#FreeNotFreezed
Action Aid chiede al governo italiano di aiutare concretamente le donne che hanno subito violenza, adottando politiche integrate di supporto economico, inserimento lavorativo e sostegno abitativo. Ascoltiamo.
Action Aid chiede al governo italiano di aiutare concretamente le donne che hanno subito violenza, adottando politiche integrate di supporto economico, inserimento lavorativo e sostegno abitativo. Ascoltiamo.
Questo è lo slogan, da Bergamo a Messina, passando per Roma e Napoli: bambine, bambini, famiglie, insegnanti e operatori sociali da oggi fino alla Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre. La mobilitazione fatta di giochi e laboratori è promossa Rete Ip Ip Urrà, un progetto selezionato da impresa sociale Con i bambini.
Al via a Ferrara “Sealogy”, il Salone europeo dedicato alla blue economy. L’iniziativa vuole rappresentare un momento di incontro e sintesi sullo sviluppo sostenibile delle attività ittiche, ma anche un’occasione per promuovere e valorizzare l’ambiente marino, divulgando tendenze e buone pratiche, nel pieno rispetto della salvaguardia dell’ecosistema.
Solo due donne su dieci praticano sport in Italia, mentre tra gli uomini l’incidenza è doppia. I motivi alla base della scarsa partecipazione femminile sono diversi: incidono in modo significativo le disuguaglianze di genere e le maggiori difficoltà che una ragazza incontra in questo ambito, rispetto a un coetaneo maschio.
Secondo il report dell’Osservatorio sullo Sport System Italiano in Italia le donne sono solo il 37% delle persone maggiorenni che praticano sport. Si tratta di 5,8 milioni, equivalenti a 2 su 10.
Nella stessa fascia d’età sulla popolazione maschile l’incidenza è doppia, visto che sono 4 su 10 gli uomini maggiorenni che praticano almeno uno sport. Tra le donne la pratica sportiva cala drasticamente sopra i 34 anni mentre negli uomini l’abbandono avviene mediamente 20 anni più tardi (dopo i 54 anni).
I motivi alla base della scarsa partecipazione sportiva femminile sono diversi ma a incidere in modo significativo sono, come spesso accade, le disuguaglianze di genere e le maggiori difficoltà che una ragazza incontra in questo ambito, rispetto a un coetaneo maschio.
Lo sport femminile con più seguito è la pallavolo e il maggiore livello di ricavi delle società si traduce in stipendi più alti. Basti pensare che quello medio di una pallavolista di serie A1 è oltre 5 volte superiore rispetto allo stipendio percepito da una calciatrice.
Soffermandoci sul calcio, è impossibile non ricordare come il riconoscimento professionistico di quello femminile sia giunto solo quest’anno. Nonostante l’enorme ritardo, si tratta comunque del primo sport femminile così definito in Italia.
La Federazione Italiana Calcio Femminile è nata nel 1968, ma solo nel 1986 è stata incorporata nella Lega Nazionale Dilettanti della Federazione Italiana Gioco Calcio. Nel 2015 la Figc ha avviato il processo di integrazione tra professionismo maschile e attività calcistica femminile istituendo nei club maschili di serie A e B una squadra femminile U12 con almeno 20 calciatrici, alla quale si sono poi aggiunte le squadre U15 e U17. Dalla stagione 2017-2018 i club maschili possono acquisire il titolo sportivo (partecipazioni di controllo) di una società di calcio femminile affiliata alla Figc nei campionati di Serie A o B, o concludere accordi di licenza con le società affiliate alla Figc partecipanti a Serie A o B con sede nella stessa provincia.
La svolta del professionismo nel calcio femminile punta sia alla tutela a medio-lungo termine delle giocatrici sia alla valorizzazione delle calciatrici stesse come asset per i club. Nel confronto internazionale tra campionati femminili, emerge come l’investimento per il personale dei club della Premier League inglese (professionistica dal 2018/2019) sia più che doppio rispetto a quello della serie A italiana.
Come sottolineato da Ludovica Mantovani, presidente del consiglio direttivo della Divisione Femminile della Figc, il riconoscimento del professionismo nel calcio femminile «è stato una grandissima conquista, un passaggio per noi importantissimo perché a oggi alcuni accordi economici prevedevano importi bassissimi se non addirittura a zero. La battaglia, che è stata vinta, era avere pari tutele e pari diritti: essere riconosciute come professioniste, per le calciatrici, voleva dire in primo luogo riconoscere il loro mestiere».
Le disuguaglianze di genere si verificano a ogni livello ma iniziano dal dilettantismo e dai primi anni in cui si inizia a praticare sport. Avere nella propria famiglia genitori che praticano sport porta a una maggiore possibilità di entrare in quel mondo; anche le ore di educazione fisica a scuola sono fondamentali per conoscere nuovi sport a cui appassionarsi. Ma in molti istituti non ci sono strutture adeguate.
Lo sport ha inoltre un costo che non tutte le famiglie possono permettersi. Un ultimo aspetto da considerare: crescendo risulta più difficile conciliare l’attività motoria con lo studio o il lavoro, ancor più per una donna, anche a causa di barriere culturali che stanno, pian piano, crollando. Ma non ancora del tutto.
Per farle davvero cadere, è necessario un cambiamento, una nuova prospettiva di parità: è prioritario smontare gli stereotipi che associano la mascolinità e la femminilità a ruoli ben precisi nella società.
Oggi a Roma la mobilitazione di Legambiente. Il servizio di Anna Monterubbianesi.
Sblocchiamo le comunità energetiche! Oggi a Roma la manifestazione nazionale di Legambiente insieme alla Rete delle Comunità Energetiche Solidali, Kyoto Club, Free, per chiedere a Parlamento e Governo di accelerare la conclusione dell’iter che permette il corretto sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia, oltre alla richiesta di adoperarsi per superare tutte le difficoltà tecniche e burocratiche che ostacolano il raggiungimento del vero potenziale ambientale, economico e sociale del nostro Paese.
Mentre si apre oggi a Bali il summit del G-20, Oxfam lancia l’allarme sulle disuguaglianze: a causa dei debiti in corso infatti, i Paesi poveri pagano 136 milioni di dollari al giorno a quelli ricchi, in un contesto in cui aumentano fame e indigenza.
Libera ha pubblicato la seconda edizione del focus sulla trasparenza dei beni confiscati in Campania. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
In Campania su 138 Comuni monitorati destinatari di beni immobili confiscati 53 ancora non pubblicano l’elenco sul loro sito internet. Il 38,4% dei comuni è ancora totalmente inadempiente.
La Provincia di Salerno la più “virtuosa” con ben 7 comuni su 10, Napoli tra i sette i comuni che raggiungono la piena trasparenza. La Regione Campania “rimandata” non pubblica l’elenco. Libera ha presentato la II edizione di Rimandati Campania, il focus regionale sullo stato della trasparenza dei Beni Confiscati nelle amministrazioni locali campane con i dati aggiornati.
Parte oggi a Reggio Emilia il ciclo d’incontri gratuiti dedicati al rapporto tra tecnologia e adolescenti, con particolare attenzione al fenomeno dei giovani che rifiutano ogni contatto diretto con il mondo esterno.
A Gela, in Sicilia, l’arte entra in carcere: grazie ad alcuni laboratori di arteterapia promossi dal progetto Fuori Le Mura infatti, i detenuti hanno realizzato un’opera d’arte che è stata consegnata all’amministrazione comunale e sarà installata in una zona degradata della città.
L’associazione francese Stop Homophobie e Pantone hanno cercato il modo per aggirare il divieto di sventolare bandiere arcobaleno durante i Mondiali in Qatar. A questo scopo nasce la bandiera Pantone in cui, su una bandiera bianca vengono riportati i codici dei colori. In questo modo chi vorrà potrà sventolare il drappo negli stadi senza incorrere in pene e sanzioni.
Una speciale versione bianca in cui vengono riportati i codici dei colori. Il Mondiale di calcio in Qatar, al via il 20 novembre, non passerà certo alla storia per una rassegna all’insegna della libertà di espressione. Nelle scorsa settimane è stato diffuso un documento in cui si invitano i tifosi che seguiranno le partite ad attenersi a determinate regole. Tra queste c’è quella di non sventolare bandiere arcobaleno, il simbolo del movimento LGBT.
Per aggirare il divieto l’associazione francese Stop Homophobie e Pantone hanno realizzato una versione in cui sulla bandiera bianca vengono riportati i codici dei colori. In questo modo chi vorrà potrà sventolare il drappo negli stadi senza incorrere in pene e sanzioni, dato che in Qatar l’omosessualità costituisce reato.