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Milano, la squadra di basket Lgbt: “Inclusivi e aperti a tutti”

di Redazione GRS


Arcobaleno in campo. A Milano la squadra di basket Lgbt, nata per combattere stereotipi ed aiutare tutti coloro che ancora non hanno il coraggio di vivere liberamente la propria sessualità. Un progetto aperto a tutti, oltre le differenze: senza ghettizzare e marginalizzare coloro che hanno il coraggio di dichiararsi e condannando atti spiacevoli e discriminatori.

L’idea è di Joseph Naklè, 35 anni, gay, nato a Beirut. “Sono fiero di me”, ha detto al Corriere della Sera. “Sono venuto in Italia e ho creato qualcosa che non c’era, un valore aggiunto. Per tutti”.Una squadra, dunque, aperta a tutti e vogliosa di ribadire che non ci sono differenze e che anche il mondo dello sport deve abbracciare e sostenere queste cause: in primis non deve ghettizzare e marginalizzare coloro che hanno il coraggio di dichiararsi, ma anche condannare atti spiacevoli e discriminatori che, ancora oggi, si susseguono in alcuni ambiti sportivi.

Il gruppo squadra capitanato da Naklè è ben assortito. “Siamo molto inclusivi e aperti a tutti: ci sono gay, etero, bisessuali e lesbiche. E di età diverse, dai 20 ai 45 anni. La presenza degli eterosessuali porta grande ricchezza e condivisione: stando insieme si allargano gli orizzonti di tutti”.La squadra rainbow è nata anche per combattere stereotipi e per aiutare tutti coloro che ancora non hanno il coraggio di vivere liberamente la propria sessualità e il proprio amore. “Succede che chi gioca con noi – ha continuato a raccontare al Corriere – trovi una dimensione di libertà che fuori non riesce a vivere pienamente. Ma non è sempre così, alcuni non sono riusciti a lasciarsi andare davvero. C’è una storia che voglio condividere, quella di un ragazzo che si è allenato con noi per un certo periodo. Era molto forte, giocava ad alti livelli, ma aveva paura della visibilità del nostro gruppo perché non si accettava. Gli andava bene giocare ogni tanto ma è stata più forte la paura di essere scoperto: non è più tornato”.

 

 

Casa amara: le difficoltà degli italiani nei pagamenti tra mutuo e affitto

di Redazione GRS


 

 

 

Casa amara. Il 50% di chi ha un mutuo e il 57% di chi vive in affitto ha difficoltà a saldare le rate. Il servizio è di Pierluigi Lantieri.

Nella fase attuale, in relazione al perdurare delle difficoltà determinate dalla pandemia, un alloggio è anche una fonte di problemi. Il 50% di chi ha contratto un mutuo per l’acquisto della casa ha difficoltà a pagarne le rate nei prossimi mesi. Una percentuale ancora più marcata per chi vive in affitto, dove le difficoltà a pagare il canone nei prossimi mesi è denunciata dal 57%. Sono le principali evidenze che emergono dal Report “FragilItalia”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos.

di Pierluigi Lantieri

“Diritto alla formazione non garantito”: le parole alla Camera di Pallucchi (Forum terzo settore)

di Redazione GRS


Tutti a scuola. “Il diritto alla formazione in tutte le fasi della vita di un individuo oggi non è garantito, perché mancano sistemi territoriali in cui le opportunità di formazione, sia formale che non formale, siano integrate. È indispensabile costruire alleanze per lo sviluppo di una rete educativa”. Lo ha detto ieri la portavoce del Forum Terzo settore Vanessa Pallucchi nel convegno “La comunità che apprende” alla Camera.

Giro di Boa: dieci donne con il cancro mollano gli ormeggi e si affidano alla velaterapia

di Redazione GRS


 

 

Vela terapia. Dopo la diagnosi di cancro dieci donne si sono imbarcate sulla Nave Italia. Il servizio è di Elena Fiorani.

Rientreranno domani nel porto di Civitavecchia le dieci donne che hanno preso parte all’iniziativa Giro di Boa, dell’associazione Gemme Dormienti, per promuovere il benessere attraverso un’esperienza che coniuga la terapia ricreativa e la riabilitazione.

Sono partite dal porto di La Spezia insieme all’equipaggio della Marina Militare per vivere un’esperienza a bordo del brigantino Nave Italia, in un clima sicuro ed inclusivo, ed avvicinarsi al mondo della vela in uno spazio e un tempo pensati per rigenerare la propria sfera emotiva, aumentare la fiducia in se stesse, stimolare le capacità di empowerment e riassaporare il gusto della leggerezza.

La metafora di riferimento è quella di mollare gli ormeggi: la distanza fisica ed il mare aperto faciliteranno la capacità individuale di delineare la giusta distanza emotiva dalla malattia.

Spesa militare globale al massimo storico nel 2021: oltre 2.000 miliardi di dollari

di Redazione GRS


Sempre più armi. Secondo i dati del Sipri di Stoccolma, nel 2021 la spesa militare globale ha raggiunto il suo massimo storico: oltre 2.000 miliardi di dollari. Stati Uniti, Cina, India, Regno Unito e Russia sono i Paesi che hanno investito di più in armamenti. Elevate le esportazioni verso il Medio Oriente, in calo quelle verso Africa e Americhe.

L’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma ha contabilizzato in 2.113 miliardi di dollari gli acquisti di armamenti nel mondo lo scorso anno. È record storico, considerando che per la prima volta dal 1949 (quando l’istituto ha iniziato a misurare questo dato) si è superata la soglia dei 2mila miliardi di dollari annui. Una crescita dello 0,7% rispetto al 2020 e del 12% in 10 anni. Viene così confermato il trend che va avanti dal 2015, quando la spesa militare globale è cominciata a risalire dopo un periodo di calo.

E neanche l’emergenza sanitaria è riuscita a invertire la spinta bellica. Il report “Trends in world military expenditure” sottolinea che “gli effetti economici della pandemia da Covid-19 non hanno messo fine alla continua tendenza all’aumento della spesa militare mondiale registrata a partire dal 2015. Come risultato della forte ripresa economica in tutto il mondo nel 2021, la spesa militare mondiale rappresenta il 2,2% del Prodotto interno lordo globale, in calo rispetto al 2,3% del 2020”.

A farla da padrone ancora una volta gli Stati Uniti, che da soli occupano più di un terzo della spesa militare globale. Sotto gli Usa l’altra superpotenza protagonista della “Nuova Guerra fredda”: la Cina. Gli acquisti di Pechino nel settore sono in continua crescita da 27 anni. Sono 293 i miliardi di dollari versati nel 2021 (+ 4,7% rispetto al 2020 e + 72% rispetto al 2012).
Queste le prime dieci posizioni nella classifica con le percentuali di spese globali in Difesa (2021):

  1. U.S. (38%)
  2. Cina (14%)
  3. India (3.6%)
  4. U.K. (3.2%)
  5. Russia (3.1%)
  6. Francia (2.7%)
  7. Germania (2.7%)
  8. Arabia Saudita (2.6%)
  9. Giappone (2.6%)
  10. Corea del Sud (2.4%)

E l’Italia? Non tarda ad arrivare. Il nostro Paese si attesta all’undicesimo con una crescita del 4,6% rispetto al 2020. Il rischio per l’anno corrente, come riportato dall’Osservatorio Mil€x, è quello di superare il tetto dei 25 miliardi aumentando quasi del 20% la spesa militare in 3 anni. Una tendenza denunciata da Sbilanciamoci e Rete Italiana Pace e Disarmo, che la ritengono “una scelta sbagliata e strumentale, oltre che demagogica e propagandistica di fronte alla guerra drammatica in Ucraina. Una scelta, tra l’altro, generica, in cui non si tiene conto delle implicazioni della destinazione della spesa e delle scelte in ambito europeo, che al momento non prevedono la costituzione di un esercito comune e – soprattutto – non stanno costruendo una politica estera e di difesa condivisa. L’armonizzazione europea della difesa dovrebbe comportare una diminuzione della spesa (grazie al coordinamento delle strutture e all’eliminazione di inutili sovrapposizioni) non un suo aumento”.

di Pierluigi Lantieri

Giovani e volontariato: questa estate arriva “Ci sto? Affare fatica!”

di Redazione GRS


“Ci sto? Affare fatica!”: questo il nome dell’iniziativa che coinvolge migliaia di adolescenti, nel periodo estivo, attraverso attività concrete di volontariato, cittadinanza attiva e cura dei beni comuni, con comunità adulta locale. Promossa da Associazione Gruppo Vulcano in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza.