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Un’altra detenzione è possibile


Un’altra detenzione è possibile. Mentre continua la polemica sulle misure di indulto e amnistia promosse dal presidente Napolitano per porre un freno alla continua emergenza carceraria, ecco l’esempio virtuoso del carcere di Bollate. Qui chi sconta la pena lavora o frequenta corsi scolastici. Come ci spiega il direttore della struttura, Massimo Parisi: “Abbiano grossi call center affidati in riparazione, ma anche di telefonini all’interno, abbiamo la scuola alberghiera, la scuola di ragionieri, abbiamo un polo universitario, abbiamo detenuti che, oltre che lavorare fuori, fanno lavori socialmente utili”.

Per un’economia più civile


Per un’economia più civile. Quale contributo può offrire il Terzo Settore al ripensamento dei modelli istituzionali e finanziari del nostro Paese? Oggi e domani si proverà a dare una risposta al quesito durante le tredicesime Giornate di Bertinoro. Ai nostri microfoni Franco Marzocchi, presidente di Aiccon che promuove l’iniziativa.

Oltre la crisi


Oltre la crisi. Nel nostro Paese l’8% delle persone vive in condizioni di povertà assoluta. L’esecutivo ha presentato recentemente un’iniziativa per introdurre il Sostegno all’Inclusione Attiva, un contributo economico la cui erogazione è vincolata ad un patto di cittadinanza. Provvedimento visto con favore dalle associazioni e dal Forum del Terzo settore.

La crisi dei migranti


La crisi dei migranti. Trovare un’occupazione per chi arriva nel nostro Paese è sempre più difficile. Questo il dato che emerge dal rapporto dell’Ocse presentato oggi a Roma. C’era per noi Anna Ventrella: “La crisi colpisce anche gli stranieri.  E’ quanto emerge dall’ultimo studio dell’OCSE INTERNATIONAL MIGRATION OUTLOOK 2013.  Son in aumento i flussi di immigrazione nei paesi dell’OCSE, tre cui i richiedenti asilo e gli studenti, mentre la crisi ha colpito il mercato del lavoro in eguale misura, tra cittadini stranieri e cittadini dei paesi ospitanti. L’OCSE sottolinea, tuttavia, come la presenza  degli immigrati possa risolvere sia i problemi demografici dei paesi accoglienti, sia come, l’occupazione degli immigrati, possa essere fonte certa di entrate fiscali. La discriminazione, ancora molto diffusa, può essere dannosa per la coesione sociale.

Fronte comune


Fronte comune. Diciotto postazioni di lavoro fisse, condivise da precari dell’informazione, architetti, webmaster, ingegneri, per abbattere il problema dei costi proibitivi degli affitti, e dare spazio a progettazione, mutua collaborazione e scambio di idee. È stato appena inaugurato a Roma lo spazio Common Work di Officine Zero, nato all’interno di un ex stabilimento di Trenitalia.

Non solo nuovo


Non solo nuovo. Cresce il mercato dell’usato in Italia, con più di 3.300 negozi. Il franchising continua ad aumentare: ogni anno sempre più numerose le imprese che operano nel settore degli oggetti di seconda mano. Tra i più venduti resistono i vestiti, ma anche lampade, bicchieri e mobili. Boom degli articoli per bambini.

Non solo “cervelli in fuga”


Si va all’estero anche per aiutare le famiglie. Sono infatti più di 4 milioni i nostri connazionali che vivono oltreconfine. Nell’ultimo anno hanno fatto le valigie 130 mila italiani in più rispetto all’anno precedente. Aumento esponenziale di coloro che emigrano con la sola licenza media inferiore.

Respinti


Respinti. Quattro cittadini stranieri su dieci sono pronti a lasciare l’Italia. È il risultato principale di uno studio dell’Ires. La recessione pesa di più sui lavoratori giunti dall’estero, in gran parte dequalificati e sempre più timorosi di perdere o di non trovare un impiego. Emanuele Galossi, autore della ricerca. 

A picco


A picco. Nuovi allarmanti dati sulla disoccupazione del nostro Paese che sale al 12,2%. Secondo il rapporto del Cnel è il dato peggiore dal 1977. A pagare di più questa crisi sono i giovani: per l’Istat quattro su dieci non hanno un lavoro. Il servizio di Anna Ventrella.

Serbatoi pieni e pance vuote?


Serbatoi pieni e pance vuote? Contro il consumo dei biocarburanti prodotti a spese di cibo, terra e acqua nei paesi più poveri del mondo, ActionAid si appella al governo italiano affinché faccia pressione in ambito europeo. Come ci spiega Roberto Sensi della ong: “ Chiediamo di adottare misure realmente efficaci che invertano la rotta dei biocarburanti.  Ora, perché le indirizziamo al Ministro dell’Ambiente, Orlando, e al Ministro dello Sviluppo economico Zanonato? Perché adesso la partita è in mano al Consiglio Europeo, quindi ai Paesi membri, quindi all’Italia. Abbiamo superato le 20 mila, più firme ci sono, più il messaggio che riusciamo a portare, ovviamente, è forte, perché adesso è il momento di uno sbocco politico. Ci vuole volontà politica, non ci vuole un compromesso tecnico, e la volontà politica la smuoviamo anche attraverso il consenso”.