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Di corsa per i diritti: la campagna della podista Rosalie Fish

di Redazione GRS


Passo di giustizia. Rosalie Fish, nativa americana che corre per denunciare femminicidi e abusi sulle donne e che da due anni ha iniziato una vasta campagna di sensibilizzazione sul problema delle donne indigene scomparse e uccise, fenomeno che coinvolge e travolge soprattutto Stati Uniti e Canada. L’atleta gareggia con l’impronta di una mano rossa disegnata sulla bocca.

Famosa per la mano rossa disegnata sulla bocca, la statunitense rappresenta 30 tribù native nello stato di Washington. Corre per i diritti delle donne, non corre per una medaglia, né per soldi. Rosalie Fish ha origine native americane e appartiene alla tribù Cwlitz della riserva di Muckleshoot. Studentessa allo Iowa Central Community College, Rosalie ha capito in fretta l’importanza di poter difendere le minoranze e allora eccola, sempre più spesso in gara, col solo obiettivo di accendere i riflettori su un argomento così delicato e importante.

Vicina agli impegni sociali, la Fish ha iniziato da un paio d’anni una vasta campagna di sensibilizzazione sul problema delle donne indigene scomparse e uccise (Missing and Murdered Indigenous Women – MMIW). Una brutta storia che coinvolge e travolge soprattutto gli Stati Uniti e il Canada. A far balzare all’attenzione delle cronache la lodevole iniziativa di Rosalie Fish è stata un’idea che la ventenne di Washington ha avuto mentre si preparava a partecipare, nel maggio del 2019, ad una competizione nello stato di Washington. Allo start, infatti, la Fish si è presentata con l’impronta di una mano rossa disegnata sulla bocca, con le dita che si allargavano fino alle guance. Un modo per dire basta al silenzio, no alla sottomissione. Da allora, Rosalie Fish partecipa alle gare con questo simbolo sul viso ed è diventata conosciutissima, contribuendo notevolmente alla diffusione di un messaggio tanto semplice quanto giusto: giù le mani dalle donne indigene.

In più, ad ogni evento podistico al quale prende parte, Rosalie annuncia il nome di una donna a cui dedica la sua impresa. Tra queste, anche sua zia Alice Looney, morta assassinata. L’iniziativa di Rosalie Fish è stata d’esempio ad altre ragazze che corrono per la stessa squadra. Alcune, infatti, hanno adottato l’idea per diventare testimonial di diverse campagne a favore delle donne, su tutte la famosissima #MeToo. Arrivano i dati, preoccupanti, del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America. Secondo uno studio recente, in alcune riserve le donne indigene subirebbero violenze sessuali e femminicidi con una probabilità rispettivamente di due e dieci volte superiore alla media nazionale. Con 10,2 mila follower su Instagram e centinaia di tifosi che l’accompagnano sulle strade americane, Rosalie Fish è pronta a correre forte con l’obiettivo, un giorno, di poter «cancellare» quella mano rossa sulla bocca.

Neuropsichiatria infantile, da Milano appello a Draghi

di Redazione GRS


Non è solo Covid. Neuropsichiatria infantile, da Milano appello a Draghi. Richieste di aiuto e accessi al pronto soccorso in aumento da 10 anni, mancano risorse e strutture. “Nei prossimi 5 anni in pensione 200 neuropsichiatri infantili. Liste di attesa quadruplicheranno”, denuncia Antonella Costantino capo dipartimento del Policlinico.

Diritti umani, nasce il Premio Paolo Dieci

di Redazione GRS


Premio Paolo Dieci: il riconoscimento nasce per ricordare il cooperante morto in un incidente aereo e il suo impegno a favore della pace, dei diritti di ogni persona e della cooperazione tra popoli. Il premio sarà assegnato al percorso di partenariato migliore per lo sviluppo di attività di educazione ai diritti umani, alla sostenibilità ed alla giustizia sociale ed economica.

#IoSiamo: il volume che raccoglie storie di solidarietà

di Redazione GRS


#IoSiamo: nel volume pubblicato per edizioni San Paolo, Tiziana Di Masi e Andrea Guolo, autori del primo spettacolo teatrale sul volontariato, raccontano 12 storie di volontari, associazioni, centri di accoglienza che non hanno fatto mancare il loro impegno anche durante la pandemia.

TennistaOltre Plus: il ping pong come veicolo di inclusione

di Redazione GRS


Una racchetta per tutti. Il progetto “TennistaOltre Plus” mira a raggiungere entro la fine dell’anno scolastico circa 800 alunni con disabilità dislocati in 50 istituti italiani, utilizzando il ping pong come veicolo di inclusione. La seconda edizione dell’iniziativa ha come testimonial la campionessa paralimpica Giada Rossi, bronzo ai Giochi di Rio nel 2016.

‘TennistaOltre’ quest’anno diventa ‘Plus’. L’iniziativa è promossa dalla Fitet-Federazione italiana tennistavolo ed è sostenuta finanziariamente dalla Fondazione Vodafone. “Sono contenta di essere qui per lanciare questa nuova edizione del progetto Fitet – ha detto Giada Rossi – Per noi atleti è una grande soddisfazione quando un giovane si avvicina al mondo dello sport paralimpico. Personalmente io ho iniziato il mio percorso quasi per caso a scuola, grazie alla quale ho raggiunto poi i miei traguardi. Ma questa iniziativa vuole far sapere a tutti i ragazzi con difficoltà che questo percorso esiste”.

Rsa, tornano le visite: soddisfazione di Uneba

di Redazione GRS


Bene così. Uneba esprime soddisfazione per la riapertura alle visite nelle Rsa. Solo con protocolli e regole chiare – afferma l’organizzazione – le strutture residenziali possono garantire sia la protezione di tutti dal Covid che la gioia della relazione personale, tanto agli anziani quanto ai loro famigliari.