Sport a tutti gli effetti. Il gioco da bar italiano più popolare, rumoroso e divertente, ha finalmente ricevuto il riconoscimento ufficiale del CONI. Il biliardino, o calcio balilla, è stato inserito tra le 371 specialità del Registro nazionale delle associazioni e società sportive dilettantistiche.
Il calcio balilla entra nell’Olimpo della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali. Il Consiglio nazionale del Coni, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, nel corso dell’ultima riunione tenutasi al Foro Italico ha approvato, con voto unanime dei presenti, la delibera che integra l’elenco delle discipline sportive ammissibili per l’iscrizione al Registro nazionale delle associazioni e società sportive dilettantistiche allo sport “Giochi e sport tradizionali”. La decisione del Consiglio nazionale del Coni è stata commentata con “grandissima soddisfazione” dal presidente della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, Enzo Casadidio.
“Finalmente tra le straordinarie specialità che rappresentano le nostre tradizioni possiamo inserire anche il calcio balilla – sottolinea il presidente della Figest, Enzo Casadidio – E’ stato un percorso sicuramente non facile ma la costanza, la passione e la dedizione dei membri della nostra Federazione che hanno sostenuto questa impresa, alla fine è stata premiata a dispetto dei tanti detrattori e dei tanti che ritenevano impossibile quanto è stato fatto. La Figest, ancora una volta, si schiera a favore dello sport per tutti e, soprattutto, dello sport di tutti. Adesso, come per le altre discipline, anche per il calcio balilla inizia un percorso nuovo sull’onda della serietà fino ad oggi dimostrata. Lasciamo le chiacchiere ed altri e ci dedichiamo, come sempre, ai fatti ma con senso di appartenenza a una federazione che vanta valori saldi e veri quanto quelli dello sport”.
Sport underground: il festival internazionale Eden Prototype a Bologna
La festa dell’innovazione. Parkour, circo, arrampicata: a Bologna si celebra lo sport underground. Il servizio di Elena Fiorani.
Torna, per la nona edizione, Eden Prototype, il festival internazionale dello sport underground che raduna appassionati e atleti da tutta Europa. E per il 2022 raddoppia, dividendosi tra San Lazzaro di Savena e Bologna. Fino a domenica tre giorni di allenamenti liberi, workshop e talk per promuovere numerosi sport come il parkour, le arti circensi, l’arrampicata, lo skate e molti altri, seguiti da istruttori di alto livello.
L’evento è destinato sia a praticanti esperti che a principianti di tutte le età, ma anche a chiunque sia curioso di cimentarsi in nuove discipline con l’obiettivo di mettersi in gioco. L’evento sarà seguito dallo spin off “Urbana” sempre a Bologna, il 14 e 15 maggio, due giornate dedicate totalmente allo skate.
Sport e riqualificazione urbana: inaugurato a Roma il primo Sky Park
Sport sui tetti: è stato inaugurato a Roma, nel quartiere periferico del Casilino, il primo Sky Park della Capitale, il gigantesco tetto scoperto di un parcheggio multipiano in disuso è diventato una “piazza” a disposizione della collettività. Si tratta di un progetto di riqualificazione urbana che coniuga socialità, cultura e sport.
Fare sport, guardare uno spettacolo o semplicemente incontrare gli amici “sfiorando” il cielo, nell’abbraccio dei palazzi di uno dei quartieri periferici più popolati della Capitale, sul gigantesco tetto scoperto di un parcheggio multipiano in disuso: è in una “piazza” che non c’era e che ora è a disposizione della collettività il Casilino Sky Park, grande progetto di riqualificazione urbana che coniuga socialità, sport, cultura e street art, inaugurato oggi nel V municipio di Roma, tra i quartieri Alessandrino, Centocelle, Torre Maura e Torre Spaccata, alla presenza del sindaco Gualtieri.
Primo sky park italiano, ideato e realizzato da Fusolab, con il sostegno di IGT, in collaborazione con l’associazione a.DNA, LifeGate e IGD, il progetto aprirà ufficialmente il prossimo 2 giugno per offrire a prezzi accessibili (ma per alcune categorie è prevista l’esenzione completa) una serie di attività sportive e culturali, destinate soprattutto ai più giovani.
Già a un primo colpo d’occhio, l’area è impressionante: se lo sguardo spazia verso la città che si apre tutta intorno, ‘sotto i piedi’ ci sono oltre 3800 mq completamente open air (al quarto piano di un parcheggio ora riqualificato, a ridosso di un centro commerciale), dotati di campi sportivi per praticare padel, pickleball, calcetto, street basket, pattinaggio, skateboard e parkour, di una palestra e zone dedicate alla ginnastica a corpo libero, crossfit e calisthenics, di spazi per attività ludico-ricreative con didattica innovativa per i più piccoli (si pensa anche di accogliere i bambini seguiti dai centri sociali e quelli in arrivo dall’Ucraina), di un’arena estiva che ospiterà spettacoli musicali e teatrali, cinema e presentazioni di libri, oltre ad aree per socialità, coworking, bar e ristoro. Accanto alla funzionalità e all’approccio inclusivo, il Casilino Sky Park, promuove anche la street art in modo sostenibile, grazie alla partecipazione di tre artisti di fama internazionale, Alice Pasquini, che ha firmato le superfici verticali usando Airlite, tecnologia che si applica come una pittura e che contribuisce a purificare l’aria, Giulio Vesprini e Uno, che hanno dipinto la loro arte sui campi da gioco e il tracciato panoramico perimetrale (le opere sono a cura di Mirko Pierri di a.DNA project).
E di certo, in questa periferia che rifiuta il concetto di margine e rivendica bellezza, sono proprio i ragazzi di Fusolab a fare la differenza, con la passione inesauribile e la grande voglia di fare: saranno loro a gestire un progetto che ambisce a numeri importanti (per il primo anno si stima un flusso pari a 60 mila presenze, con una crescita annua di 20 punti percentuali fino a raggiungere stabilmente i 100.000 visitatori) e che punta a raccogliere attorno alla propria energia tutti i cittadini del V municipio.
“Abbiamo davvero iniziato dal basso, al piano -1 in uno scantinato del Prenestino, e ora abbiamo realizzato un assalto al cielo: è bello vedere che le cose possono succedere, qui c’è tutto il nostro gruppo, siamo ragazzi di periferia che questi quartieri li hanno vissuti”, ha raccontato Dario Minghetti, presidente di Fusolab. “Sostegno e valorizzazione del patrimonio culturale, aggregazione e inclusione, promozione della street art e sostenibilità: il progetto rappresenta tutto ciò in cui crediamo. Aprire una piazza due giorni dopo la data che segna la fine di due anni orribili di pandemia è una bella coincidenza”, ha aggiunto Fabio Cairoli, Ceo IGT Global Lottery.
Dossier Terre di Mezzo: boom dei camminatori nel 2021
Buoni passi. La quinta edizione del dossier di Terre di Mezzo descrive il boom dei camminatori nel 2021, quando si è tornati a praticare in Italia più di quanto si facesse prima della pandemia. Lo scorso anno lo hanno fatto complessivamente almeno 80mila persone, mentre si è assistito alla nascita di nuovi percorsi, sempre più strutturati e attivi.
Le risposte on line rivelano che il 24 per cento di chi fa un Cammino non chiede la credenziale. Incrociando i dati possiamo quindi dire che nel 2021 si sono messe in cammino complessivamente (con o senza Credenziale) almeno 80mila persone.
Nel 2021 assistiamo in Italia non solo a una crescita del numero di persone che si mettono in cammino, ma anche alla nascita di nuovi Cammini, sempre più strutturati e attivi. Per la redazione di questo dossier, Terre di mezzo ha contattato le associazioni e gli enti impegnati nella gestione e valorizzazione di 79 Cammini. Sono 49 i Cammini sui quali c’è una registrazione delle Credenziali distribuite, mentre su altri 20 le Credenziali sono distribuite ma non registrate e per 10 non è prevista invece alcuna Credenziale.
Sono 14, in particolare, quelli che hanno iniziato la distribuzione della Credenziale proprio negli anni più difficili della pandemia (2020 e 2021): il Cammino francescano della Marca, il Cammino di Don Tonino, Le Vie del Viandante, la Via dei Lupi, il Cammino del Salento, il Cammino dei Borghi Silenti, il Cammino del Deserto, il Grande Cammino del Monferrato, il Cammino degli Aurunci, la Via dei Gessi e dei Calanchi, Kalabria Coast to Coast, la Via Vandelli, il Cammino di San Giacomo in Sicilia e il Cammino di Dante nel Casentino.
Sono 1.821 coloro che hanno risposto al questionario online lanciato da Terre di mezzo Editore tra marzo e aprile 2022, per ricostruire l’identikit, le scelte e i bisogni dei camminatori in Italia. Ecco in sintesi i risultati.
Il 21% è al suo primo cammino. E quello di Santiago è in cima ai pensieri di tutti: è al primo posto infatti tra gli itinerari scelti da chi è partito l’anno scorso (anche da chi era alla sua prima esperienza da pellegrino) ma anche per chi intende in futuro cimentarsi in un Cammino. Seguono la Via Francigena, la Via degli Dei e il Cammino nelle Terre mutate.
Anche se viviamo nell’era del web, il 32% ha conosciuto il Cammino che poi ha deciso di percorrere tramite il passaparola, il 29% da siti internet e il 16% dai social network.
Sono molti i motivi per cui ci si mette in viaggio a piedi (qui era possibile segnare più di una risposta al questionario): nella metà dei casi è l’occasione per conoscere il territorio e (anche) per il proprio benessere mentale o emotivo; ma nel 30% dei casi chi parte ha bene in mente il desiderio di fare una nuova esperienza.
Nota particolare: sulle motivazioni i “neofiti” (coloro che sono alla loro prima esperienza) e i “veterani” (coloro che hanno alle spalle già uno o più Cammini) un po’ si differenziano: per i neofiti la spinta a partire viene, nell’ordine, dalla ricerca del proprio benessere mentale, poi dal desiderio di fare una nuova esperienza e dalla voglia di stare a contatto con la natura. La scoperta dei territori viene al quarto posto.
Che siano neofiti o veterani, la stragrande maggioranza sostiene di aver tratto beneficio dal cammino. Il 40% ha camminato nella propria regione o in regioni vicine.
I piedi rimangono “il mezzo” principale sui Cammini d’Italia. Solo il 4% ha scelto la bicicletta.
I mesi estivi sono stati i più gettonati, complice la pandemia che anche nel 2021 ha di fatto “ristretto” l’arco temporale in cui era possibile viaggiare con una relativa tranquillità.
Cresce il numero delle persone che camminano più di 15 giorni (in due anni dal 10% al 18%), o meno di 5 (in due anni dal 10% al 23%).
Il 31% cammina da solo, il 34% in coppia, l’8% in gruppi di 10-30 persone (spesso gruppi accompagnati da guide ambientali). Il 66% parte con una guida in tasca, il 41% con le tracce gps sul cellulare (spesso le due cose vanno insieme).
Il 2021 è l’anno del sorpasso. Sui Cammini d’Italia le donne sono il 50,4% (nel 2020 erano il 44%).
Il camminare affascina trasversalmente tutte le generazioni. Il 66,9%, ha dai 30 ai 60 anni, quindi è sicuramente in età lavorativa, segno che la scelta di un modo lento e sostenibile di viaggiare non è solo per chi ha molto tempo a disposizione. E infatti il 46% dei camminatori è un dipendente full time, mentre il 17% un libero professionista.
Libri, guide, calzature, abbigliamento tecnico, pernottamenti, pranzi, cene: il pellegrino contribuisce a tener viva l’economia soprattutto in alcune zone d’Italia meno frequentate dal turismo di massa. Il 51% spende durante il cammino dai 30 ai 50 euro al giorno, il 16% più di 50 euro, il 22% riesce a stare sotto i 30 euro e il 9% riesce a campare con meno di 20.
Camminare in Italia costa di più che in Spagna, dove la spesa giornaliera si aggira intorno ai 30 euro (dato del 2019). Nel nostro Paese il 38% dei camminatori dorme in B&B, mentre il 22% negli ostelli per pellegrini (che però non sono così diffusi come lungo i cammini che portano a Santiago). Il 39% di chi cammina ritiene infatti che sia necessario aprire strutture più semplici ed economiche e il 32% più ostelli per pellegrini.
Sicuramente il camminatore in Italia risparmia all’ora di pranzo: l’86% opta per un panino veloce o della frutta. Arrivati a destinazione la musica cambia e prevale chi si concede una cena al ristorante o in pizzeria: il 60% sempre, il 24,7% se è previsto un menu per il pellegrino. E del resto, è veramente difficile resistere alla tentazione di gustare le mille specialità e piatti tipici del Belpaese!
Rapporto sport e cittadinanza: ancora disparità tra minori italiani e stranieri
Sport e cittadinanza. Il rapporto di ActionAid evidenzia le troppe disparità ancora esistenti tra minori italiani e stranieri. Ius soli e Ius Culturae sportivo, pur basandosi sull’idea di sport come strumento di inclusione, hanno finito per produrre ulteriori discriminazioni, aumentando la vulnerabilità dei minori senza cittadinanza.
“Il 10 marzo scorso la Figc, con un atto d’urgenza, ha stabilito per i minori provenienti dall’Ucraina la possibilità di essere tesserati nelle società dilettantistiche fino alla fine dell’attuale stagione sportiva. Si è trattato di un provvedimento che ha fatto seguito alle numerose iniziative messe in campo dal calcio italiano come segno di vicinanza concreta al popolo ucraino, così duramente colpito dal conflitto in atto. Tuttavia, l’eccezionalità dell’iniziativa ha messo ancor più in evidenza le disparità esistenti tra minori italiani e stranieri nell’accesso all’attività sportiva”: lo denuncia ActionAid nel suo nuovo rapporto “Sport e cittadinanza. Norme, pratiche e ostacoli”.
“Le regole dello sport, come quelle di qualsiasi altro ordinamento, possono connotarsi per essere inclusive o fautrici di nuove esclusioni e differenze. Nonostante i passi in avanti fatti negli ultimi anni, il cammino è ancora lungo. Il mondo dello sport, professionistico e dilettantistico, insieme a quello dell’attivismo sociale, della politica e delle istituzioni ha il dovere di ragionare su tali questioni affrontandone le problematiche collegate. Lo sport non dovrebbe concedersi di perdere la sua partita più importante: essere il luogo dell’inclusione di tutte le persone. È necessario quindi garantire la possibilità di accedere alla pratica sportiva per tutti, indipendentemente da origine o status giuridico”, afferma Daniela Capalbo, Referente ActionAid per la Campania. Secondo ActionAid il cosiddetto Ius soli sportivo (legge 12/2016) e lo Ius Culturae sportivo (art.1 co. 369 della Legge di Bilancio 2018), pur basandosi sull’idea di sport come strumento di inclusione hanno finito per produrre ulteriori discriminazioni, amplificando la vulnerabilità dei giovani under 18 senza cittadinanza.
Lo Ius soli sportivo prevede che i minorenni che non sono cittadini italiani ma che risiedono regolarmente nel nostro territorio almeno dal compimento del decimo anno di età possano essere tesserati presso le società sportive con le stesse procedure previste per i cittadini italiani. Prima di questa legge, soltanto la Federazione italiana hockey e la Federazione pugilistica italiana avevano adottato disposizioni per equiparare gli atleti. La limitazione al compimento dei dieci anni determina però disparità di trattamento: è il caso, ad esempio, di un minore entrato sul territorio nazionale all’undicesimo o dodicesimo anno di età che si ritrova quindi escluso dai benefici della legge. Un’altra criticità è la questione della “residenza regolare”: anche se il testo non menziona espressamente di che tipo di residenza si tratti, l’aggettivo regolare sembra far riferimento proprio alla residenza anagrafica. Un tema particolarmente spinoso per gli stranieri, perché il suo possesso è legato principalmente alla titolarità del permesso di soggiorno.
Ad affiancare lo Ius soli sportivo e a coprirne parzialmente i limiti è intervenuto lo Ius culturae sportivo che stabilisce che i minori cittadini di paesi non appartenenti all’Unione Europea, anche non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno, possono essere tesserati purché siano iscritti da almeno un anno a una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano. Tuttavia, lo Ius culturae sportivo continua a non essere applicato in tutta la sua portata dato che in molti casi ancora non si consente il tesseramento di figli di genitori irregolarmente presenti sul territorio italiano o che hanno difficoltà a ottenere il certificato di residenza anagrafica.
Hygge: una palestra innovativa per minori con disturbi neuromotori e relazionali
Alla scoperta di nuove abilità. A Rovato, nel bresciano, inaugurata Hygge, un’innovativa palestra per la riabilitazione integrata di bambini e ragazzi con disturbi neuromotori e psicorelazionali. La sua caratteristica è la presenza di spazi per l’arrampicata, la camminata, l’esplorazione e per la valutazione del corretto coordinamento dei gesti.
Sono queste le caratteristiche della nuova area riabilitativa del Centro “Spalenza – Don Gnocchi” di Rovato (BS), dedicata alla presa in carico integrata di bambini e ragazzi con disturbi neuromotori e psicorelazionali. Una innovativa palestra per la riabilitazione pediatrica, che ha l’angolo dell’arrampicata e quello della camminata, lo spazio per l’esplorazione e quello per la valutazione del corretto coordinamento dei gesti. Ciascun allestimento stimola l’esplorazione e l’espressione delle abilità sensori-motorie specifiche del bambino. Durante la seduta ciascun bambino viene seguito secondo un programma riabilitativo personalizzato, con l’elaborazione di un trattamento mirato alla rimodulazione integrata delle proprie abilità. Tutta la palestra è progettata per offrire ai piccoli pazienti un ambiente ludico e accogliente dove sentirsi a proprio agio e partecipare attivamente al percorso riabilitativo proposto dai terapisti.
Il dottor Maurizio Vincenzo Falso, medico fisiatra e responsabile del Servizio di Riabilitazione del Centro, spiega che «la palestra Hygge offre ai nostri terapisti dell’età evolutiva l’opportunità di lavorare in un ambiente accogliente e stimolante, che si adatta ad ogni esigenza psicomotoria e relazionale dei piccoli pazienti, sviluppando la loro creatività e trasformando la seduta fisioterapica in un momento divertente e quindi ancora più efficace dal punto di vista riabilitativo».
Lo staff della palestra Hygge è coordinato dalla fisioterapista Federica Mola e condotto dalle fisioterapiste dell’età evolutiva Lara Vanoli, Sara Bignotti e Rachele Cordioli. La realizzazione di questo progetto è stata resa possibile da Poliortopedia Brescia, che ha donato la messa in opera e l’allestimento della palestra. Hygge vuole offrire alle famiglie e alle strutture ospedaliere della provincia di Brescia un Centro riabilitativo di riferimento per la presa in carico globale del bambino affetto da disabilità: l’intero staff clinico-riabilitativo della palestra collabora ed interagisce quotidianamente con figure trasversalmente coinvolte nella cura dei bambini come neuropsichiatri, ortopedici pediatrici, neurochirurghi e istituzioni scolastiche. All’attività riabilitativa della palestra, inoltre, è stata affiancata la presenza in struttura di un ambulatorio fisiatrico dell’età evolutiva e delle patologie dell’accrescimento e del rachide, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale.
“Sportpertutti, non basta dirlo”: l’Uisp ricorda Gianmario Missaglia con un libro
“Sportpertutti, non basta dirlo”, è il titolo del libro con cui l’Uisp ricorda Gianmario Missaglia, a 20 anni dalla scomparsa. Il servizio di Elena Fiorani.
Il 1 maggio del 2002 se ne andava un precursore della cultura dello sport per tutti nel nostro Paese: Gianmario Missaglia è stato presidente nazionale Uisp dal 1986 al 1998, impegnato nella divulgazione, nella comunicazione, nelle reti sociali che, in prima persona, contribuì a costruire, dal Forum del terzo settore a Libera.
Fu Missaglia a guidare l’Uisp nel delicato passaggio dallo “sport popolare” allo “sport per tutti”, e a portare nel 1996 Vivicittà a Sarajevo, città martire della guerra nell’ex Jugoslavia. L’associazione dello sportpertutti lo ricorda con una pubblicazione che raccoglie quattro suoi libri e con una diretta Facebook, domenica 1 maggio, cui interverranno dirigenti del terzo settore, giornalisti, storici, insieme alla moglie e al figlio.
Svolta storica nel calcio femminile: le giocatrici di Serie A passano al professionismo
Trovati un lavoro. Da luglio le calciatrici di Serie A diventeranno le prime atlete professioniste nella storia dello sport italiano. Finora lo sport femminile italiano era inquadrato come dilettantistico. Con questo passaggio tutte le tesserate potranno godere di tutele e compensi.
Nel consiglio federale di martedì la Federazione calcistica italiana (FIGC) ha completato il passaggio al professionismo del movimento femminile. Dal primo luglio la Serie A — il massimo campionato nazionale — diventerà quindi un torneo professionistico a tutti gli effetti e si verrà a creare una vera e propria professione a norma di legge, quella di calciatrice. Per la prima volta nella storia dello sport italiano, ci saranno delle atlete professioniste.
Finora tutto lo sport femminile italiano operava fuori dal professionismo e il calcio era inquadrato come dilettantistico. Di conseguenza i compensi di giocatrici e dipendenti delle squadre venivano elargiti sotto forma di rimborsi e accordi privati. Inoltre, pur svolgendo di fatto un lavoro a tempo pieno, l’assenza di veri e propri contratti di lavoro non garantiva compensi previdenziali, tutele assicurative e contrattazioni collettive.
Con il passaggio al professionismo — consentito e agevolato dalla legge di bilancio votata due anni fa, ma rallentato dagli effetti della pandemia — tutele e compensi verranno ampliati a tutte le tesserate.
In Italia il riconoscimento del professionismo, ovvero la scelta di aderire o meno al settore professionistico e al Comitato olimpico, spetta alle singole federazioni sportive. Dopo il successo dei Mondiali in Francia del 2019, in cui la Nazionale femminile era arrivata ai quarti di finale, il presidente della FIGC Gabriele Gravina aveva detto di essere al lavoro ma di avere anche bisogno di tempo, dato che il professionismo richiedeva il raggiungimento di una sostenibilità economica diffusa tra squadre e campionati.
Negli ultimi anni l’ingresso dei club storicamente maschili nei campionati femminili italiani aveva aumentato notevolmente l’interesse del pubblico, soprattutto sulla Serie A, che nel tempo ha guadagnato nuovi sponsor e contratti televisivi. La FIGC, inoltre, finanzia il movimento con 3 milioni e mezzo di euro all’anno. Tuttavia, il campionato di Serie A è formato ancora da diverse piccole società che dovranno essere sostenute, almeno inizialmente, per reggere l’impatto dei nuovi costi.
Caso Peng Shuai: sospesi tutti gli eventi in Cina nel 2022
Caso aperto. L’organizzazione mondiale del tennis femminile sospenderà tutti gli appuntamenti previsti in Cina nel 2022 per spingere il governo di Pechino a indagare sulla vicenda della tennista Peng Shuai, che lo scorso novembre era scomparsa per tre settimane dopo aver rivolto accuse di violenze sessuali contro un importante politico cinese.
Dopo le accuse all’ex vicepremier Zhang Gaoli, Peng aveva smentito quanto detto in precedenza, in maniera però elusiva e poco convincente, e molti avevano sostenuto che ci fossero state forti pressioni del governo cinese. Il caso aveva generato un grande scandalo in Cina e all’estero. Steve Simon, l’amministratore delegato della WTA, ha detto che la sua organizzazione non tornerà in Cina fino a quando il governo cinese non avvierà indagini formali sulle accuse di Peng e non dimostrerà in modo «verificabile» che la tennista sia libera di parlare senza interferenze o intimidazioni.
Fondazione Maratona Alzheimer: al via programma di attività dedicato a sostegno e cura
Sostegno e cura. La Fondazione Maratona Alzheimer avvia un programma di attività dedicato alla ricerca e ai diritti delle persone affette da questa malattia. L’obiettivo è la realizzazione del progetto Caffè Alzheimer Diffuso, con una rete di associazioni sul territorio nazionale.
Da aprile fino a settembre prossimo, la Fondazione sarà impegnata a organizzare e promuovere iniziative, dalla formazione alla raccolta fondi per la cura e la ricerca, destinate a richiamare l’attenzione della società civile e dei decisori sul tema dei diritti delle persone con Alzheimer, in quella che dovrebbe essere la stagione delle riforme del Servizio Sanitario Nazionale secondo le strategie del PNRR. Tra le più attese, alla luce delle criticità che la pandemia ha evidenziato e dopo il prezzo pagato dalle persone con Alzheimer nei due anni di Covid, c’è la nuova gestione della non autosufficienza, una riforma non ulteriormente procrastinabile.
Per la Fondazione Maratona Alzheimer si tratta di ribadire quanto già espresso, a settembre 2021, con il lancio della Petizione nazionale per il diritto alla cura delle persone con l’Azheimer che è stata consegnata al Ministro per la Salute, Roberto Speranza, e che ha raccolto oltre 31mila firme. Con questo documento la Fondazione chiedeva fossero recepiti nel PNRR i nove punti ritenuti fondamentali per un nuovo assetto dei servizi destinati alle persone con Alzheimer che hanno necessità di cura e assistenza diverse e superiori, rispetto ad altre non autosufficienze, per le caratteristiche evolutive proprie della malattia.
Il nuovo programma della Fondazione si inaugura il 27 e 28 aprile, a Bertinoro, con due giorni di formazione e confronto dedicati al Caffè Alzheimer, un servizio gratuito e sussidiario che si inserisce nella rete dei servizi socio sanitari.
Il corso di formazione è la necessaria premessa alla realizzazione del progetto “Caffè Alzheimer Diffuso”, sostenuto dalla Fondazione Roche, per il quale la Fondazione Maratona Alzheimer, oltre ad assicurare un supporto economico in tre anni, ha promosso una rete di associazioni sul territorio nazionale, con particolare attenzione alle aree più svantaggiate. È grazie infatti alla Fondazione Maratona Alzheimer se si potranno organizzare i Caffè Alzheimer nei Comuni di S. Ginesio, nella provincia di Macerata, zona colpita dal terremoto nel 2016, di Pizzo Calabro e di Messina. Le associazioni che prenderanno parte al progetto del “Caffè Alzheimer Diffuso”, coordinate da Amici di Casa Insieme ODV, con l’impegno ulteriore della Fondazione Maratona Alzheimer, sono già diventate 20, dalle prime 13 iscritte. I primi caffè sono previsti all’inizio del mese di maggio. Il corso di formazione in presenza si svolgerà nella sede del CEUB, Centro Residenziale Universitario di Bertinoro. Si inizia il 27 aprile, dopo il saluto della sindaca Gessica Allegni alle 14, con un calendario di interventi dedicati di Stefano Montalti, Presidente Fondazione Maratona Alzheimer, del Dott. Andrea Fabbo, responsabile progetto Demenze Regionale; del Prof. Rabih Chattat, Università di Bologna e del Prof. Marco Trabucchi, Presidente della Associazione Italiana di Psicogeriatria.
Alle 16,50 la Fondazione Maratona Alzheimer presenterà il suo nuovo logo e alle 17.30 si svolgerà la lectio magistralis della Prof.ssa Laura Calzà. Direttrice della Fondazione IRET Onlus. Alle 18,15 la consegna a IRET dell’assegno di 15mila euro per le ricerche sulla prevenzione secondaria da parte della Rete per la ricerca che unisce Associazioni, Aziende, Fondazione Maratona Alzheimer e runner solidali.
Il 28 aprile, invece, si entrerà nel vivo dell’organizzazione e gestione dei Caffè Alzheimer. L’iniziativa consentirà ai partecipanti l’accredito di 9 Crediti formativi ECM per psicologi (in allegato il programma delle due giornate).
I primi appuntamenti del “Caffè Alzheimer diffuso” sono in calendario a partire dal mese di maggio e gli incontri si svolgeranno su tutto il territorio nazionale, dall’Emilia Romagna fino alla Calabria e alla Sicilia. L’obiettivo è quello di supportare le associazioni nell’organizzazione di un modello coordinato e condiviso di Caffè Alzheimer che consenta di aumentare il grado di consapevolezza del ruolo che questi incontri possono svolgere se inseriti, adeguatamente, nella rete dei servizi. Un progetto che è stato accolto con grande interesse dalle associazioni, soprattutto dopo il lungo periodo di sospensione delle attività a causa della pandemia. Un modello quindi che, oltre a garantire un maggior benessere al caregiver, colloca il paziente al centro di una cura che si fa personalizzata e che tiene conto delle reali condizioni del paziente e della sua famiglia.
La Fondazione è inoltre impegnata nello sviluppo di una rete di associazioni per il sostegno alla Cura Domiciliare e la Prevenzione, nella realizzazione del primo Centro studi e documentazione Alzheimer in Italia e conferma, per il prossimo settembre, la Mezza Maratona e la Marcia Alzheimer per i diritti a Cesenatico e la Maratona Alzheimer in 100 piazze dei borghi e delle città d’Italia. La Fondazione Maratona Alzheimer parteciperà ad Exposanità, in calendario a Bologna dall’11 al 13 maggio prossimi.