenuto a marzo dello scorso anno, Cissé è anche andato in goal, coronando un sogno simile a quello di tanti giovani calciatori migranti che proprio nella formazione salentina si stanno facendo apprezzare. Talenti ancora grezzi, da potenziare, anche perché nei loro Paesi mancano scuole calcio come quelle presenti in Italia.

L’idea di dare vita ad una formazione composta da rifugiati e richiedenti asilo è nata «perché abbiamo pensato di offrire attraverso lo sport ed il calcio un percorso di inclusione sociale ai migranti accolti nei progetti» dice Nobile. «Siamo partiti con una squadra amatoriale che ha partecipato al campionato dell’Acsi, vincendo titolo nazionale e coppa Italia. Molti nostri giocatori si sono distinti durante quell’anno e così abbiamo deciso di fare un salto di qualità e di iscriverci nel campionato nazionale dilettanti partendo dalla terza categoria, dall’ultimo gradino».

Probabilmente, neanche loro si aspettavano un simile successo in così poco tempo. Perché la formazione allenata da Hassane Niang Baye, arrivato dal Senegal ed oggi mediatore culturale, «anno dopo anno ha inanellato tre promozioni nelle categorie superiori. E quest’anno, dopo aver vinto i play off, andiamo a giocare in promozione».

Il calcio, quindi, che diventa occasione di incontro, confronto, condivisione tra la formazione di rifugiati e le varie comunità in cui entrano in campo per giocare. «Vogliamo abbattere le barriere, far socializzare, far incontrare storie, promuovere i diritti e l’attenzione su queste tematiche, raccontare il mondo dell’immigrazione attraverso il calcio, contrastare le varie forme di razzismo che a volte capita di incontrare, perché è una questione ancora presente in alcuni territori» evidenzia Nobile.