Notizie

Valore sociale

di Redazione GRS


Il ministro Spadafora ha partecipato in videoconferenza alla riunione straordinaria della Giunta del Comitato Italiano Paralimpico. Il servizio di Elena Fiorani.

Vincenzo Spadafora, ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, ha preso parte ieri alla Giunta del cip, convocata dal presidente Luca Pancalli per affrontare le problematiche legate all’emergenza coronavirus. “Faremo tutto il possibile per valorizzare la funzione sociale dello sport e fare in modo che le attività sportive possano rappresentare uno strumento di sostegno al Paese contro ogni possibile disgregazione sociale”, ha detto il ministro, che ha parlato anche di ulteriori misure a sostegno delle famiglie in difficoltà economica e “della riattivazione del Fondo per gli ausili sportivi per gli atleti paralimpici”. Pancalli ha richiamato l’attenzione sulle difficoltà del  settore sportivo ed ha comunicato che il cip contribuirà consentendo, nella prossima stagione sportiva, l’utilizzo gratuito degli spazi del Centro di Preparazione Paralimpica alle realtà sportive che ne hanno già usufruito nonché ad altri soggetti che ne faranno richiesta

Per chi resta indietro

di Redazione GRS


“L’appello pubblicato ieri sulla stampa va nella direzione sbagliata. Espropriare il patrimonio delle Fondazioni, significa distrarlo da ciò di cui c’è maggiormente bisogno: prendersi cura di chi soffre, è povero o emarginato.” Lo dichiara Claudia Fiaschi, portavoce nazionale del Forum Terzo Settore in merito al ruolo ricoperto in queste settimane dalle Fondazioni bancarie per aiutare a fronteggiare l’emergenza Corona virus.

Anche dietro le sbarre

di Redazione GRS


In questo momento di emergenza, il criterio della tutela della Salute deve orientare anche gli interventi in ambito penitenziario, con prevalenza rispetto ad ogni altra ragione o interesse. Questo è il contenuto della lettera appello che Cittadinanzattiva ha inviato al Ministro della Giustizia, al capo del DAP, al Commissario straordinario per l’emergenza Covid19 ed alle Regioni.

Grazie, ma non basta

di Redazione GRS


“Mi auguro che a maggio si vada oltre la misura dei buoni spesa. L’emergenza è emergenza, ma il disagio di molti purtroppo è una normalità che attende risposte da anni”: Lo afferma Gianmario Gazzi, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali. Ascoltiamolo. (sonoro)

Giù le armi

di Redazione GRS


È tregua in Yemen tra la coalizione a guida saudita e i ribelli Houthi. Il cessate il fuoco è stato sollecitato dalle Nazioni Unite, che nei giorni scorsi avevano invitato a sospendere le ostilità in tutto il mondo per favorire il contrasto al coronavirus. Il conflitto, iniziato nel 2015, ha portato il Paese sull’orlo del collasso ed è costato la vita a oltre centomila persone.

La solidarietà in rete

di Redazione GRS


Al via oggi e domani Musica Che Cura Streaming Festival, l’evento musicale online ideato da Django Concerti per raccogliere fondi dedicati all’emergenza. Una staffetta virtuale di musica live in cui si passeranno il microfono più di 30 artisti italiani e internazionali dal rap al rock, dal reggae al pop, passando per l’elettronica, il jazz e il cantautorato senza confini di genere. I proventi della raccolta fondi attiva su GoFundMe andranno a sostegno della Protezione civile

Non chiudeteli

di Redazione GRS


Per l’emergenza coronavirus il governo italiano ha deciso di sbarrare i porti alle ONG che effettuano soccorsi in mare. Secondo le associazioni aderenti al Tavolo Asilo nazionale si tratta di una decisione “inopportuna e non giustificabile” che non garantisce il rispetto dei principi di  solidarietà. Sulla questione è intervenuta anche la ong Mediterranea: esistono i protocolli per agire in totale sicurezza.

Si ricomincia

di Redazione GRS


Nel Lazio grazie a un importante accordo riprendono i servizi per i più fragili. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

Regione Lazio, ANCI Lazio, Forum Terzo Settore Lazio, cooperazione sociale e sindacati hanno firmato un accordo per dare attuazione all’art. 48 del decreto Cura Italia, per far ripartire i servizi socio-assistenziali e socio-educativi ad oggi sospesi e sostenere i lavoratori di questi settori. Si tratta di una riorganizzazione delle attività in forme diverse, frutto della co-progettazione tra Comuni ed Enti gestori, che sia in grado di assicurare continuità di servizi per le persone più fragili, con la massima tutela della sicurezza e della salute di operatori e utenti. “Grazie a questo accordo riusciremo a portare avanti il nostro intento di non lasciare solo nessuno, combattendo le disuguaglianze che questa emergenza sta accentuando”, come ha ricordato la portavoce del Forum Terzo Settore del Lazio Francesca Danese.

Scaricabarile

di Redazione GRS


La denuncia della “Campagna Abiti Puliti” in piena emergenza Covid-19: dall’Italia al Myanmar, dalla Cambogia alle Filippine, si fa ancora più precaria la situazione dei lavoratori tessili delle filiere globali, con i grandi marchi che hanno sospeso i pagamenti e scaricato le conseguenze del calo della domanda sui fornitori.

La pandemia di Covid-19 continua a crescere e diffondersi. In questo momento, oltre un terzo della popolazione mondiale è interessato da una qualche forma di lockdown o restrizione dei movimenti per controllare l’espansione del virus. Un’emergenza senza precedenti, ma che allo stesso tempo porta con sé un fattore in comune con tutte le grandi crisi della storia: le conseguenze per le persone più fragili.

Tra le diverse categorie della fascia meno abbiente della società ci sono i lavoratori tessili delle filiere globali. Già nella quotidianità ante-virus costretti a situazioni di vita precarie, a turni di lavoro estenuanti sottopagati e con scarse tutele. Per tutti loro si batte la “Campagna Abiti Puliti”, in contatto con tutte le imprese multinazionali (come i marchi H&M, Tommy Hilfiger, Calvin Klein, Zara) per convincerle a rispettare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici nei vari stabilimenti di produzione, sia nel sud-est asiatico (vero e proprio polmone della produzione), che nel resto del mondo.

Parliamo di 150 milioni di persone che producono beni per l’America del Nord, per l’Europa e per il Giappone, e di altre decine di milioni impiegati nei servizi. Le testimonianze non arrivano solo dal Bangladesh. Arrivano dalla Cambogia, dall’India, dalle Filippine, dal Myanmar, dallo Sri Lanka, dal Pakistan, dalla Malesia, dall’Indonesia. Ma anche da El Salvador in America Latina, o dall’Italia stessa, che, oltre a essere un paese di consumo, è anche attiva sulla produzione.

Questi lavoratori di tutto il mondo adesso affrontano una crescente insicurezza a causa del Coronavirus. Le fabbriche chiudono per il calo degli ordini e a causa delle misure restrittive imposte dai governi. In particolare i lavoratori sono stati colpiti da tre ondate di questa pandemia: la prima quando la Cina ha smesso di esportare le materie prime necessarie per la produzione di abbigliamento costringendo molte fabbriche nel sud e nel sud-est asiatico a chiudere; La seconda quando il virus è arrivato in Europa e negli Stati Uniti inducendo le aziende della moda ad annullare gli ordini in corso senza pagarli; L’ultima ondata riguarda la diffusione del virus proprio nei Paesi produttori con la conseguente chiusura degli impianti.

In tutti e tre gli scenari la conseguenza diretta è stata univoca: operai mandati a casa senza preavviso né salario. E per quei lavoratori (pochi) che hanno avuto la fortuna di trovare ancora aperto il proprio luogo lavorativo, la produzione è continuata nonostante il significativo rischio per la salute nelle fabbriche affollate. “E’ fondamentale che i marchi in questo momento assolvano i loro obblighi contrattuali e paghino gli ordini effettuati e in molti casi già prodotti – afferma Deborah Lucchetti della “Campagna Abiti Puliti.”

“In questa drammatica situazione – prosegue – è urgente garantire a tutti i lavoratori nelle filiere globali risorse sufficienti a soddisfare i bisogni delle loro famiglie e a sopravvivere alla crisi, a partire dalla corresponsione dei salari e dei benefit dovuti per i mesi in corso. Le imprese multinazionali hanno costruito la loro ricchezza sull’ utilizzo di milioni di lavoratori sottopagati in Paesi dove non sono presenti le infrastrutture di protezione sociale necessarie a tutelare i lavoratori nei momenti di crisi. Questa emergenza deve produrre un cambio strutturale del modello di business, a partire dalla introduzione di meccanismi di regolazione delle filiere globali e di norme vincolanti per le imprese, a tutti i livelli”.

di Pierluigi Lantieri

Un tetto anche per loro

di Redazione GRS


Tutte le sedi italiane dell’Associazione Avvocato di strada hanno inviato ieri lettere al Ministero Interno, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione e Sindaci per chiedere di non multare le persone senza dimora, che hanno diritto all’abitazione e alla salute. “Di fronte alla pandemia non siamo tutti uguali”, sottolinea Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione.