Notizie

Mamanet

di Admin GRS


mamanetPresentata oggi a Forlì la versione del cachibol, misto tra pallavolo e palla rilanciata, riservato alle sole mamme, per creare comunità tra le giocatrici e le loro famiglie. Si tratta della più grande organizzazione di sport sociale della città romagnola.

Una nuova disciplina sportiva a Forlì: mercoledì, alle 18, nella sede dell’Aics di Forlì-Cesena, sarà presentato il “mamanet”, lo sport del cachibol (un misto tra pallavolo e palla rilanciata) riservato alle sole mamme, che va oltre il gioco, crea comunità tra le giocatrici e le loro famiglie, è un’attività fisica ed un programma sportivo che può cambiare il ruolo della donna nello sport e nella società. Si tratta della più grande organizzazione di sport sociale creata da mamme per le mamme il cui impatto si ripercuote sull’intera famiglia proponendo uno stile di vita sano ed attivo.

Questo movimento è nato in Israele ed è sostenuto dallo Csit, un network internazionale di  associazioni che fanno sport amatoriale, lo Csit fa parte del Comitato Olimpico Internazionale. In Israele ci sono più di 8000 mamme che lo giocano e l’Aics vuole portare lo sport del Mamanet e soprattutto la sua filosofia in Italia. Permette a tutte le mamme, anche chi non ha mai praticato sport, di fare un gioco di squadra, trovarsi insieme ad altre madri, divertirsi ed aiutarsi.

In occasione dell’incontro sarà presentato il progetto di un torneo tra squadre formate dalle mamme (insegnanti, genitori, personale Ata) delle varie Scuole primarie e dell’infanzia della città, che si svolgerà sabato 7 maggio (festa della mamma) al Ginnasio Sportivo, dalle 16 alle 18 con premi in buoni acquisti per materiale didattico a tutte le scuole partecipanti.

Il bagaglio

di Admin GRS


il-bagaglioSugli scaffali, per Albeggi edizioni, il reportage di Luca Attanasio. Attraverso storie e testimonianze, il giornalista racconta il viaggio dei minori stranieri non accompagnati e la loro quotidiana odissea una volta arrivati in Italia. Ai nostri microfoni l’autore. (sonoro)

La mano del boia

di Admin GRS


pena-di-morte_cappioNel 2015 c’è stato il più alto numero di esecuzioni degli ultimi 25 anni. Sono i dati dell’ultimo rapporto di Amnesty sulla pena di morte nel mondo. Responsabili del 90% delle condanne sono Arabia Saudita, Pakistan e Iran. I dati non comprendono la Cina dove le informazioni sulla pena di morte sono un segreto di stato.

Le persone condannate a morte in 25 paesi sono state almeno 1634, tramite decapitazione, impiccagione, iniezione letale e fucilazione.
Con almeno 977 prigionieri messi a morte, l’Iran ha fatto registrare l’82 per cento delle esecuzioni di tutta la regione medio-orientale, seguito dall’Arabia Saudita che ha messo a morte almeno 158 prigionieri.
Negli Stati Uniti il numero è sceso da 72 nel 2014 a 52 nel 2015, il più basso numero registrato dal 1977, l’anno della ripresa delle esecuzioni. Il numero delle persone in attesa dell’esecuzione è così salito ad almeno 20.292.
Quattro paesi (Figi, Madagascar, Repubblica del Congo e Suriname) hanno abolito la pena di morte per tutti i reati, portando il totale dei paesi completamente abolizionisti a 102. I paesi che hanno abolito, per legge o nella prassi, la pena di morte sono arrivati a 140. La Mongolia ha adottato un nuovo codice penale, che non prevede più la pena di morte e che entrerà in vigore entro il 2016.

Roma non si vende

di Admin GRS


roma-non-si-vendeGiù le mani dagli spazi sociali: dopo la manifestazione del 19 marzo continua la protesta di associazioni e centri sociali a rischio chiusura a seguito della rivalutazione economica degli spazi pubblici voluta dal Commissario Tronca. Obiettivo è una Carta per ripensare l’amministrazione del patrimonio comune.

Le giuste risorse

di Admin GRS


poverta-educativaUn fondo sperimentale di 100 milioni di euro in tre anni per il contrasto alla povertà educativa. La proposta di Save the children nel servizio di Giuseppe Manzo.

Un quindicenne su quattro non supera il livello minimo di competenze in matematica e uno su cinque in lettura. Quasi la metà dei minori non ha letto neanche un libro oltre a quelli scolastici nel corso di un anno, il 55,2% non ha visitato un museo, il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva e sono circa 425 mila i “disconnessi” da Internet. Il 15% non prosegue gli studi dopo il diploma delle medie. Sul nuovo Fondo sulla Povertà educativa minorile previsto nell’ultima Legge di Stabilità con un budget annuale di 100 milioni di euro per tre anni, Save the children chiede un piano strategico e sinergico per lo stanziamento delle risorse che presti attenzione alle realtà territoriali dove il fenomeno ha una maggiore concentrazione, interventi su base comunitaria ma anche individuale, l’impostazione di un sistema di monitoraggio e valutazione, attraverso soggetti indipendenti, che misuri l’impatto degli interventi.

Dietro la lavagna

di Admin GRS


studiScende di oltre 4 punti in 5 anni la percentuale di giovani italiani che abbandona prematuramente gli studi senza conseguire un diploma. Secondo i dati Eurydice, dal 19.2% del 2009 si è passati al 15% del 2014. Gli studenti che lasciano sono prevalentemente nati all’estero. L’obiettivo della Commissione Europea è arrivare al 10% entro il 2020.

Scende di oltre 4 punti in cinque anni la percentuale di giovani italiani, tra i 18 e i 24 anni di età, che abbandonano prematuramente gli studi, cioè senza conseguire diplomi né attestati di formazione professionale. Secondo il rapporto “La lotta all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione: Strategie, Politiche e Misure 2016”, curato da Eurydice, dal 19,2% registrato nel 2009 si è passati ad un più ottimistico 15% nel 2014. Gli studenti che abbandonano la formazione sono prevalentemente nati all’estero e di sesso maschile. Numeri che rappresentano un buon auspicio in vista dell’obiettivo fissato dalla Commissione Europea per il 2020, ovvero quello di abbassare il tasso di abbandono al di sotto del 10%.

Mentre qui potete consultare il rapporto: http://www.indire.it/lucabas/lkmw_img/eurydice/Q_Eurydice_31.pdf

Referendum 17 aprile – Un voto consapevole per tutti

di Redazione GRS


Oil_platform_in_JapanUna guida realizzata in alta leggibilità da parte dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), nell’ambito del progetto “Diritto ai Diritti”, consentirà alle persone con sindrome di Down – ma anche a molte altre persone senza disabilità – di esercitare consapevolmente il proprio diritto di voto, in occasione del prossimo referendum del 17 aprile.

«La maggioranza delle persone con disabilità intellettiva – dichiara Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) –non esercita il proprio diritto di voto per mancanza di informazione, consapevolezza ed educazione al voto da parte delle stesse persone con disabilità intellettiva, oltreché a causa di scarsa consapevolezza dei loro familiari, amici e operatori di riferimento, sui loro diritti di capacità. Mancano inoltre interventi per facilitare l’esercizio del diritto di voto da parte delle Pubbliche Istituzioni e facilitare vuol dire anche rendere più comprensibile perché e come si vota».

Proprio alla luce di quanto detto, l’AIPD, nell’àmbito di un ampio progetto (Diritto ai Diritti) del quale abbiamo già avuto occasione di occuparci, nato per promuovere la partecipazione attiva alla vita sociale di persone adulte con sindrome di Down, ha predisposto la guida in internet denominata Il tuo voto conta!!!, che consente alle stesse persone con sindrome di Down – ma anche a molte altre persone senza disabilità – di esercitare consapevolmente il proprio diritto di voto, in occasione del prossimo referendum del 17 aprile, indetto per decidere l’abrogazione o meno della legge che concede di prolungare i termini per l’estrazione degli idrocarburi situati nella costa italiana, sino all’esaurimento dei rispettivi giacimenti.

Realizzato in alta leggibilità, l’utile strumento spiega l’argomento del voto, che cosa chiede il referendum, le conseguenze della vittoria dei SÌ oppure dei NO, e come si vota. Un breve questionario finale, inoltre, invita a esprimere un parere sull’effettiva accessibilità della guida.

Fonte: www.superando.it/2016/04/05/perche-tutti-possano-capire-e-votare

 

She fighter

di Redazione GRS


taekwondoÈ il primo centro di arti marziali per donne in Giordania, aperto da Lina Khalifeh, cintura nera di taekwondo che ha iniziato nel 2010 con corsi di autodifesa alle amiche nella cantina della casa dei genitori. Il passaparola ha fatto il resto e due anni dopo insegna in un centro sportivo a nord di Amman.

 

La cintura nera di taekwondo Lina Khalifeh ha iniziato a fare corsi di autodifesa alle amiche giordane nella cantina della casa dei genitori nel 2010, dopo che una di loro le aveva confidato che il padre e il fratello la picchiavano. Il passa-parola ha fatto il resto e due anni dopo Khalifeh ha aperto “She Fighter”, primo centro di arti marziali per donne in Giordania.
Nel centro sportivo a nord di Amman, le sue giovani allieve si allenano tirando pugni e seguendo le istruzioni della loro coach dai capelli corti e appena 31enne. “Il mio obiettivo è dare potere alle donne e renderle sicure di sé e capaci di difendersi”, ha spiegato l’atleta, che ha vinto una medaglia d’oro ai Campionati asiatici junior nel 2003.
“Le molestie sessuali esistono in tutto il mondo. Magari non sono così pesanti come in Giordania e in Egitto, per esempio, ma esistono. Qui, ci sono soprattutto sui mezzi pubblici e in alcuni quartieri di Amman”, ha aggiunto Khalifeh, che ad oggi ha addestrato circa 14.000 donne e ragazze tra i 4 e i 75 anni, tra cui anche profughe siriane e lavoratrici domestiche straniere grazie alla collaborazione di alcune ong.
Nel maggio 2015 è stata invitata alla Casa Bianca a Washington in quanto rappresentante di una schiera di giovani imprenditrici provenienti da tutto il mondo. “Vogliamo dare potere a leader di cambiamento sociale come la giordana Lina Khalifeh”, ha dichiarato il presidente americano Barack Obama nel suo intervento.

Le mani della città

di Redazione GRS


le-mani-della-cittaL’Aquila ospita la mostra fotografica di Claudia Pajewski per raccontare il cantiere più grande d’Europa e il lavoro di operai impegnati a ricostruire strade, case e piazze del capoluogo abruzzese. Le opere saranno visitabili fino al 19 aprile presso l’asilo occupato, in viale Duca degli Abruzzi.

I furbetti dell’evasione

di Redazione GRS


panamapapersParadisi fiscali servono regole più severe. Lo chiede la ong Oxfam dopo lo scandalo Panama Papers. Il servizio di Fabio Piccolino.

 

Regole più severe per impedire la sottrazione di risorse alla collettività attraverso l’evasione e il riciclaggio. E’ l’appello di Oxfam dopo lo scandalo Panama Papers sul funzionamento delle società nei paradisi fiscali. Mentre i ricchi e le grandi corporations nascondono i propri “tesori” senza pagare le tasse, almeno 400 milioni di persone non hanno accesso a servizi sanitari pubblici di base.
Sono le conseguenze, spiega Oxfam, dell’iniquità del sistema fiscale internazionale, dall’agguerrita concorrenza tra i Paesi e dall’opacità del sistema; attraverso la campagna “Sfida L’Ingiustizia” l’organizzazione chiede al Governo italiano e ai leader mondiali di adottare con urgenza misure efficaci di giustizia fiscale.