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A picco

di Redazione GRS


Dopo l’emergenza metà delle famiglie italiane è al verde. Il servizio è di Giuseppe Manzo.

Le famiglie italiane hanno accumulato problemi economici e lavorativi con il lockdown. E sul futuro, sono più quelle che prevedono tempi brutti, mentre altre si illudono sull’ “andrà tutto bene”. Il 31,8% ritiene infatti che probabilmente avrà problemi economici (sono circa 8,1 milioni di famiglie) e il 29,8% è sicuro che andrà incontro a difficoltà (7,7 milioni di famiglie). Più ottimiste il 21,9% delle famiglie intervistate (sono 5,6 milioni di famiglie resilienti) che pensa di non subire nei prossimi mesi particolari contraccolpi mentre il 16,4% (circa 4,1 milioni famiglie forti) è sicuro sulla tenuta del proprio bilancio. È quanto emerge dall’indagine Nomisma 2020 sulle famiglie italiane presentata ieri. Ma non finisce qui. Nel radar settimanale di Swg il 60% deve nero sulla situazione economica del prossimo futuro: mezzo milione sono i posti che potrebbero perdersi entro l’anno. Trovare una soluzione a questa recessione è l’unica assistenza civica volontaria che dovrebbe fare il governo.

Equilibriste

di Redazione GRS


Sono le mamme che si dividono tra lavoro e famiglia. Nel nostro paese sono oltre 6,2 milioni con almeno un figlio minorenne. Un quadro preoccupante che emerge dall’analisi “La maternità in Italia 2020” di Save the Children e che è ulteriormente aggravato dall’emergenza Covid. L’auspicio è che il Decreto Rilancio non le dimentichi.

Non siamo nati per soffrire

di Redazione GRS


È lo slogan scelto da Cittadinanzattiva per la campagna sulla legge 28 del 2010 che festeggia il suo decimo compleanno. Si tratta di un testo che regolamenta l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore e che pone il nostro Paese in una posizione di avanguardia. L’iniziativa ha preso il via con un questionario rivolto ai cittadini per indagare l’effettiva conoscenza dei contenuti della norma e un depliant informativo digitale. A dieci anni dalla promulgazione sono stati fatti molti passi avanti, ma molto resta ancora da fare per la sua piena attuazione.

Senz’acqua non si ferma

di Redazione GRS


Action Aid promuove una campagna per l’accesso alle risorse idriche in Kenya per impedire la diffusione del Coronavirus. Ai nostri microfoni Daniele Lodola, responsabile dei progetti internazionali dell’organizzazione. (sonoro)

Il cinema che cambia

di Redazione GRS


Da oltre dieci anni l’associazione ZaLab produce e distribuisce in sala pellicole indipendenti e sociali. Adesso è presente anche online con una piattaforma streaming che punta a diventare community, promuovendo la visione di film e documentari ma anche dando vita a momenti di dibattito e dirette con gli autori. Ci si può iscrivere gratuitamente o scegliere di diventare sostenitori. Info su www.zalab.org.

Alleniamoci al rispetto

di Redazione GRS


Il “Barometro dell’odio nello sport” è la prima ricerca italiana sull’hate speech online in ambito sportivo, da cui emerge che i messaggi violenti risultano una componente strutturale delle conversazioni sui social media, in particolare, legata al mondo del calcio e ai calciatori di colore più noti.

Quanta volgarità, minacce e insulti anche a sfondo razziale o sessista sono presenti nelle discussioni on line che parlano di sport? Se da un lato lo sport è spesso strumento di integrazione e trasmissione di valori, soprattutto quando praticato, dall’altro, specialmente nella dimensione del tifo, può diventare un elemento divisivo che inasprisce la competizione fino a trasformarla in conflitti anche violenti. Ma quanto influisce in tutto questo l’uso dei social network? Che frequenza e che caratteristiche hanno i linguaggi d’odio online nello sport italiano?

Un tentativo di dare risposta a queste domande arriva dal Barometro dell’odio nello Sport, ricerca realizzata dal Centro CODER dell’Università di Torino nel quadro del progetto di prevenzione e contrasto all’hate speech Odiare non è uno sport, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AID 011797) e promosso da Progettomondo.mlal insieme a 13 partner nazionali. Il primo risultato che salta agli occhi dal monitoraggio delle pagine Fb e Twitter delle principali testate sportive nazionali (La Gazzetta dello Sport, Tuttosport, Il Corriere dello Sport, Sky Sport e Sport Mediaset) realizzato dal 7 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020, è che esiste un livello costante di hate speech al di sotto del quale non si scende mai, pari al 10,9% dei commenti su Facebook e 18,6% su Twitter.

I messaggi d’odio risultano dunque una componente non solo rilevante ma strutturale delle conversazioni sportive su questi social media. Tuttavia, Facebook e Twitter sono diversi, sia per numero di commenti sia per la presenza di hate speech. A parità di messaggi pubblicati, Facebook genera un volume di commenti 26 volte superiore a quello di Twitter. Ma, mentre l’hate speech raggiunge il 13,4% dei commenti su Facebook, su Twitter arriva al 31% . Se si vanno poi ad approfondire le modalità con cui si manifesta l’hate speech, il linguaggio volgare (14% su FB e 31% su Twitter) e l’aggressività verbale (73% e 60%) sono le forme più frequenti. Tuttavia, anche discriminazione (7% e 5%) e aggressività fisica (5% e 4%) non sono irrilevanti. La ricerca ha infatti individuato circa 5.000 commenti contenenti elementi di questo tipo pubblicati dagli utenti in un arco di tre mesi.

Infine, dato prevedibile, gran parte del traffico di notizie sui social e di conseguenza la maggior parte degli episodi di hate speech sono da ricondurre al mondo del calcio. Emerge che Mario Balotelli e Romelu Lukaku sono i personaggi sportivi su cui si concentrano più commenti di hate speech (rispettivamente 16,7% su Facebook e 38,3% su Twitter; 15,5% su Facebook e 40,6% su Twitter) contenenti insulti e discriminazione razziale (rispettivamente 2,1% su Facebook e 5,6% su Twitter; 1,9% su Facebook e 2,4% su Twitter).

di Pierluigi Lantieri

Arruolare assistenti civici

di Redazione GRS


La proposta del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e del presidente dell’Anci, Antonio Decaro per gestire i distanziamenti sociali suscita molte polemiche. Il governo precisa: nessun compito di polizia. Il giudizio del volontariato e del Terzo Settore nel servizio di Anna Monterubbianesi.

Sta facendo riflettere la proposta di lanciare un bando per il reclutamento di 60.000 assistenti civici che saranno impiegati nella fase 2 dai sindaci per lo svolgimento di attività sociali e per collaborare al rispetto del distanziamento sociale. Tanto che è già partita la prima interrogazione parlamentare e le prime richieste di fare marcia indietro. Il Forum Terzo settore, attraverso la consulta del Volontariato ha messo in allerta: “Non si confondano gli assistenti civici con i volontari, che non si reclutano per bando, ma come afferma la legge agiscono esclusivamente per fini di solidarietà e in risposta ai bisogni delle persone e delle comunità”. Un peccato per il Forum non essere stati interpellati su una tale iniziativa: “Al posto di inventare da zero quello che già esiste, sarebbe molto più sensato valorizzare tutti i soggetti che da moltissimi anni aggregano cittadini che hanno voglia di dare una mano, li formano e investono sulla qualità degli interventi .

Indietro tutta

di Redazione GRS


Con l’avvio della Fase due, la recessione è ciò che spaventa maggiormente due terzi degli italiani, preoccupati anche per la difficoltà di modificare le proprie abitudini di vita rispetto a quelle pre-Covid. È quanto emerge dalle risposte a un sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Coronavirus nato dalla collaborazione tra SWG e Area Studi Legacoop.

Il privilegio dei vaccini

di Redazione GRS


L’epidemia sta sconvolgendo le procedure di vaccinazione sia nei paesi poveri, sia in quelli ricchi, mettendo i bambini di tutto il mondo a rischio di malattie come difterite, morbillo e poliomielite. Secondo Unicef, OMS e Gavi, l’Alleanza per i vaccini, occorre intervenire tempestivamente per evitare che la lotta contro una malattia ne faccia riemergere altre.

Summer Milan

di Redazione GRS


Il Forum del Terzo settore del capoluogo lombardo ha scritto una lettera al sindaco Sala con alcune proposte su un modello di metropoli a misura di bambini e anziani. Il servizio di Paolo Andruccioli.

“Facciamo di Milano una summer city, a partire dai bambini e dagli adolescenti, con uno sguardo particolare ai minori con disabilità”. E’ quanto si legge nella lettera aperta al sindaco scritta dalle associazioni del Terzo Settore che immaginano il capoluogo lombardo capace di orientare gli adulti verso comportamenti responsabili per conciliare sicurezza e socialità. Un luogo fisico che premi l’utilizzo della bicicletta e che offra occasioni ai commercianti ed ai ristoratori per ampliare i loro orari di apertura . Insomma una città aperta che sappia parlare a tutto il Paese. Ovviamente gli enti e le associazioni che aderiscono al Forum si mettono a disposizione.