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Sport e inclusione dei rifugiati: al via il progetto CrosSport di Fondazione S.S. Lazio

di Redazione GRS


Obiettivo inclusione

Al via il progetto CrosSport che vede impegnata la Fondazione S.S. Lazio 1900 nell’inclusione dei rifugiati. Nell’iniziativa, cofinanziata dalla Commissione europea, sono coinvolti anche Portogallo, Grecia e Spagna. L’obiettivo è ascoltare e capire i bisogni di ragazze e ragazzi per poi aiutarli a sentirsi parte integrante della società attraverso lo sport.

Cofinanziato dalla Commissione Europea, il progetto Crossport (Crossing the Boundaries through Sport) vede impegnate in prima linea Fondazione S.S. Lazio 1900, Iccs Europe (Centro internazionale per la sicurezza dello Sport), Iotc (International Olympic Truce Committe) e Fundacion Sevilla – rappresentative di quattro Paesi che toccano con mano quotidianamente la portata di questi flussi (Italia, Portogallo, Grecia e Spagna) – nel favorire attraverso la pratica degli sport l’integrazione sociale e l’accoglienza dell’altro.

Inoltre, attraverso una reale collaborazione tra le istituzioni, le organizzazioni sportive, le Fondazioni e le realtà associative di questi quattro Paesi, si creeranno le condizioni per rendere i rifugiati non degli esseri umani da compatire, ma veri protagonisti del nuovo percorso di vita davanti a loro. Il progetto durerà 18 mesi e ci sarà un proficuo interscambio di esperienze tra le quattro realtà coinvolte.

«Questo è il vero ruolo dello sport che sa creare veri legami sociali. Come Lazio, movimento polisportivo a capo dell’Emca – European Multisport club Association – possiamo garantire attraverso le nostre oltre 80 discipline sportive la massima realizzazione dei talenti specifici, peculiari e irreplicabili di ogni rifugiato, che potrà scegliere lo sport che più lo fa sentire a proprio agio ed esprimere», spiega la presidente della Fondazione S.S. Lazio 1900 Gabriella Bascelli . «Sarà per noi l’occasione giusta per metterci in una umile posizione di reale ascolto e capire i bisogni di queste ragazze e ragazzi, far decidere loro il proprio destino, per poi aiutarli tramite lo sport a sentirsi parte integrante della nostra Italia e della nostra Europa».

Per la Fondazione S.S. Lazio 1900, anche l’attrice Anna Foglietta, concretamente impegnata con una sua onlus sul tema – ha deciso di essere testimonial del progetto: «Crossport merita attenzione e rispetto perché ascolta il punto di vista di questi ragazzi e parla di integrazione tramite lo sport, che è l’unico grande veicolo che si può utilizzare per dare opportunità».

Immigrazione e morti in mare: oggi è la giornata della memoria e dell’accoglienza

di Redazione GRS


Non dimenticare mai

Oggi si celebra la giornata della memoria e dell’accoglienza per ricordare le persone morte in mare nel tentativo disperato di trovare sicurezza e protezione in Europa. Il servizio di Fabio Piccolino.

Oltre 300 studenti e studentesse provenienti dall’Italia e da altri Stati europei, 22 tra associazioni, giornalisti, europarlamentari riuniti per discutere di accoglienza, inclusione e diritti umani: Lampedusa celebra la giornata della memoria e dell’accoglienza, a nove anni dal naufragio che al largo delle coste dell’isola, costò la vita a 368 migranti.

Alle iniziative partecipano anche Unicef, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Unhcr. “Le ultime tragedie in mare – spiegano – devono indurre ad agire: chiediamo un’Europa più solidale”.

 

Smart working, per il 66% dei datori di lavoro incrementa produttività e consente risparmio dei costi

di Redazione GRS


Lavoro più agile

Lo smart working piace a imprese e lavoratori. Per due datori di lavoro su tre (66%) incrementa la produttività e consente il risparmio dei costi di gestione degli spazi fisici, in particolare per le piccole imprese. È quanto emerge dalla giornata di studi organizzata a Benevento dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche.

Qatar 2022 e diritti umani: le divise “di denuncia” dello sponsor tecnico della nazionale danese

di Redazione GRS


Colori di protesta

Due maglie monocromatiche dal colore inequivocabile: rosso e nero. Lo sponsor tecnico della nazionale di calcio danese lancia divise “di denuncia” per prendere posizione sul fronte del rispetto dei diritti umani in Qatar in vista dei Mondiali di calcio. “Non vogliamo essere visibili durante un torneo che è costato la vita a migliaia di persone”, affermano.

Si potrebbe pensare anche a un’operazione con finalità non del tutto disinteressate da parte dell’azienda, ma le dichiarazioni sono nette: “Non vogliamo essere visibili durante un torneo che è costato la vita a migliaia di persone. Sosteniamo la nazionale danese fino in fondo, ma questo – evidenzia sui social lo sponsor tecnico – non significa sostenere il Qatar come nazione ospitante. Crediamo che lo sport debba unire le persone. E quando non lo fa, vogliamo dirlo”.

Altrettanto ferma la risposta dell’organizzazione del Mondiale, al via il 20 novembre: “Contestiamo l’affermazione fatta dallo sponsor tecnico sul fatto che questo torneo sia costato la vita a migliaia di persone – la replica del Comitato Supremo del Qatar per la delivery e la legacy -. Inoltre rigettiamo la banalizzazione del nostro sincero impegno a proteggere la salute e la sicurezza di 30mila lavoratori che hanno costruito gli stadi del Mondiale e contribuito ad altri progetti legati al torneo”.