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Migranti, basta respingimenti: l’appello partito dal Festival Sabir

di Redazione GRS


Basta respingimenti. Dichiarazione congiunta delle organizzazioni promotrici del Festival Sabir (Arci, Caritas, Acli, Cgil) e di una rete di ong italiane e internazionali. “L’alternativa si costruisca dall’analisi concreta, aprendo canali di d’accesso legale”. Ascoltiamo Alessandra Morelli, per 30 anni delegato all’Alto commissariato Onu per i rifugiati.

La buona ricerca: assegnato a Linda Birnbaum il Premio Ramazzini 2021

di Redazione GRS


La buona ricerca. Il Premio Ramazzini 2021, promosso dal prestigioso Istituto di ricerca di Bologna, è stato assegnato a Linda Birnbaum. La ricercatrice, fra i tanti meriti nella gestione della salute pubblica negli Stati Uniti, ha collaborato con gli studi sui campi elettromagnetici generati dalle radiofrequenze, gli zuccheri artificiali, la nicotina e i nuovi metodi di ricerca.

Afghanistan, i talebani spengono l’unico canale sportivo

di Redazione GRS


Sport al bando. In Afghanistan i talebani spengono l’unico network sportivo, 3Sport Tv, che è stato costretto a interrompere le trasmissioni, dopo dieci anni di attività, in cui ha raccontato eventi che si disputavano nel Paese e nel mondo. Il divieto allo sport femminile imposto dai talebani è uno dei motivi principali che ha portato alla chiusura dell’emittente.

Non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato intervistato da un giornalista sulla sospensione della sua trasmissione televisiva. Shafiqullah Salim Pouya sta ancora pensando ai giorni in cui progettava, nei viali dell’Università di Kabul, un mezzo attraverso il quale portare lo sport nelle case dei cittadini afghani. Negli ultimi due mesi, da quando i talebani hanno preso il potere, tutti i diritti e le conquiste del popolo afghano si sono sgretolati uno dopo l’altro. Circa il 70% dei media ha cessato la propria attività. Tra questi 3Sport Tv unico network sportivo televisivo del Paese, nato dieci anni fa, che copriva gli eventi sportivi in Afghanistan e nel mondo. La libertà di parola e l’attività di centinaia di testate giornalistiche cartacee, televisive e radiofoniche sono tra le conquiste più importanti degli ultimi due decenni e sono ora sull’orlo dell’estinzione. Dopo l’acquisizione del potere da parte dei talebani, circa il 70 per cento dei media nel Paese ha cessato di funzionare. Il Comitato per la sicurezza dei giornalisti afghani, ha recentemente affermato che il tasso di informazione in Afghanistan ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 20 anni.

Le restrizioni dei talebani hanno colpito non solo i piccoli media, ma anche i canali televisivi. Tra questi ultimi 3Sport Tv, l’unico canale televisivo sportivo in Afghanistan che trasmetteva eventi sportivi che si disputavano nel Paese e nel mondo. Shafiqullah Salim Pouya, il fondatore di 3Sport Tv, ricorda quando, al primo anno di università decise di creare una stazione televisiva completamente dedicata allo sport: “Mosso da una grande determinazione e nonostante i timori iniziali perché le persone non prestavano molta attenzione allo sport, grazie ad un investimento iniziale di un milione di dollari sono riuscito nel mio intento”.

Oltre a seguire gli eventi sportivi, 3Sport Tv ha organizzato anche diverse competizioni. Salim Pouya racconta di aver iniziato con “100 persone e in fasi diverse, secondo necessità, di averne impiegate anche più di cento. Soddisfacente il numero di spettatori che il network è riuscito a conquistare in dieci anni, anche se non ha mai raggiunto il livello che ogni uomo d’affari immagina. Nonostante tutte le difficoltà, 3Sport ha continuato a operare fino a quando i talebani non hanno preso il potere”. “Dopo l’arrivo dei talebani, a causa delle restrizioni imposte ai media, la cessazione delle attività sportive femminili e con essa il divieto di trasmettere programmi sportivi che coinvolgessero le donne abbiamo dovuto sospendere la programmazione”. Ed è proprio il divieto allo sport femminile imposto dai talebani uno dei motivi principali per cui 3 Sport Tv ha interrotto le sue attività.

A seguito di ciò Pouya è stato costretto a licenziare decine di dipendenti che in questi dieci anni avevano lavorato duramente. “Di certo non ci aspettavamo che potesse accadere una cosa del genere”. Tuttavia, Salim Pouya , anche se oggi non nasconde dolore e frustrazione per la cessazione dell’attività dei media afghani, continua a sperare che, se la situazione migliorerà, possano riprendere le trasmissioni dell’unica rete sportiva afgana, che ribadisce – è una finestra di sano intrattenimento per la gente, specialmente per i giovani. Attivisti per il diritto alla libera informazione e i sostenitori dei media, la maggior parte dei quali non si trova attualmente in Afghanistan, avvertono che se la situazione attuale non verrà affrontata, la maggior parte delle testate giornalistiche verrà chiusa nei prossimi giorni annullando così vent’anni di battagli e sacrifici fatti per la conquista della libertà di espressione in Afghanistan.

Amref al G20: cinque proposte per l’Africa

di Redazione GRS


Cinque proposte per l’Africa. Sono quelle di Amref ai leader mondiali del G20 per contrastare gli effetti devastanti della pandemia nel continente e raggiungere il prima possibile la vaccinazione di oltre metà della popolazione. Il piano prevede tra le altre cose la condivisione di licenze, tecnologie e competenze e la fine delle scorte vaccinali dei Paesi ricchi.

Ddl Zan, l’onda lgbt scende nelle piazze italiane

di Redazione GRS


Onda lgbt. In migliaia ieri a Milano e Roma sono scesi in piazza dopo lo stop al Ddl Zan. Altre manifestazioni sono previste oggi e domani. Anche per le Acli è stato “sbagliato affossarlo così, poneva questioni importanti” e auspicano che “si riparta da un testo che sia ampiamente condiviso”.

Legacoop, tenuta delle cooperative nel 2020 nonostante la pandemia

di Redazione GRS


Cooperative resilienti. Nonostante le difficoltà della pandemia, nel 2020 le 10.500 aderenti a Legacoop registrano una tenuta del valore complessivo della produzione e del numero dei soci con una lieve crescita dell’occupazione. È quanto rilevano i dati del Centro studi presentati in occasione dell’Assemblea dei Delegati.

Festival del ciclista lento: a Ferrara si celebra il gusto di pedalare con calma

di Redazione GRS


 

 

Festival del ciclista lento. Inizia oggi a Ferrara l’appuntamento votato alla lentezza e al sapersi godere il bello del ciclismo non competitivo. Il servizio di Elena Fiorani.

Chi va piano va sano e va lontano… potrebbe essere questo lo slogan del festival che per tre giorni accoglierà campioni della bicicletta e ciclisti della domenica, per celebrare il gusto di pedalare con lentezza, assaporando le bellezze del territorio e delle relazioni e assecondando i ritmi del proprio corpo.

In programma incontri, proiezioni, presentazioni con ospiti del mondo sportivo e paralimpico, ma anche artisti, giornalisti e scrittori. Domani appuntamento con la pedalata più lenta del mondo: 5 km in 5 ore nel centro storico di Ferrara, con soste per conoscere i monumenti e le storie della città, ascoltando i racconti degli scrittori in bicicletta.

#Grs10, terzo webinar: terzo settore, comunicazione sociale, digitalizzazione

di Redazione GRS


Nel tardo pomeriggio di ieri si è tenuto il terzo ed ultimo webinar per festeggiare i dieci anni del Giornale Radio Sociale.
“Transizione digitale tra comunicazione sociale e accesso all’informazione” è il tema su cui si sono confrontati gli ospiti invitati, che sono stati moderati da Ivano Maiorella, direttore del Grs: “Come e perché affrontare la digitalizzazione con atteggiamento aperto e libero: né apocalittici, né integrati. Questo è il titolo di una sfida che accompagnerà il terzo settore ma anche noi che utilizziamo il canale radiofonico, investito positivamente dalla rivoluzione Dab. Qual è il significato da dare ai dati e alla transizione al digitale, anche in termini di importanza delle strategie, che non sono soltanto delle tecniche. E ancora: come rendere il terzo settore libero e proprietario dei dati ovvero come organizzare una digitalizzazione in maniera condivisa e sicura?”.

Il primo a prendere la parola è stato Stefano Caredda, direttore Redattore Sociale: “Il ruolo del digitale è molto importante, così come quello della raccolta dei dati che è sempre servita moltissimo per raccontare, contestualizzare e capire i fenomeni sociali. La stessa comprensione del tempo in cui viviamo si porta dietro l’analisi dei dati, uno stesso dato può però essere presentato in un modo o in un altro a seconda della tesi che si vuol portare avanti e questo deve essere sempre un campanello d’allarme. La digitalizzazione non è ancora una conquista sociale diffusa e questo credo che debba diventare un tema per il nostro settore”.

“Il digitale per me è un rischio ma anche un’opportunità, dipende tutto da come ci si pone e da come lo si maneggia. È una grande occasione se si tiene insieme la semplicità del reperire i dati con le storie vere che devono essere raccontate attraverso di essi. Il digitale è già nel nostro mondo e come terzo settore dobbiamo avere la forza di fare un passo in avanti perché c’è bisogno di più sociale nella comunicazione mainstream”: questo il pensiero di Fabrizio Minnella, responsabile comunicazione di Fondazione Con Il Sud.

Paolo Venturi, direttore Aiccon: “È difficile capire il punto di incontro tra analogico e digitale, bisogna evitare che quest’ultimo produca una socialità che ci fa sentire più soli e meno responsabilizzati e dobbiamo superare la cattiva abitudine di dare al digitale obiettivi digitali. L’uso del dato è fondamentale, dobbiamo capire che la responsabilità non è solo nell’uso che se ne fa, ma anche nella capacità del terzo settore di farsi governo del dato. Molti fallimenti di alcune politiche nascono da un problema di comunicazione, problema che il digitale potrebbe superare ed è su questa partita che il terzo settore si gioca tanto”.

“Siamo dentro una società che è cambiata profondamente negli ultimi 20 anni, adesso il digitale ci accompagna in ogni aspetto della vita, per qualcuno anche il sonno viene accompagnato dal digitale” ha esordito così Andrea Volterrani, docente Università di Roma Tor Vergata. “Siamo immersi nel digitale, non solo il terzo settore deve starci ma deve farlo diventare una risorsa, uno strumento di inclusione per far sì che tutte le persone possano trasformare i beni in risorse per la propria vita. Esiste una grande disuguaglianza anche nel capitale digitale, molti accedono infatti in modo parziale o inconsapevole. Il terzo settore deve essere dentro il digitale ed essere all’avanguardia per discutere anche delle possibili innovazioni”.

Infine tutti gli ospiti del webinar hanno manifestato i loro auspici sul futuro, con Stefano Caredda che ha espresso fortemente il tema “del non lasciare indietro nessuno, bisogna trovare forte la necessità della relazione, anche quella d’aiuto”. Per Fabrizio Minnella “dobbiamo arrivare al controllo dei dati, perché controllarli vorrebbe dire controllare la conoscenza e per fare questo serve un forte cambiamento e avere un alto grado di consapevolezza”. “C’è un problema di regolamentazione, il terzo settore deve iniziare a capire cosa significa e come gestire il processo di datafication” ha concluso Andrea Volterrani.

Ivano Maiorella ha posto l’accento sulla necessità di avere più diritto internazionale su questo tema, in un momento in cui gli organismi e le istituzioni internazionali sono sempre più importanti ma viene meno la loro soggettività regolativa.