Notizie

Pallavolo, la nazionale femminile oggi in campo con i colori arcobaleno

di Redazione GRS


Schiacciare le discriminazioni. La nazionale femminile di pallavolo oggi sarà in campo in Turchia con i colori arcobaleno sulla maglia: il volley è il primo fra gli sport italiani a scegliere di lanciare questo messaggio. Gli uomini la indosseranno il 20 luglio contro l’Olanda.

“Un’occasione unica per lanciare un importante messaggio d’inclusione, che la federazione e lo sponsor vogliono trasmettere in modo forte e deciso, per un mondo senza barriere, né fisiche, né mentali, per andare oltre ogni diversità”: le parole del numero 1 della Fipav, Giuseppe Manfredi .
Le ragazze di Mazzanti lo faranno ad Ankara in Turchia, alle ore 14.00 del 14 luglio nei quarti di Volleyball Nations League contro la Cina, i ragazzi di Ferdinando De Giorgi a Bologna, in occasione delle Finali di Volleyball Nations League Maschili il 20 luglio alle ore 21.00 contro l’Olanda. L’iniziativa si ripeterà in occasione dei Tornei Internazionali che si disputeranno in Italia (torneo maschile a Cuneo dal 18 al 20 agosto), torneo femminile a Napoli dal 12 al 15 settembre.

La Ministra Elena Bonetti ha invece commentato la scelta dell’ItalVolley: “Sono molto colpita da quest’iniziativa, che certifica quanto il mondo dello sport sia particolarmente capace di costruire una coscienza di paese, di costruire opportunità per i più piccoli e di incarnare i valori fondamentali della nostra Costituzione e della nostra democrazia. Lo sport è il contesto dove le pari opportunità possono trovarsi più e meglio rappresentate, perché è il luogo dove le diversità giocano in squadra, e le diversità che giocano in squadra sono diversità che sanno incontrarsi e riconoscersi reciprocamente. Il Governo è fortemente impegnato a riconoscere il valore dello sport e a sostenerne l’azione educativa. Il fatto che giocatrici e giocatori si mettano in campo come interpreti di questa sfida per la collettività dimostra un senso civico grande”.

“Il messaggio che vogliamo lanciare è quello che lo sport può essere un prezioso strumento per sensibilizzare le persone sul tema dell’inclusione. Ormai è sempre più importante promuovere la cultura del rispetto, della diversità e del superamento di ogni forma di discriminazione. La speranza delle nazionali azzurre è quella di poter dare il proprio contributo in questa grande partita, nella quale tutte le persone sono chiamate a fare squadra” invece le parole del capitano della nazionale maschile Simone Giannelli.

La maglia con l’arcobaleno debutterà giovedì 14 Luglio con la partita delle ragazze del ct Mazzanti mentre qualche giorno più tardi toccherà ai ragazzi del ct De Giorgi.

 

Un posto bellissimo: la canzone collettiva dei pre-adolescenti friulani della Val Degano

di Redazione GRS


 

 

Un posto bellissimo: è la canzone collettiva scritta, interpretata e registrata dai pre–adolescenti friulani della Val Degano nell’ambito del laboratorio di song writing condotto dall’educatore e musicoterapeuta Marco Anzovino. L’iniziativa vuole stimolare i ragazzi a dare voce alle emozioni attraverso il linguaggio universale della musica.

Igor Benevenuto è il primo arbitro internazionale Fifa in attività a fare coming-out

di Redazione GRS


Cartellino arcobaleno. Ha deciso di diventare arbitro durante il Mondiale di calcio USA 1994, affascinato dalla figura del direttore di gara, ed ora Igor Benevenuto, brasiliano di 41 anni, è il primo fischietto internazionale FIFA in attività a dichiarare la propria omosessualità. “Sono cresciuto con il calcio, ma l’ho anche odiato profondamente, perché è pieno di machismo e preconcetti”, racconta.

Un’adolescenza trascorsa allo stadio, a guardare partite di calcio, immerso in una versione mascherata di se stesso. Poi la scintilla nei confronti del ruolo dell’arbitro, scoccata in occasione dei Mondiali di USA 1994. E oggi, Igor Benevenuto, direttore di gara brasiliano di 41 anni, è il primo fischietto internazionale FIFA in attività a dichiarare la propria omosessualità. Il coming-out è arrivato all’interno di un podcast per la rete Globo, in cui Benevenuto ha raccontato la sua storia e gli inganni con cui ha dovuto convivere per moltissimo tempo all’interno di un ambiente dominato dal maschilismo.

“Sono gay, sono finalmente me stesso – le parole di Benevenuto, riportate anche da Repubblica -. Ma sono anche una persona normale, e voi non siete migliori di me solo perché vi piacciono le donne. Sono cresciuto con il calcio, ma è uno sport che ho anche odiato profondamente, perché è un ambiente pieno di machismo e di preconcetti. Per questo motivo ho dovuto inventare una versione falsa di me stesso“.

“Sapevo fin dall’adolescenza di essere gay. Ho trascorso la vita sacrificando me stesso per proteggermi dalla violenza fisica ed emotiva. Sono finito in un ambiente, quello del calcio, tra i più ostili verso gli omosessuali. Ma per avere degli amici dovevo mostrare di essere etero. E allora recitavo la mia parte. Familiari e amici mi portavano allo stadio, ma per me era una tortura”.

“Nel calcio ci sono molti omosessuali. Ma il 99.99% resta nascosto. Parlo di arbitri, giocatori, allenatori sposati, con figli, separati, che vivono una doppia vita. Ma noi esistiamo, e meritiamo di avere il diritto di parlarne, e di vivere normalmente”.
“Ho provato ad avere relazioni con delle ragazze, ma mi stavo ingannando. La mia famiglia è molto religiosa, e nella Bibbia c’è scritto che un uomo che giace con un altro uomo è un peccatore. Ho pensato per tanto tempo che in me ci fosse qualcosa di sbagliato. Ero triste”.
“La scelta di diventare arbitro risale al Mondiale di USA 1994. Sono rimasto affascinato dalla figura del direttore di gara guardando le partite in televisione. In quell’anno la FIFA aveva cambiato il colore delle divise, abbandonando il nero per colori accesi. Fu stregato da quei colori e da quella figura che controllava tutto il gioco”.

Come cambia il mondo del lavoro: la crisi messa in luce dai dati Istat

di Redazione GRS


 

 

 

Chi paga la crisi. I dati Istat parlano di come cambia il mondo del lavoro tra i prezzi in aumento e la domanda di salario minimo. Il servizio è di Giuseppe Manzo

I dati del Rapporto annuale Istat dicono come l’occupazione a tempo parziale sia passata dall’11% dei primi anni ’90 al 18,6% dell’ultimo anno. Nel 60,9% dei casi il part-time è involontario, componente che ha mostrato la crescita più consistente.

Questo avviene in uno scenario dove l’Osservatorio di Federconsumatori denuncia l’aumento dei prezzi produce disuguaglianze e come le famiglie non possano resistere ancora a lungo. Intanto sul Reddito di cittadinanza le Acli lanciano le loro proposte per rendere strutturale la misura e coinvolgere i comuni.