Scienza e sport. Si tiene oggi il convegno costitutivo della sezione Sociologia dello sport dell’Associazione Italiana di Sociologia. L’incontro, all’Università “Foro Italico” di Roma, affronterà il ruolo di questa scienza nella governance dello sport con una tavola rotonda su tradizioni di ricerca e sviluppi del campo.
Calcio tedesco, transgender e non binari potranno scegliere se giocare in squadre femminili o maschili
Libertà di scelta. La Federcalcio tedesca ha approvato un nuovo regolamento che consentirà alle persone transgender, intersessuali e non binarie di scegliere in autonomia se far parte di squadre femminili o maschili. La novità entrerà in vigore dalla prossima stagione e riguarda i campionati giovanili e il futsal amatoriale.
Svolta epocale in Germania. La Federcalcio tedesca ha approvato un nuovo regolamento che consentirà alle persone transgender, intersessuali e non binarie di scegliere in autonomia se far parte di squadre femminili o maschili. Il regolamento entrerà in vigore nella stagione 22/23 ed è stato incorporato nel regolamento di gioco DFB (Federazione calcistica tedesca), nel regolamento giovanile DFB e nel regolamento futsal DFB per il calcio amatoriale.
In sostanza, il regolamento prevede che i giocatori con la voce di stato civile “diverso” o “non specificato” potranno decidere da soli se essere idonei a giocare per una squadra femminile o maschile. I giocatori transgender possono cambiare o rimanere nella squadra in cui hanno giocato in precedenza.
Inoltre: quando nell’attività sportiva non ci sono conseguenze sulla salute della persona che sta assumendo farmaci, quella persona può partecipare alla competizione, motivo per cui il nuovo regolamento esclude il doping. “Il calcio – spiega Thomas Hitzlsperger, ambasciatore per la diversità di DFB – è sinonimo di diversità e anche la DFB si impegna in tal senso, creando importanti norme per consentire ai giocatori di diverse identità di genere di giocare”.
Il Csi guarda al futuro: “Ai bordi del campo, sempre in campo”
Sempre in campo. Da oggi a domenica il CSI riunisce a Roma tutti i ruoli associativi per parlare di giovani e sport oltre la pandemia. Il servizio di Elena Fiorani.
Il Centro Sportivo Italiano è pronto a riflettere sul suo futuro con l’appuntamento “Ai bordi del campo, sempre in campo”, evento finale del progetto finanziato dal ministero del Lavoro. La convention sarà un’occasione di confronto associativo per rivedere e rilanciare il modello sportivo ed organizzativo alla luce delle recenti riforme e normative, e per progettare insieme le strade dell’associazione ventura.
L’incontro fornirà anche l’opportunità per rilanciare la policy dell’ente di promozione sportiva rivolta al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza e per condividere materiali e progetti destinati alla scuola, con l’obiettivo di rafforzare la strategia di progettazione e di sperimentazione del CSI, da sempre valido interlocutore dell’universo scolastico.
Verso Qatar 2022: diritti in fuorigioco ai Mondiali di calcio
Palla prigioniera. I Mondiali di calcio che si svolgeranno in Qatar a partire dal 21 novembre vivranno un’atmosfera molto diversa da quella a cui siamo abituati, e non solo per il periodo dell’anno in cui si giocheranno. L’ultima novità è il divieto di rapporti sessuali tra persone non sposate, che si aggiunge a quello delle relazioni omosessuali e al consumo di bevande alcoliche.
Infatti, il sesso al di fuori del matrimonio e le relazioni omosessuali sono illegali nell’emirato e possono comportare una pena detentiva di sette anni. “Il sesso non è davvero nel menu a meno che tu non venga come marito e moglie. Di certo non ci saranno avventure da una notte a questo torneo”, ha detto una fonte della polizia ad un tabloid britannico. Gli unici rapporti sessuali consentiti saranno quelli tra marito e moglie. “Il Qatar è un paese conservatore e le manifestazioni pubbliche di affetto sono disapprovate, indipendentemente dall’orientamento sessuale”, ha affermato il Comitato Supremo del Qatar in una nota.
Il sesso al di fuori del matrimonio e le relazioni omosessuali sono illegali nell’emirato e possono comportare una pena detentiva di sette anni. A fine maggio, l’emiro del Qatar Sheikh Tamim Bin Hamad Al-Thani, interrogato sull’accoglienza delle persone LGBT durante i Mondiali, ha risposto che “tutti sono i benvenuti a Doha”.
“Non stiamo impedendo a nessuno di venire a Doha con origini diverse, convinzioni diverse, il Qatar è un Paese molto accogliente. Abbiamo milioni di persone che vengono a visitare il nostro paese e la Coppa del Mondo è una grande opportunità per persone provenienti da diverse parti del mondo di venire e sperimentare la nostra cultura”, ha affermato in una conferenza stampa.
All’inizio di aprile, il capo della sicurezza per i Mondiali del 2022, Abdulaziz Abdullah Al Ansari, ha dichiarato all’agenzia di stampa AP: “Se un tifoso sventola la bandiera arcobaleno in uno stadio e la porta via, non sarà perché vogliamo offenderlo, ma per proteggerlo. Prima di esortare il pubblico a esprimere il punto di vista sulla causa LGBT in una società dove questa sarà accolta”.
L’atmosfera sarà quindi tutt’altro che libera. E questo riguarda anche il consumo di bevande alcoliche. “La cultura del bere e delle feste dopo i giochi, che è la norma nella maggior parte dei luoghi, è severamente vietata”, ha detto la stessa fonte della polizia al “Daily Star”. Una sola certezza: questo Mondiale, spostato nel tempo anche per il caldo del Paese, non assomiglierà per niente ai precedenti.
Il rugbista McCarthy rivela la sua omosessualità: il sostegno del team “Leinster”
Liberi dentro e fuori dal campo. Il mediano di mischia Nick McCarthy, che gioca in Irlanda con il Leinster, ha rivelato la sua omosessualità. In un’intervista al sito web del club ha confessato che nascondersi “lo ha colpito così tanto che ha pensato di lasciare il rugby”. Per sostenerlo il blasonato team irlandese ha colorato di arcobaleno il proprio logo sui social.
“La mia esperienza da allora è stata del tutto positiva – giocatore, 27 anni, di nazionalità statunitense – Ho capito che coloro per i quali contiamo vogliono solo che siamo felici. Prima di tutto io stesso avevo bisogno di accettare di essere gay, per poterlo poi affrontare davanti agli altri. Ho grandi amici nel rugby ma non sapevo come l’avrebbero presa”.
McCarthy ha ringraziato gli allenatori Leo Cullen e Stuart Lancaster per il loro “incredibile” supporto. E il blasonato team irlandese colora di arcobaleno il proprio logo sui social. Il suo annuncio segue quello del suo compagno di squadra Jack Dunne, seconda linea, che lo scorso anno aveva rivelato la sua bisessualità.
Joy: parte la campagna estiva di solidarietà di Sport senza frontiere
Un’estate diversa. Parte Joy, la campagna estiva di solidarietà di Sport senza frontiere, che coinvolgerà anche 60 bimbi ucraini. L’iniziativa è già scesa in campo per altre emergenze, dal terremoto di Amatrice al crollo del Ponte Morandi. Uno strumento utile per vivere un’esperienza di amicizia, inclusione, attività sportiva e laboratoriale, oltre che di counselling psicologico.
Andriy e Yulia sono due fratelli di 12 e 9 anni giunti a Roma da Leopoli, Ucraina occidentale, poco dopo lo scoppio della guerra, con la mamma Luba, attualmente incinta. Grazie a una segnalazione arrivano a Sport Senza Frontiere (SSF) che in poco tempo riesce a inserirli in un corso di nuoto e nei week end Joy Nature di Capranica, a maggio. Ora frequentano la scuola in Italia e il corso di nuoto due volte a settimana, hanno già preso il primo brevetto e parteciperanno al Joy Summer Camp di Leonessa. Marc e Kateryna, invece, hanno 11 e 9 anni. In Ucraina, a Marc era stato diagnosticato un disturbo di iperattività da deficit di attenzione e la frequenza regolare ad attività sportive, era di fondamentale importanza per il suo sviluppo. SSF, dopo visite mediche e psicologiche, riesce a inserire entrambi in corsi di pallacanestro e nuoto e a farli partecipare al weekend Joy Nature a Capranica a maggio e al prossimo Summer Camp di una settimana a Leonessa.
Sono solo quattro delle tante storie di bambini, mamme e nonne ucraini che SSF ha intercettato in questi mesi e di cui si è fatta carico. Fin da marzo è riuscita a inserire in corsi sportivi garantiti gratuitamente in varie città d’Italia, una sessantina di bambini ucraini che hanno trovato una concreta possibilità di attività, gioco e normalità anche nel nostro Paese. Vanno ad aggiungersi alle centinaia di bambini in situazioni di disagio socio-economico che la nota Onlus segue regolarmente durante l’anno. Ora che si apre la stagione estiva, l’associazione allarga il suo bacino di piccoli amici e garantisce una continuità di intervento attraverso la campagna Joy Summer 2022.
“Joy – spiega Alessandro Tappa, presidente di Sport Senza Frontiere – è il progetto che più di tutti si presta a emergenze. Lo abbiamo sperimentato la prima volta con i bambini delle famiglie rimaste senza casa a seguito del terremoto di Amatrice; poi lo abbiamo proposto a tanti bambini genovesi le cui case sono andate distrutte per il crollo del Ponte Morandi; negli ultimi due anni Joy si è mostrato un potente modello di intervento per uscire, fisicamente e mentalmente, dai durissimi mesi di pandemia e lock-down attraverso week-end, settimane, centri estivi per centinaia di bambini in tutta Italia, gravati dallo stress delle chiusure. Ci permette di offrire ai bambini che seguiamo durante l’anno e tanti altri che ci vengono segnalati a seguito di emergenze, la possibilità di vivere un’esperienza significativa di amicizia, inclusione, attività sportiva e laboratoriale, oltre che di counselling psicologico”.
Joy è il progetto estivo ideato da Sport Senza Frontiere, aperto a tutti i bambini e ragazzi e dedicato in special modo a coloro che vivono situazioni di fragilità sociale o situazioni emergenziali. Joy prende il nome e anche l’eredità valoriale dal primo campo residenziale multisportivo di Sport Senza Frontiere Joy Summer Camp, nato nel 2017, al Terminillo (Rieti). Il camp del 2017 voleva essere un’azione solidale nei confronti delle famiglie colpite dal sisma del Centro Italia, ma poi è continuato negli anni e ha accolto oltre 800 minori molti dei quali provenienti da diverse situazioni emergenziali, come i bambini del Ponte Morandi o ragazzi rifugiati e richiedenti asilo, i bambini dei corridoi umanitari e ora i minori ucraini. Negli anni, Joy è divenuto un vero e proprio laboratorio di inclusione sociale.
“Negli anni – dice Alessia Mantovani Coordinatrice nazionale – abbiamo rimodulato il nostro intervento a seconda delle diverse esigenze dei nostri bambini e delle emergenze che alcuni vivevano. Ciò ha permesso a SSF di allagare il proprio raggio di azione e programmare attività che aumentano incisività ed efficacia. Il progetto Joy ci ha consentito di estendere il nostro intervento ampliando la platea dei beneficiari e includendo non solo i bambini provenienti da contesti di disagio socio-economico che seguiamo regolarmente durante tutto l’anno, ma anche ragazzi in condizioni di isolamento psico-sociale, la piaga più diffusa ancora oggi tra i giovanissimi a causa dei lockdown e delle chiusure o, negli ultimi mesi, giovani provenienti dall’Ucraina. I centri estivi e i camp sono spazi aperti, luoghi di integrazione e grazie ai laboratori si pongono anche come occasione di crescita per i bambini dai punti di vista psicologico, alimentare, sociale”.
Solidarietà e pace al Giro Donne: la maglia rosa 2022 donata a Unhcr
Solidarietà e pace. Giro Donne, la più prestigiosa competizione a tappe nel panorama del ciclismo femminile, dona la maglia rosa 2022 a UNHCR nella Giornata Mondiale del Rifugiato “alla luce del grande impegno che da oltre 70 anni UNHCR rivolge alla protezione e all’assistenza dei rifugiati in tutto il mondo”.
“Alla luce del grande impegno che da oltre 70 anni UNHCR rivolge alla protezione e all’assistenza dei rifugiati in tutto il mondo e dell’ulteriore emergenza dovuta al conflitto in Ucraina abbiamo sentito l’urgenza di fare la nostra parte mettendo a disposizione l’elemento più prezioso e caratterizzante del Giro Donne, la Maglia Rosa”, afferma Roberto Ruini, Direttore del Giro Donne e fondatore di PMG Sport/Starlight. “Ritengo che lo sport, per sua stessa natura, possa e debba dare segnali importanti a favore della pace, dell’accoglienza e della fratellanza globale. Siamo certi che anche le atlete che avranno la fortuna di indossarla proveranno lo stesso sentimento di onore e orgoglio”.
Una partnership che unisce sport e solidarietà e che esprime la vicinanza di PMG Sport/Starlight, all’attività dell’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati, due volte insignita del Premio Nobel per la Pace, presente in 135 Paesi e impegnata con 100 milioni di persone, per la maggior parte donne e bambini.
“Siamo estremamente lieti del supporto che il Giro Donne ha deciso di riconoscere a UNHCR e che insieme si possa celebrare, anche attraverso lo sport, il coraggio di milioni di donne e uomini costretti a fuggire da guerre, persecuzioni e violenze. Ognuno di loro ha bisogno di protezione e ciò significa sicurezza ma anche opportunità di esprimere liberamente il proprio talento. In questo senso lo sport assume un valore fondamentale”, afferma Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
La consegna ufficiale della Maglia Rosa del Giro Donne 2022 a UNHCR si terrà lunedì 20 giugno in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato durante la tavola rotonda dal titolo Rifugiati, dall’asilo all’integrazione: partnership e soluzioni innovative per una crisi senza precedenti che si terrà al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi a Roma.
Il Giro Donne 2022, la più prestigiosa competizione a tappe nel panorama del ciclismo femminile prende il via il 30 giugno da Cagliari per terminare a Padova il 10 luglio dopo aver attraversato Sardegna, Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto. Un percorso di 1.000 km che vedrà contendersi la Maglia Rosa 144 atlete delle migliori 24 squadre al mondo.
Flamingo Loophole: arrampicata inclusiva lungo la rotta balcanica
Flamingo Loophole. Lungo la rotta balcanica, dopo lo sportello sociale per i migranti, un’iniziativa all’insegna dell’inclusione, per la popolazione locale. Ascoltiamo Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope.
Parte la Dolomiti for Duchenne: previsti circa 230 cicloamatori a sostegno della ricerca
Dolomiti for Duchenne: Parte oggi, in Val Pusteria, il grande evento solidale di mountain bike che sostiene la ricerca sulla distrofia muscolare. Previsti circa 230 partecipanti: ogni giorno gli appassionati di 2 ruote potranno scegliere tra 3 percorsi con difficoltà diverse in base alle proprie esigenze.
Ritorna, nella favolosa cornice della Val Pusteria, per una quarta edizione molto attesa, Dolomiti for Duchenne (DXD), l’evento di 3 giorni non competitivo in mountain bike organizzato da Parent Project aps, l’associazione di pazienti e genitori di bambini e ragazzi con la distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
L’evento si svolgerà dal 16 al 19 giugno, avrà come base il Comune di Villabassa-Niederdorf, con il quale viene rinnovata ancora una volta una collaborazione preziosa, e prevede la partecipazione di circa 230 persone.
Ogni giorno gli appassionati di 2 ruote potranno scegliere tra 3 percorsi diversi – lungo, medio e corto, in base alle proprie esigenze – per immergersi nelle stupende montagne dolomitiche. In comune, l’obiettivo di contribuire a sostenere la ricerca sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker, grave patologia genetica rara che si manifesta nell’infanzia e non ha ancora una cura.
Verranno rispettate tutte le norme e precauzioni legate alla situazione sanitaria. La comunità di Parent Project sarà rappresentata da numerosi giovani pazienti, famiglie, volontari che saranno il vero cuore della manifestazione.
Il programma comprenderà momenti dedicati agli accompagnatori “non ciclisti” che partecipano a DXD: ogni giorno saranno organizzati, per chi lo desidera, gradevoli percorsi di escursionismo a piedi per esplorare il territorio.
L’evento prenderà il via giovedì 16 alle 19, con la prima cena di accoglienza. Le giornate del venerdì e del sabato prevederanno una scaletta comune. La partenza sarà al mattino per tutti i biker e gli escursionisti; il rientro degli atleti nel pomeriggio sarà accompagnato da un momento di ristoro e da un massaggio, per chi lo desidera; alla sera ci si ritroverà nella palestra comunale per la cena e una serata di condivisione, con momenti di informazione e di intrattenimento a cura di Parent Project.
La domenica i percorsi saranno più brevi e ci si ritroverà tutti in piazza Von Kurz per le premiazioni e la festa finale. Tutti gli aggiornamenti e i dettagli saranno disponibili sui siti e sui canali social di Parent Project e del Dys-Trophy Tour.
Dolomiti for Duchenne è la tappa conclusiva del Dys-Trophy Tour, circuito di eventi in mountain bike. Il circuito prevede eventi di ogni categoria, dalle Marathon fino alle pedalate ecologiche, per permettere ad ogni tipologia di biker di partecipare.
Sul sito web dedicato al circuito www.dystrophytour.it ogni biker può attivare un proprio profilo attraverso il quale si possono effettuare le donazioni e nel quale sono raccolte tutte le informazioni sportive e di raccolta fondi del singolo atleta (o dell’intera squadra).
Parent Project aps è un’associazione di pazienti e genitori con figli affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker. Dal 1996 lavoriamo per migliorare il trattamento, la qualità della vita e le prospettive a lungo termine dei nostri bambini e ragazzi attraverso la ricerca, l’educazione, la formazione e la sensibilizzazione. Gli obiettivi di fondo che ci hanno fatto crescere fino ad oggi sono quelli di affiancare e sostenere le famiglie dei bambini che convivono con queste patologie attraverso una rete di Centri Ascolto, promuovere e finanziare la ricerca scientifica al riguardo e sviluppare un network collaborativo in grado di condividere e diffondere informazioni chiave.
Si chiude oggi il progetto Next: promuovere la coesione attraverso lo sport
Next: si chiude oggi a Roma il progetto europeo che è sceso in campo per promuovere coesione e benessere, attraverso lo sport. Il servizio di Elena Fiorani.
Il progetto europeo NEXT si chiude con una Conferenza finale, cui prenderanno parte i rappresentanti dei 5 paesi partner Italia, Romania, Croazia, Germania e Spagna. In due anni di attività sono state studiate e condivise buone pratiche rivolte agli abitanti delle nostre città, affinchè nei diversi quartieri o nei condomini, aumenti il benessere fisico attraverso la condivisione di spazi ed esperienze, con l’obiettivo di costruire comunità che vivono meglio.
Le iniziative sperimentate per primi dai Comitati Uisp di Reggio Emilia, Sassari e Firenze sono arrivate in Europa come modello per la promozione di attività fisica in ambiti di prossimità e sono quindi state sviluppate anche negli altri Paesi coinvolti.