Economia
È quanto emerge da una ricerca dell’Asvis presentata a Roma. Il servizio di Giuseppe Manzo.
“Il 70% degli italiani (1) è favorevole alle politiche per lo sviluppo sostenibile e oltre il 75% è preoccupato per i fenomeni globali, tra cui degrado ambientale, sicurezza alimentare, guerre e globalizzazione. La risposta a queste preoccupazioni farà la differenza anche in termini elettorali”. Lo ha detto Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), cui aderiscono oltre 140 organizzazioni, istituzioni e reti della società civile, che ha riunito a Palazzo Giustiniani importanti esponenti dei maggiori partiti e movimenti politici per un dibattito sul tema.
Sempre ieri sono arrivati i dati sulla disoccupazione giovanile che torna a volare oltre il 40% mentre quella generale resta inchiodata al 12. E proprio sulla possibilità di dare opportunità alle nuove generazioni continuano le esperienze di workers buyout come la cooperativa Arbizzi che, nel reggiano, ha rilevato l’omonima azienda dal titolare, intenzionato ad abbandonare l’attività pur essendo privo di eredi. Lo strumento, noto per i salvataggi durante la crisi, si rivela così utile anche per risolvere uno dei problemi fondamentali di un capitalismo, quello italiano, caratterizzato dalla presenza di tante aziende familiari destinate alla chiusura
Società
I
n Sicilia, grazie all’impegno di una rete sociale di cittadini e associazioni, nasce l’ecomuseo di Gela, un’istituzione culturale diffusa sul territorio e progettata dal basso. Obiettivo dell’iniziativa: promuovere la cura dei beni comuni e sviluppare legami di comunità.
Il “Comitato per la costituzione dell’Ecomuseo del Golfo di Gela è formato da associazioni che storicamente si occupano della difesa e promozione dei beni culturali. Hanno sottoscritto il protocollo d’intesa: l’Archeoambiente, il Gruppo Archeologico Geloi, il Club Unesco, la Pro Loco di Gela, il Centro culturale e di spiritualità cristiana”Salvatore Zuppardo”, il MoVI di Gela e l’associazione “Amici di Antifemo ed Entimo”.
L’ecomuseo è un’ istituzione culturale che assicura in modo permanente, su un dato territorio, le funzioni di ricerca, presentazione, valorizzazione di un insieme di beni naturali e culturali, rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita che vi si succedono, con la partecipazione della popolazione stessa. Un ecomuseo è un’istituzione che gestisce, studia, esplora con fini scientifici, educativi e culturali in genere, il patrimonio globale di una certa comunità, comprendente la totalità dell’ambiente naturale e culturale di questa comunità.
Se un museo tradizionale espone una collezione, un ecomuseo esprime il patrimonio culturale di una comunità o; mentre un museo è collocato all’interno di un edificio, un ecomuseo è diffuso sul territorio; mentre un museo si rivolge a un pubblico, un ecomuseo parla a una popolazione; il primo è pensato dall’alto e a tavolino, il secondo viene progettato “dal basso” e condiviso.
L’obiettivo della rete nata in seno a “Cantiere Gela” dunque ha tra le sue finalità la promozione del protagonismo culturale dei cittadini nella cura dei beni comuni e nello sviluppo delle relazioni e dei legami di comunità. Si favorirà l’incontro tra cultura e processi di rigenerazione urbana, promuovendo la conoscenza, la comprensione, la responsabilizzazione e la cura del territorio.
Si realizzeranno iniziative di ricerca e valorizzazione dei luoghi coinvolgendo i cittadini come portatori di conoscenza, esperienza e creatività..
Diritti
40 profughi siriani sono sbarcati a Roma grazie al progetto dei corridoi umanitari. Ascoltiamo Daniela Pompei, responsabile del settore immigrazione della Comunità di Sant’Egidio che ha promosso l’iniziativa insieme a Tavola Valdese e Federazione Chiese evangeliche.
(sonoro)
Cultura
A Padova dal 1 febbraio al 5 marzo sarà possibile assistere alla rassegna di film, spettacoli e dibattiti per approfondire il dialogo interreligioso. L’iniziativa, promossa dal Centro Universitario e dal CSV, propone 14 appuntamenti e una mostra d’arte.
Internazionale
Un’indagine internazionale indipendente delle Nazioni Unite per fare luce sulle uccisioni legate alla lotta alla droga e al narcotraffico intrapresa dal presidente delle Filippine Rodrigo Duterte. È quello che chiede Human Rights Watch sugli oltre 7000 omicidi commessi dal primo luglio ad oggi, per i quali non è stato perseguito neanche un agente di polizia.
Si calcola che negli ultimi sette mesi la polizia filippina abbia ucciso 2.551 tossicodipendenti sospetti e spacciatori. Secondo fonti ufficiali, si tratta di “sospetti che hanno resistito all’arresto”, ma non ci sono prove che gli agenti abbiano agito per legittima difesa. Ci sarebbero inoltre altri 3.603 omicidi di “uomini armati non identificati”.
Economia
Bottoni, merletti, cinture e altri accessori saranno realizzati con la stampante 3D dalla sartoria sociale Al Revés di Palermo. Grazie alla macchina sarà possibile avviare in collaborazione con il consorzio Arca dei corsi sperimentali che impegneranno giovani italiani e stranieri in condizioni di disagio sociale.
Società
Le squadre dei vigili del fuoco impegnate nei soccorsi nelle zone colpite dal sisma vincono il premio internazionale World of Firefighters 2016. Il servizio di Giordano Sottosanti.
Nei momenti di difficoltà l’Italia ha sempre dato, a se stessa e al mondo, grandi prove di spirito comunitario, mettendo in campo le sue migliori eccellenze. Così è stato anche a seguito dei terremoti che dal 24 agosto scorso hanno colpito il Centro Italia, in cui la mobilitazione e l’impegno dei nostri vigili del fuoco non è passata inosservata, al punto da meritarsi il prestigioso premio World of Firefighters, riconoscimento internazionale dedicato ai vigili del fuoco che si sono particolarmente distinti, a livello mondiale, in interventi di soccorso. Il premio è stato assegnato durante una cerimonia a Ulm, in Germania, accolto da un boato di apprezzamento da parte del pubblico, in piedi per applaudire e rendere omaggio alla coraggiosa e complessa attività svolta in questi mesi dai vigili del fuoco italiani.
Sport
“Nessuno è illegale per giocare a pallone!” è lo slogan della campagna che mira ad abrogare e modificare due punti delle Norme Organizzative Interne Figc che creano grandi difficoltà alle società sportive nel percorso di tesseramento di atleti extra-comunitari. Quello che dovrebbe essere un semplice tesseramento federale si rivela, infatti, un percorso ad ostacoli che spesso conduce ad esiti negativi.
Le problematiche riguardano l’articolo 40 comma 11 del NOIF (Norme Organizzative Interne della FIGC) che doveva essere abrogato già da diversi anni ma risulta ancora vigente.
Due punti in particolare rendono quest’articolo discriminatorio:
Art 40 quater comma 1.1 punto b NOIF: prevede come vincolo al tesseramento un permesso di soggiorno che non scada in data precedente al 31 gennaio dell’anno successivo all’inizio della stagione calcistica
“copia del permesso di soggiorno che dovrà avere scadenza non anteriore al 31 gennaio dell’anno in cui termina la stagione sportiva per la quale il calciatore/calciatrice richiede il tesseramento”
Art 40 quater comma 1.1 punto c NOIF: prevede come vincolo al tesseramento, la residenza nel comune in cui l’atleta pratica attività sportiva “certificato di residenza in Italia”
L’ arbitrarietà e la natura discriminatoria di queste norme sono evidenti. Porre come condizioni necessarie al tesseramento la data di arrivo nel nostro paese, a cui è legato il rinnovo del permesso di soggiorno, o il fatto di abitare in uno di quei comuni dove ai richiedenti asilo si concede la residenza e non solo il domicilio, fa si che per causa del tutto slegate dalla idoneità sportiva, un calciatore possa partecipare ai campionati federali ed un altro no.
Si vengono a creare limpidi casi di discriminazione razziale. Ragazzi e atleti che si allenano tutte le settimane si vedono costretti a guardare i propri compagni di squadra dalla tribuna a causa del paese di origine e questo non è accettabile.
A tutti dev’essere garantito il libero accesso alle discipline sportive, senza distinzione di credo, di colore, o di etnia. “We want to play” significa questo. Rivendicare per tutti la pari accessibilità allo sport e l’inalienabilità del diritto che vi si associa: il diritto al gioco.
Per questi motivi chiediamo la concreta e perentoria modifica delle norme presenti nelle carte Federali al fine di eliminare situazioni prive di ragionevoli motivi di sussistenza che creano ingiustificate preclusione all’attività sportiva dei giocatori stranieri.
Diritti
La Campagna L’Italia sono anch’io punta il dito contro il Senato che continua a nascondere nel cassetto la legge sul diritto di cittadinanza. Ian Ssali della Rete G2. (sonoro)
Sport
Partito il contest grafico del Centro sportivo italiano rivolto ai ragazzi delle società sportive di tutta Italia. Basta inviare foto o disegni che raccontino la propria passione. Si può partecipare fino al 15 febbraio, tutti i partecipanti sono invitati a condividere sui social le proprie immagini. Dodici lavori saranno selezionati e andranno a comporre un calendario virtuale.