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Phisical activity and health promotion

grsSalute e sportpertutti: è questo il tema che ha legato insieme le attività che si sono svolte nell’arco di quest’anno grazie al progetto “Phisical activity and health promotion”, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con Isca e organizzato dall’Uisp.

A conclusione del progetto si terrà un’iniziativa pubblica a Milano, martedì 2 dicembre alle ore 18 presso AtaHotel.

Il progetto, che verrà raccontato attraverso un video, ha riunito insieme attività motorie ed eventi sportivi che si sono svolti in varie località italiane, da Corri per il verde a Roma al “Trofeo Arpad Weisz” a Bologna, dal seminario nazionale di Orvieto su “Stili di vita & salute” al seminario internazionale di Ferrara “Active cities healthy aging”, sino all’iniziativa “Un chilometro in salute” di Ferrara, all’iniziativa “Pedibus” di Trieste e a quella su Sport e legalità a Palermo. Partecipano all’incontro Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, Mogens Kirkeby, presidente Isca, Giovanni Panebianco, direttore Ufficio sport Presidenza Consiglio dei Ministri e l’on. Filippo Fossati.

Il progetto è stato inserito all’interno del semestre europeo di presidenza italiana e l’iniziativa di Milano si terrà contemporaneamente del Forum europeo dello sport che vedrà riuniti a Milano istituzioni e associazioni impegnate nello sport.

Questo il programma dell’incontro: l‘incontro si aprirà con i saluti istituzionali e il video realizzato con le immagini dei vari momenti del progetto, svolto in Italia. 

Prenderanno la parola Giovanni Panebianco, direttore dell’Ufficio sport della Presidenza del consiglio dei ministri, Mogens Kirkeby, presidente ISCA, Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp e Filippo Fossati, presidente ISCA Europe.

Carlo Balestri, responsabile politiche internazionali Uisp modererà l’incontro. Alcuni relatori illustreranno le attività realizzate all’interno del progetto: Daniela Conti, “Stili di vita e and Corri per il verde”, Orvieto e Rome; Sonia Aalani, “Legalità attraverso lo sport per una società giusta e in salute”, Palermo; Enrico Balestra,  “Città attive e invechciamento attivo”, Ferrara. Le conclusioni saranno esposte da Michele Manno, presidente Uisp Milano.

I “NUOVI ANGELI” DEI NOSTRI TEMPI

Sta aumenbebètando sempre più il numero di bambini, dall’età più tenera fino all’adolescenza, testimoni di atti di violenza domestica, che porteranno inevitabilmente per sempre il segno di questo dramma, spesso finito in tragedia, con la perdita della persona più amata, la mamma.  Che ne sarà di loro? Chi si occuperà di loro? Che genitori saranno, se lo diventeranno? Per i più fortunati, si tratterà di seguire percorsi guidati di reinserimento  da parte di professionisti, e, forse, con l’amore delle persone care, ce la faranno; per gli altri, vittime prescelte, immolate in virtù di una punizione da impartire ad un adulto, rimane l’appellativo consolatorio  di “angeli dei nostri tempi”, creature innocenti, cui è stato tolto il diritto di vivere, di crescere, di andare a scuola, di giocare, di essere semplicemente “bambini”!

 

Uno dei fenomeni  che sta prendendo sempre più forma, purtroppo,  è quello del femminicidio triangolato, denominazione coniata per alcuni fatti  omicidiari,  che hanno visto vittima sacrificale i figli per colpire la o le donne della famiglia.

Molte le associazioni nate per prevenire atti violenti e tutelare i minori vittime di tali episodi .  Abbiamo chiesto ad Alberto Biasciucci, presidente dell’Associazione “Amici di Claudio”, quale l’impegno dell’associazione da lui presieduta, come agire perché questi episodi non accadano più, o  possano, almeno, diminuire,  dinanzi ad un’evoluzione così negativa  del fenomeno?

R – La nostra associazione nasce per ricordare il piccolo Claudio, mi scusi se mi commuovo sempre un po’ quando parlo di questo angioletto, perché purtroppo Claudio è stato ucciso dal padre, scaraventato nel Tevere, a febbraio di due anni fa, nel 2012, e adesso andiamo verso il terzo anno dell’atroce morte che ha subito questo bambino, perché il padre ha voluto punire la mamma e la famiglia materna, la nonna, che è vedova, quindi una donna sola, la zia, sorella della mamma Claudia, che era addirittura al nono mese di gravidanza, ed avrebbe partorito, pochi giorni dopo, un’altra bambina., Quindi è stato, questo, un atto  di degenerazione e depravazione di un femmicidio, perché l’uomo è arrivato a casa con un coltello, non ha trovato Claudia e quindi,  si è scagliato sul bambino, attraverso il bambino, colpendo così la mamma in una maniera terribile.

Io non so il futuro che cosa ci proporrà, che cosa accadrà. I femminicidi  sembrano un po’ all’ordine del giorno, anche i più biechi, i più turpi, i più immondi, nel senso che donne colpite da moltissime coltellate, o, addirittura, bruciate, arse, che si sono rotolate  a terra per spegnersi e si sono salvate a stento; apprendo di conciliaboli familiari per decretare, poi, la pena di morte alla figlia che aveva avuto la relazione sentimentale con un uomo che non l’aveva sposata e che l’aveva lasciata, e purtroppo, da quando mi occupo un po’ con maggiore interesse e cura di queste situazioni, io ho spettacoli molto tragici, molto brutti davanti a me, di  cui prendo atto.

D – Insomma, anche la tanto desiderata – e attesa –  convenzione di Istanbul,  la prima legge europea, universale, entrata in vigore dal primo agosto scorso, per combattere e prevenire la violenza domestica,  non viene portata a conoscenza,  dagli organismi competenti, nei luoghi istituzionali più idonei,  a cominciare dai ragazzi nelle  scuole per prevenire questi tipi di atti di violenza. Secondo lei, ancora non si riesce a entrare, proprio, nella mente dell’individuo, del cittadino, del bambino, del ragazzo, fino a formarlo ad avere un rapporto corretto e di tutto rispetto con l’altro?

R – Io, nella mia ingenuità, pensavo che con l’entrata in vigore del divorzio, cessassero i  femminicidi, nel senso che vai, da persona civile, davanti al giudice, ti separi, o divorzi, quindi che motivo c’è, se torni libero, di uccidere la moglie? Invece, scattano altri meccanismi, scatta il senso del possesso, della padronanza, l’uomo si sente vivere in una deminutio, l’essere abbandonato, la crisi dl rapporto con la donna, poi, una mancanza di educazione di base, probabilmente, perché è già nella famiglia che si devono educare i ragazzi in una maniera paritaria ed al rispetto assoluto l’uno per l’altro, che sia un bambino o una bambina, o, comunque anche se hai solo una femminuccia o un maschietto, è la famiglia che deve educarlo finchè può, finchè ci riesce,  nella maniera più appropriata possibile.

Questo discorso deve proseguire, poi, nelle scuole, e anche la società, all’unisono, deve cercare di far sì, appunto, che tutto ciò non accada, però, purtroppo, non so perché, si va avanti così…….Poi c’è il rimedio, adesso, dell’allontanamento dell’uomo dalla casa coniugale, dell’ordine di non potersi avvicinare alla moglie, alla donna, là dove lavora, là dove c’è la casa coniugale, o la casa in cui vive. Però, delle volte non bastano questi provvedimenti,  scatta una molla che ti fa superare anche queste barriere legali-giuridiche, e arrivi a colpire la compagna, né si può, purtroppo, tenere un carabiniere sotto l’abitazione di ogni persona che ha subito un atto di violenza. La mamma di Claudio, ebbe il naso fratturato dal partner, lo lasciò, ma, dopo 8 mesi lui fece la “pecorella” pentita, la riconvinse e tornarono a stare insieme.

C’è sempre, poi, un cocktail di situazioni e di sentimenti molto variegato, e quindi, delle volte, purtroppo, la prevenzione non riesce assolutamente ad avere efficacia. E’ un fatto di educazione. Bisogna arrivare ad educare le persone, le coscienze. Sembra che sia una cosa molto difficile, perché si va avanti così, con gravi, ricorrenti episodi.

D – Quindi si sta peggiorando notevolmente. Questo caso in particolare,  da lei citato,  ha visto addirittura un “femminicidio triangolato”, per colpire la moglie, la suocera e la cognata, il padre  ha ucciso il proprio figlio,  uno dei casi rarissimi di questo genere.

R – E’ l’ulteriore degenerazione e depravazione. Ricordavamo il caso di Brigida, circa 30 anni fa, uccise i tre figli per fare dispetto alla moglie, e poi, qui a Roma, abbiamo l’episodio del piccolo Claudio.

D – Anche il caso del piccolo Tommy, rapito e ucciso per ritorsione

R – Si, per Tommy fu un sequestro andato male. Qui, invece, è proprio un colpire il bambino per punire la moglie. C’è stato un fatto addirittura di una donna, di origine africana, che ha ucciso il figlio per colpire il compagno, che ancora non aveva licenziato la ex moglie, vicino Como, a Lecco.  E poi, ogni tanto, si legge anche qui a Roma, che accadono fatti simili: una donna addirittura protagonista di un grave atto di violenza sul figlio.

D- Una sorta di parità omicidiaria.

R – Ancora, a Roma, per esempio, una mamma ha tagliato la gola ai suoi  due-tre bambini. Ormai sono talmente nauseato che trovo anche difficoltà ad andare a leggere ed approfondire queste notizie.

D- Tornando, invece,  al piccolo Claudio, che notizie ci sono, cioè, il procedimento penale si è concluso,  e a che punto sono le varie sentenze?

angioletto

R – Nel primo grado di giudizio, il padre-mostro, assassino, perchè non possiamo che chiamarlo così, è stato condannato a 30 anni, la sentenza è stata confermata dalla Corte di Assise di Appello di Roma, e adesso, tra pochi giorni, il 5 dicembre, ci sarà il processo in cassazione. Speriamo che la Cassazione concluda questo ciclo giudiziario, in maniera che la mamma possa, dopo questa lunghissima parentesi di oppressione, per una serie di cose, almeno guardare avanti, e cercare di tornare alla vita un po’ più attiva, una vita lavorativa, una vita più normale. Purtroppo, finora, per una serie di cose, non è stato possibile, in quanto il padre-assassino è stato a lungo detenuto qui a Roma, a Regina Coeli e Rebibbia. Loro abitano proprio a pochi metri da Regina Coeli, quindi uscendo di casa si trovavano di fronte il carcere dove era custodito il padre assassino, e, poco più in là, ponte Mazzini dove il piccolo Claudio è stato scaraventato ed ha perso la vita, in una situazione di enorme oppressione ed angoscia. Adesso l’assassino è a Terni, un po’ più distante, insomma, il tempo un po’ lenisce le pene, speriamo che si concluda adesso, bene, questa vicenda, relativamente, perché purtroppo non verrà mai restituito il piccolo Claudio alla famiglia, però, che  almeno il mostro  abbia la condanna definitiva che merita, in maniera che la mamma possa riavviarsi ad una vita più normale.

D – Che notizie dalla mamma, come passa il suo tempo ora ?

R – La mamma, purtroppo, passa il suo tempo così, camminando su e giù per casa, perché non ha avuto l’occupazione che sperava, c’era stata una mezza promessa da Romacapitale per un lavoro che lei avrebbe molto apprezzato, un lavoro in una mensa scolastica a contatto con i bambini proprio lì a Trastevere, quindi abbastanza vicino casa, anche part-time, per non chiedere troppo; di 3-4 ore, in modo che la mamma, ritrovasse la voglia, il desiderio, di ritornare attiva, vestirsi, tornare al lavoro, poi tornare a casa e si sarebbe ristabilizzata, si  sarebbe rinormalizzata. Invece, purtroppo, questo non è avvenuto, ha avuto proposte di lavoro, ma di notte, nei pub, ma non sono situazioni adeguate.

D – Quindi, non c’è stato  nemmeno un sostegno psicologico anche per superare questa tragedia immensa, queste tre donne sono abbandonate a sé stesse, in pratica?

R – All’inizio, in ospedale, Claudia ha avuto un aiuto psicologico, poi, purtroppo, si è intaccato il rapporto di fiducia con la persona che l’assisteva, con una delle due che l’assisteva, sia la psicologa che la psichiatra, s’è perso un po’ il rapporto di fiducia con una delle due persone che l’assisteva, psicologa/psichiatra.  Quindi , perso il rapporto di fiducia, non è voluta più andare, purtroppo; forse è una situazione che l’ha un po’ scossa…….., forse esortata troppo vivacemente a reagire;  e la ragazza, poi, non è andata più. Questo è stato un grande danno, speriamo che questa parentesi poi si chiuda e ritrovi il desiderio di tornare ad avere dei contatti con la psicologa e la psichiatra che sono aiuti importanti, che, però, non si possono imporre, se la molla non scatta dentro di te, c’è poco da fare.

D- In conclusione, vorremmo una sua riflessione su tutta la storia e quale può essere la sua raccomandazione a queste donne che, come lei ha detto prima, alla fine, ci cascano sempre, si rinnamorano, oppure è un amore talmente viscerale che le rende schiave, cioè, vorremmo da lei, veramente, anche un messaggio di speranza, altrimenti tutti questi casi resterebbero tanti casi, come Gli amici di Claudio, e sarebbe un peccato.

R – Purtroppo non ho la bacchetta magica, né ho il terzo occhio che mi fa vedere più in là di quella che può essere l’esperienza personale di chi ha i capelli brizzolati. Certo che bisogna stare molto attenti, ogni piccolo episodio di violenza non va assolutamente sottovalutato, dallo schiaffo, dal pugno, dallo spintone, dall’avere l’attacco isterico davanti alla propria compagna, dalle intimidazioni, le minacce, bisogna stare attenti, quando è così cercare di cambiare partner. Ma capisco che, spesso, la ragazza, poi, rimane prigioniera, perché non si confida, poi, neppure, con la mamma, con la sorella, con i parenti, perché ha paura delle varie reazioni. Sono meccanismi molto complessi, ogni storia è spesso una storia a sé, e, purtroppo la natura dell’uomo, delle volte e l’animosità dell’astio prendono il sopravvento, ottenebrano la mente e portano a queste tristissime conclusioni. Anche la famiglia dell’uomo, però, deve stare molto dietro al figlio e avere particolare riguardo, attenzione per la compagna, o moglie, del figlio. Poi, oggi, spesso capitano matrimoni andati a male, ragazzi abbandonati a loro stessi, e quindi si sottovalutano piccoli episodi che, invece, vanno visti in maniera più attenta e analitica, e sono, forse, prodromici di momenti di crisi pesante che può portare ad atti scellerati.

D – Quindi una famiglia forte, punto fermo ma anche guida in momenti  in cui il ragazzo o la ragazza si sentano sbilanciati verso atti di violenza, o comunque di sentirsi oppressi dall’altro, quindi la famiglia potrebbe svolgere un ruolo importantissimo di prevenzione e di pacificazione

R – Si,  la famiglia, la scuola, l’insegnante,  devono avere l’occhio lungo, vigilare, chiamare, eventualmente, i servizi sociali, denunciare, non tacere, tante cose insieme possono dare qualche risultato e qualche salvezza.

Il nostro pensiero va ai tanti  “nuovi angeli “  del nostro tempo, creature indifese, fragili, appunto, che hanno sacrificato la propria vita in virtù di un odio troppo grande per loro, da potersi difendere, proprio come il piccolo Claudio!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cina, nuova legge contro la violenza domestica

abusePassi in avanti per i diritti delle donne in Cina: il parlamento infatti ha diffuso la prima bozza di un provvedimento contro la violenza domestica.
La nuova legge tutela le vittime di abusi e aggressioni e dà loro la possibilità di avviare una causa entro 30 giorni, con l’obbligo per la polizia di tutelarne l’incolumità; scuole, ospedali e altre istituzioni dovranno inoltre denunciare i casi di cui vengano a conoscenza.
Anche se le nuove norme non riguarderanno le coppie non sposate o divorziate, si tratta comunque di un passo in avanti nell’affermazione dei diritti, se si considera che fino al 2001 la legge non ammetteva il divorzio per abusi all’interno della coppia e la violenza domestica non era considerata illegale.
Si stima che nella Repubblica popolare cinese il 40% delle donne sposate ha subito violenza fisica o sessuale.

Sport e periferie: domenica Corri per il verde a Roma

Corri per il verde '70L’esplosione di conflitti sociali e l’attualità di questi giorni ha spostato i riflettori sulle periferie romane e su quelle delle altre megalopoli italiane. Eppure l’Uisp non si è mai tirata indietro nell’offrire presidi di partecipazione e relazioni, attraverso lo sport sociale.
Domenica 23 novembre, a partire dalle 9 del mattino, si rinnova l’appuntamento con una manifestazione podistica storica, Corri per il verde, nata per iniziativa dell’Uisp Roma nel 1972, per denunciare la cementificazione e l’abusivismo che continuava a degradare la Capitale.
La seconda tappa dell’edizione di quest’anno, la 43esima, si terrà nell’area verde di Tor Tre Teste, nella periferia est di Roma, nelle immediate vicinanze di Tor Sapienza. A dividere le due borgate c’è la via Prenestina, prima di incontrare il Grande Raccordo Anulare.

La manifestazione podistica rappresenta la possibilità di raccontare il disagio sociale di questi luoghi attraverso lo sport, che è occasione di denuncia e allo stesso tempo opportunità di creare relazioni tra le persone attraverso la presenza di molte società sportive popolari.
Nella tappa di domenica di Corri per il Verde si potranno incontrare dirigenti e operatori di alcune delle esperienze più significative a Roma, come ad esempio quelle della Polisportiva Roma 6 Villa Gordiani, di Rifondazione Podistica che opera nella zona di Conca d’Oro o di Villa Guglielmi a Fiumicino. Partecipano anche molte scuole delle periferie romane, con insegnanti e intere famiglie.

“Corri per il verde è un’occasione per leggere il territorio e le sue contraddizioni – dice Gianluca Di Girolami, presidente Uisp Roma – anche se noi non ci fermiamo lì, cerchiamo di costruire delle alternative al degrado e alla solitudine. Dove c’è una società sportiva del territorio c’è un’attenzione maggiore alla difesa dell’ambiente e della vivibilità. Il filo conduttore di questa edizione di Corri per il verde è quello dell’acqua. Un bene pubblico, un diritto di tutti, da garantire a tutti”.

L’Uisp è da sempre impegnata nella sensibilizzazione dei propri soci e dell’opinione pubblica per un consapevole utilizzo dell’acqua nello sport, nell’alimentazione e negli stili di vita. Negli ultimi anni “Corri per il Verde” è diventata la corsa dei bambini e più della metà dei concorrenti appartiene alle categorie giovanili. Il Premio “Corri per la scuola”, istituito per promuovere i valori della manifestazione e quelli dell’atletica leggera nelle scuole primarie di Roma e Provincia. Verrà premiata la scuola col maggior numero di partecipanti.
Le tappe successive di Corri per il verde si terranno il 30 novembre al porto di Traiano, sul litorale romano, e il 14 dicembre all’Orto Botanico dell’Ateneo di Tor Vergata, nell’area che ospita la Vela di Calatrava.

#menotassepiùerogazioni

Campagna_Cultura_ACon l’hasthag #menotassepiùerogazioni è partita la campagna di sensibilizzazione e informazione per dire no all’aumento della tassazione delle rendite alle Fondazioni di origine bancaria proposta all’interno della  Legge di Stabilità per il 2015, in discussione nei prossimi giorni.
Un aumento della tassazione delle rendite significa infatti sottrarre risorse insostituibili alle Fondazioni e agli enti di erogazione le cui finalità sono in grandissima parte rivolte al finanziamento di attività di terzo settore, ma anche alla ricerca, le arti e le categorie sociali più discriminate. Una stretta che peserà soprattutto a valle, sulle organizzazioni che con le risorse degli enti filantropici realizzano progetti per il Sociale, per l’Arte e la Cultura, per l’Ambiente e la Ricerca Scientifica, e sulle persone al centro delle loro iniziative.

Si invece ad una fiscalità di vantaggio per la tassazione sulle rendite per il non profit.

‪‪#‎menotassepiùerogazioni

La pagina Facebook della Campagna: www.facebook.com/menotassepiuerogazioni

La scuola ? Sarà “bella, sicura, nuova”, ma intanto cade a pezzi

Il dramma 10622834_774468925932946_5891884843343654575_ndella mancanza di sicurezza nelle scuole italiane, continua a riempire pagine di cronaca senza trovare, però,  risposte concrete al disagio causato, anzi, lasciando sempre più soli gli studenti e, con loro, qualsiasi buon proposito delle varie associazioni di genitori, impegnate in prima linea a far valere il diritto allo studio dei propri figli, sancito dalla nostra Costituzione.

 

Questa volta se la sono cavata con un grande spavento i ragazzi  del liceo Peano di Roma, nessun ferito, per fortuna, a seguito della caduta di due pannelli del controsoffitto.  Causa principale,  la quasi totale assenza di manutenzione  che,  su tutto il territorio del nostro Paese,  vede a rischio quattro edifici su dieci,  sono oltre il 70 per cento le scuole che presenta lesioni.  Non è un caso, infatti, che in questi giorni, in poche ore,  siano avvenuti tre crolli in tre scuole Superiori italiane, a Padova, Roma e Napoli,  in tutti e tre i casi si è trattato del distacco di controsoffitti, la stessa causa che provocò nel 2008 la morte di Vito Scafidi, uno studente del liceo Darwin di Torino.

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Siamo andati a verificare la situazione al Liceo Peano di Roma, chiuso dal 16 ottobre a seguito del crollo di due pannelli del controsoffitto in due aule, e qui incontriamo Manuela Isaia, dell’associazione genitori,  a cui  chiediamo subito di raccontarci lo stato dei lavori:

R – Finalmente sono riprese le lezioni al Peano, da oggi, 13 di novembre, dopo un disagio che è durato un mese quasi, dal 16 ottobre, quando la dirigente scolastica, Cristina Battezzati, ha emanato la circolare con cui comunicava la chiusura della scuola a scopo precauzionale, a causa di soffitti pericolanti, sollecitando gli organi competenti allo svolgimento dei lavori di messa in sicurezza. Sono stati, infatti, smantellati tutti i pannelli dei controsoffitti della scuola per evitare che la struttura, magari, fosse pericolante, o comunque danneggiata dai pannelli che erano caduti. Adesso che i lavori sono terminati,  non abbiamo più il controsoffitto,  anche se la scuola sta riprendendo  la  quasi normalità.

D – Quindi,  gli studenti svolgono le lezioni in mezzo a cantieri ancora “aperti” e soffitti scoperti?

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R – Purtroppo, sì, aspettiamo che la dirigente ci dica quando potranno essere effettuati  i lavori per ripristinare il controsoffitto visto che, senza di questo, c’è un disagio per infiltrazioni d’acqua che ci potrebbero essere, oppure, già il freddo che verrà, che fino ad ora non è venuto, ma l’inverno, prima o poi, si farà sentire. Infatti,  ci è stato confermato da persone competenti, che, sicuramente, si avrà una dispersione di calore nella scuola, per cui i ragazzi dovranno portarsi la copertina da mettere sulle gambe per non patire il freddo. Quindi, mi auguro almeno che, nel il periodo estivo,  visto che la scuola sarà chiusa e le lezioni  sospese, ci sarà tempo sufficiente per ripristinare questo controsoffitto, in modo che la scuola sia agevole e agibile sotto tutti i punti di vista.

D – Evidentemente, questa situazione provvisoria,  non darà sicurezza totale, perché le lezioni riprendono a soffitti  scoperti, quindi immagino anche fili pendenti, qualcosa di elettrico che fuoriesce in bella evidenza. E’ stato fatto un sopralluogo?

R – Si, noi, come associazione genitori,  abbiamo fatto un sopralluogo: i fili sono stati ancorati alle travi di sostegno con delle fascette di plastica, quindi si vedono le luci, i cavi elettrici, i cavi del wifi, qualsiasi elemento di conduzione, è stato ancorata alle travi tramite delle fascette,  rimanendo evidenti sin dall’entrata  nella scuola. E’ un lavoro che ci era stato preannunciato dai tecnici della provincia e che si sarebbe presentato  così a fine lavori…speriamo che le fascette tengano, in qualche modo.

D – Insomma, sembra una precarietà, se non peggio della situazione precedente, non certo risolutiva, e i ragazzi hanno perso molte ore di studio. Almeno dal fronte didattico, a che punto sono i “lavori” di recupero    delle lezioni perdute?

R – In questo momento non ci sono state date rassicurazioni sul recupero delle ore perse. C’è stato il Consiglio d’Istituto, durante il quale è stato chiesto di poter stanziare dei fondi per corsi di recupero: sembrerebbe che i docenti non possano essere pagati ulteriormente, quindi non possono aver luogo ulteriori corsi per il  recupero delle lezioni perdute.  Probabilmente, forse, mi auguro, come lo scorso anno, saranno istituiti i già previsti  sportelli da parte dei docenti a disposizione degli studenti che ne abbiano bisogno,  ma, sicuramente, non ci saranno ulteriori lezioni per recuperare il tempo perduto.

D – In questa situazione, ci sono state soluzioni alternative per sopperire alle lezioni perdute e quindi al recupero delle lezioni?

R – Mentre alcuni docenti si sono ingegnati, ed hanno tenuti occupati gli studenti, la maggior parte non l’ha fatto. Abbiamo saputo, da una nuova insegnate, che ci sono degli strumenti riconosciuti dal MIUR che possono essere usati per dare compiti agli studenti, e  riaverli, poi, da correggere, e restituire allo studente con il voto. Quindi, i mezzi esistono, ma non sono stati adottati, tranne qualche caso spontaneo di lezioni all’aperto, o a casa di qualcuno disponibile. Nella classe di mia figlia no. E devo dire che la cosa mi ha lasciata sconcertata perché, tutto sommato, questi docenti si professano molto tecnologici,  poi, quando è il momento del bisogno, questa tecnologia non viene utilizzata.

D – Ha avuto modo di sentire gli umori degli studenti sulle conseguenze di questa chiusura “forzata”?

R – Personalmente,  ho parlato anche con alcuni studenti, sondato le loro opinioni: certo è che adesso dovranno fare sicuramente una  corsa, perché tutti i professori vorranno fare le verifiche, già  la prossima settimana hanno giornate piene di verifiche, compiti e interrogazioni. In questi giorni, almeno la classe di mia figlia, non ha ricevuto da parte dei professori dei compiti. Certo, gli studenti sono stati lasciati allo un po’ sbando, sicuramente poi, sono loro che devono recuperare, perché sanno benissimo  che è il bene loro, per qualcuno sarà necessario, sicuramente, ricorrere a lezioni private a pagamento, perché le lacune, poi, rimangono, se loro non se le vogliono portare dietro, e noi non gliele vogliamo lasciare come bagaglio, sicuramente ci sarà anche questa ulteriore spesa per i genitori.

D – La scuola che vorremmo: qual è il modello di scuola ideale,  al di là di questo fatto specifico?

R – Ci ho pensato tante volte, essendo rappresentante di classe da quanto mia figlia frequenta la scuola, fino ad oggi che è nel quarto anno del liceo, e mi ricandiderò sicuramente. In tutti questi anni ho scoperto mille lacune che la scuola ha, tra leggi, disposizioni: in pratica è come se questa scuola fosse spezzettata ed ogni pezzo è guidato da una persona diversa, da un’istituzione diversa. Forse, mi aspettavo che, essendoci il Ministero dell’Istruzione, fosse a cura dello stesso tenere le redini di quello che sono gli edifici, i docenti, gli studenti, mi aspettavo una centralità ed un coordinamento, perché poi ci possono essere le competenze divise, ovviamente, ed è giusto che sia così, però, forse, il Ministero c’è e dovrebbe fare qualcosa, le riforme vengono sempre fatte sulle ore di lezione, ed invece  dovrebbero essere fatte sull’organizzazione delle ore di lezione e della scuola, proprio per le esigenze di  tutti i giorni, in modo che, quando si verificano eventi come quello che è successo a noi, ci sia una macchina che sia pronta e si metta in moto per risolverla nel più breve tempo possibile, sempre tenendo conto che lo studente dovrebbe essere al centro dell’interesse della Pubblica istruzione.

D – Non pensa che, comunque, la scuola sia un bene comune, che tutti, anche i cittadini, siano chiamati in causa a contribuire al miglior utilizzo del bene stesso. E’ a conoscenza di associazioni di genitori, anche su Roma, che sono riuscite a fare di una “scuola pubblica” una “scuola aperta”?

R – Ci sono delle realtà di comitati di genitori che agiscono in altri istituiti, e che sono riusciti, effettivamente, a collaborare perché, ovviamente, noi rimaniamo, comunque, genitori, ma possiamo dare il nostro contributo, non dobbiamo essere chiamati in causa solo quando il figlio va male. Noi possiamo dare il nostro contributo e ci abbiamo provato, in questi anni, abbiamo trovato sempre un piccolo muro da ostacolare in termini di normative e disposizioni varie, per cui, fino ad ora, c’è stato difficile intervenire, nonostante il nostro contributo per l’istituzione per corsi di informatica base agli operatori della segreteria, a far sì che riuscissero a gestire il PC, anche le e-mail, magari se non vengono fatti neanche questi corsi da parte delle istituzioni, potevamo dare noi il nostro contributo, Ci è stato risposto che queste cose devono essere gestite dal Ministero, e devono essere fatte dalle persone accreditate dal Ministero. Finalmente Siamo riusciti a donare dei PC al Peano,  tramite altri genitori che si sono resi disponibili a trovare l’escamotage per la donazione stessa, mentre non siamo riusciti a far donare dei libri, perché c’è sempre un circolo chiuso.

D – Quindi, l’associazione genitori “sentinelle” della “scuola dei desideri”, nella cogestione e programmazione scolastica?

R – Certamente, tra le proposte da fare, potrebbe essere una strada nuova per prevenire disagi, non solo strutturali, ma organizzativi, che è quello che vorremmo fare, contribuendo alla vita scolastica nel suo insieme, non essere degli invasori, né messi da parte, noi vogliamo essere parte attiva della scuola.

Possiamo concludere che, nel sogno dei genitori del Peano, e non solo,  c’è il desiderio di una scuola rassicurante, più “familiare”, meno burocratica, da vivere e gestire insieme a studenti e docenti,   che veda  la centralità dell’istruzione, della scuola, degli apprendimenti e della crescita dei nostri giovani, favorendo lo sviluppo di qualità basilari, quali l’autenticità, la capacità collaborativa, la spontaneità, con la finalità di promuovere un’educazione umana e globale anche a scuola.

 

Info: Che cos’è la Buona scuola?

La Buona Scuola è il piano che il Governo offre a tutti i cittadini come proposta di riforma della scuola. https://labuonascuola.gov.it 

La Buona Scuola del Governo, si divide in tre parti:

Scuole belle, ovvero lavori di semplice manutenzione iniziati a fine luglio (150 milioni di euro per 7mila 700 strutture);

Scuole sicure, la messa in sicurezza degli edifici che partirà dal 2015 (400 milioni di euro per 2400 interventi);

Scuole nuove, la costruzione di nuove strutture (400 cantieri per 122 milioni di euro a partire dal 2015.

II piano del Governo  punta a  realizzare, complessivamente, 21.230 interventi in edifici scolastici.

Legge sul valore sociale dello sport

scuolaIeri alla Commissione cultura della Camera dei Deputati si è tenuta l’audizione dei rappresentanti degli Enti di promozione sportiva, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge su riconoscimento e promozione della funzione sociale dello sport, nonché delega al Governo per la redazione di un testo unico delle disposizioni in materia di attività sportiva.

Presenti anche l’on Filippo Fossati, Pd, primo firmatario e l’on Bruno Molea, Scelta civica, relatore della legge. Entrambi hanno preso l’impegno, a nome dei rispettivi gruppi, di favorire una rapida discussione e approvazione. A loro si è aggiunto anche l’on Palmieri, Forza Italia e l’on Coccia, Pd, che ha spiegato quanto lo sport sia stato determinante nella sua esperienza di vita. Tra gli interventi delle associazioni di promozione sportiva, quelli di Ciro Turco, Aics, e del vicepresidente nazionale di UsAcli, Damiano Lembo. Entrambi hanno sostenuto la necessità di un veloce iter di approvazione perchè la legge da’ “voce a chi non ce l’ha, ovvero le associazioni sportive del territorio”. Dello stesso avviso anche , a nome del Coordinamento degli Enti di promozione sportiva.

“Non vorrei enfatizzare il momento – ha detto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti, nel suo intervento – ma siamo di fronte ad una situazione storica per quanto riguarda questo movimento sportivo: infatti al momento non abbiamo una legislazione in cui ci sia la definizione di sport e questa legge colma finalmente questo vuoto. Gli ambiti che caratterizzano lo sport sociale e lo sport di cittadinanza ci trovano d’accordo: inclusione sociale, integrazione multiculturale, sostenibilità ambientale. Anche tenendo conto delle recenti dichiarazioni del sottosegretario Delrio “.

Adozioni internazionali: più risorse dal Governo

Patriarca_DellaMonica“Stiamo lavorando per introdurre nella legge di stabilità un bonus annuale di 5 mila euro per le famiglie che adottano, a partire dal 2015” un impegno concreto da parte del Governo che conferma la disponibilità a investire risorse economiche sulle adozioni internazionali. A segnalarlo è Edoardo Patriarca, deputato Pd e presidente del Centro nazionale per il volontariato, nel corso della conferenza “Ripartire dai figli: il futuro possibile delle adozioni internazionali”, organizzata dal Cnv nella sala stampa della Camera.
Un impegno ribadito anche da Graziano Delrio in un messaggio che ha voluto far pervenire agli organizzatori. Secondo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei MInistri è necessario riservare “grande attenzione alle adozioni internazionali. A partire dalla scelta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi di tenere direttamente su di sé la responsabilità politica delle adozioni internazionali e ulteriormente confermata con la delega delle sue funzioni conferita a Silvia Della Monica, presidente della commissione Adozioni internazionali. Tutto questo per dare il massimo impulso e operatività alla stessa commissione. La tutela dei diritti umani dei minori è per noi uno degli impegno fondamentali”.
Il problema delle risorse è reale. E a farlo presente è proprio Della Monica. “Abbiamo bisogno di un fondo per le criticità” spiega la presidente di commissione. “L’ultimo decreto per i rimborsi è del 2011 e col fondo residuo 2013 stiamo ancora pagando i costi di due anni prima. In pochi anni le risorse sono drammaticamente diminuite. Solo a poco tempo fa avevamo a disposizione 20 milioni di euro, mentre lo scorso anno siamo scesi a soli 5 milioni. Questo è il motivo per cui non possiamo andare avanti col sistema dei rimborsi””. Silvia Della Monica suggerisce infine la “detraibilità documentata” o “l’aumento della deducibilità”.
L’emendamento sulle adozioni internazionali, già ritenuto ammissibile, è stato presentato da Edoardo Patriarca. “La genitorialità non è una questione privata, ma ha rilevanza pubblica” ha detto il presidente del Cnv. “Una Repubblica che non riconosce il valore della genitorialità è una Repubblica insipida perché la famiglia è un soggetto pubblico, non privato. Abbiamo iniziato il percorso sulle adozioni un anno fa e oggi accogliamo con favore l’impegno del Governo. Ci impegneremo seguendo l’iter parlamentare, affinché sia possibile ottenere nuove risorse con l’approvazione della legge di stabilità. E continueremo a promuovere la cultura delle adozioni organizzando un nuovo appuntamento nel corso del prossimo Festival del volontariato, in programma a Lucca dal 16 al 19 aprile”.”Questa iniziativa è il primo momento di rilancio per le adozioni” ha detto Marina Virgilitto, portavoce Cea (Coordinamento enti autorizzati). “Non vogliamo parlare di crisi, quanto piuttosto di un rinnovato patto fra i protagonisti delle adozioni: commissioni, enti e famiglie”.

Hong Kong, da sette settimane in piazza

hongkong#OccupyCentral: la protesta di Hong Kong contro la Cina entra nella settima settimana e non  esaurisce la sua spinta.  Continuano infatti  le iniziative del movimento per chiedere riforme al governo e il ritiro della nuova bozza di legge elettorale, per avere la possibilità di elezioni  cittadine pienamente democratiche per il 2017.
Ma mentre il presidente degli Stati Uniti Obama dichiara che gli Usa non hanno avuto alcun ruolo nelle manifestazioni pro-democrazia a Hong Kong, il segretario generale dell’amministrazione Carrie Lam ha chiesto ai manifestanti di abbandonare le strade.
Si preannunciano dunque nuovi sgomberi, anche se il presidente Obama, nel corso del summit della Cooperazione economica Asia-Pacifico ha auspicato che non ci sia una repressione violenta.

SI SCRIVE FEMMINISMO, SI LEGGE FEMMINILISMO!

colazione dei canottieriAll’insegna della femminilità e dell’arte, ha avuto luogo il primo appuntamento di Pane e Olio, rassegna culturale mensile alla quarta edizione, organizzata da AiBi – Amici dei Bambini -, e dal Vicariato di Roma.

 Arte, Alimentazione e Accoglienza,   i  tre fili conduttori di questa edizione di Pane e Olio.

 

 

Affidato a  Luca Pasquale il compito di introdurre la serata sui temi dell’arte, attraverso la condivisione e la convivialità, prendendo a spunto una delle opere dell’impressionista  francese Renoir “La colazione dei canottieri”,che  rappresenta vari personaggi nella veranda di un ristorante, che discorrono insieme dopo aver mangiato, trasmettendo la sensazione di un’ atmosfera di un’incredibile naturalezza. Nonostante non vi siano contorni, le figure emergono chiare e distinte, acquistando una solidità e una determinatezza classica. “L’effetto è quello di una fotografia” – nota subito Giovanna Sorbelli –  Presidente di Eudonna,  ospite della serata, cui Marzia Masiello lascia la parola per raccontarsi ed illustrare il suo progetto  nuovo di femminilismo.

aibi 5 novembre 14

Giovanna Sorbelli,  esordisce dichiarando di essersi  lei stessa “esodata”  per inseguire il sogno della politica e dell’associazionismo femminile.  Dopo un cenno storico dei motivi che hanno portato al naufragio e alla dispersione di movimenti  ispiratori del femminismo, ricorda  la responsabilità  che la politica, nel passato  – per la maggior parte maschilista – ha avuto nei confronti  delle donne, nonostante i migliori  propositi –   disattendendo  ai diritti basilari delle donne, penalizzandole soprattutto nel mondo del lavoro, una delle concause  del notevole calo della natalità.

Da qui il suo progetto, tutto al femminile, che vede la donna  riposizionata al centro  del suo ruolo naturale, nel ridarle la possibilità di essere madre e, allo stesso tempo, di contribuire all’economia familiare attraverso il lavoro,  ma con un orario ridotto,  full-time – tiene a sottolineare Giovanna Sorbelli – mantenendo ugualmente il diritto alla carriera, anche in caso di assenza per maternità. Insomma, un femminismo che punta sulla femminilità come valore aggiunto. E quindi diventa “Femminilismo”.

Nell’ambito del dibattito aperto tra i presenti su donna e femminilità, donna e lavoro, donna e maternità,  bene si è inserita  la preziosa testimonianza di Marco Griffini, presidente e fondatore di AiBi,   che ha raccontato con estrema naturalezza , e con grande emozione, anche dei presenti,  la grande bellezza che ha provato ad essere egli stesso genitore adottivo, per ben tre volte,  e di quanto importante sia stato il ruolo della moglie in questa scelta di grande umanità, nonostante i problemi che hanno incontrato ma che, insieme, sono riusciti a risolvere, dimostrazione di come la genitorialità adottiva possa essere al pari di quella naturale, accettando, senza condizioni,  di diventare genitori.

Il dibattito è proseguito – proprio come nel dipinto – intorno ad un tavolo, con pane e olio, per condividere e sviluppare idee e relazioni tra i presenti.  Proprio tra un boccone e l’altro, abbiamo chiesto  a Giovanna Sorbelli la sua impressione di questo primo appuntamento di AiBi, e di illustrarci, in sintesi, il suo progetto di un nuovo femminilismo:

“Essere la prima degli  ospiti  di Ai.Bi. ed è stato per me un onore ed è stato  piacevole incontrare molti amici e molte amiche intorno ad un pasto  frugale,   Pane ed olio, che. credo, sia la giusta dimensione con cui, oggi, dovremmo incontrarci, senza aver timore, poi, di sentire qualche crampo di fame, perché ci si può nutrire meravigliosamente con l’olio e con il pane, due prodotti primari, essenziali, senza ricorrere agli artifizi di catering costosi.

Stare qui con persone preparate, che ci hanno insegnato il valore della genitorialità, perché sono specializzati nella adozioni, ci ha portato su un piano di dibattito che, posso dire, ci ha arricchito un po’ tutti.

Ho proposto un progetto di cui mi sento fondatrice, anche se l’ho condiviso con tante donne e tante  associazioni che fanno parte del nostro circuito, ed ho proposto, su questo tavolo di Pane ed olio, una figura di donna che possa riappropriarsi della femminilità e, insieme, di quel  maternage che, purtroppo, stiamo perdendo.

La donna, oggi, dovrebbe ritornare a quella funzione biologica irrinunciabile, che è la maternità, che non può essere delegata a nessuno. Oggi, si è discusso, ed ho trovato molti amici favorevoli, a ripensare, per esempio, di rimodulare l’orario di lavoro, il sistema premiante di carriera e di stipendio che possa essere più a misura di madre.

Questo sarà possibile – ho proposto, e con un certo coraggio – e non tutti, forse, sono d’accordo,  un orario di 4 ore, che sia considerato full time, con uno stipendio ed una carriera garantiti per legge. Ma ho proposto, come conditio sine qua non , per trovare nuovi parametri di valutazione del contenuto lavorativo della donna, un tavolo di dibattito femminile, in cui le donne, per la prima volta, si trovino a confrontarsi sull’argomento che appartiene prima di tutto a loro, e si trovino d’accordo sulla possibilità di presentare un disegno di legge che, naturalmente, non sia delegato agli uomini, ma ad una donna, che appartenga a questo o a quello schieramento è poco importante, la trasversalità del progetto è donna,  esige esclusivamente l’autonomia di pensiero, la libertà di donne lontane dal potere maschile veramente al servizio di una popolazione –  52% della popolazione  è donna  – e che ancora aspetta delle risposte concrete al travaglio che oggi è costretta a subire, divaricandosi tra lavoro e fuori casa, e lavoro di cura.

Il fatto che le nascite siano a picco, questo la dice lunga, non è stata ancora trovata una formula risolutiva, spetta alle donne questa grande sfida”.

Grazie a Giovanna Sorbelli per l’intervista e ad AiBi per averci ospitati. Appuntamento al prossimo Pane ed Olio!

 

AiBi: www.aibi.it

Eudonna: www.eudonna.it