È rivolta in vari istituti contro il blocco delle visite dei parenti e degli avvocati. Il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone: “Bisogna assicurare ai detenuti – in assenza di colloqui visivi – il diritto a comunicare anche giornalmente, telefonando ai propri cari, anche tramite l’utilizzo di skype, nonché la possibilità di uscire in detenzione domiciliare. Vanno assunti tutti i provvedimenti necessari a ridurre la tensione”.
Si terrà dal 4 al 9 maggio la terza edizione di “Cinevasioni”, festival del cinema nei penitenziari. L’obiettivo è portare il linguaggio e la cultura cinematografica all’interno della realtà carceraria. È online il bando per partecipare: iscrizione dei film in concorso entro il 4 aprile.
Il playground di Montedonzelli, campetto di basket del quartiere Arenella, a Napoli, dopo tre anni di abbandono e degrado è stato riqualificato grazie ai ragazzi della zona e a 150 volontari che, tra una partita e l’altra, hanno pulito e verniciato gli spazi. Anche tante realtà sportive locali hanno finanziato l’operazione e il terreno di gioco è stato dedicato a Kobe Bryant.
Dall’alto riempie la scritta KOBE il rettangolo di gioco del playground, nei due colori giallo e viola, quelli della squadra di basket Los Angeles Lakers, in cui ha militato fino all’ultimo Kobe Bryant, il cestista americano morto in un incidente il 26 gennaio 2020. Tutto intorno, i murales di Jorit e Luca Carnevale rappresentano la star del basket in tutto il suo splendore.
Il playground Kobe Memorial Park, di recente rimesso a nuovo a Napoli, è un esempio di cooperazione tra sport e sociale, messa in atto per omaggiare un grande sportivo e ridare alla città un luogo di aggregazione, di forte connotazione sociale.
Sui muri laterali, Jorit ha firmato il murales del “black mamba” del basket, immortalato nel suo “gioco”, con lo sguardo che punta al campo come un’incitazione a “non mollare” perché “qui ci sono io”, mentre Luca Carnevale ha realizzato un’immagine di Bryant versione supereroe.
L’obiettivo di questo progetto è stato non solo realizzare un campo da basket nuovo, ma celebrare la passione sportiva, l’unione sociale, l’integrazione e l’amicizia, nel nome di un grande campione internazionale. In occasione del match Italia – Russia disputatosi a Napoli il 20 febbraio, primo impegno per le qualificazioni agli Europei del 2021, gli Azzurri hanno fatto visita al Kobe Memorial Park: un omaggio doveroso del mondo del basket, considerando il legame che univa Kobe al nostro Paese, dove aveva giocato per diversi anni prima di entrare negli LA Lakers. Un pomeriggio di festa, con l’inno di Mameli e tantissimi ragazzi che hanno avuto l’occasione di fare qualche tiro insieme ai campioni nazionali.
“Le nostre attività verranno mantenute dove sarà possibile nel rispetto delle norme di precauzione di salute pubblica. La distanza di sicurezza impatta su molte delle attività sociali, purtroppo saranno pochi in grado di garantirle, quindi in molti chiuderanno. Sono le parole di Francesca Chiavacci, presidente dell’Arci che sottolinea come il lavoro dell’associazione “non andrà in quarantena”: “Continueremo a fare aggregazione sociale e inclusione – ha assicurato – chiediamo però al Governo che anche il Terzo Settore venga inserito tra le attività da sostenere”.
In Lombardia 10 mila lavoratori fermi. In Emilia Romagna danni per oltre 5 milioni di euro con 6 mila addetti a casa. Ascoltiamo Alberto Alberani, vicepresidente Legacoopsociali. (sonoro)
Brutto tempo. La Commissione europea ha presentato una proposta di Legge sul clima, con l’obiettivo di eliminare le emissioni inquinanti entro il 2050. L’iniziativa prevede modifiche ai regolamenti europei sul tema ambientale e il coinvolgimento delle comunità locali. Critica l’attivista Greta Thunberg, che ha contestato i tempi previsti per il provvedimento.
L’unione Europea muove i primi passi verso un futuro ecosostenibile. La svolta verde annunciata dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, nel suo discorso d’insediamento alla fine dello scorso novembre, viene ufficialmente messa per iscritto con la proposta di Legge sul clima presentata mercoledì 4 marzo a Bruxelles di fronte all’Europarlamento. Comincia a delinearsi il quadro del green deal europeo, piano di investimenti stimato intorno ai mille miliardi di euro per la transizione verde del continente, che la Commissione guidata dalla politica tedesca ha posto al centro del proprio mandato. E l’iniziativa legislativa fatta pervenire in questi giorni mira all’obiettivo centrale del piano: neutralità climatica entro il 2050. Per ottenere la totale eliminazione delle emissioni inquinanti la Legge ha in programma una riconversione ecologica di tutte le politiche europee. Inoltre sono previsti monitoraggi sui miglioramenti di ciascuna nazione e traguardi intermedi in modo da poter raggiungere uniformemente e gradualmente la meta finale.
In particolare sui vincoli che ogni Paese è tenuto a rispettare e sulla percentuale di emissioni inquinanti da ridurre sono sorte le principali critiche interne (tra gli Stati membri) ed esterne (movimento ambientalista) alla proposta. La giovane attivista svedese Greta Thunberg, che il giorno della presentazione della Legge sedeva accanto ad Ursula Von der Leyen, ha definito una resa l’obiettivo al 2050 esortando ad intervenire dal 2020. “Nessun piano, politica o impegno sarà neppure vicino a sufficienza finché continueremo a ignorare i limiti per la CO2 che dobbiamo rispettare oggi. Emissioni zero nette entro il 2050 equivale a dire resa. Non abbiamo solo bisogno di obiettivi per il 2030 o il 2050: ne abbiamo bisogno soprattutto per il 2020 e per ogni mese e anno a venire”. Messaggi di disappunto sono giunti anche dal nostro paese con Legambiente che attraverso un comunicato stampa ha sottolineato “la scarsa efficacia di una proposta che punta a ridurre al 2030 le emissioni di gas-serra del 55% rispetto ai livelli del 1990”. Un obiettivo intermedio che l’associazione definisce “poco ambizioso e non in linea con i parametri degli Accordo di Parigi che puntano a contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1,5°C”. La stessa associazione ha rilanciato una riduzione di “almeno il 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, in coerenza con le indicazioni dell’Emissions Gap Report delle Nazioni Unite”.
Ma gli interrogativi più corrosivi sembrano sorgere tra i decisori politici stessi. Infatti per garantire il rispetto del regolamento la Commissione potrebbe avvalersi dello strumento della “procedura d’infrazione” da aprire contro gli stati inadempienti. Una soluzione che però non convince una parte dei Paesi membri, soprattutto dell’est europeo, che reputano la soglia da rispettare troppo compromettente per i loro sistemi di produzione, dipendenti in larga parte da fonti inquinanti e non rinnovabili. Per la stessa ragione anche i Paesi più virtuosi hanno manifestato perplessità. Questi contestano la modalità per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni che saranno vincolanti per l’Unione nel complesso, non per i singoli stati. In questo modo potrebbe generarsi un cortocircuito nell’applicazione delle norme con il disallineamento di paesi come Polonia, Ungheria, Bulgaria e Romania che approfitterebbero degli sforzi altrui.
Il cammino dell’Europa per diventare il primo continente a neutralità climatica è appena partito. Purtroppo la meta finale è ancora tanto, troppo lontana.
È stato parzialmente accolto a Milano il ricorso dei genitori di un alunno con disabilità contro una scuola primaria che ne aveva rifiutato l’iscrizione. Il Giudice ha ritenuto che vi sia stata discriminazione poiché è stata data precedenza ai compagni normodotati, mentre nessuna norma vieta la presenza di più di un alunno con disabilità nella stessa classe.
Oggi pomeriggio a Siena un incontro pubblico organizzato dalle associazioni ciclistiche. Il servizio di Elena Fiorani
“La strada è di tutti. A partire dal più fragile”, questo il titolo dell’incontro organizzato da diverse realtà del territorio senese, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Siena. In questa occasione verrà proiettato il docufilm “Gambe”, realizzato dalla Fondazione Michele Scarponi, partner dell’iniziativa, in cui si racconta come la strada possa essere dei bambini, delle persone con disabilità, dei pedoni e quindi anche dei ciclisti. L’obiettivo è la promozione della cultura della sicurezza per tutti, la condivisione dei diritti, il rispetto reciproco, con il fine di avere strade in cui tutti possano muoversi in assoluta autonomia e libertà. Sulle strade italiane muore un ciclista ogni 35 ore, infatti l’Italia, tra i paesi europei, è quello meno sicuro per chi va in bici.
Circa cento volti di volontari, immortalati in bianco e nero, tappezzeranno un punto della città di Padova capitale europea del volontariato per un’enorme esposizione che rientra nel progetto dell’artista francese Jr. Per partecipare basta recarsi nelle sedi del Csv e candidarsi alle sessioni fotografiche entro marzo.
Le cooperative sociali chiedono al governo misure urgenti per l’emergenza Covid 19. Solo in Lombardia si stima una perdita di 5 milioni di euro al giorno. In Toscana sono a rischio 30 mila lavoratori.
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