Notizie

Emergenza istruzione

di Redazione GRS


Tra le misure adottate per evitare la diffusione del coronavirus, è di ieri anche quella della chiusura delle Scuole e delle università in tutto il Paese da oggi e fino al 15 marzo. Ascoltiamo il servizio di Anna Monterubbianesi.
Scuole di ogni ordine e grado e università chiuse a livello nazionale. È quanto stabilito ieri dal Governo per contenere la diffusione del coronavirus ed evitare il collasso delle strutture sanitarie. Solo fino a ieri nelle regioni già in stato di allerta sono state perse 8 milioni di ore di lezioni. Un patrimonio di servizio didattico e di offerta formativa. Ma La scuola, in questo momento di confusione, resta salda e risponde ‘noi ci siamo’! Tra le tante richieste arriva anche l’appello del Forum Nazionale delle Famiglie che chiede al Governo di fornire risposte concrete e forti quanto i provvedimenti approvati: smart-working, flessibilità lavorativa, lezioni on-line, ma anche fondi per poter pagare le baby-sitter. Anche le famiglie hanno bisogno di risorse, non solo le imprese.

La causa di tutto

di Redazione GRS


“L’Unione Europea intervenga subito con un piano di ricollocamento dei profughi che giungono in Grecia e Bulgaria”. È l’appello lanciato dalle associazioni aderenti a Tavolo Asilo riguardo alla condizione delle persone che in questi giorni stanno cercando di varcare i confini. Ad essere sotto accusa è l’accordo tra gli Stati membri e la Turchia del 2016 che, secondo le organizzazioni, ha messo nelle mani di Ankara “un’arma di ricatto efficacissima”.

Le associazioni del Tavolo asilo sono estremamente preoccupate di quanto sta accadendo ai confini dell’Europa, dove stiamo assistendo a massicce violazioni dei diritti umani ed al completo fallimento delle politiche europee in materia di asilo.
Le immagini dei migranti in fila o letteralmente aggrappati alle coste greche o alle frontiere bulgare, e quelle della guardia costiera che speronano le precarie imbarcazioni cariche di profughi per impedire che sbarchino sul suolo europeo, la morte di un bambino a causa di questi atti disumani, rappresentano inaccettabili violazioni del principio del diritto internazionale del non respingimento dei richiedenti asilo e rifugiati e del diritto d’asilo previsto dalle Costituzioni e dalla Carta di Nizza, nonché una violazione delle direttive UE in materia di protezione internazionale che consentono a tutti l’accesso al territorio per fare esaminare le proprie richieste di protezione o d’asilo.
La scelta fatta da tutti gli Stati dell’Unione europea di sottoscrivere un accordo con il governo turco nel 2016 al fine di scaricare sulla Turchia l’onere dell’accoglienza dei profughi in gran parte provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq, erogando ogni anno al governo turco, come contropartita, enormi finanziamenti tratti dai bilanci nazionali, non è stata soltanto sbagliata, ma anche controproducente.
Si è infatti fornita al presidente turco un’arma di ricatto efficacissima: milioni di persone che potrebbero tentare di arrivare in Europa se il regime decidesse di aprire le frontiere, come paventa anche in questi giorni per ottenere sempre più risorse.
Non si può restare inerti davanti alla cancellazione della civiltà giuridica dell’Europa.

Sotto il tappeto

di Redazione GRS


Il fenomeno delle donne con disabilità vittime di una discriminazione multipla è grave, diffuso e fin troppo sottaciuto. Per questo motivo l’ANMIC, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi, ha ratificato il “Secondo Manifesto” indirizzato all’Unione Europea, che è stato elaborato da donne con disabilità delegate dai rispettivi Paesi.

Note libere

di Redazione GRS


Premio Amnesty, ecco le 10 canzoni finaliste. il servizio è di Clara Capponi.
Amnesty International Italia e Voci per la Libertà hanno annunciato le dieci canzoni candidate quest’anno nella sezione Big. Un riconoscimento che va a brani sul tema dei diritti umani pubblicati nel 2019. Tra i cantanti in lizza Brunori Sas, Niccolò Fabi, Levante, Fiorella Mannoia, Motta, Willie Peyote, Daniele Silvestri (già vincitore nelle precedenti edizioni), Tre allegri ragazzi morti, Margherita Vicario e The Zen Circus. Il premio, nato nel 2003 e decretato da una giuria composta anche da giornalisti, conduttori radiofonici, televisivi e addetti ai lavori, verrà assegnato durante la prossima edizione di “Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 17 al 19 luglio a Rosolina Mare, in provincia di Rovigo. Per la sezione Emergenti del Premio, invece, c’è ancora tempo per iscriversi, fino al 4 maggio, consultando il bando su www.vociperlaliberta.it

Dal Kenya all’Argentina

di Redazione GRS


È l’obiettivo di due campioni di basket italiani che vogliono portare sport e diritti ai bambini più poveri del mondo. Con l’associazione Slums dunk hanno legato la pallacanestro a parità di genere, uguaglianza, educazione, per i bambini delle baraccopoli di Nairobi ed ora sono attivi anche in Zambia. Il prossimo canestro sarà raggiungere con il loro messaggio i giovani argentini.

Dopo un viaggio in Kenya nel 2012, Bruno Cerella e Tommaso Marino avevano dato vita a Slums Dunk Onlus, un’organizzazione nata per portare nelle zone degradate dell’Africa il basket e tutti i benefici che lo sport porta con sé: diritti, parità di genere, uguaglianza, educazione, felicità, educazione. E un impegno che ora guarda anche più lontano: in Argentina. D’altronde loro sul campo sono tutti i giorni: classe 1986, il primo è un cestista italo-argentino attualmente in forze al Reyer Venezia Mestre in serieAe vincitore dell’ultimo campionato italiano; il secondo è il capitano de L’OraSì Ravenna, che gioca in serie A2. La onlus nasce da un gioco di parole in cui il termine «slam dunk» (schiacciata nel basket, ndr) viene sostituito da «slum», il termine con cui sono conosciute le baraccopoli delle ex colonie britanniche dell’Africa.
Nel 2014 è stato costruito il primo campo di pallacanestro nella baraccopoli di Mathare a Nairobi (poi  intitolato a Matteo «Teo» Bertolazzi, cestista morto nel 2013 a seguito di una leucemia, e amico di Cerella e Marino, ndr) ed è stata attivata una scuola di minibasket: proprio qui, si stima vivano 95mila persone in 1,5 chilometri quadrati, con il 50 per cento della popolazione composta da giovani con meno di 18 anni con accesso limitato ai servizi primari come acqua, elettricità e servizi igienici. Questo è stato solo l’inizio: ad oggi Slums Dunk coinvolge quasi 500 bambini divisi in quattro «basketball academy», in Kenya e Zambia.
Il progetto ha un impatto molto forte: «Lo sport è solo il tramite per insegnare a questi ragazzi le regole del gruppo, le responsabilità. Tramite lo sport tanti hanno avuto la possibilità di andare a scuola fuori dalla baraccopoli. E questo vuole dire istruzione, poter mangiare, poter diventare una risorsa per la società in futuro, e non un peso come spesso capita per chi rimane nelle baraccopoli». Perché un campione sente a un certo punto il bisogno di mettere «in campo» le sue doti per gli altri? «Siamo stati fortunati a vivere dove siamo ora, con tutti i confort che questo comporta. Sapere che possiamo contribuire a cambiare la vita di qualcuno che è nato in uno slum di Nairobi è una sensazione impagabile, che lo sport da solo, quello che ci impegna come professionisti, non può dare», spiega.

L’idea, ora, è di far canestro oltre confine, arrivando fino in Argentina, terra natale di Bruno. Tutti i bambini nascono con dei sogni, in Italia come in Kenya: «Certo, siamo solo una piccola realtà,ma anche noi possiamo fare molto per vincere la battaglia contro la discriminazione nello sport», conclude Tommaso. Quando ancora oggi «assistiamo a questi episodi in Italia, vediamo insultare un ragazzo in un campo di calcio o di basket, dobbiamo sapere che una volta quello era un bambino che sognava un futuro in un campo lontano dall’Africa, mentre giocava a calcio in mezzo ai rifiuti con un pallone fatto di carta e magari senza neppure l’opportunità di mangiare».

La grande paura

di Redazione GRS


Sul coronavirus gli italiani temono il crollo dell’economia più del contagio. Il servizio è di Giuseppe Manzo.

Coronavirus, quando c’è la salute c’è tutto: soprattutto economia e lavoro. È questa la grande paura degli italiani secondo un sondaggio Swg, ancor prima della diffusione del contagio, che riguarda il sistema Paese. L’emergenza ha bloccato la mobilità e chiuso intere zone facendo prevedere uno scenario di recessione imminente. La maggioranza degli italiani teme ripercussioni sulle attività aziendali e commerciali oltre al rischio per il proprio posto di lavoro. Non è esente il terzo settore con la cooperazione sociale colpita dalla chiusura dei servizi per l’infanzia: 40 mila lavoratori a casa, danni per oltre 10 milioni di euro in una sola settimana. Per capire le evoluzioni della situazione per reperire le informazioni corrette gli italiani si fidano della Protezione civile (78%) e del Ministero della salute (76%). Meno di tv e giornali (56% e 47%), praticamente nulla dei social media con solo il 16%.

Porta a porta

di Redazione GRS


A Siano, in provincia di Salerno, succhi di frutta, pacchi di farina, latte, omogeneizzati per bambini e pannolini arrivano nelle case di chi ha più bisogno. Una raccolta a chilometro zero promossa dalla Confraternita di Misericordia, realizzata da volontari ed esercenti col sostegno del Comune e del Centro Servizi del Volontariato.

Domiciliari speciali

di Redazione GRS


Con una Sentenza della Corte Costituzionale, è stata sancita l’illegittimità della norma che impedisce alle madri detenute di accedere alla “detenzione domiciliare speciale”nel caso di un figlio/a con grave disabilità con più di dieci anni di età. D’ora in poi potranno avvalersi di tale diritto.

Pochi fondi

di Redazione GRS


Segnali di difficoltà per la Cooperazione allo Sviluppo. “Il mancato adeguamento degli stanziamenti fa venire meno agli impegni presi in sede internazionale per l’Agenda Onu 2030 e tornare ai livelli di finanziamento precedenti il 2016”. È la denuncia del Forum del Terzo Settore che chiede la convocazione del Consiglio nazionale. Ascoltiamo Luca De Fraia, coordinatore della Consulta della Cooperazione internazionale. (sonoro)

Luoghi comuni

di Redazione GRS


Si intitola “Volontari inattesi” ed è la prima indagine sull’impegno sociale degli immigrati. Curata da Maurizio Ambrosini e Deborah Erminio la ricerca (che sarà presentata il 17 aprile) è stata promossa e condotta sul campo da CSVnet. I risultati rovesciano una delle immagini più diffuse: più che essere assistiti, tanti stranieri si impegnano in attività solidali gratuite a vantaggio della popolazione italiana.