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Lanciato il progetto “Ethical Sport”: 10 società sportive del Lazio otterranno la “Certificazione antibullismo”


Ethical Sport

È il nuovo progetto che scende in campo contro il bullismo. Obiettivo primario sarà certificare, con una procedura innovativa, le palestre di boxe frequentate da ragazzi e ragazze, ponendo la massima attenzione alla loro sicurezza fisica ed emotiva.

Con il lancio di “Ethical Sport”, è stato annunciato stamattina a Roma, nel palazzo delle Federazioni, un progetto pilota in ambito sportivo in collaborazione con la Federpugilato, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, promosso da Konsumer Italia e dall’Osservatorio nazionale contro il bullismo. Obiettivo primario sarà certificare, con una procedura antibullismo innovativa, le palestre di boxe e situazioni similari frequentati da ragazzi e ragazze, ponendo la massima attenzione allo loro sicurezza fisica ed emotiva.

Il ministro per lo Sport, Andrea Abodi: “Cito Martin Luther King: ‘non mi spaventa la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni’. Il bullismo è una delle conseguenze della mancanza di qualcosa che è a monte. Noi abbiamo perso il senso del rispetto, che va recuperato”, sottolineando soprattutto che “non si otterranno risultati senza fare un passo a monte: rispettare le nostre diversità. Il nostro primo interlocutore, anche in un progetto del genere, sarà sicuramente il ministero dell’Istruzione, che su questi temi ha una delicata intransigenza”.

La vicepresidente vicaria del Coni, Silvia Salis, afferma: “Non ho mai incontrato atleti più rispettosi e non violenti dei pugili. E’ importante che questo progetto contro bullismo e cyberbullismo sia associato al pugilato, perché questo è uno sport fatto da regole, che spesso curano le ferite di una vita cominciata in salita. Gli sport di combattimento hanno un ruolo sociale incredibile in zone d’Italia dove istituzioni e scuola faticano ad arrivare”.

Presenti in sala, come testimoni di Ethical Sport, anche campioni del pugilato come Giovanni De Carolis, Emanuele Blandamura, Guido Vianello, Anna Lisa Brozzi e Stephanie Silva.
Il progetto consentirà a 10 società sportive del comitato regionale Lazio Fpi di ottenere la ‘Certificazione antibullismo’ (ossia certificazione UNI/PdR 42:2018), riconosciuta sia a livello nazionale che internazionale.

Sport e diritti umani: l’invito al coraggio di Sebastian Vettel


Abbiate coraggio

L’ex pilota di Formula 1 Sebastian Vettel, si espone a proposito della decisione della FIA di vietare dichiarazioni su questioni politiche o religiose, se non autorizzate dalla stessa federazione. Lo sportivo ha invitato invece i suoi ex colleghi ad esprimere la propria opinione e sostenerla.

Nonostante il recente ritiro, Sebastian Vettel rappresenta ancora una figura di spicco nel mondo della F1. Il pilota tedesco, infatti, oltre ad essere stato un grande campione in pista, si è distinto anche per le sue battaglie a favore dei diritti umani e delle questioni ambientali, tra le altre. L’ex Ferrari e Red Bull, di recente impegnato nella Race of Champions, ai microfoni di AutoBild si è espresso sulla decisione della FIA di vietare dichiarazioni su questioni politiche o religiose, se non autorizzate dalla stessa federazione.

“Dipende sempre dalla domanda che ti viene fatta e dalla questione trattata, ma penso sia assolutamente importante prendere posizione su alcune questioni, e negli ultimi anni abbiamo visto sempre più persone farlo. Per questo, non ha molto senso, da parte della FIA, vietare di farlo. Ora non sono più in quel mondo e sono più libero di parlare, ma spero che i piloti continuino ad avere il coraggio di esprimere la propria opinione e sostenerla”, le parole di Vettel.

Gender Equality Force: bilanciare il genere nelle leadership delle organizzazioni sportive


A scuola di parità

Gender Equality Force è il progetto, sostenuto tra gli altri dall’associazione Assist, che mira a bilanciare il genere nelle posizioni di leadership delle organizzazioni sportive. Obiettivo dell’azione è fornire consapevolezza, guida e supporto alle persone che ricoprono tali ruoli in ambito sportivo.

Crediamo che lo sport sia il luogo ideale per iniziare ad affrontare la sistematica disuguaglianza di genere. Inoltre, pensiamo che possano essere il modo ideale per far sì che tutti inizino a parlare di questo argomento critico. Ecco perché abbiamo collaborato a questo progetto per promuovere il discorso della parità di genere nella gestione delle organizzazioni sportive.
Ecco alcuni modi in cui potete contribuire a promuovere l’uguaglianza di genere attraverso lo sport:
1. Non limitatevi a guardare; fatevi coinvolgere! Iniziate a praticare il vostro sport preferito in un campionato misto o in un campo estivo. Incontrerete persone di ogni estrazione sociale che condividono i vostri interessi e diventerete parte di qualcosa di più grande di voi!
2. Se già praticate uno sport, incoraggiate le donne della vostra comunità a unirsi a voi! Potreste essere sorprese di quante donne vorrebbero giocare con voi se sapessero che è una possibilità!
3. Partecipate agli eventi della comunità locale che sostengono i diritti delle donne attraverso lo sport: fate uno sforzo consapevole per consentire alle donne di assumere posizioni di leadership nelle organizzazioni sportive; date alle donne una possibilità a livello dirigenziale; ci sono tanti modi per essere coinvolti!
GE Force – ha l’obiettivo di sensibilizzare e responsabilizzare i futuri leader dello sport e di sviluppare un sistema di consulenza online per sostenere le organizzazioni sportive nell’adozione di misure relative alla parità di genere. Per saperne di più: https://genderequalityforce.com

 

 

Anche in Italia si diffonde il baseball in carrozzina: l’impegno di due associazioni sportive emiliane


Innovazione per l’inclusione

Baseball in carrozzina, all’Istituto di Montecatone arriva una nuova disciplina. Il servizio di Elena Fiorani.

Grazie all’impegno di due associazioni sportive emiliane, la Tozzona Baseball Imola e la Ferrara Baseball Softball Club, e al lavoro dei terapisti dell’Istituto di riabilitazione di Montecatone, sta prendendo piede una nuova disciplina: il wheelchair baseball. Il progetto, che si chiama “Homerunners”, è rivolto a pazienti dell’unità spinale della struttura imolese, che si occupa della riabilitazione intensiva di persone colpite da lesioni midollari e lesioni cerebrali acquisite.

Se in Italia questo sport è ancora in fase embrionale, negli Stati Uniti esiste da decenni e sono più di venti le squadre esistenti. In Italia siamo agli inizi, ma si tratta di uno sport che, per le sue caratteristiche, si adatta molto bene ad accompagnare il paziente nel suo percorso riabilitativo.

Iran, anche la nazionale femminile di calcio a 5 fa scena muta durante l’inno


In silenzio

Anche la nazionale femminile di calcio a 5 iraniana ha fatto scena muta durante l’esecuzione dell’inno. La rappresentativa di Teheran non lo ha cantato nella cerimonia di chiusura dei Campionati dell’Asia Centrale, dopo aver vinto la competizione.

Il calcio, la pallanuoto, il beach soccer, ora si aggiunge il calcio a 5, il “futsal”: sport le cui rappresentative iraniane si sono rifiutate di cantare l’inno in segno di protesta contro la Repubblica islamica e la repressione delle proteste partite da Teheran, il 16 settembre dello scorso anno, dopo la morte di Mahsa Amini. E’ accaduto in diverse manifestazioni; è successo – soprattutto – durante i Mondiali di calcio in Qatar, e ora al termine del torneo dell’Asia centrale di calcio a 5 femminile.

La squadra, che ha vinto la competizione organizzata in Uzbekistan, ha fatto scena muta durante la cerimonia di chiusura quando è partito l’inno nazionale. A proposito di questa particolare forma di protesta, secondo altre notizie apparse sui social media, molti atleti iraniani si sono rifiutati di cantare l’inno in partite interne, regionali o internazionali a sostegno delle proteste, con conseguente licenziamento dalla squadra o interventi delle forze di sicurezza.

Asta solidale nel ricordo di Gianluca Vialli: il ricavato sosterrà un corso di calcio per ragazzi con disabilità relazionale


Una buona azione

Per ricordare Gianluca Vialli, recentemente scomparso, è possibile partecipare all’asta il cui ricavato sosterrà un corso di calcio di un anno per ragazzi con disabilità relazionale. A disposizione ci sono diverse copie autografate del manifesto che il campione ricevette come premio dalla Gazzetta dello sport.

Va all’asta il manifesto autografato da il campione per il Premio della Gazzetta “Il bello del calcio” e donato alla fondazione Candido Cannavò per lo Sport.
Lo aveva donato alla Fondazione Candido Cannavò per lo Sport per i suoi progetti benefici nel febbraio 2019: sulla piattaforma Memorabid (https://www.memorabid.com/gazzettadellosport) è ora possibile acquistarne uno. Il premio consisteva nella copia numero 1 di un disegno stilizzato dell’artista Riccardo Guasco, raffigurante lo stesso giocatore in maglia azzurra, unitamente ad una somma da devolvere in beneficenza. Questa la motivazione: Vialli, con coraggio, ha raccontato che i campioni non sono solo superuomini ma anche fragili e forse per questo ancora più vicini a noi che li ammiriamo.

Gianluca già aveva cominciato ad affrontare la malattia che pochi anni dopo l’avrebbe stroncato, ma nell’occasione diede risposte profonde e amorevoli sulla sua esperienza di vita e di calcio. Vialli aveva ben chiaro l’intento benefico dell’evento, così trovo il tempo di autografare diverse copie del manifesto da donare alla Fondazione Candido Cannavò per lo Sport. Il ricavato andrà a sostenere i progetti della Fondazione, dedicati ai più deboli, a partire da un corso di calcio per un anno per ragazzi con disabilità relazionale.

Innes Fitzgerald dice no ai Mondiali di cross country in Australia: l’aereo dalla Gran Bretagna inquina troppo


Scelte green

Innes Fitzgerald, sedicenne promessa dell’atletica britannica, ha detto no ai Mondiali di cross country in Australia per una scelta etica: l’aereo inquina troppo e dalla Gran Bretagna il tragitto in treno è impossibile. Per spostarsi infatti l’atleta ha scelto di usare solo la ferrovia.

«Quando ho iniziato a correre la prospettiva di un Mondiale era soltanto un sogno. Ma la realtà del viaggio in aereo mi riempie di profonda preoccupazione – racconta la giovane atleta – Il minimo che posso fare è esprimere la mia solidarietà a coloro che soffrono in prima linea per il collasso climatico».

«Avevo solo nove anni – dice Fitzgerald – quando è stato firmato l’accordo sul clima alla Cop21 di Parigi. Ora, a distanza di otto anni, le emissioni globali sono aumentate costantemente, avviandoci verso una catastrofe climatica. Sir David King, ex consulente scientifico capo del governo, ha dichiarato: “Quello che faremo, credo, nei prossimi tre o quattro anni determinerà il futuro dell’umanità”. La scienza è chiara. Una svolta è possibile solo grazie a un cambiamento trasformativo derivante da un’azione collettiva e personale».

Torna il premio “Sport e diritti umani”: candidature fino al 31 marzo


“Sport e diritti umani”

Ha preso il via la quinta edizione del premio promosso e conferito da Amnesty International Italia e Sport4Society, che riconosce gesti simbolici o concreti in favore dei diritti umani nell’ambiente sportivo. Fino al 31 marzo sarà possibile segnalare un’atleta, una squadra o un gruppo sportivo che ha contribuito alla promozione della cultura dei diritti umani.

Fino al 31 marzo 2023 sarà possibile segnalare all’indirizzo info@sportedirittiumani.it un/un’atleta, una squadra o un gruppo sportivo, professionisti e non, che nel corso del 2022 si sia reso protagonista in Italia di un gesto pubblico, di una presa di posizione, di un’azione coerente coi valori positivi dello sport, contribuendo in questo modo alla promozione della cultura dei diritti umani nel nostro paese.

Le candidature saranno selezionate da Amnesty International Italia e Sport4Society e proposte, per la scelta finale, alla giuria del premio presieduta da Riccardo Cucchi e di cui fanno parte esponenti delle due associazioni, giornalisti sportivi e personalità di rilievo del mondo dello sport.

Nelle passate edizioni, il premio è stato conferito a Pietro Aradori nel 2019, al Pescara Calcio nel 2020, al calciatore Claudio Marchisio nel 2021 e alla ciclista Alessandra Cappellotto nel 2022.

 

Gravi episodi di omofobia nella Serie A francese: ministro dello Sport e associazioni chiedono sanzioni


 

 

Gravi episodi di omofobia nel calcio francese, il ministro dello Sport e le associazioni chiedono sanzioni. Il servizio di Elena Fiorani.

Nella Serie A francese canzoni e insulti omofobi continuano ad affliggere gli stadi: nelle ultime giornate di campionato sono stati notati diversi atti omofobi da parte dei tifosi: canti a Rennes e Marsiglia e striscioni di insulti a Montpellier. Fatti che hanno provocato l’indignazione del ministro dello Sport e che hanno portato all’apertura di un’inchiesta.

Anche il club di Montpellier ha reagito condannando “con la massima fermezza le frasi omofobe degli striscioni”. “Il messaggio è chiaro: gli omosessuali sono considerati subumani”, è la denuncia di Julien Pontes, portavoce del collettivo Rouge Direct che si batte contro l’omofobia nel calcio. Il collettivo chiede sanzioni, “se la Professional Football League avrà il coraggio di sanzionare le società, in modo serio e dissuasivo, allora potrà segnare profondamente milioni di coscienze. A zero euro” , spiega Pontes.

Il pugile Chris Eubank Jr manda l’omofobia al tappeto: indossa fascia arcobaleno dopo le provocazioni dell’avversario


Omofobia al tappeto

L’incontro di pugilato tra i pesi medi Chris Eubank Jr e Liam Smith si è concluso con la vittoria di quest’ultimo ma il primo ha vinto una battaglia più importante indossando una fascia arcobaleno a sostegno della comunità Lgbt dopo le provocazioni omofobe dell’avversario.

Nei giorni scorsi alla Manchester Arena è andato in scena l’incontro, valevole per la categoria dei pesi medi, tra Chris Eubank Jr. e Liam Smith. Quest’ultimo ha trionfato mandando ko l’avversario al quarto round. Tra i due pugili, però, lo scambio di colpi era iniziato molto prima dell’incontro: durante la conferenza stampa della sfida, infatti, Smith aveva provocato Eubank Jr. facendo supposizioni infantili e omofobe sulla sua sessualità. La risposta del 33enne britannico (figlio del campione mondiale Chris Eubank) è stata superlativa: l’atleta si è apertamente schierato contro l’omofobia e al fianco della comunità Lgbtqi+ indossando anche la fascia arcobaleno, quella che ai recenti Mondiali di calcio in Qatar è stata proibita.

Nell’infuocata conferenza stampa, il biondo pugile di Liverpool ha tuonato all’avversario: “Continui a parlare di ragazze, qualcuno in questa stanza ti ha mai visto con una ragazza? Hai qualcosa da dirci?”. E, ancora: “Hai 33 anni e dici di volere dei figli. Se sei felice diccelo, non è una frecciata. Ma devi avere una donna per avere un figlio”. Eubank Jr – che nel corso della propria carriera ha vinto il titolo mondiale IBO dei pesi supermedi, la corona WBA ad interim e quella britannica dei pesi medi – gli ha risposto precisando come la sua “vita privata” fosse “irrilevante per la boxe”. “Sono felice e a mio agio” ha ribadito Eubank jr. E ha aggiunto: “Cosa vorresti sapere Liam? Vuoi entrare sul personale, parlare dell’essere gay? Mi è stato detto che tradisci tua moglie. Preferisco essere gay piuttosto che un traditore”.

Poi, durante la tradizionale cerimonia del peso pre-match, Eubank Jr ha indossato la fascia arcobaleno.“Non discriminiamo… non ci alieniamo. Vogliamo che la boxe e lo sport nel loro insieme siano all-inclusive”, ha scritto Eubank Jr sui social postando la foto in cui indossa la fascia arcobaleno. Un post che ha fatto il pieno di “mi piace” e commenti a suo favore tra cui quello di Stonewall Group, l’associazione per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender del Regno Unito, che ha invitato il British Boxing Board (l’organo di governo della boxe professionistica nel Regno Unito) a agire contro Smith.

“I commenti omofobici, bifobici e transfobici non hanno posto nello sport. È fondamentale che le autorità sportive prendano sul serio casi come questo e chiariscano che la retorica anti-Lgbtq+ non sarà tollerata, intraprendendo azioni decise”, ha tuonato un portavoce di Stonewall UK a “The Independent UK.

Solo dopo il match sono arrivate le scuse di Smith. “Chiedo scusa a chiunque si sia offeso per quello che ho detto. Non sono omofobo in alcun modo, tutt’altro. Non sono quel tipo di uomo”. “Se qualcuno si è offeso, me ne scuso” ha detto il pugile.