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Crimini di guerra


Così Medici senza frontiere giudica la strage di Kunduz dove hanno perso la vita dieci operatori sanitari e dodici pazienti, in seguito ad un raid americano. Ascoltiamo Stefano Zannini, direttore del supporto operazioni della ong. “La situazione è molto grave, soprattutto perché l’ospedale di Kunduz era rimasto l’unica struttura ospedaliera che funzionava nella regione. La nostra preoccupazione oggi va alla quantità di persone che sono rimaste ferite nel bombardamento, ai pazienti che in questo momento hanno bisogno di cure mediche immediate, alle famiglie delle vittime di questo bombardamento e a tutti i civili innocenti che nelle prossime settimane e mesi pagheranno i danni che sono stati fatti all’ospedale, non potendo avere accesso a cure mediche di secondo livello.”

Bombe poco intelligenti


Bombe poco intelligenti. A fare le spese degli interventi militari in Siria ed Afghanistan sono sempre le popolazioni civili. Il servizio è di Fabio Piccolino.
Continua in Siria l’offensiva contro l’Isis: ma mentre la Russia parla di raid chirurgici che avrebbero colpito più di 50 obiettivi terroristici, l’osservatorio siriano sui diritti umani racconta di 39 vittime tra la popolazione, mentre secondo la BBC, 12 bambini soldato sarebbero morti dopo un attacco francese. I bombardamenti avrebbero anche danneggiato un ospedale affiliato a un’organizzazione medica internazionale. Il pensiero scorre così rapido all’Afghanistan e alla tragedia che ha coinvolto l’ospedale di Medici Senza Frontiere a Kunduz, colpito dai caccia bombardieri americani, causando la morte di dodici operatori e sette pazienti. La morte arriva dall’alto come una condanna, e a pagarne le conseguenze sono ancora una volta i civili. Le bombe, come le guerre, non saranno mai intelligenti.

L’Europa inizia a Lampedusa


In occasione della Seconda Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in cui saranno commemorate le 368 vittime del naufragio del 2013, diverse associazioni saranno sull’isola per chiedere un cambio di passo all’Unione sulle politiche migratorie. Più accoglienza meno confini.

Tagliati fuori


Nel pianeta ci sono 800 milioni di analfabeti. Contro questo fenomeno l’Opera di promozione dell’alfabetizzazione nel mondo promuove numerosi progetti, specie nelle zone rurali. Ascoltiamo la vice presidente Anna Maria Errera. “E’ un problema gravissimo, abbastanza recente e direi progressivamente ingravescente. L’Osce valuta nel nostro paese un 47% di popolazione con un analfabetismo funzionale. E’ un problema gravissimo perché significa non essere in grado di interpretare in maniera corretta un articolo di giornale, a volte neanche di leggere e comprendere un orario ferroviario, compilare una domanda di lavoro. Questo ci ripone in una situazione di marginalità sociale.”

#FreeNimr


È l’ashtag per salvare la vita al giovane attivista condannato alla crocifissione in Arabia Saudita reo di aver partecipato ad una manifestazione contro il governo quando aveva 17 anni.

#OccupyCentral, un anno dopo le proteste di Hong Kong


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E’ passato un anno dalla protesta che ha animato Hong Kong contro il governo cinese. I manifestanti chiedevano al governo di Pechino maggiore autonomia in vista delle elezioni del 2017, ma nonostante le richieste della piazza non siano state ascoltate, l’impegno civile ha lasciato in eredità una maggiore consapevolezza tra le persone  e la crescente necessità  di un percorso verso una transizione democratica che la Cina non potrà continuare ad ignorare in futuro.
Un anno dopo, gli attivisti chiedono sostegno agli Stati Uniti per la loro causa, mentre il leader di Occupy Central, studente Joshua Wong,  ha detto che l’attuale formula “un paese, due sistemi” non è più sufficiente  e che è arrivato il momento di aprire un dibattito sui prossimi anni, per il futuro di Hong kong e per quello delle prossime generazioni.
Comunque vada, la protesta del 2014 rimane la maggiore sfida lanciata a Pechino da quando Hong Kong non è più una colonia britannica, e ha dimostrato come  la società civile non abbia intenzione di cedere sul tema dei diritti, né di lasciarsi governare da una oligarchia legata agli interessi del Partito comunista cinese.

Rischio oltre il confine


L’uccisione del cooperante italiano in Bangladesh riaccende il dibattito sulla sicurezza nelle aree di crisi. Cesare Tavella era un veterinario, aveva scelto di lavorare nei paesi in via di sviluppo insegnando alle popolazioni locali i segreti dell’agricoltura e dell’allevamento. Si trovava a Dacca da poco più di un mese.

Un altro mondo è possibile


Il vertice Onu ha stabilito gli Obiettivi di Sviluppo Globale per il 2030. Il servizio di Fabio Piccolino. “Il vertice Onu che si  è appena concluso a New York ha stabilito gli Obiettivi di Sviluppo Globale per il 2030. Diciassette punti che rappresentano il naturale proseguimento dei cosiddetti Obiettivi del Millennio che hanno tracciato la strada nei quindici anni appena trascorsi. Lotta alla fame e alla povertà, diritto all’istruzione, parità di genere, energia sostenibile, contrasto agli sprechi alimentari e ai cambiamenti climatici: se rispettati, i propositi messi in campo ci proiettano verso un futuro auspicabile. Il timore tuttavia è che i risultati siano al di sotto delle aspettative, così come è successo per alcuni degli Obiettivi del Millennio, come l’accesso all’acqua, l’impatto ambientale o la mortalità materna. Il mondo non può più attendere: è tempo di trovare le risposte.”

Sviluppo sostenibile


In vista del vertice delle Nazioni Unite di New York, Cisde, Focsiv e oltre 50 organismi internazionali della società civile lanciano un appello affinché si adottino impegni concreti per eliminare la povertà e la fame nel mondo. Secondo i promotori esistono molte alternative agli attuali modelli di produzione e di consumo.

Un parto sicuro salva due vite


È il nome del nuovo progetto che Medici Senza Frontiere ha attivato in Congo per contrastare la mortalità materna e infantile. L’iniziativa ha come obiettivo quello di far nascere in modo sicuro 4.000 bambini in un anno,  un numero pari a un grande ospedale italiano.