Svolta storica: la pallamano francese ha firmato lunedì un contratto collettivo per organizzare e garantire i diritti delle giocatrici, compresi quelli relativi a salario, maternità e congedo. Si tratta di una prima volta assoluta nello sport femminile francese: fino ad ora, nessuna disciplina ha beneficiato di un simile contratto collettivo.
Sport femminile e cultura, arriva la piattaforma Glorious
Cultura in gioco. Glorious è la nuova piattaforma che riunisce i lavori di scrittori, fotografi, illustratori e registi famosi che parlano di sport femminile attraverso una lente artistica e culturale. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Women’s Sport Trust, realtà che vuole aumentare la visibilità e l’impatto dello sport femminile.
Le storie raccontate, a parole o per immagini, vanno dalle scalatrici della Bolivia, passando per il parkour e il ballo con longboard, alle donne della MMA Fighting Arts Academy di Londra.
Uisp, Tiziano Pesce eletto presidente nazionale
Tiziano Pesce, 45 anni, di Genova, è il nuovo presidente nazionale Uisp. E’ stato eletto al termine del Congresso nazionale dell’associazione che si è concluso il 14 marzo, al termine di tre giorni di lavori. Sono stati impegnati 278 delegati in videoconferenza, in rappresentanza di 1.112.047 soci e 14.158 asd e società sportive.
Tiziano Pesce, con una radicata esperienza nello sport sociale e nel terzo settore, sia nel territorio ligure, sia a livello nazionale, raccoglie il testimone di Vincenzo Manco, che ha concluso un ciclo di due mandati, otto anni, al timone dell’Uisp.
“Soprattutto in momenti difficili come questi si misura il valore sociale dell’Uisp – dice Pesce, ringraziando i delegati e l’intera Uisp – Il nostro compito principale oggi è quello di essere al fianco di asd e società sportivive del territorio, al dramma di un movimento di base che rischia di essere spazzato via dall’emergenza sanitaria, che l’Uisp ha il dovere di difendere e rappresentare nei confronti del governo e ad ogni livello delle istituzioni locali”.
Sentiamo dalle sue parole le priorità del nuovo gruppo dirigente.
Sport e inclusione: No Limits Bike arriva al Parco Gran Sasso
No Limits Bike: sport inclusivo nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con il progetto che promuove un modello di vita attiva attraverso lo sport inclusivo, aiutando e coinvolgendo persone con disabilità fisiche attraverso attività da praticare valorizzando il territorio e la riscoperta della natura attraverso il movimento.
Riciclo solidale: nelle Marche la seconda vita dei materiali sportivi
Arriva nelle Marche il progetto di recupero di vecchi materiali sportivi. Con Esosport al via la raccolta di scarpe e palline da tennis, camere d’aria e copertoni, per dare nuova vita agli attrezzi che, dopo l’adeguato trattamento, diventeranno nuovi parchi giochi e piste di atletica da donare ai Comuni colpiti dal terremoto.
Sottrarre rifiuti alle discariche, dare vita a nuove materie prime seconde, fare corretta informazione, sensibilizzazione sul tema dell’economia circolare e sviluppare nuove tecnologie. Questi sono i principali obiettivi del progetto Esosport che arriva nelle Marche grazie alla collaborazione tra Regione Marche, federazioni sportive marchigiane di atletica, ciclismo e tennis, e Legambiente Marche.
Il progetto, finanziato dalla Regione Marche, prevede il recupero di copertoni di biciclette, camere d’aria, scarpe e palline da tennis che verranno adeguatamente trattati per dare vita ad una nuova materia prima seconda, granulo sfuso che viene riagglomerato in piastrelle, che sarà donato gratuitamente alle amministrazioni pubbliche delle aree colpite dal terremoto per la realizzazione di nuove iniziative sul territorio, parchi giochi e piste d’atletica. Nello specifico il progetto prevedere la possibilità di individuare la realizzazione de “Il Giardino di Betty”, un parco giochi per bambini dedicato a Elisabetta Salvioni Meletiou, che ha affiancato il marito nell’ideazione e nella gestione del progetto Esosport fino al 2 luglio 2011, giorno della sua prematura scomparsa; oppure “La pista di Pietro”, che prevede la realizzazione di una pista di atletica di 60 mt in ricordo del grande Pietro Mennea, con il coinvolgimento diretto della moglie Manuela Olivieri.
La raccolta dei materiali avverrà grazie al posizionamento di contenitori all’interno dei circoli sportivi in cui potranno essere depositati i materiali a fine vita; accanto ai contenitori saranno presenti materiali informativi per specificare nel dettaglio il progetto e le sue finalità. Il progetto sperimentale prevede il servizio di raccolta fino a settembre 2021 al termine del quale verrà messo a disposizione il granulo per la messa in opera di giardini e/o piste di Atletica leggera.
Grazie all’apposita Esosport bag si potranno inserire le vecchie scarpe negli Esobox “esosport run”, contenitori in cartone riciclato presenti nei punti concordati con le federazioni. Attualmente lo smaltimento delle calzature esauste avviene nel secco indifferenziato, andando ad aumentare il volume di rifiuto in discarica con conseguenti danni per l’ambiente; il trattamento dei rifiuti invece, permette di recuperare da subito materia prima seconda riciclabile per altri scopi.
Grazie al servizio Esosport bike è possibile avviare privatamente al recupero questi rifiuti, con una possibile riduzione sulla tassa dei rifiuti in base alla quantità di rifiuti riciclati. Ad oggi non esiste un unico modo di realizzare la raccolta di camere d’aria e copertoni di biciclette; molti comuni non accettano il conferimento di questi materiali nelle proprie piattaforme ecologiche, ed ESO, attraverso la sua flotta di mezzi ed autisti (ESOdrivers) in tutta Italia ha organizzato il servizio di raccolta di questa tipologia di rifiuti, ‘dimenticata’ dalle normative e che oggi va a terminare in discarica.
“I fiori di Kabul”: la rivoluzione in bicicletta delle donne afghane
I fiori di Kabul. E’ il titolo del libro che racconta la forza delle donne afghane, capaci di superare i tabù in sella a una bici. La storia della prima squadra femminile afghana di ciclismo ci parla di emancipazione e di una piccola, silenziosa rivoluzione. Protagoniste sono Maryam e le ragazze con cui si allena quattro volte a settimana.
In sella a una bici si può fare la rivoluzione: e quando in bici c’è una donna, che pedala in Afghanistan, rivoluzione fa rima con emancipazione. E’ la storia che viene raccontata nel romanzo “I fiori di Kabul”, scritto da Gabriele Clima ed edito da Einaudi ragazzi. Un romanzo, appunto, sulla forza delle donne che sfidano i tabù a cavallo di una bicicletta. Protagonista è Maryam, una giovane di Kabul: un giorno a casa sua bussa una donna straniera: chiede ospitalità per una notte, sta attraversando l’Afghanistan in bicicletta. Alle donne, in Afghanistan, è vietato andare in bicicletta; è vietato protestare, fare sport in pubblico, andare in giro senza un uomo. Sarà proprio quest’incontro a suggerire a Maryam che questo non è giusto e che le cose si possono cambiare.
Così, quando sarà abbastanza grande per prendere le sue decisioni, sceglierà proprio una bicicletta come strumento di emancipazione: non per un semplice viaggio, ma per una piccola rivoluzione silenziosa, attraverso uno dei Paesi con la più alta discriminazione di genere del mondo. Se Maryam è un nome di invenzione, è invece una realtà viva e battagliera ad avere ispirato il suo personaggio: quella della prima squadra femminile afghana di ciclismo, un gruppo di ragazze che quattro volte a settimana mettono il casco sopra il velo e si allenano per sei ore. Ma non sono i risultati sportivi in sé ad aver procurato loro una candidatura al Nobel per la pace, nel 2016. I chilometri macinati sulle bici sono il loro modo di abbattere i pregiudizi. Perché le vere difficoltà da sfidare ogni giorno non sono le buche e le salite, ma il disprezzo e le minacce di chi in Afghanistan considera scandaloso che una donna stia in sella a una bici. Anche la straniera misteriosa del libro in realtà ha un nome e un cognome: si chiama Shannon Galpin ed è un’attivista americana che si batte da anni per i diritti delle donne in Afghanistan, anche tramite lo sport.
Esattamente un anno fa, all’inizio del 2020, aveva destato grande orgoglio nazionale la notizia che la Federazione Ciclistica Italiana avrebbe accolto queste ragazze formidabili per alcuni mesi di allenamento, dopo che le bici della squadra erano state preda di atti di vandalismo. Purtroppo il Covid non ha permesso il loro arrivo nel nostro Paese. Ma l’appuntamento è solo rinviato.
Vittorio Bosio rieletto presidente nazionale del Csi
Educare con lo sport: Vittorio Bosio è stato rieletto presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano. Andrea De David e Marco Calogiuri eletti vicepresidenti. L’assemblea nazionale del Csi, che si è svolta in videoconferenza nel weekend, ha rinnovato anche gli altri vertici associativi per il prossimo quadriennio olimpico.
“Chi non rispetta il protocollo?”: il comunicato congiunto degli Eps
“La scelta di sospendere nelle zone rosse gli allenamenti degli atleti degli Enti di promozione sportiva, è l’ennesima disparità di trattamento che si trova costretto a subire il mondo dello sport di base”: questa la denuncia partita dagli Enti di Promozione Sportiva in un comunicato unitario critico nei confronti di un provvedimento inserito nelle FAQ del Dipartimento Sport, che non trova riscontri nell’ultimo Dpcm entrato in vigore sabato 6 marzo.
“Purtroppo non è il primo episodio – sostengono gli Eps – anzi: da quando è iniziata la pandemia gli Enti di promozione sportiva hanno più volte denunciato i contenuti di misure a due marce, come se il virus potesse aggirarsi solo nelle palestre di ASD e SSD affiliate agli Enti di Promozione, e non invece all’interno di strutture di altri organismi sportivi”. Un vero e proprio doppiopesismo che colloca in una posizione di svantaggio gli operatori della promozione sociale e sportiva. In questo senso gli Enti proseguono nel comunicato ribadendo il loro messaggio: “Non è una diversa tessera che può fare la differenza! Il virus non distingue colori, né simboli! Quando decide di contagiare, lo fa ovunque e con chiunque. Dall’impianto di quartiere ai ritiri della Serie A!.
Non abbiamo niente in contrario con la ripartenza dello sport professionistico. Non si inneschi stavolta una guerra a chi tira giù l’altro: vogliamo solo parità di trattamento tra tutti gli Organismi Sportivi. Il discrimine deve essere la sicurezza e il rispetto dei protocolli, sicurezza e rispetto di protocolli che gli Enti di Promozione Sportiva hanno concordato con il Governo e imposto, non senza sacrifici di risorse e personale, alle loro Società”. E’ chiara la richiesta di chi vive ogni giorno lo sport a contatto con i territori, con le persone: “Chiediamo che nessuno possa essere lasciato indietro, che si ripensi alla scelta di considerare una tessera federale immune dal virus e quella di un Ente soggetta invece a contagio. Con questo provvedimento, invece, il messaggio che passa continua ad essere quello di due pesi, due misure!”.
Per gli Enti di promozione sportiva “è arrivato il momento di denunciare anche questo: le nostre ASD e SSD in un anno di pandemia non hanno perso soltanto soldi e lavoro, ma anche migliaia di tesserati che – tra il restare fermi e il poter fare sport – hanno preferito tesserarsi con altri organismi ai quali invece era consentita ancora la pratica sportiva.
Vogliamo ancora pensare che dietro tali scelte del Dipartimento non esista un pregiudizio nei confronti degli affiliati agli Enti, ma l’effetto che genera è un diritto violato e una evidente discriminazione. Specie se si tiene in considerazione l’enorme sforzo e il grande senso di responsabilità che le nostre Società hanno dimostrato fin qui.
Siamo già rimasti feriti per lo stop forzato alle nostre piscine e palestre lo scorso ottobre soprattutto perché ci era stato chiesto di adeguarci e noi lo avevamo fatto, salvo poi tornare indietro e dirci che dovevamo comunque chiudere.
Spiace ricordare, inoltre, che un anno di pandemia ha portato già migliaia di realtà associative allo stremo, e tante hanno dovuto già chiudere i battenti con un evidente danno per i territori. La maggior parte di quelle che ancora resistono, lo fanno a fronte di aiuti dello Stato che non sono mai arrivati, o se sono arrivati erano comunque di gran lunga inferiori alle necessità: tamponare le ingenti perdite dovute alle chiusure, impreviste per adeguare le strutture con sanificazioni e rispetto dei protocolli.
Chi non ha rispettato il protocollo non siamo noi – concludono i firmatari del comunicato – ma è chi si è preso il diritto di approntare scelte inique come l’ultima contenuta nelle FAQ del Dipartimento Sport. Un provvedimento che offende i nostri valori, la nostra valenza nel tessuto sociale italiano e la nostra serietà!
Noi i nostri protocolli li abbiamo sempre rispettati alla lettera, ma c’è un altro protocollo che ancora una volta qualcuno non onora: il protocollo dell’uguaglianza, del diritto di tutti e per tutti, e soprattutto quello della serietà e della parola data. Che in Italia, ci spiace constatarlo, continua a non avere grande valore”.
Antonino Viti – ACSI
Bruno Molea – AICS
Luca Stevanato – ASC
Claudio Barbaro – ASI
Luigi Fortuna – CSAIN
Francesco Proietti – CSEN
Vittorio Bosio – CSI
Luigi Musacchia – CSN Libertas
Antonio Dima – CUSI
Paolo Serapiglia – ENDAS
Gran Francesco Lupattelli – MSP
Marco Perissa – OPES
Ciro Bisogno – PGS
Vincenzo Manco – UISP
Damiano Lembo – US Acli
“Scacchi metafora educativa”: il progetto di Con i Bambini
10.000 bambine e bambini di 14 regioni italiane saranno coinvolti nel progetto “Scacchi metafora educativa”, finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini. Il gioco sarà utilizzato per stimolare la crescita della personalità e delle abilità cognitive e sociali. In programma 112 eventi, sia in orario scolastico che nell’extrascuola.
In tre anni e in quattordici regioni (Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Umbria, Abruzzo, marche, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia), si svolgeranno 112 eventi, un totale di 12.600 ore di attività scacchistica a scuola, oltre 2.500 ore in orario extrascolastico. Questi – ulteriori – numeri del progetto “Scacchi metafora educativa” hanno un obiettivo molto concreto: «La crescita personale dei ragazzi coinvolti» spiega Pozzoli.
«Giocare a scacchi infatti aiuta i più giovani a sviluppare abilità e competenze importanti. Nel progetto, il gioco degli scacchi è utilizzato per stimolare la crescita della personalità e delle abilità cognitive e sociali. Tutto questo venendo particolarmente incontro ai bisogni dei minori con situazioni di fragilità, acuitesi in questo periodo di pandemia, attraverso azioni mirate di inserimento sociale».
Rincara la dose, o meglio, muove anche la Regina, Alessandro Dominici, presidente di Alfiere Bianco ente capogruppo del progetto che afferma: «Organizzeremo tornei tra compagni di scuola, in presenza speriamo, ma anche a distanza, il gioco agevola perché gli scacchi si possono fare anche a distanza e anche con poca tecnologia. Coinvolgeremo anche i genitori che sfideranno i figli, nonni e nipoti, ma anche seminari di studio per monitorare gli esiti del Progetto».
«Negli anni abbiamo collaudato metodi di didattica scacchistica sviluppati insieme agli insegnanti e validati a livello scientifico. Il progetto è l’evoluzione di quei modelli, senza precedenti a livello nazionale», continua Dominici. Per questo il progetto prevede un Centro stabile di promozione educativa in ogni regione. Stimolo alla concentrazione, alla creatività, alle capacità analitiche e decisionali. Ma anche alla perseveranza e alla pazienza: impatti positivi a livello scolastico, ma anche di miglioramento della sfera affettiva, nelle abilità di relazionarsi con gli altri, tramite l’accettazione delle differenze reciproche.
Il progetto “Scacchi metafora educativa” nasce nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. In Italia infatti, secondo l’impresa sociale Con i bambini, sono oltre 1,2 milioni i minori che vivono in condizione di povertà assoluta. La povertà economica è spesso causata dalla povertà educativa: le due si alimentano a vicenda e si trasmettono di generazione in generazione. Istruzione, salute, sport, cultura, informazione, rappresentano alcuni ambiti interessati dal fenomeno, presente in tutta Italia ma più marcato nelle grandi periferie urbane, nelle aree interne, al Sud.
«A fine febbraio» continua Pozzoli «abbiamo costituito dei gruppi sperimentali e di controllo tra le classi delle scuole partecipanti. L’avvio del progetto, chiaramente condizionato dalla situazione Covid-19, è invece previsto tra inizio marzo e aprile. Sono poi in via di definizione degli incontri con i genitori delle classi che saranno coinvolte allo scopo di spiegare il progetto e come si svilupperà».
Le attività di “Scacchi Metafora Educativa” si svolgeranno sia durante l’orario curriculare sia in fase pomeridiana, e prevedranno appuntamenti dedicati alle famiglie ed agli insegnanti, con l’obiettivo, al termine dei 3 anni del progetto, di creare centri stabili permanenti a favore della cittadinanza. Inoltre tutte le tecniche utilizzate nel progetto sono metodi di didattica scacchistica sviluppati dagli insegnanti, unite alle competenze raggiunte tramite i progetti precursori di questo, come “Scuola a scacchi” e “Black&White Sport: Chess”. «La necessità di includere e integrare i giovani nella scuola e nella comunità, passa, a nostro avviso, attraverso uno strumento concreto che sviluppa l’abilità di prendere decisioni e contribuisce al riconoscimento dei partecipanti sia nella scuola sia nel tessuto sociale. D’altro canto, la vocazione territoriale del progetto garantisce attraverso i centri di riferimento la possibilità di diffondere in modo capillare conoscenza e solidarietà, insistendo sulla pratica esperienziale e l’esercizio come momenti di apprendimento e di socialità», conclude Alessandro Dominici.
Fit for life: l’Unesco si schiera al fianco dello sport
Anche l’Unesco scende in campo per segnalare la necessità di promuovere stili di vita sani. Il servizio di Elena Fiorani.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità a essere sovrappeso oppure obesi nel mondo sono 50 adulti su cento e 30 tra bambini e adolescenti Nel nostro Paese sono 5 milioni gli adulti obesi, 3 bambini su 10 sono in sovrappeso e fra questi 1 è obeso. Questi dati, rilanciati ieri in occasione della Giornata mondiale dell’obesità, evidenziano la necessità di una nuova cultura del movimento.
L’Unesco ha lanciato la campagna “Fit for life”, che intende contrastare gli effetti del Covid. Una educazione fisica di qualità, per l’organizzazione internazionale, mette al centro la persona e promuove sani stili di vita, partendo dai giovani e per tutte le età. La partecipazione a programmi di attività fisica che adottano questo approccio, secondo l’Unesco, migliora la salute fisica, riduce le patologie mentali croniche e sviluppa la resilienza socio-emotiva.