Diritti
“Abbiamo superato ogni ostacolo rappresentato dalle difficoltà personali – scrivono da Special Olympics Italia, il movimento dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale – ma anche dalle difficoltà di una società dura a comprendere che il valore di ognuno va oltre l’apparenza”. Nella campagna pubblicata sul proprio sito web: “Lo abbiamo fatto stando insieme, lottando, e anche ora che siamo lontani continueremo a lottare nell’unico modo che conosciamo, insieme, mantenendo alta l’attenzione sulle tematiche legate all’inclusione sociale, per ripartire, quanto prima, con nuove forze e nuove consapevolezze”.
Economia
Sarà necessario che il Reddito di Cittadinanza sia rafforzato per raggiungere tutte le persone in condizioni di povertà con interventi mirati. È quanto chiede l’Alleanza contro la povertà che prevede un aumento drammatico delle sofferenze economiche al termine dell’emergenza sanitaria.
Società
La campagna di sostegno ai Centri per l’assistenza delle persone con SLA, SMA e distrofie muscolari – nel servizio di Anna Monterubbianesi.
In Italia le 40.000 persone colpite da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), SMA (Atrofia Muscolare Spinale) e distrofie muscolari possono contare sui Centri Clinici NeMO, specializzati nella loro assistenza. Per sostenerli in questo momento di emergenza AISLA, UILDM e Famiglie SMA lanciano la campagna di raccolta fondi #distantimavicini perché continuino la loro attività di presa in carico e protezione per i più fragili. Ascoltiamo il commento di Massimo Mauro, presidente di AISLA, che ci racconta le iniziative prese dall’associazione. (sonoro)
Diritti
Paradossi di una situazione di crisi. In attesa che l’INPS produca la Circolare definitiva e che il Decreto “Cura Italia” venga convertito in legge, i lavoratori con disabilità rischiano di finire nel limbo della burocrazia e alla fine di essere perfino danneggiati dalle nuove norme soprattutto nell’ambito di permessi e congedi dal lavoro.
Internazionale
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, negli ultimi 5 anni si sono verificati oltre 142 attacchi su ospedali e strutture sanitarie in Yemen. Il paese, martoriato da anni di guerra, si trova oggi a far fronte alla minaccia del coronavirus. Secondo Oxfam Italia, gli effetti della pandemia darebbero devastanti e andrebbero a sommarsi ai casi di colera che hanno già colpito milioni di persone.
Cultura
Su RaiCinema il film che racconta come il digitale ha cambiato il mondo. Il servizio è di Clara Capponi.
Sarà possibile vedere da oggi sul canale web di Rai Cinema Channel il documentario di Francesco Raganato che ci mostra quanto il digitale stia diventando un compagno importante della nostra quotidianità. Un tema centrale in questi giorni in cui l’epidemia dovuta al Covid-19 ci costringe a casa sfruttando sempre di più le nuove tecnologie. Al centro del film c’è la vita il lavoro, il viaggio. C’è la malattia e il riscatto, il coraggio di chi sa affrontare i cambiamenti. Il digitale è una nuova era per l’umanità e non conosce confini. Ci tiene tutti ben piantati nel locale ma con un orizzonte sempre più globale. È il racconto corale di un mondo fatto di connessioni, condivisioni e vita. Non a caso Sono molte le realtà che hanno sostenuto la produzione dal punto di vista organizzativo per la raccolta delle storie: il FAI – Fondo Ambiente Italiano, Terres des Hommes, il Parco nazionale del- le Cinque Terre, l’associazione europea delle vie Francigene, l’Ordine dei giornalisti, e molte altre organizzazioni che hanno contribuito alla diffusione del messaggio per la raccolta delle storie.
Sport
Ufficialmente rinviate al 2021 le Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo, tutto il mondo dello sport attendeva questa decisione. Anche la campionessa paralimpica, Martina Caironi portabandiera a Rio de Janeiro, apprezza la scelta, “per la sicurezza di tutti – dice – e per permettere a noi atleti di presentarci fisicamente e mentalmente preparati a un evento così importante”.
Così anche l’appuntamento sportivo per eccellenza ha dovuto cedere, momentaneamente, contro la pressione asfissiante del Coronavirus. La decisione di posticipare al 2021 i Giochi olimpici e paralimpici, in programma a Tokyo nell’agosto di questa estate, è stata più rapida di quanto le apparenze lasciassero trasparire. Fino a sette giorni fa Thomas Bach, presidente del Cio – Comitato Olimpico Internazionale – pareva irremovibile sulla regolare disputa dei Giochi. Poi, invece, qualche certezza è cominciata a vacillare anche nel rigore del dirigente tedesco, ex schermidore. Già domenica scorsa il Cio apriva ufficialmente ad un rinvio rimandando la decisione a fine aprile. Un mese di tempo per valutare l’andamento della pandemia e confrontarsi con i vari organi sportivi. In realtà sono bastati soltanto due giorni per lo storico annuncio, comunicato martedì 24 marzo dal primo ministro giapponese Shinzo Abe: “ho proposto di rinviare di un anno i Giochi e il presidente Bach è d’accordo al 100%”. A determinare un cambio di passo così repentino, oltre alla volontà del Paese ospitante, sono state le federazioni sportive di Stati Uniti, Canada e Australia che avevano già manifestato l’intenzione di non prendere parte alla spedizione olimpica per tutelare la salute dei propri atleti e di tutti gli operatori coinvolti.
La decisione è tra quelle che capita di prendere una volta nella vita. Mai prima d’ora le Olimpiadi erano state rinviate in tempo di pace. In tre occasioni, invece, sono state annullate a causa delle bombe dei due conflitti mondiali: Berlino 1916, Tokyo 1940 e Londra 1944. Lo stesso vale per le Paralimpiadi, ideate ufficialmente in Italia come terapia per pazienti midollari e svolte per la prima volta a Roma 1960. Quella del 2021 sarà la 16esima edizione, seconda volta per la città di Tokyo dopo la manifestazione del 1964. La paralimpiade giapponese vedrà la partecipazione di 4.400 atleti che gareggeranno in 537 eventi medaglia. Tra le atlete che parteciperanno alla prima edizione dei Giochi “dispari” della storia c’è anche Martina Caironi, campionessa paralimpica sui 100 metri e il salto il lungo, specialità di cui detiene i record del mondo, portabandiera nella precedente edizione di Rio de Janeiro. La podista nativa di Alzano Lombardo, comune della provincia di Bergamo drammaticamente colpito dal virus, commenta con serenità il rinvio al 2021 delle Paralimpiadi: “Era una decisione già nell’aria, ci aspettavamo che andasse così – dice – Ma cerco di vederla positivamente, come se avessi avuto un “extratime” alla Super Mario Bros che potrebbe consentirmi di raggiungere la forma migliore: ora sarei arrivata un po’ a filo, avendo potuto iniziare ad allenarmi tardi. Chiaramente il fisico deve tenere botta”. Sotto questo punto di vista una deroga, concessa a lei e ad altri atleti di interesse nazionale, le permette 3 volte a settimana di uscire e andare al campo di atletica: “Ma stiamo ben distanti”. Gli allenamenti continuano a casa: “Tanto corpo libero, ma ho anche un bilanciere e i pesi – spiega – Il mio allenatore mi ha preparato un circuito che faccio 2 volte a settimana: addominali, esercizi per le gambe e per tenere il tono muscolare del moncone”. Ma l’autoisolamento stimola la riflessione, e Caironi non si tira indietro, lei che è spesso stata in prima fila per l’accoglienza e l’integrazione: “Forse capiremo che siamo tutti vulnerabili e quindi tutti uguali – è il suo auspicio – Forse miglioreranno le relazioni interpersonali, inizieremo ad apprezzare quello che abbiamo e a “empatizzare” di più con i migranti: noi italiani ci siamo trovati dalla parte dei discriminati, ma non si sceglie mai dove si nasce”.
di Pierluigi Lantieri
Società
Vivere insieme fa bene e funziona, soprattutto in questo periodo difficile: parola di Abitare solidale, il servizio di coabitazione promosso da Auser. L’aiuto reciproco, la compagnia, la condivisione rendono più leggera per tanti anziani la vita di tutti i giorni. Ed è anche un’efficace alternativa a badanti e a strutture residenziali extra ospedaliere.
Economia
Il welfare al collasso, migranti dimenticati nei centri e nelle campagne. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
Serve un fondo straordinario e un Piano nazionale. Perché il welfare è ormai al collasso. Lo dicono le principali organizzazioni sociali come Alleanza cooperative sociali, sindacati e Forum nazionale Terzo settore. Servono soldi per le protezioni degli operatori socio-sanitari e servono soldi per salvare gli enti e le cooperative che stanno andando verso il baratro. La richiesta di un fondo straordinario arriva in modo unitario dalle associazioni di rappresentanza e le sigle sindacali che ormai parlano con un’unica voce. “Rischia di collassare il sistema di aiuto rivolto a migliaia di persone in condizioni di marginalità e fragilità – spiega Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale terzo settore – alle quali l’epidemia di Coronavirus sta aggiungendo ulteriori sofferenze”: questa è una conseguenza molto vicina. Infine, si aggiunge anche l’appello di decine di associazioni, giuristi e operatori sociali per il silenzio sulle condizioni dei braccianti, senza dimora e richiedenti asilo dei centri di accoglienza: vivono in condizioni che non rispettano ciò che chiedono i decreti e fanno appello a interventi urgenti. Non c’è più tempo da perdere per le fasce più deboli ed escluse di questo Paese.
Diritti
Il Forum Diseguaglianze e Diversità ha organizzato per oggi pomeriggio dalle 17,30 una diretta Facebook alla quale parteciperanno varie associazioni. Il tema è come combattere il peggioramento della situazione sociale a causa della pandemia.
L’assunto di partenza è imprescindibile: la crisi sanitaria in atto non deve creare nuove disuguaglianze e far crescere risentimento nelle persone. In poche parole, non deve trasformarsi in un’emergenza umanitaria. Anzi. Come già dimostrato durante questo brutto periodo da numerosi esempi di solidarietà e inclusione, l’Italia può accrescere la propria coesione sociale. Bisogna reagire all’impatto causato dal Coronavirus e farlo nella maniera appropriata. Sotto questa spinta il Forum Disuguaglianze Diversità promuove in data odierna il confronto “Disuguaglianze nell’epoca delle crisi. Un anno di vita e più utili che mai: le nostre 15 proposte”, con l’obiettivo di disegnare il tracciato ideale da percorrere per uscire dal tunnel della crisi. Infatti un solido blocco di partenza è stato costruito dal Forum grazie ai quindici punti che aveva presentato per la prima volta a Roma nel marzo 2019. Ispirato dal “Program for action” del grande economista britannico Anthony Atkinson che sosteneva come le disuguaglianze fossero il risultato non di forze incontrollate ma di scelte politiche, il Rapporto “15 proposte per la giustizia sociale” individua tre processi da cui dipendono la formazione, la distribuzione e l’accumulazione della ricchezza: il cambiamento tecnologico; la relazione fra lavoro e impresa; il passaggio generazionale. Tutti passaggi cruciali per disegnare una strategia complessiva che permetta di invertire radicalmente le tendenze attuali. Soprattutto adesso, che l’allarme sociale risuona ancora più forte, il Forum rilancia le sue proposte per restituire potere e opportunità alle persone. Lo ha fatto anche nei giorni scorsi, quando lunedì 16 marzo il coordinatore Fabrizio Barca insieme a Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento, hanno redatto una nota contenente “Proposte costruttive per il confronto in parlamento e nel Paese. In breve, si tratta di uno schema concettuale che sintetizza i settori sui quali bisogna agire e definisce gli interventi da mettere in campo per scongiurare un’espansione delle disuguaglianze. “Le proposte – si legge nel documento – che il Governo sta per sottoporre in queste ore al Parlamento e al paese potranno essere valutate alla luce di due criteri. Primo, abbracciare con lo sguardo l’intera popolazione e distinguere al suo interno le diverse categorie di persone colpite: da un lato, minori, inoccupati e pensionati, a seconda delle differenti condizioni di partenza di ciascuno; dall’altro, gli occupati, ma cogliendo anche qui i loro assai diversi gradi di vulnerabilità”. In questo modo il Forum intende dapprima proteggere le fasce di popolazioni più fragili, ancora più esposte alla discesa nella scala sociale in questa fase di emergenza. Il rischio infatti è che i provvedimenti nell’agenda governativa agiscano solo a tutela di alcune categorie d’individui, magari di quelli che hanno una voce più forte.
Nel secondo punto della nota invece Barca e Gori provvedono ad elencare gli strumenti di protezione sociale da adottare, selezionando misure assistenziali già a disposizione. In questo modo si potrà agire in modo semplice e tempestivo. “Considerate le categorie individuate in precedenza – prosegue il testo nel suo secondo punto – occorre individuare gli strumenti di welfare esistenti più adatti, modificandoli ed espandendoli in modo da adattarli alla situazione emergenziale. Per il lavoro saltuario e irregolare (oltre 4 milioni di persone) solo l’espansione del Reddito di Cittadinanza appare in grado di impedire l’impoverimento delle persone che perderanno il lavoro, esplorando così le ipotesi che prefiguriamo. Per il lavoro dipendente o autonomo di piccole e medie imprese (oltre 3 milioni di persone) appare necessario valutare sia l’adattamento della NASpI – Nuova assicurazione sociale per l’impiego, che ancora l’estensione del Reddito di Cittadinanza”.
Con queste ultime raccomandazioni “per la protezione sociale universale a misura delle persone”, stilate nella nota del 16 marzo scorso, il Forum Disuguaglianze Diversità ha dato seguito alle “15 proposte per la giustizia sociale” presentate esattamente un anno fa, ma che in questo momento diventano ancor più attuali. E l’incontro, che si terrà oggi rigorosamente per via digitale, nasce proprio dall’esigenza di approfondire gli spunti evidenziati da questi lavori. I temi al centro del dibattito, in programma dalle 17.30 saranno dunque: salute (sanità in Italia e mancata cooperazione tra stati); attivismo civico in queste ore; misure di protezione sociale universale affinché nessuno resti indietro per colpa dell’emergenza determinata dal coronavirus. Ne parleranno numerosi ospiti provenienti da terzo settore, mondo accademico e realtà associative.
di Pierluigi Lantieri